Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: fluorescentadolescent    23/11/2011    6 recensioni
Prima parte di un ciclo che sarà composto da quattro storie che prenderanno i nomi delle stagioni. Ho voluto cominciare con l'inverno e finirà (senza problemi, si spera) con l'autunno. Le storie ruoteranno attorno a Santana, Rachel, Quinn e Brittany. Ci saranno parti drammatiche e parti comiche. Are you ready? Winter is coming!
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

GUESS WHO'S COMING TO DINNER?

 

Quinn Fabray aveva deciso, era giunto il momento della verità.
Si passò nervosamente una mano sul collo, indecisa se suonare o meno il campanello di casa Berry.

Era una sera d'estate come tante, la canicola sembrava aver preso una tregua lasciando che l'aria rinfrescasse quell'atomo di calore che aveva invaso già da un paio di settimane la città di Lima.
Quinn respirò a pieni polmoni godendosi quella breve frescura serale e infine decise di pressare quel piccolo bottoncino d'ottone.
Nell'ultimo mese aveva intensificato i rapporti con la mora recuperando così un amicizia mai totalmente coltivata durante tutti gli anni del liceo.
Il mese seguente le loro strade sarebbero state nuovamente divise dato che avevano scelto università diverse. Lei sarebbe andata a Boston con Santana mentre Rachel a New York con Kurt.

Sentì dei sordi passi provenire dall'interno e soffiò nervosa lisciandosi la gonna.
Rachel accese lo stereo e aspettò che le prime note avvolgessero la camera da letto.
Chiuse gli occhi brandendo in mano un pettine rosa e sussurrò piano, sul manico dell'oggetto, le prime parole della canzone.
Si lasciò pian piano trasportare dalla musica e fece dondolare la testa seguendo il ritmo delle note mentre la mano libera fluttuava nell'aria disegnando invisibili arabeschi e presto anche i piedi si abbandonarono in quella danza personale.
La mora sentì una leggera stretta sul dorso della propria mano sospesa in aria e aprì gli occhi, sorpresa.
Sentì da dietro, ad altezza orecchio, il fiato di Quinn e abbozzò un timido sorriso.
Ciao, raggio di sole” un roco sussurrò fece leggermente sussultare la pelle scoperta della più bassa “Disturbo?”
N-no, Quinn. Non ti aspettavo..” Rachel abbassò la mano rompendo così il contatto con l'altra ma non si mosse ulteriormente dalla propria posizione.
Ultimamente mi tocchi sempre...” rise nervosa la mora facendo mulinare la spazzola “Mi riempi di piccole attenzioni, mi prendi le mani e mi sussurri belle parole...Non che io non li apprezzi! Però mi fa strano, considerando quello che abbiamo passato”. Finì la frase con un'alzata di spalle.
Quinn inarcò le sopracciglia e fece ruotare il busto dell'altra ragazza permettendo così di osservare bene i suoi occhi marroni.
E' perché ora siamo amiche, Rachel. Mi piace la tua compagnia e ti sto apprezzando ogni giorno sempre di più. Vorrei solo aver aperto gli occhi molto prima.”
Rachel abbassò il capo fissandosi i piedi “Siamo amiche?”
Un sorriso sghembo fece capolino sulle labbra della bionda, si abbassò leggermente cercando gli occhi dell'altra e le sistemò due ciocche ribelli della frangetta.
Lo siamo, Berry. Siamo amiche.”
Rachel alzò appena il viso sorridendo e le sfregò le braccia, sollevata.
E' bello averti come amica, grazie Quinn.”
Gli occhi verdi della bionda le erano sempre piaciuti così come aveva sempre provato una certa invidia per la sua bellezza così americana e fresca.
E quel giorno aveva optato per un abito estivo color verde pastello che risaltava tutta la sua giovanile grazia.
Sei così carina..” mormorò sistemandole distrattamente il colletto del vestito “E così bella”
Quinn sentì le proprie gote arrossarsi violentemente e sbuffò imbarazzata.
Rachel si mise in punta di piedi e diede un leggero bacio ad una guancia rosea della più alta, sorprendendola.
Non si aspettava quel gesto così tenero e sincero.

Quinn, sentendo il profumo di pesca dell'altra così vicino al viso, decise di prendere in mano la situazione e incrociò delicatamente le proprie braccia attorno al busto dell'altra.
Rachel non si oppose e sospirò leggermente prima di passare all'altra guancia della ex cheerleader.
Sei bellissima”fece la bionda, gustando quell'inebriante profumo.
Percepì il sorriso di Rachel contro la propria guancia e sorrise a sua volta “E' vero, Rachel. Lo sei” aggiunse facendosi seria.
La mora staccò appena il viso e fissò quegli occhi verdi che si erano fatti luminosi e così caldi.
Rimasero a guardarsi per pochi secondi finché la bionda non inclinò leggermente il viso e affondò timidamente le proprie labbra su quelle carnose di Rachel che si lasciò abbandonare completamente dalla stretta della bionda.

 
Fischi e applausi.
Rachel aprì gli occhi umidi e si premette una tempia con il palmo della mano.
Le girava la testa e scendendo dal palchetto non si accorse della gente che si era fatta stretta attorno a lei. La stavano educatamente applaudendo e giurò di aver udito qualcuno chiederle il bis.
Si stupì di aver finito la canzone in modo impeccabile e senza steccarsi, si era sentita molto nervosa e per tutta la durata della canzone non aveva fatto altro che tenere gli occhi chiusi pregando di non avere uno sguardo in particolare puntato addosso.
Spintonò aggraziatamente due persone che si erano avvicinate per congratularla e barcollò stringendo una mano su un braccio di un cliente per non scivolare a terra mentre l'altra passò sui capelli.
Le dita sprofondarono su dei riccioli rossi accorgendosi con orrore che si era esibita con la parrucca e se la sfilò disgustata, buttandola sopra un tavolo. Non sentì l'imprecazione dell'occupante e andò spedita verso il tecnico che vedendola arrivare contro, le regalò un sorriso estasiato.
“Sei stata fantastica! Sei riuscita a dare alla canzone un'atmosfera così triste e malinconica!”
La mora non stette a seguire le sue sviolinate e catturò la giacca e i guanti che il ragazzo gli stava servilmente ponendo. Biascicò una specie di scusa e si avviò verso la sala adiacente.
Si bloccò davanti al tavolo occupato da Santana e Quinn. La mora le scambiò un sorriso compassionevole mentre la bionda la osservò preoccupata e sorpresa.
La Berry non mosse di un passo e gli occhi presto si incatenarono su quelli di Quinn, ne ricordò ogni sfumatura di quel particolare verde e una sensazione di panico la travolse completamente.
“Scusatemi, non posso...”
Le due ragazze videro la moretta indietreggiare di due passi e allontanarsi da loro a grandi falcate.
“Aspetta, Rachel!”
Quinn si alzò di scatto dalla sedia senza staccare gli occhi dalla figura della più bassa che stava intricandosi tra le sedie e i tavoli semivuoti fino a sparire dietro il pesante portone rosso dell'entrata.
La bionda fece un passo, incerta se raggiungerla ma la stretta di Santana, sul suo braccio, fermò l'idea sul nascere.
“No, Quinn. Lasciala andare”
“Ma..”
“Siediti, Fabray.”
L'ex cheerio obbedì maldisposta tornando al suo posto e incrociò le braccia fissando truce l'altra.
“Vi rivedrete in un secondo momento...” la voce della latina si fece più secca “Non so per quale ragione si è messa a cantare sul quel palco ma posso assicurarti che ora come ora non ti vuole parlare”
“Oh, siete venute qui insieme stasera?”
Santana sbuffò indispettita e tirò fuori dalla tasca della giacca un pacchetto di sigarette “No, è venuta da sola anche se sapeva del nostro incontro perché abbiamo ripreso i contatti da qualche settimana,come avrai già capito. Faccio l'agente immobiliare e le ho appena venduto una casa, quindi...” terminò la frase in tempo per soffiare il fumo dalla sigaretta appena accesa.
“Capisco. Comunque direi che questo incontro è stato un fallimento. Diciamo che ho capito due cose...”
La latina aspirò nervosa la sigaretta aspettando che l'altra finisse la frase.
“Primo: Tu sei la contraddizione in persona. Mi dici che ci tenevi alla tua bella biondina eppure andavi a letto con me. Mi sembra normale quindi avere dei dubbi sulla realtà dei tuoi sentimenti che hai avuto nei confronti di Brittany. Secondo: Rachel. Non so cosa lei ti abbia raccontato, ti dico solo che tu non sai assolutamente nulla su quello che è successo tra noi due”.
Quinn raccolse la giacca e la sciarpa con gesti irrequieti e di tanto in tanto volgeva lo sguardo alla latina che si era messa a segnare il legno del tavolo con l'unghia del pollice.
“Non siamo perfette, Quinn. Abbiamo sbagliato e la stiamo ancora pagando cara”
“Parla per te, Santana. Io sono apposto” Quinn si sollevò dalla sedia infilando le braccia nella giacca “Ho chiuso i ponti con il passato e sono una donna nuova ora. Sembra che tu abbia una bella carriera e tutto quanto ma sei ancora nel mezzo di un limbo. Svegliati, è ora di andare avanti”.
Santana la osservò dall'alto in basso con una smorfia di disappunto.
“Ok, non so cosa è successo tra te e la hobbit ma lei, dopo tutto questo tempo, non ti ha dimenticata.”
Quinn si sistemò la sciarpa attorno al collo senza distogliere lo sguardo dalle labbra della latina e sorrise lasciando intravedere una fila di denti bianchissimi.
“Mi dispiace per la Berry ma è evidente che io, a differenza di voi due, sono riuscita a mettere una pietra sopra.” Quinn avvicinò il proprio viso a quello di Santana che stava ancora seduta al suo posto “Vi consiglio di farlo anche voi.”
“Ti sbagli, culetto bianco. Io sto cercando di andare avanti e penso di parlare anche per la Berry. E' chiaro, è lampante che ti stai nascondendo dietro ad una maschera che non ti rappresenta. Ti conosco, l'hai sempre fatto e ci sono passata pure io. Ho visto come hai osservato l'esibizione di Rachel prima e... “ la ragazza soffiò con rassegnazione “non nascondere ciò che sei realmente.”.
“Devo andare..” la bionda raddrizzò la schiena “Mi aspettano a casa” aggiunse con la più totale freddezza.
Quinn si girò di spalle, prese un respiro profondo e si diresse decisa verso l'uscita del locale.
Una volta uscita dallo 'Stage 18' fece un paio di metri a piedi e, una volta assicurata di essere lontana da quel edificio, svoltò in un vicolo laterale abbastanza stretto e buio.
Sentì bruciare i propri occhi e lasciò che le lacrime uscissero copiose. Le parole della latina le ripiombavano ancora nelle orecchie e nascose il viso con le mani, cercando di metterle a freno.
Sentì come il corpo stava abbandonando completamente ogni briciolo di sicurezza e cercò sostegno appoggiando le proprie spalle al muro e scivolò finché i glutei non presero contatto con il freddo marciapiede.
Si sfregò più volte gli occhi e il naso ma questi continuavano a sgocciolare e il freddo pungente della sera le pizzicò ulteriormente gli occhi.
Voleva dimenticare quell'incontro, voleva dimenticare le parole di Santana ma soprattutto voleva cancellare dalla mente l'immagine di Rachel Berry.
Quel breve contatto visivo che si erano scambiate per una manciata di secondi per lei sembrarono non finire mai. In quell'attimo sospeso cercò di scusarsi per quello che l'aveva passato, cercò di dirle molte cose ma il tempo non era infinito così come gli occhi non potevano sostituire la potenza effettiva delle parole.
Doveva quindi incontrarla e intavolare con lei un discorso sperando di non fare gli stessi errori che aveva appena commesso con Santana.
Driin.
Uno squillo di cellulare proveniente dal giaccone scosse la bionda che subito si mise a tastare le tasche.
“Ciao,sono appena uscita ora da... dal lavoro” Quinn si alzò lentamente da terra e cercò di lisciare il posteriore sporco del cappotto con la mano libera “Prepara la cena intanto, dammi solo una mezz'ora e sarò lì. A dopo”.
Chiuse la telefonata uscendo dall'angusto vicolo e a piccoli passi arrivò sul ciglio del marciapiede.
“Quinn...”
Santana mise una mano sotto il braccio della bionda cercando di attirare la sua attenzione.
Quinn la scrutò appena prima di richiamare un taxi sventolando con la mano.
“Ascoltami, guardami...” fece l'altra, cercando gli occhi verdi dell'ex cheerios “Per favore”
La bionda abbassò così la mano e lasciò che quegli occhi neri leggessero le tracce di un pianto.
“Scusa se ho rovinato la serata..ma” una nuvola uscì dalla bocca di Quinn e si passò due dita negli occhi arrossati “..credimi se ti dico che non posso più tornare indietro”.
“Che intendi dire?”
“Mettiamo che c'è questa remota possibilità che io abbia davvero provato qualcosa di importante per Rachel e che attualmente lei non abbia mai smesso di pensarmi, io comunque ora non posso più farci niente. Ed è meglio così, credimi”
“Sei infelice..”
Quinn rise nervosa alzando un sopracciglio “No, ho una vita che mi piace, sto bene. Davvero, Santana. Ed ecco il mio taxi.”
La mora si parò tra la bionda e la portiera dell'auto e le allungò un foglietto che aveva tutta l'aria di essere un biglietto da vista.
“Sono tutti i miei recapiti ovvero il numero e l'indirizzo dell'ufficio mentre dietro trovi il numero del mio cellulare personale“
“Perchè fai questo, Santana?”
L'ispanica abbozzò un sorriso e sospirò stringendole il dorso della mano “Perché eravamo amiche e spero che questo possa bastare, pensaci su. Dammi, anzi diamoci, una seconda possibilità”.
Quinn si limitò ad annuire e la salutò con un alzata del capo. Si infilò nel taxi e presto la figura di Santana riflessa sul finestrino scomparve sostituita da strade, persone e macchine.
“Dove vuole andare, signorina?” domandò l'autista, guardandola dallo specchietto retrovisore.
“Clarke Avenue, New Jersey. Grazie”.
Girò e rigirò tra le dita il piccolo rettangolino bianco indecisa se accartocciarlo o tenerlo a sé.
Non poteva dar torto a Santana sul darsi una seconda possibilità. Avevano iniziato male ma alla fine entrambe avevano ragione su molti punti, avevano solo sbagliato approccio. Più che altro sentì bisogno di rivedere quella moretta che nel suo piccolo aveva cambiato per sempre la sua vita, cosa che ancora in quel momento faticava ad ammetterlo e quindi anche solo a pensarlo.
La bionda, spinta dall'istinto, si toccò l'anulare della mano sinistra con il pollice accorgendosi che mancava qualcosa. Affondò la mano nella tasca della giacca e tirò fuori un anello d'oro che subito andò ad infilarsi senza fatica nel dito.

 Rachel si trascinò stancamente su per le scale del vecchio appartamento. Ancora una settimana e se ne sarebbe andata via da lì e non vedeva davvero l'ora.
Una volta arrivata al piano giusto, si appoggiò ad un muro cercando il mazzo di chiavi dalla pochette nera che teneva aperta in mano.
“Rachel!”
Un leggero richiamo fece sobbalzare la moretta che si portò una mano al cuore,spaventata.
Un'atletica figura femminile uscì dal cono d'ombra dell'anticamera e timidamente si mise al fianco della ragazza.
Stringeva con entrambe le mani un borsone da viaggio che aveva tutta l'aria di essere abbastanza pesante e in testa portava una buffa cuffia fatta di pelliccia ecologica.
“Ciao, Rachel!” si presentò l'altra, con il suo solito sorriso sbarazzino “Ti stavo aspettando”
La Berry si ricompose e fissò attentamente la borsa che l'altra aveva temporaneamente appoggiato per terra “Brittany! Che ci fai qui? Dove stai andando?”
“Da nessuna parte, mi trattengo a New York e sono venuta a farti una sorpresa!”
La mora mosse appena una mano con fare interrogativo e corrucciò le sopracciglia, confusa.
“Ma sei appena arrivata da Lima?”
“Sì. Un'ora fa. Prima sono passata al teatro dove lavori ma non c'eri quindi i tuoi colleghi mi hanno dato l'indirizzo dell'appartamento. Ho provato a bussare la porta tante volte ma non rispondevi. Ho pensato a due opzioni: O eri caduta in lungo letargo o eri in giro con i tuoi amici gnomi. Quindi mi sono messa lì, in attesa” la bionda indicò un punto impreciso dietro le spalle “Posso passare la notte da te, se la cosa non ti disturba? Ovviamente domani cercherò un albergo e cercherò di ricompensarti l'ospitalità.”
Rachel si morse il labbro inferiore fissando il pomello della porta.
Aveva appena passato le due settimane più strane della sua vita, senza dubbio, e l'arrivo di Brittany era solo la ciliegina sulla torta.
Sbriciò dietro le spalle della ragazza più alta come se si aspettasse di vedere sbucare da quell'angolo buio anche Blaine o peggio, Finn.
“Oh non preoccuparti, Rach! Le mie fatine le ho lasciate a casa.”
La mora tornò a fissare gli occhi blu della bionda e sorrise poco convinta.
Ora le toccava anche fare da balia a quella eterna sognatrice, anche se solo per una sera.
“Fantastico, Brittany. Comunque va bene, puoi stare da me e...” cominciò inserendo la chiave nella toppa della porta d'entrata “..non spaventarti se noti un po' di confusione qua e là, sto preparando gli ultimi scatoloni per il trasferimento”.
“Nessun problema. Sarà solo per una notte!”

 Santana si buttò a peso morto sopra il grande letto matrimoniale, aspirò il profumo delle lenzuola pulite cercando di scacciare via i brutti pensieri.
Aveva sperato che le cose finissero diversamente ma l'incontro non aveva fatto altro che confonderle le idee e le parole di Quinn le sentì ancora impresse nella testa, come un marchio.
L'amica le aveva solo detto la verità. Ancora dopo quattro anni non sapeva spiegarsi cosa realmente aveva fatto allontanare lei da Brittany. Aveva cercato in tutti i modi di dare la colpa agli eventi che si erano intralciati tra loro quando in realtà il primo vero problema era soltanto lei stessa.
Il telefono sul comodino accanto al letto trillò interrompendo momentaneamente il flusso di pensieri della latina che, visibilmente infastidita, alzò la cornetta.
L'ultima cosa che aveva bisogno era sentire quel fastidioso suono e sorbirsi chissà quali monologhi esposti da colleghi frustati o scherzi di amici mezzi ubriachi.
“Sì?”
Sono Rachel”
“Berry, con stasera è la seconda volta che scappi a gambe levate. Alla terza volerai?” sbuffò la latina slacciando un stivale con la mano libera “Come stai?”
Ho visto serate migliori...”
“A chi lo dici...Almeno ti sei salvata dall'apocalisse. Ti dico solo che l'incontro è stato un disastro e domani ti racconterò i dettagli,come promesso.”
Santana, non so come dirtelo ma...indovina chi ho a cena?”
L'ispanica appoggiò il gomito sul cuscino e fece sdraiare le gambe di lato.
“Berry, ci vivono almeno nove milioni di persone a New York. Patty LuPone?”
Brittany”
Santana drizzò la schiena, sbigottita e con un rapido scatto fece scendere i piedi dal letto.
“Sei sicura?”
No, Santana. In cucina ho un folletto che ha magicamente preso le sue sembianze. Certo che è lei! Ha voluto farmi una sorpresa e starà qui a dormire la notte. Non ne sai nulla?”
“Non la sento da quattro anni, che vuoi io sappia! Dios..” si diede una manata sulla fronte per poi aggiungere un flebile “Ha chiesto di me?”
Non abbiamo ancora parlato molto, è appena uscita adesso dalla doccia...”
L'ispanica si prese un bel respiro e scivolò la mano dalla fronte al mento.
Non sapeva se chiamare destino o caso tutti quei recenti avvenimenti intrecciati.
L'incontro con Rachel al lavoro, le recenti scoperte su Quinn e ora l'arrivo inaspettato di Brittany.
“Non è possibile, siamo capitate in un fottuto romanzo di Dickens”.

 

 

Ragazzi, presto avremo del Brittana MA non so quando pubblicherò il prossimo capitolo perché per una settimana buona sarò completamente immersa di impegni.
Sarò ripetitiva, ma grazie per i vostri commenti e grazie anche a chi ha messo la storia nei preferiti/seguiti!
Spero di non aver fatto ulteriori errori grammaticali o sviste alla storia.

Love and see ya!(: 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: fluorescentadolescent