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Autore: Carotina91    24/11/2011    1 recensioni
"Sai Tom credo che tu mi piaccia, ma non posso innamorarmi di te, come hai detto tu sei famoso e non vuoi una relazione duratura, rispetto la tua decisione, saremo buoni amici lo prometto. Il mio cuore è già stato spezzato troppe volte i cocci sono piccoli frammenti impossibili da rimettere insieme, non sono pronta per un'altra delusione per questo non voglio concedermi a te. Ti voglio bene, è tutto ciò che posso dirti.”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tom Und Hanna: Molto più che amici'
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-Signorina vuole che le porti qualcosa da bere?-
Hanna: Si, grazie una cola!
-Arriva subito-

Il mio aereo è partito in ritardo sono credo tre ore che sto viaggiando, spero di arrivare in fretta, questi sedili sono così scomodi. Le hostess sono gentilissime ti offrono di tutto, ma io non ho preso tante cose, ho paura di restare in bagno per un po’. Il solito trillo che avvisa l’arrivo di un messaggio, lo apro è della zia. Dice che mi aspetta in aeroporto, e che dovrei arrivare tra poco, già conta i minuti. Lei è completamente diversa da mia madre, è più vecchia di due anni ma si comporta come una ragazzina. Lei e mia madre si parlano poco per via della vita che conduce mia zia Gabrielle. Io l’adoro, è sempre stata amorevole con me e Andrea. L’unica volta che sono stata a casa sua avevo sei anni, è stata una bellissima estate, la più bella di tutte. Le scrivo che non vedo l’ora di abbracciarla. La hostess di poco fa avvisa i passeggeri di allacciarci le cinture, poso il cellulare e lo faccio. Gli aerei mi sono sempre piaciuti, l’unica cosa è quando partono e atterrano che non mi va molto, che ne so potrebbe succedere qualcosa. Faccio piccoli respiri finche i motori si spengono e ci dicono che possiamo uscire. Prendo la borsa e corro all’uscita, mi scontro con uno o due uomini, mi giro scusandomi e cerco le mie valigie tra le tante. Non le vedo subito, la folla sta lentamente diminuendo, mi avvicino al rullo e le vedo, ora non mi resta che cercare Gabrielle. Nel frattempo chiamo Andy.

Hanna: Ciao scemo che fai?
Andrea: Hanna, sei arrivata? Ti lasciano telefonare in aereo?
Hanna: Sono appena scesa, sto aspettando la zia.
Andrea: Capisco, qui è una noia mortale, già mi manchi.
Hanna: Tu no, ci siamo salutati da poco, dai non fare il bambino.
Andrea: Non lo faccio, dico solo la verità.
Hanna: Ahaha, giusto…
Andrea: Che c’è ti sento strana.
Hanna: Niente, è solo che…sono in Germania!
Andrea: Gia…ehy da ora non puoi più parlare italiano, ma in tedesco!
Hanna: Verissimo altrimenti qui come faranno a capirmi?
Andrea: Esatto, meno male che hai seguito quei corsi, alla fine ti sono serviti.
Hanna: Guarda caro fratello che il tedesco mi è sempre piaciuto.

-Hanna! Hanna dove sei?-

Andrea: Sbaglio o qualcuno ti chiama?

Mi guardo in giro e noto una donna cercare qualcuno quando posa lo guardo su di me, sorride e mi viene incontro.

Hanna: Andy credo di aver trovato nostra zia, è cambiata tantissimo, ti lascio…
Andrea: Ehy aspetta…
Hanna: Ti richiamo domani, ciao fratellino.
Zia: Hanna sei proprio tu?
Hanna: Si, sono io. Che c’è mi trovi così diversa?
Zia: Beh tesoro calcola che è da quando avevi sei anni che non ti vedo e devo dire che sei una bellissima ragazza.
Hanna: Anche tu non sei male, ti immaginavo più vecchia.
Zia: Ah ma grazie, che ne dici di andare a casa? Poi mi racconti tutto per strada.
Hanna: Ok, (Spingo il carrello con le valigie) Vivi ancora con quel tipo?
Zia: No, sai dopo che tua madre gli fece una delle sue ramanzine, lui scappò a gambe levate!
Hanna: Peccato, mi piaceva.
Zia: A chi lo dici!

Usciamo dall’aeroporto raggiungiamo la sua macchina e carichiamo le valigie. Mentre giuda mi guardo intorno, Loitsche anche se non la conosco per niente, mi sembra un po’ come Roccafiorita, ma decisamente molto meglio. Gabrielle mi racconta di tutto quello che fa qui, prima di tutto mi ha detto che lavora in un studio medico, in poche parole fa la segretaria. Conosce si e no quasi tutti, e da come ne parla penso siano persone affidabili. Credo che mi troverò bene qui. Siamo arrivate, la sua casa non è niente male, anzi mi piace. Casa Ps: é solo per dare un idea di com'è!

Zia: Ti piace la mia piccola casetta?
Hanna: Meglio della nostra, ma sembra che i muri siano scoloriti.
Zia: Si, devo riverniciarla…
Hanna: Me lo lasci fare?
Zia: Ne sei in grado?!
Hanna: So fare molte cose.
Zia: Cose del tipo per questo tua madre ti ha mandato qui?
Hanna: Anche! (Sorrido).
Zia: Mi posso fidare?
Hanna: Certo!

Scendiamo dalla macchina e mentre mi do uno sguardo intorno lei comincia a portare le mie cose di sopra. Qui le case sono quasi uguali, sono come nei film americani, una accanto all’altra come in un quartiere residenziale.

Zia: Hanna vuoi fare un giro in città prima di cena?
Hanna: Si, ma non preoccuparti faccio da sola!
Zia: Sicura? Vuoi che ti accompagni?
Hanna: Naaa, faccio da me.

Sto per uscire dal cancello quando Gabrielle, mi ferma e mi dice di non combinare disastri, mi dice di ritornare a casa prima di sera e bla bla bla…dovrebbe saperlo che io non seguo nessuna regola. Mi avvio camminando lungo una stradina, a pochi metri dalla casa di mia zia c’è ne un'altra simile solo che l’interno è protetto da un grosso cancello, mi chiedo chi mai possa viverci. Passandoci accanto sento delle voci e un cane che abbaia, c’è una fessura mi sporgo per guardare meglio. C’è un ragazzo che lancia un frisbee e il suo cane che lo afferra al volo. Continuo a guardare per un po’ quando mi sento picchiettare la spalla, mi giro e c’è un ragazzo accanto a me. Mi parla in tedesco non capisco subito e gli chiedo di parlare più piano in modo che possa capire, lui lo fa e anche io comincio a parlare in tedesco.

Hanna: Non stavo facendo nulla di male, guardavo solo non sapevo fosse vietato.
-Hai uno strano accento, non sei di qui vero?-
Hanna: Cosa te lo fa pensare oltre al mio accento?
-Beh…tipo che non ti ho mai vista da queste parti-
Hanna: Certo, sono ospite in quella casa laggiù, starò qui per un bel po’.
-Oh, non sapevo che Gabrielle avesse parenti-
Hanna: La conosci? Piccolo paese…
-Beh i nuovi arrivi non passano inosservati per molto-
Hanna: Si, ne ho una vaga idea. (Mi mordo il labbro) Beh ci si vede.

Non gli do il tempo di rispondere che mi avvio per la mia strada raggiungendo il centro. Ma mentre cammino mi sento perennemente seguita, mi fermo all’improvviso e mi giro. Mi ritrovo lui dietro, ma non ho paura come avrebbero molte ragazze, io so difendermi da sola.

Hanna: Mi stai seguendo!
-Beh no facciamo solo la stessa strada tutto qui-
Hanna:Si, certo io li conosco i tipi come te, appena vedete una ragazza carina vi ci fiondate sopra, ma ti dico una cosa (Mi avvicino) con me non attacca, io non cascherò nella tua trappola brutto maniaco.
-Ehy non voglio farti del male, non sono quel tipo di ragazzo che credi tu-
Hanna: Senti se è perché stato sbirciando allora mi scuso, ero solo curiosa tutto qui. Non mi pare di aver fatto qualcosa di male, beh non ancora.
-Sei una tipa strano, ma mi piaci-
Hanna: Tu no, vedi di sparire maniaco-
-Non sono un maniaco. E non volevo spaventarti prima…-
Hanna: Oh, tranquillo non lo hai fatto.
-Pensavo che fosse l’ennesima fan che voleva fotografare mio fratello-
Hanna: (Alzo un sopracciglio) Fan?!
-Davvero non sai chi sono?-
Hanna: Dovrei saperlo?
-Beh, mi sembra un po’ strano…-
Hanna: Tu mi sembri molto strano, di ci starai mica provando?
-Anche se fosse? Dici che avrei una chance?-
Hanna: No, direi di no. È troppo vecchia la storia del conoscersi, prova con qualcos’altro.
-Qualcosa del tipo?-
Hanna: Magari puoi dirmi il tuo nome, questo è un buon inizio!
-Cosa mi offri in cambio se te lo rivelo?-
Hanna: E poi dicevi che eri diverso, so dove vuoi andare a parare.
-Allora davvero non sei una fan e non mi conosci per niente?-
Hanna: No, sono arrivata poco fa, come potrei conoscerti?
-Ahahah va bene in tal caso sono Tom-
Hanna: Io Hanna.
Tom: Piacere di conoscerti Hanna.

Restammo li per un po’ a guardarci fin quando il suo cellulare squillò e disse di dover tornare a casa. Lo osservavo correre via in quegli enormi pantaloni, quel felpone enorme che avrebbe contenuto lui più un'altra persona e me. Che strano ragazzo, davvero molto strano ma carino.

Ciao nuovo capitolo finito di scrivere poco fa. Che dire penso che la storia essendo ancora all'inizio stia procedendo bene. A volte quando non ho le idee chiare mi blocco e non riesco ad aggiornare per giorni, mentre scrivo ascolto musica non importa che siano i th o altro genere, qualsiasi mi da l'ispirazione per scrivere. Vi chiedo solo di recensire per sapere com'è, se piace, se non è gradita, qualsiasi cosa in fondo non chiedo molto, anche se leggerla è ja qualcosa ;) oh, questa è la zia Gabrielle! Kuss.
  
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