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Autore: Daisy Potter    18/07/2006    8 recensioni
Hawaii...sole, mare, onde...tutto ciò che serve per fare surf tra una pausa e l'altra durante le riprese di un film! E se poi l'istruttore fosse un bel ragazzo dolce e gentile...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Grazie 1000 x le recensioni, raga

Grazie 1000 x le recensioni, raga! Come farei senza di voi??! Ecco il secondo cappy! J Daisy J

 

Capitolo 2.

 

Il giorno seguente, Sana si svegliò verso le dieci. Indossò un due pezzi che aveva comprato pochi giorni prima di partire, si pettinò i capelli in un’alta coda, si mise un cappello di paglia, un paio di occhiali da sole e un pareo colorato e scese nella sala ristorante dell’hotel a fare colazione. Qui trovò Charles e i loro manager, tutti seduti allo stesso tavolo insieme al regista, che già si erano serviti. Prese una tazza di latte e si unì a loro.

“Buongiorno, signorina Smith” la salutò il regista.

“Ciao, Sana-chan!” esclamarono tutti gli altri. Lei ricambiò i saluti, poi ancora un po’ assonnata iniziò a fare colazione.

“Oh, le riprese inizieranno questa sera. Siete d’accordo?” chiese il regista. Sana sorrise entusiasta.

“Certo! Mi impegnerò al massimo, non si preoccupi!”

“Non avevo dubbi!” sorrise a sua volta l’uomo.

Finita la colazione, Sana disse che sarebbe andata a prendere il sole sulla spiaggia. Charles cercò di convincerla a rimanere sulla terrazza dell’albergo, ma Sana disse che preferiva stare in riva al mare, così si allontanò, lasciandolo un po’ deluso. Quando raggiunse la spiaggia, distese un asciugamano sulla sabbia, lontano dai lettini dell’albergo, e vi si sedette dopo essersi tolta il cappello e il pareo. Prese una crema solare che si era portata dietro e iniziò a spalmarsela su braccia, gambe e petto, poi però si fermò.

Cavolo, e per la schiena come faccio? Charles non è voluto venire! pensò maledicendo il ragazzo. Uffa, per una volta che mi sarebbe servito a qualcosa …

“Serve aiuto?”

Una voce familiare la fece uscire dai propri pensieri. Si voltò, e davanti a lei trovò il ragazzo biondo che l’aveva salvata il giorno prima.

“Come?”

Lui le sorrise.

“Vuoi che ti spalmi la crema sulla schiena?” si offrì, e Sana, nonostante fosse un po’ imbarazzata, accettò il suo aiuto. Si sdraiò a pancia in giù sull’asciugamano e gli consegnò il tubetto. Pochi secondi dopo avvertì il tocco delicato di una mano del ragazzo accarezzare la sua pelle, accompagnata subito dopo dall’altra. Si rilassò, mentre Heric spalmava lentamente la crema solare sulla sua schiena, massaggiandola con dolcezza. Quando ebbe finito, richiuse il tubetto, ma non smise di accarezzarla, massaggiandole le spalle. Il suo tocco era esperto e deciso, e Sana si rilassò ancora di più, permettendogli di continuare.

“Ti fa piacere?” le chiese.

“Molto” mormorò Sana in un sussurro, gli occhi chiusi e un dolce sorriso soddisfatto sulle labbra. Rimase in silenzio per alcuni minuti, godendosi il calore del sole e quello delle mani del ragazzo, che continuavano a massaggiarla con abilità, poi gli chiese:
“Non dovresti controllare la spiaggia?”

“Ho altri due colleghi che mi aiutano …” fu la semplice risposta di lui. Poi si fermò. “Vuoi che me ne vada?” le chiese seriamente. Sana si voltò immediatamente verso di lui.

“No!” disse con decisione. Poi arrossì. “Cioè … se tu non vuoi …” mormorò imbarazzata. Heric le sorrise e le disse: “Dai, torna giù …!”

Lei si sdraiò di nuovo e il ragazzo riprese a massaggiarla. Nel frattempo Sana guardava il mare e i ragazzi che facevano surf, desiderando di essere brava come loro e di poter cavalcare anche le onde più alte … ma l’incidente del giorno prima l’aveva spaventata, e non si sentiva ancora pronta a riprovare. Heric si accorse del suo sguardo, e le disse:
“Ieri ti ho vista surfare per un po’ … non te la cavi male, le basi fondamentali le conosci. Ti servirebbe solo qualche lezione …” si fermò un attimo, esitando, poi si decise e le chiese: “Se vuoi, potrei aiutarti io …”

Sana si voltò verso di lui incredula.

“Dici davvero? Mi insegneresti a surfare?!”

“Be’, sì … potrei darti qualche lezione …”

“Sei un insegnante?” gli chiese.

“No, ma una volta facevo surf … potresti essere la mia prima allieva …” propose lui, poi attese la risposta.

“Ne sarei onorata!” gli sorrise lei, entusiasta. Heric era al settimo cielo.

“Bene! Allora ti va bene oggi pomeriggio, dopo pranzo?”

“Benissimo!” affermò Sana, ed Heric si alzò.

“Ora è meglio che torni al lavoro … ma a pranzo finisce il mio turno, quindi ci vediamo … verso le due e mezza?”

Sana accettò e si salutarono. La ragazza, un bellissimo sorriso stampato sul volto, tornò a sdraiarsi a prendere il sole, aspettando con ansia il pomeriggio …

 

A pranzo, Charles quasi le saltò addosso.

“Ehi, Sana-chan!” la chiamò. “Oggi pomeriggio andiamo a fare una passeggiata? Ho scoperto che c’è un bellissimo posto un po’ più in là da dove si vede benissimo il tramonto! Potremmo raggiungerlo insieme, e magari restare lì fino a notte tarda …”

I suoi occhi brillavano di una strana luce che spaventò la ragazza, e Sana fu ben felice di dirgli:
“No, grazie, Charles! E poi oggi pomeriggio sono impegnata!”

Charles per poco non cadde a terra.

“Ah … davvero? E cosa fai?”

“Surf” rispose semplicemente lei, poi raggiunse il tavolo occupato dal resto del cast e vi prese posto, servendosi il pranzo. Il ragazzo si affrettò a sedersi accanto a lei.

“Non ne hai avuto abbastanza, dopo ciò che è successo ieri?” le chiese, speranzoso di convincerla ad andare con lui, ma Sana era irremovibile.

“No, perché avrò un ottimo insegnante! Heric mi darà lezioni” gli spiegò. Charles si strozzò con il cibo che aveva appena messo in bocca, ma lei non ci fece caso. Dopo che ebbe bevuto un’intera bottiglia d’acqua, si rivolse di nuovo alla ragazza:
“Heric??! Ma chi? Quel tipo ossigenato di ieri?!” esclamò, gli occhi sgranati per la sorpresa.

“Già. E comunque, primo: quel tipo è il ragazzo che ieri, a differenza di qualcuno, non ha esitato a venirmi a salvare; e secondo: non è ossigenato! I suoi capelli sono di un bellissimo biondo naturale!” ribatté seccata, e ritenne chiusa la questione. Non appena ebbe finito di mangiare, si congedò dal resto del tavolo e in tutta fretta salì in camera a prepararsi per andare in spiaggia. Dopo una lunghissima selezione scelse un bikini e si cambiò, poi imprigionò i lunghi capelli rossi in una treccia, prese un asciugamano e infine corse fuori dall’albergo. Quando giunse alla spiaggia, si guardò intorno cercando di scorgere Heric, e dopo pochi minuti lo vide, seduto sulla sabbia a qualche metro da lei accanto a due tavole da surf. Si affrettò a raggiungerlo. Quando la vide, il ragazzo si alzò per salutarla con un sorriso.

“Ciao!” dissero entrambi, poi Heric porse una delle due tavole alla ragazza.

“Allora … fammi vedere quello che sai fare!” le sorrise, e Sana senza esitare prese la tavola dalle sue mani e corse verso l’acqua. Lui la seguì, ed entrambi sdraiati sulle proprie tavole presero a remare verso il largo. Una volta raggiunte le onde, Heric le disse:

“Le prime due sono tue! Voglio vedere come te la cavi!”

“Agli ordini!” scherzò lei, poi si girò e cavalcò la prima onda in arrivo. Se la cavò bene, non perse mai l’equilibrio e riuscì a restare in piedi abbastanza a lungo. Quando prese invece la seconda onda, non riuscì a tenere il controllo della tavola e scivolò in acqua. Quando riemerse, Heric la affiancò.

“Non sei andata male!” le disse con un bellissimo sorriso. “Ora ti faccio vedere come devi fare per distribuire bene il peso del corpo sulla tavola per non perdere l’equilibrio come hai fatto prima …” e si allontanò, preparandosi a cavalcare l’onda seguente. Aspettò il momento giusto, poi con uno scatto rapidissimo si mise in piedi e iniziò a surfare. Sana, qualche metro più in là, rimase incantata a guardarlo. Era bravissimo. Si muoveva rapidamente, con destrezza e sicurezza, senza commettere il minimo errore. Quando tornò da lei, la ragazza era ancora a bocca aperta. I due ripresero ad allenarsi, cavalcando onde sempre più alte, con Heric che continuava a darle consigli su come muoversi e che ogni tanto le dimostrava ciò di cui era capace. Dopo più di un’ora che si esercitavano, Sana aveva già appreso qualche trucco, e se la cavava decisamente meglio di prima. Si fermarono qualche minuto per riposare, poi Sana notò un’onda altissima formarsi alle loro spalle.

“Sei sicura di volerci provare?” le chiese Heric preoccupato, vedendo il suo sguardo. Sana annuì, e senza dire nulla voltò la tavola e diede qualche bracciata, preparandosi a cavalcare l’onda. Attese il momento giusto, poi si alzò e iniziò a surfare. I consigli che le aveva dato Heric quel pomeriggio le furono d’aiuto e riuscì a restare in equilibrio per molto tempo. Alcuni metri più in là, il ragazzo la osservava sorridendo, soddisfatto di quella prestazione. Anche Sana sorrise, felice di esserci riuscita … finché non perse il controllo della tavola. Cadde ancora una volta in acqua, e vedendola scomparire Heric si affrettò a nuotare verso di lei. La ragazza riemerse alcuni secondi dopo, tossendo, cercando di aggrapparsi alla tavola che galleggiava poco più in là. All’improvviso sentì un forte braccio avvolgerla in vita e una voce preoccupata dietro di sé chiederle senza fiato:
“Stai bene?!”

Si ritrovò abbracciata a Heric, che la teneva a galla scrutandola con occhi spaventati.

“Sì, non preoccuparti” gli sussurrò lei, senza fiato. Il cuore le batteva forte, ma non era per la paura: si sentiva più protetta che mai tra quelle braccia … Erano quegli occhi profondi a far accelerare il suo battito, era il tocco della sua pelle contro la propria a farle martellare il cuore nel petto … Si aggrappò alle spalle del ragazzo, senza smettere di guardarlo negli occhi. I suoi capelli si erano sciolti e ora fluttuavano attorno a loro. Si avvicinò lentamente al viso di Heric, attratta come una calamita dal suo sguardo. Poi però abbassò gli occhi sulle sue labbra, mentre non smetteva di avvicinarsi sempre di più a lui … ormai i loro nasi si stavano quasi sfiorando, entrambi avevano socchiuso gli occhi, le loro bocche erano pronte ad incontrarsi … ma la ragazza si spostò all’improvviso, nascondendo il viso sulla spalla del ragazzo, abbracciandolo. Heric rimase per un attimo interdetto, poi però ricambiò l’abbraccio. Sana si staccò velocemente, allontanandosi dal ragazzo e nuotando fino alla sua tavola, poi tornò a riva. Quando anche lui fu uscito dall’acqua, imbarazzata gli disse senza guardarlo negli occhi:
“Grazie, Heric. Ora è meglio che vada …”

Heric la guardò preoccupato.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiese, domandandosi il perché dell’inaspettata reazione della ragazza. Lei alzò immediatamente gli occhi incrociando i suoi e con fermezza gli rispose:
“No! No, no, niente, anzi …! È che … devo rientrare presto … stasera ho delle riprese, sì …!” balbettò. Poi, cogliendolo alla sprovvista, si alzò in punta di piedi scoccandogli un piccolo bacio su una guancia.
“Grazie ancora, Heric. Ci vediamo!” e corse via.

  
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