A tear
made of pain
I corridoi della
Dalton Academy erano completamente
deserti.
Il ballo
invernale nella sala grande aveva attratto
l'attenzione di tutti nel corpo studentesco e Sebastian si
ritrovò stranamente
a percorrere quelle lunghe strisce di marmo italiano di Carrara nella
più
totale solitudine.
Troppe persone
in uno stesso luogo avevano formato una
grande calca e si era sentito soffocare. Aveva deciso di uscire un po'
per
riprendere fiato, sperando che la piccola folla riunita si disperdesse
un po’
nel frattempo.
A un certo
punto, però, mentre stava rientrando
nell'elegante salone, si sentì afferrare per un polso e si
ritrovò trascinato
in un'aula immersa nell'oscurità, anch'essa vuota.
Dopo qualche
secondo di buio, venne accesa la luce.
Il raffinato
lampadario che scendeva dal soffitto
illuminò il volto di Blaine, contratto e furente.
"Si
può sapere cosa diamine stai facendo?", gli
chiese Sebastian.
La sua voce era
imperturbabile, ma il suo stomaco
dentro di sé stava facendo le capriole
dall'agitazione.
Perché
era sempre turbato quando Blaine era nelle
vicinanze e questo non gli piaceva affatto.
Per un control
freak impassibile come lui, avere qualcuno che lo mandava
fuori di testa
con la propria semplice presenza era un problema costante contro cui
lottare.
"Perché
sei venuto al ballo con Karofsky?"
si limitò ad affermare l'altro, con tono freddo.
In
realtà, ogni singola parola tradiva fastidio.
Gelosia.
"A te cosa
importa, pardon? E
adesso, se tu volessi scusarmi, dovrei torn-"
"E' da una
settimana che eviti qualsiasi contatto
con me, non rispondi alle mie chiamate o ai miei messaggi. Sei sparito
nel
nulla. Credo di meritare una risposta degna di tale nome a qualsiasi
questione
io ti ponga, me lo devi. Tu forse ritieni di confondermi o di
cavartela comportandoti
così, ma ti sbagli di grosso”, gridò
quasi, il tono di voce spaventosamente sempre
più alto a ogni parola pronunciata. L’indignazione
gli montava dentro come un
uragano ogni secondo che passava.
“Ma
cosa ti é passato per la mente? Pensavi forse che
portando qui il ragazzo innamorato di Kurt si sarebbe creata qualche
situazione
imbarazzante che mi avrebbe spinto a fare chissà cosa?",
domandò Blaine,
gli occhi brucianti di rabbia, puntando un dito sul petto scolpito del
Warbler,
toccandogli la camicia e sgualcendogliela.
"Io non volevo
proprio fare niente, mon cher.
Sei tu che stai facendo tutto quanto, mi pare", gli replicò
secco e gli
scansò l'indice dal torace, avvicinandosi al suo viso e
fissandolo con aria di
sfida.
Sebastian
sentì però di nuovo l’agitazione
pervaderlo
e lo stomaco gli si serrò in una morsa allucinante. Ancora
un’altra volta, quella
dolcissima perdita di equilibrio lo pervase, ma la represse con forza.
Non gli piaceva
la sensazione di non essere pienamente
in sé con Blaine vicino.
Non
l’aveva mai provata per qualcun altro in vita sua
e non tollerava l’idea di essere debole
per
colpa sua.
Non appena
sentì quelle parole, Blaine indietreggiò,
comprendendo che non era stata un'ottima mossa confinare in una stanza
vuota
lui e il ragazzo più alto per cercare di cavargli qualche
cosa di bocca.
Anzi, era stata
completamente inutile.
"Non ha senso
che io rimanga qui a farmi prendere
in giro da te, non mi dirai mai nulla di quello che voglio sapere, a
meno
che...", affermò voltandosi di scatto verso la porta di
legno massiccio,
raggiungendola e appoggiando la mano al pomello d'ottone.
Sebastian
intuì cosa aveva in mente e si spostò nella
sua direzione, ma Blaine fu più veloce, essendo
già lì: afferrò la chiave dalla
toppa, la girò nella serratura e poi la prese tra le dita,
giocandoci prima di
infilarla in tasca.
"Oh, pare che il
topolino sia rimasto bloccato in
trappola", gli disse con timbro divertito e sardonico.
Poi, lo trafisse
con uno sguardo profondo.
Lo avrebbe
incenerito con quegli occhi, se avesse
potuto; Sebastian ne era certo.
"Adesso non hai
via di uscita. Ho una sola
richiesta da farti, Sebastian, e non amo ripetermi: gradirei sapere
perché mi
eviti da sette giorni dopo che ci siamo sentiti, visti e siamo usciti
assieme
per due mesi, anche di nascosto, dicendo persino bugie al mio
fidanzato."
Blaine era
pallido di collera;
vene rosse gli
attraversavano il collo candido, pronte a scoppiare.
"Ho capito ormai
come sono andate le cose. Io so
quale era il tuo scopo: far rompere me e Kurt a qualsiasi costo, usarmi
per
acquisire popolarità qui alla Dalton prendendo la mia
eredità e, una volta
raggiunti tutti questi obiettivi, gettarmi via come se fossi un
maglioncino di
Marc Jacobs di due stagioni fa ormai andato fuori moda. Hai intuito
però che
prima o poi sarei arrivato alla verità e sei fuggito a gambe
in spalla. Adesso
che ti ho smascherato, voglio solo che tu abbia il coraggio di
ammetterlo
davanti a me, guardandomi in faccia", asserì Blaine con una
sicurezza che
nemmeno lui pensava di possedere.
Kurt aveva
instillato in Blaine il tarlo del dubbio e
tutto era rapidamente peggiorato da quando lui era scomparso
– la cosa era nata
molto tempo prima, quando aveva visto il loro avvicinamento repentino e
intenso-
e il silenzio assordante di Sebastian era come una dichiarazione muta
di
colpevolezza, una resa.
Era estremamente
ferito dal fatto che quel ragazzo
così affascinante, così straordinariamente bello
e apparentemente gentile, così
interessante, un ragazzo da cui, sì, ormai riusciva ad
ammetterlo a se stesso
con una certa facilità dopo molte resistenze, era
molto attratto nonostante
fosse fidanzato con un altro, avesse voluto solo utilizzarlo per i
propri
beceri scopi.
"Non farti
strane idee, comunque. Vorrei solo
delle spiegazioni prima di cancellarti per sempre dalla mia vita,
Smythe",
precisò con la gola in fiamme dallo sdegno.
Blaine sentiva
il sangue ribollirgli nelle vene e
andare al cervello a velocità supersonica, tanta era la
furia che provava in
quell'istante per l'altro. Sentiva persino le lacrime pungergli gli
angoli
degli occhi.
Che sciocco era
stato... a credere, a sperare, a
vedere oltre.
Era stato sul
punto di prendere seriamente in
considerazione l'opzione di lasciare Kurt per Sebastian,
perché più i giorni
volavano più diventava coinvolto da lui, dalla sua
personalità, dal suo
carisma.
Non smetteva di
pensare a quando poteva rivederlo, a
quando sarebbe potuto passare alla Dalton un'altra volta, che scusa
inventarsi
la volta successiva con Kurt...
Ma era stato
comunque fortunato nel non averlo
abbandonato in un momento di follia dovuto alla passione per
l’altro:
ringraziava ancora Dio per non aver commesso una stupidaggine del
genere.
Intanto, il
ragazzo biondo era davanti a lui, completamente
immobile, gli occhi verdi puntati in quelli cervone
dell’altro.
Per la prima
volta in vita sua, Sebastian Smythe non
sapeva cosa fare.
Lui, che aveva
sempre un piano pronto per qualsiasi
evenienza, che aveva già pronta la soluzione prima ancora
che il problema si
creasse, era completamente nel panico.
Ma non lo dava a
vedere al sedicenne che aveva davanti
a sé.
"Sai,
io ho girato tanto il mondo, Blaine. Non scherzo, ho vissuto in
tantissimi
posti e conosciuto tantissime persone. Mio padre é
ambasciatore, da quando sono
nato ho cambiato casa e Paese ogni singolo anno. Non sono riuscito a
trattenermi per più di dieci mesi in un luogo. Quando ero
bambino, ritenevo che
cose come famiglia, amore, felicità esistessero davvero. Ma
quando poi scopri che
tua madre tradisce tuo padre da anni col suo migliore amico e i tuoi
divorziano
litigandosi ogni singola cosa e usandoti come arma per fare dell'male
all'altro, certe credenze vanno in pezzi. Da quel momento ho giurato
che una
cosa stupida come l'amore o l'affetto per un altra persona non avrebbe
mai
fatto parte della mia esistenza. Ho visto mio padre come si
era ridotto
dopo la separazione da mia madre, era un uomo distrutto e io ero
l'unico a
stargli vicino in quel momento. Mi sono promesso che non avrei mai, mai
permesso a nessuno di potermi ridurre in quelle condizioni un giorno.
Non sarei
mai stato debole, avrei dominato i miei sentimenti a costo di
soffocarli. Quando
ho scoperto il sesso senza impegno, ho trovato la mia dimensione
ideale. Cosa
c'è di meglio di una relazione fisica, basata solo
sull'attrazione? Nessun
sentimento, nessuno si fa male, nessuno soffre. Tutti sono contenti e
felici,
fin quando dura il divertimento. Così, sono passato da un
ragazzo all'altro,
distruggendo anche relazioni solo per il gusto di farlo, solo per
riuscire a
sperimentare qualcosa dentro di me. Poi papà è
tornato negli Stati Uniti l'anno
scorso, e io con lui. Si è trasferito a Washington, io ho
preferito stare qui
coi nonni nell'Ohio, in un ambiente più tranquillo. Ma le
mie vecchie abitudini
non erano affatto morte... e sono tornato ad andare da un ragazzo
all'altro.
Fino a quando non ho sentito parlare di te. Tu eri solo l'ennesimo
della mia
lista, il solito capriccio che sarei riuscito a togliermi
sfiziosamente, con la
preziosa aggiunta che potevi permettermi di poter avere tanti vantaggi
alla
Dalton. Ma poi, quando ti ho visto la prima volta, lì,
sull'uscio della sala
prove mentre perfezionavamo Uptown Girl...
non ho mai sentito qualcosa del genere
per un'altra persona in tutta la mia vita. Mi avevi colpito prima
ancora che tu
potessi solo aprire bocca per parlare o cantare. Incredibile. Ma non
potevo
farmi distrarre dalla tua bellezza o dalle tue qualità:
avevo un obiettivo da
raggiungere e non mi sarei fermato davanti a nulla per ottenerlo. Kurt
non era
un ostacolo nemmeno da considerare: quando mi metto in testa di avere
qualcuno,
non esistono legami che riescano a reggere. Vidi Karofsky con la coda
dell'occhio mentre ballavamo la prima notte allo Scandals, parlava con
Kurt
fitto fitto e il mio istinto raramente si sbaglia su certe cose. Non
é stato
difficile rintracciarlo: tutti lì lo conoscono. Convincerlo
a venire qui con
me... ecco, quello è stato un po' più complicato.
Doveva tenermi occupato Kurt
mentre io, tra poco, ti avrei portato via e, fatta qualche sorpresa
mozzafiato,
tu ti saresti finalmente abbandonato a me, lasciandolo. L’ho
accompagnato lo
stesso qui stasera sperando che almeno lui riuscisse nel suo intento e
facesse
qualcosa per essere felice. Mi dispiace, mi dispiace tantissimo, per
tutto
quello che avrei avuto intenzione di farti, Blaine. Sono veramente uno
figlio
di puttana e ti chiedo scusa. Ma ti prego, ti prego, devi
credermi su un fatto: tu sei l'unico a
cui vorrei stare accanto. Vuoi davvero sapere perché sono
sparito una settimana
fa? Non perché sospettavo che tu avessi intuito qualcosa del
mio schema ma perché
l'ultima volta che ci siamo visti al Lima Bean, quando sei entrato e ti
sei
seduto al tavolo davanti a me, avrei voluto prenderti per mano,
baciarti e
dirti quanto mi eri mancato nei giorni precedenti. Quei pensieri mi
hanno
terrorizzato, mi hanno ghiacciato completamente sul posto. Tutto il mio
piano,
dettagliatamente organizzato, è saltato in
quell’esatto momento. Quando ho
sentito quelle esigenze crescere dentro di me è andato tutto
in frantumi. E
poi, mentre continuavi a parlarmi, non facevo altro che fissarti la
bocca o gli
occhi o pensare che quel maglione bordeaux ti stava veramente bene e...
io non
sono tipo che fa queste considerazioni, capisci? Non è
normale per me, non
é da me.
Tu non avresti dovuto farmi questo! Non era previsto, dannazione!"
Sebastian
immaginò quella marea immensa di parole, un
groviglio intricato di emozioni, ricordi, tormenti, amore nella sua
testa in un
tempo che gli parve infinito, ma che in realtà era durato
solo qualche breve
istante.
Davanti a lui,
sempre fermo come una statua di sale, Blaine.
In attesa di
risposte.
Lo
guardò negli occhi, per qualche attimo. Si immerse
in quel cioccolato fuso e, quando tornò a galla, decise di
arrendersi alla
paura, di permettere a questa di fare il suo corso e rovinargli tutto.
Ogni singola
parola pensata poco prima gli morì sulle
labbra prima ancora di essere pronunciata.
Scelse di
fuggire da Blaine e di non dirgli niente di
ciò che, forse, avrebbe meritato di sapere.
Non sapeva cose
volesse dire amare, non aveva la
minima idea di cosa volesse dire una relazione seria.
Avrebbe finito
per mandare tutto all’aria, prima o poi.
Non sarebbe mai riuscito a farlo felice, ne era certo.
Non riteneva di
essere in grado di donargli impegno,
dedizione, affetto. Lui usava i ragazzi e li abbandonava, non ci si
metteva
assieme facendo i fidanzatini di Peynet.
Non era tagliato
per l’amore. Non sapeva cosa fossero
il sacrificio o la devozione totale. Conosceva solo la cupidigia e
l’egoismo,
così riteneva.
Anche se provava
qualcosa per l’ex Warbler infuriato
che aveva di fronte, anche se l’unica cosa che voleva era
prendergli la mano e
appoggiargliela sul cuore facendogli sentire quanto batteva forte
quando gli
era accanto, era graniticamente certo che tutto quello non sarebbe mai
bastato.
L’amore
non bastava mai, lo aveva capito con suo padre
e sua madre.
Doveva lasciarlo
andare via.
Si sarebbero
odiati alla fine. Perché nel disprezzo,
nella sofferenza e nel rancore erano destinate a terminare tutte le
storie.
A quel punto,
non aveva più niente da perdere.
Gli parve quindi
un’ottima idea iniziare con l’odio
fin da subito.
"Quello
è sempre stato il mio unico proposito fin
dall'inizio, quando ancora non ti avevo nemmeno conosciuto di persona
ma eri
una sorta di fantasma che aleggiava qui continuamente; non mi
azzarderò di
certo a negarlo qui", mormorò sottovoce, sbattendogli in
faccia ciò che
voleva Blaine sentisse e a cui voleva credesse.
Sentiva
già il rimpianto impossessarsi di sé, ma lo
mise a tacere domandolo alla perfezione. E portò avanti la
sua scelta con
coerenza masochistica continuando a parlare, ferendo Blaine di
proposito pur di
allontanarlo.
“Mi
hai scoperto, Anderson. Sì, volevo farti lasciare
con Kurt per usarti. Sì, avrei fatto di tutto per
raggiungere questo scopo,
comprese bugie e mezzi poco puliti. Ti avrei circuito fino a farti
perdere la
testa completamente per me e poi ti avrei abbandonato come un cane in
una
strada di campagna. Non me ne frega niente di te, non me ne
è mai fregato
niente di te. Mi servivi e basta”, disse usando il tono di
voce più sgradevole
e duro che riuscì a trovare la forza di utilizzare.
A Blaine parve
che gli stessero conficcando mille
spilli ovunque: stomaco, cuore, petto, occhi. Sentì solo un
grande dolore
spezzarlo a metà e la delusione più immensa mai
conosciuta pervadergli le
membra.
Il pavimento
sembrò rovesciarsi sotto i suoi piedi e
chiuse gli occhi per evitare che la nausea lo facesse vomitare in
quell’esatto
istante.
Cieco e
furibondo, si avvicinò a Sebastian senza
emettere una sillaba e, con l’espressione più
schifata che l’altro avesse mai
visto dipinta su qualcuno, gli tirò uno schiaffo.
Il suono di
quelle dita che incontravano la pelle
della guancia del cantante risuonò secco per le mura
dell’aula. Come un tamburo
prima della battaglia finale in campo aperto.
E, a quel punto,
le lacrime di dispiacere, colpa e rimorso
che Blaine aveva trattenuto fino a quel momento iniziarono a sgorgare e
a
scendere sul suo viso.
“Sono
davvero contento di non aver lasciato Kurt per
uno stronzo come te. Mettermi assieme a te sarebbe stato
l’errore più grande
della mia vita. Se non ti dispiace, adesso vado a togliere il mio
ragazzo dalle
grinfie di Karofsky, perché sicuramente avrà
approfittato della mia assenza,
visto che siete della stessa pasta voi due. A mai più,
Smythe”, affermò deciso,
con la voce incrinata e l’ira che gli dilatava le pupille.
Dignitosamente, si
asciugò ogni stilla salata che gli stava attraversando il
volto e lanciò un
ultimo sguardo a Sebastian, carico di livore inesprimibile.
Afferrò
la chiave dalla tasca, aprì la porta che fino
a quel momento li aveva isolati dall’esterno e vi scomparve
dietro.
Tutto
ciò che Sebastian udì furono i suoi passi veloci
che echeggiavano per i corridoi vuoti e i singulti che sentiva crescere
rapidi e
incontrollabili dentro di sé.
Non riusciva a
credere al fatto che si stava per
mettere a piangere; non lo aveva mai fatto per un ragazzo.
E, quando quel rumore si fece sempre più lontano fino a sparire per sempre, Sebastian chinò il proprio viso distrutto dallo sforzo e dalla tristezza, vedendo distintamente una lacrima colma di dolore macchiare la sua splendida camicia.
***
Volevo scrivere sul Seblaine, volevo
scrivere una angst/triste e sono riuscita a scrivere finalmente
qualcosa che trovo passabile. Da mesi avevo il blocco, non pubblicavo
più ;____; btw, è per le mie colleghe
che come me shippano Kurtofsky e Seblaine e a cui voglio un mondo di
bene. E, in particolar modo, per la mia dolce metà shipposa,
che veramente adoro in modo profondo <3