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Autore: Daisy Potter    16/07/2006    14 recensioni
Hawaii...sole, mare, onde...tutto ciò che serve per fare surf tra una pausa e l'altra durante le riprese di un film! E se poi l'istruttore fosse un bel ragazzo dolce e gentile...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti

Ciao a tutti!! Le vacanze al mare sono terminate e senza che me lo aspettassi l’ispirazione mi ha colpita ancora prima di quanto pensassi, e così … ecco un’altra ff!

Sana e Heric non si conoscono, l’attrice va alle Hawaii con Charles per girare un film e … farà un incontro molto speciale!^^

leggete e recensite!

Un bacione

J Daisy J

 

Sulla cresta dell’onda

 

Capitolo 1.

 

“Hawaii, sto arrivando!!!”

La diciottenne attrice Rossana Smith saltellava felice sulla scaletta che portava all’aereo diretto verso l’arcipelago tropicale. Poco dietro di lei un ragazzo della sua stessa età la guardava con un paio di brillanti occhi azzurri e sorrise.
“Sei sempre la solita esuberante, eh, Sana? Ti ricordo che stiamo andando a lavorare …” le disse.

“Non fare il solito guastafeste, Charles! Dopotutto le riprese saranno solo alla sera e soltanto qualche volta durante il giorno, perciò avremo tutto il tempo che vogliamo per divertirci!” ribatté lei ricambiando con energia il sorriso. “Dicono che alle Hawaii ci siano le onde perfette per fare surf … e io voglio cavalcarle!”. La ragazza cominciò a sognare ad occhi aperti, vedendosi surfare su un’onda altissima, compiendo le più temerarie evoluzioni sulla sua tavola, ma ancora una volta il suo amico la riportò con i piedi per terra:
“Tu non sai surfare, Sana … ci hai provato solo un paio di volte!”

Improvvisamente, nella sua mente Sana si vide cadere tra le onde.

“Dettagli, dettagli … allora partiamo?!” cambiò argomento, e sempre saltellando e sorridendo salì sul jet privato che i loro manager avevano fatto preparare per volare sull’Oceano Pacifico. La ragazza si sedette accanto al finestrino, e Charles prese subito posto accanto a lei. Si allacciarono le cinture, e dopo alcuni minuti l’aereo decollò. Quando stavano ormai sorvolando il mare, Charles si rivolse alla ragazza:
“L’altro giorno ho letto su una rivista della tua rottura con Will … mi dispiace …”

Sana, che stava guardando fuori dal finestrino, si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi:
“A me no! Era solo uno stupido che stava dietro ai miei soldi … e a qualcos’altro … non sai che soddisfazione quando l’ho mollato!” gli rispose. Il ragazzo rimase per un attimo interdetto.

“Cosa?! Ma … ma a me sembravate una coppia perfetta!”

“Be’, hai visto male …” concluse l’argomento Sana, e tornò a guardare fuori dal finestrino. La storia con Will era iniziata poco più di un mese prima … lui era un fotografo, e aveva conosciuto Sana quando le avevano proposto di posare per una rivista di moda. Il giovane si era innamorato subito delle curve e della fama della ragazza, così fingendo di essere davvero interessato a lei le aveva chiesto di uscire e … be’, una cosa tira l’altra, e alla fine si erano fidanzati. Ma Sana non ci aveva messo molto a capire il suo gioco … era stato facile quando per la terza sera di seguito aveva provato a strapparle quasi di dosso i vestiti mentre erano ancora nell’auto di lui! E così, senza troppi rimpianti, l’aveva scaricato. Certo, un po’ le dispiaceva: all’inizio ci aveva creduto davvero, in quella storia. Ma ormai era acqua passata, e sinceramente ora si sentiva più libera.

All’improvviso fu distolta dai suoi pensieri da una mano che si era posata delicatamente sulla sua …

“Lo sai, Sana, che io sono sempre qui …” le disse Charles intrecciando le loro dita e guardandola profondamente negli occhi. Sana gli rispose con un sorriso, ma quando vide il viso di lui avvicinarsi lentamente si scostò all’istante, fermandolo.

“Charles! Lo sai che siamo solo grandi amici! Smettila di provarci con me!” lo rimproverò, seccata, lasciando andare la sua mano. Gli occhi di Charles ai addolorarono.

“È vero, Sana, per ora siamo solo amici, ma se solo tu …”

“No! Ti ho detto di smetterla! Non può succedere nulla tra noi due! Perché non ti metti l’anima in pace??”

“Ma io ti amo!” protestò il ragazzo.

“E io no!perché devi farmelo ripetere cento volte al giorno?!”

Con questo Sana si voltò dall’altra parte e non tornò più a guardare il ragazzo per il resto del viaggio. Erano grandi amici, ma quando Charles faceva queste scene non lo sopportava proprio!

Dopo alcune ore di viaggio, la giovane attrice scorse un puntino in mezzo alla distesa dell’Oceano …

“Ehi, ecco le nostre isole!!” esclamò in preda all’entusiasmo. Charles, che si era appisolato, si svegliò di soprassalto all’urlo dell’amica.

“Eh??” biascicò, ancora mezzo assonnato.

“Siamo arrivati, Charles!” gli disse lei, uno splendido sorriso sul volto, ormai dimentica di ciò che era successo prima. “Guarda, quella è Honolulu!!” esclamò indicando fuori dal finestrino. Ormai l’aereo era abbastanza basso da permetterle di distinguere la città. “E guarda quelle onde! Sono altissime!!!” si meravigliò. Quando l’aereo atterrò, nulla riuscì a trattenerla dal scendere a terra con euforia prima ancora che il grosso motore venisse spento.”Dai, Robbie! Muoviti! Voglio vedere l’hotel!” esclamò in preda all’entusiasmo. Il suo povero manager, carico di valigie, cercò di fare il più in fretta possibile a raggiungerla, ma non riuscendo a vedere dove andava inciampò in uno dei gradini della scaletta e capitombolò sulla pista di atterraggio dell’aeroporto, venendo sommerso dai bagagli che portava. Quando Sana lo vide gli disse:
“Che ci fai lì sotto, Robbie?? Dai, andiamo!” e prendendo in mano due valigie piuttosto grandi si avviò senza fatica all’uscita, lasciando il manager di sasso per la sua forza inaspettata.

In strada caricarono tutto su un paio di taxi, uno per i due ragazzi e uno per i loro manager, e partirono alla volta del lussuoso albergo in riva al mare che li aspettava. Quando vi giunsero, furono il regista del film e la sua troupe ad accoglierli. Indicarono loro le camere che gli avevano assegnato, dopodichè dissero che le riprese sarebbero iniziate solo due giorni dopo poiché dovevano ancora allestire il set. A Sana si illuminarono gli occhi a quella notizia.

“Davvero?? Yuppie!! Allora ho tutto il tempo che voglio per andare in spiaggia!!” esultò, poi strappò dalle mani di Robbie una delle valigie che portava e aggiunse:
“Be’, io vado a mettermi il costume! Tu vuoi venire al mare, Charles?” chiese rivolta al ragazzo. Lui avrebbe preferito starsene nella sua camera dell’hotel, ma poi vide nella sua mente l’’immagine di Sana in bikini e arrossendo leggermente disse: “Ok, perché no?”

“Benissimo! Allora ci vediamo nella hall dell’albergo tra venti minuti!” gli disse lei, e scomparve nell’ascensore che portava alle loro stanze.

Come promesso, venti minuti dopo scese di nuovo. Charles, che nel frattempo la stava aspettando seduto su uno dei divanetti della hall, rimase a bocca aperta quando la vide avvicinarsi in costume, con solo un piccolo pareo a coprirle di poco le lunghe e bellissime gambe. Di sicuro quell’immagine era di gran lunga migliore di quella che aveva pensato poco prima … Sana sorrise a vedere la sua faccia, e subito lo spronò ad alzarsi e ad affrettarsi verso la spiaggia. Il ragazzo, cercando di riprendersi, le si avvicinò.

“Ti accompagno volentieri” le disse senza smettere di guardarla, e le mise una mano in vita, avviandosi all’uscita. Sana, però, infastidita, si bloccò e lo spinse via.

“Charles! Ti ho detto di smetterla! Giù le mani!” gli gridò, infuriata.

“Va bene, va bene … scusa … dai, andiamo …” replicò lui, e facendo finta di nulla raggiunse la porta e gliela aprì. Sana rimase ancora qualche istante a guardarlo scettica, poi però prese il sopravvento la sua voglia di andare in spiaggia e si decise ad uscire. Charles le diede un’ultima occhiata da dietro prima di sospirare e seguirla.

Una volta in spiaggia, Sana cominciò a correre sul bagnasciuga, sorridente. Erano più o meno le tre del pomeriggio, e il sole scaldava e illuminava tutta l’isola. Il clima però era fresco, visto il grande vento che soffiava. La ragazza guardò il mare, e vide alcuni surfisti cavalcare onde altissime a qualche metro dalla riva. Immediatamente le venne voglia di unirsi a loro e di provare quello sport che l’attirava tanto. Senza indugiare oltre, andò ad affittare una tavola da surf. Quando fu pronta ad entrare in acqua si rivolse a Charles chiedendogli:
“Tu non vieni? Non vuoi provare?”

Ma il ragazzo si era già sistemato all’ombra di un ombrellone. Sana allora fece spallucce e iniziò ad immergersi nell’acqua dopo aver abbandonato il pareo accanto al ragazzo. Quando fu abbastanza al largo si sdraiò sulla tavola che aveva preso e iniziò a fare qualche bracciata in direzione delle onde. Qualche anno prima, per girare un film, aveva preso qualche lezione di base sul surf, quindi conosceva già le regole principali, e non le fu difficile cavalcare la prima onda. Quando la vide arrivare, girò la tavola e aspettò che la raggiungesse, poi si alzò in piedi e iniziò a surfare. Charles, dalla spiaggia, rimase ad osservarla e dovette ammettere che tutto sommato se la cavava … Purtroppo l’onda era piuttosto piccola, così Sana si ritrovò presto di nuovo ferma. Ne cavalcò ancora un paio di scarsa altezza, poi decise di provare con qualcuna più grande. Quando ne vide una piuttosto alta, iniziò a remare in quella direzione, prima di voltarsi e prepararsi a surfarla. Aspettò di essere sulla cresta dell’onda, poi si alzò, e iniziò a cavalcare quell’onda altissima. Riuscì a fare un paio di acrobazie … ma ad un tratto qualcosa andò storto. Sana perse l’equilibrio e cadde in acqua. L’onda la travolse, risucchiandola e trattenendola sott’acqua. Charles, che l’aveva seguita con lo sguardo, scattò in piedi e si avvicinò al mare, cercando di scorgere la figura della ragazza, ma lei non riemerse.

“SANA!!!” gridò in preda al panico. Un ragazzo, che dimostrava un paio di anni più di loro e che passeggiava sul bagnasciuga, sentendolo seguì la traiettoria del suo sguardo e notò la tavola da surf di Sana apparire e scomparire tra le onde. Intuendo ciò che era successo, senza esitazioni si tuffò in mare e iniziò a nuotare verso il punto in cui era sparita la ragazza. Quando raggiunse la tavola da surf si immerse, e Charles, da riva, lo vide tornare a galla un minuto dopo insieme a Sana. Il ragazzo iniziò a nuotare a riva trascinando con sé il corpo della giovane, che sembrava incosciente. Quando arrivò alla spiaggia, Charles andò ad aiutarlo a portarla sulla sabbia. Il ragazzo si piegò su di lei per vedere se respirava ancora, poi quando sentì solo un debole filo di fiato uscire dalla sua bocca posò le mani sul suo torace e iniziò a premere, cercando di rianimarla. Quando vide che non funzionava, senza perdere la calma disse: “Serve la respirazione bocca a bocca”

“La faccio io!” intervenne all’istante Charles, avvicinandosi a Sana, ma fu bloccato da uno sguardo di ghiaccio dell’altro ragazzo. Quando fissò quelle iridi ambrate un brivido gli percorse la schiena.

“Scusa se te lo dico, ma non mi sembri molto capace … se permetti io sono il bagnino di questa spiaggia e me ne intendo molto più di te di rianimazione, quindi scansati, per favore!” e con una gomitata lo spinse di lato per poi chinarsi sulla ragazza e posare le sue labbra su quelle di lei. Soffiò un paio di volte, poi premette di nuovo le mani sul suo petto, ma Sana ancora non rinveniva. Ripeté il procedimento ancora una volta, e finalmente Sana si risvegliò. Iniziò a tossire, sputando tutta l’acqua che aveva nei polmoni, e il ragazzo la girò su un fianco. Quando Sana si fu lentamente ripresa, cercò di focalizzare lo sguardo sulla figura che aveva di fronte e si trovò a fissare un paio di occhi castani profondissimi, appartenenti ad un alto ragazzo biondo dal fisico atletico e la pelle molto abbronzata, che era chino su di lei.

“Mi hai salvata …” furono le prime parole che riuscì a sussurrare, perdendosi in quegli occhi.

“Lavoro …! Heric Hayama, bagnino!” si presentò porgendole la mano. Sana, seppure ancora un po’ stordita, gliela strinse presentandosi a sua volta:
“Rossana Smith, attrice!”

“Sei davvero tu?? Non ci credo!” esclamò il ragazzo.

“Perché?” chiese interrogativa lei.

“Perché sei ancora più bella della Sana che compare in televisione …” le rispose lui, sorridendo e aiutandola a rialzarsi. Sana arrossì al complimento, continuando a guardarlo negli occhi. A quel punto Charles si avvicinò a lei e l’avvolse in un asciugamano.

“Sana! Per fortuna stai bene! Mi hai fatto prendere un colpo!” esclamò, e iniziò a strofinarle l’asciugamano con energia, cercando di asciugarla, avvicinandosi sempre di più a lei. Sana, infastidita, lo spinse via per l’ennesima volta.

“Quante volte devo dirti di starmi lontano, Charles?!” gli gridò, irritata. “E se ti sei spaventato così tanto, potevi almeno venire a salvarmi invece che startene qui ad aspettare che lo facesse qualcun altro!” aggiunse notando che, al contrario di Heric, era completamente asciutto.

“Ma …” provò a protestare lui, ma Sana non glielo permise.

“Smettila! Me ne torno all’albergo, e non voglio che mi disturbi fino all’ora di cena!” sbottò, poi prima di allontanarsi si rivolse un’ultima volta al biondino.

“Non ti ho ancora ringraziato … be’, grazie per quello che hai fatto!” gli disse sorridendogli con riconoscenza.

“Figurati …” disse lui ricambiando il sorriso. “Oh, mi scusi, sto continuando a darle del tu!” si scusò un attimo dopo.

“Ci mancherebbe! Mi hai salvata!” lo rassicurò lei. “Be’, allora ciao … Heric!” lo salutò prima di avviarsi sulla spiaggia verso l’hotel.

“Ciao … Sana!” rispose lui in un sussurro udibile solo a se stesso, e rimase ad osservarla andare via, seguita qualche metro più indietro da Charles.

 

 

  
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