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Autore: _BlueLady_    25/11/2011    5 recensioni
[ Dal Prologo]
Tutti lo chiamavano Eclipse, perché proprio come un’eclissi era in grado di nascondersi alla luce del sole, per poi fare la sua ricomparsa di notte, nelle vie buie delle città più conosciute, alla ricerca di non si sa quali preziosi tesori.
Le prime pagine dei giornali erano piene delle sue immagini, i gendarmi di ogni città gli davano la caccia, nella speranza di catturarlo e finalmente infliggergli la punizione che meritava per tutti i furti commessi in passato.
Non c’era traccia di scovarlo, tuttavia.
Così come appariva, altrettanto misteriosamente scompariva, lasciando dietro di sé solo un cumulo di mormorii perplessi ed impauriti.
Attenzione: leggermente OOC, la lettura potrebbe risultare un pò pesante.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10 ~
 
- E’ inconcepibile!- strillò la marchesa in uno scatto d’ira improvviso, gettando all’aria alcune carte poggiate sulla scrivania in mogano del piccolo studiolo.
Il fratello la osservò senza battere ciglio da un angolo buio della stanza.
- Un furto in casa mia… e del Sole di Mezzogiorno per giunta!-
- Ti avevo detto che organizzare la festa in maschera sarebbe stato rischioso - esordì il marchese con fare disinvolto, come se la cosa non lo turbasse affatto.
La sorella lo osservò inacidita, lanciandogli un’occhiata fulminea.
- Ero perfettamente consapevole dei rischi cui sarei andata incontro compiendo una mossa così azzardata- gli rispose irritata.
- Ciononostante, ti sei fatta ingannare lo stesso.-
Una smorfia infastidita le inarcò il lato sinistro del labbro.
- La contessa di Darthmour non ha saputo custodire il gioiello a dovere, eppure le avevo raccomandato di non indossarlo in dovute circostanze -
- Ci rimangono sempre il Raggio di Speranza e il Cuore di Drago -
La marchesa scosse la testa lentamente - Non è abbastanza.-
Udì il fratello avvicinarsi con passo felpato alle sue spalle.
- Eclipse è un ladro abile…- mormorò lui sottovoce.
La marchesa puntò il suo sguardo inacidito su di lui per poi rivoltarsi in avanti in direzione dei fogli che aveva gettato per terra con tanta foga.
- Già, Eclipse…- mormorò anch’ella raccogliendone da terra uno in particolare raffigurante un uomo dall’abito scuro e la maschera ricamata d’oro - Pensi sia al servizio di Shade?- le domandò il fratello scrutandola con interesse.
La marchesa scosse il capo senza distogliere lo sguardo dall’immagine – Non so - rispose sottovoce con fare pensoso - certo è che da quando ci siamo stabiliti fuori città, Eclipse sembra aver acquistato un certo interesse per i luoghi di periferia…-
Il fratello seguì il suo ragionamento senza battere ciglio. Comprese subito ciò che la sorella aveva intenzione di fargli fare.
- Penso sia opportuno svolgere delle indagini…-
 

¤¤¤¤¤¤
 

 

La luce filtrava dalla finestra con fare invitante, i raggi del sole si adagiavano morbidamente sulle pieghe delle tende creando un meraviglioso gioco di ombre che pareva quasi una danza.
Da fuori si potevano udire cinguettare gli uccelli, mentre il ronzio delle api creava una piacevole melodia di sottofondo che andava a mescolarsi con il frusciare del vento.
L’odore delle sue rose aveva cominciato a pervadere la casa, troppo pungente per poter essere ignorato.
Le pareva quasi di sentirle chiamare da fuori; una preghiera soffocata in mezzo a quella sinfonia di suoni soffusi che la costringeva ad affacciarsi alla finestra.
Pensò che, dopotutto, una passeggiata non le avrebbe fatto male.
Era sola in casa: Bright e Shade si erano diretti in città dopo l’ultimo affare appena andato in porto, e la domestica era al piano di sopra a terminare le faccende di casa.
Si stava annoiando terribilmente.
Senza pensarci due volte afferrò il cappello che era solita indossare durante le uscite in città e, posatoselo in testa, uscì di corsa, diretta verso la sua serra.
Riusciva a scorgerla da lontano: un immenso palazzo di cristallo che lasciava intravedere una tavolozza di colori al suo interno, le sue rose.
Come aprì la porta per entrare in quel piccolo mondo che si era creata da sé, una ventata di freschezza fu il saluto che le donarono i suoi amati fiori.
Pareva quasi la salutassero, facendo brillare le loro corolle sotto i raggi del sole.
La Dea sfilò con eleganza di fronte a loro, ammirandoli uno per uno.
Talvolta si fermava a conversare con loro, raccontandogli gli ultimi avvenimenti che l’avevano tenuta impegnata: l’arrivo delle sorelle Sunrise in casa sua, il ballo in maschera a Villa Windsworth, l’affascinante giovane senza nome…
Su quell’ultimo particolare amava soffermarsi parecchio, ricordando, con un velo di rossore sulle gote, gli amabili occhi cobalto del giovane…
Una risata sommessa la costrinse a voltarsi di scatto, conscia di non essere più sola nella serra.
Si guardò intorno attonita, puntando i suoi occhi smeraldo ovunque nel tentativo di scorgere una figura a lei familiare.
- C’è qualcuno?- domandò titubante, avanzando cautamente tra le piante.
Nessuno rispose.
- Bright, Shade… siete voi?-
Ancora nulla.
Poi un fruscio alla sua destra e una sagoma oscura che si allontanava di soppiatto attirarono la sua attenzione.
- Chiunque tu sia, ti suggerisco di mostrarti. È del tutto inopportuno spiare una giovane donna e restare ad origliare le sue conversazioni! - diceva mentre inseguiva con passo veloce e ritmato la sagoma scura nascosta nella selva che si allontanava da lei sempre di più.
- Non scappare, codardo!- gli strillò dietro, accelerando ancora di più il passo – Cos’è, hai forse paura di una fanciulla indifes… ah!-
La Dea si fermò di colpo, trovandosi davanti una sagoma alquanto familiare dotata di due splendidi occhi cobalto che la fissavano divertiti.
Come riconobbe la figura di fronte a sé, non poté evitare al suo cuore di accelerare il battito cardiaco, mentre avvertiva le gote avvampare di vergogna.
- Perdonate l’intrusione, ma passando di qui ho avvertito una voce familiare provenire dall’interno della serra e non ho potuto fare a meno di entrare per accertarmi che i miei sospetti fossero giusti…- sussurrò lui, mentre un sorriso gli velava le labbra.
- V-Voi qui…- riuscì solamente a dire la Dea, troppo sconcertata ed emozionata per pronunciare una sillaba di più.
- Non avrei mai immaginato di trovare voi qui dentro - fece lui avvicinandosi lentamente - stavo giusto cercando il modo per impegnare la mia giornata, e il caso ha soddisfatto appieno la mia richiesta. Più di quanto mi aspettassi, in realtà…- e detto questo le baciò la mano inchinandosi di fronte a lei.
Alla Dea parve di svenire.
- Come conoscete chi io sia? Eppure mi pareva di aver nascosto bene la mia identità alla festa in maschera…- riuscì a dire dopo aver preso un ampio respiro che ristabilizzasse i battiti del suo cuore.
Il giovane ridacchiò teneramente – Non è difficile riconoscere la persona che fin dal primo istante è riuscita a far palpitare il proprio cuore di una bruciante emozione - rispose sinceramente guardandola - Inoltre, prima vi ho involontariamente udita discorrere della serata che avete trascorso a Villa Windsworth -
Le sue gote avvamparono nuovamente di emozione.
- Speravo di rincontrarvi dopo il ballo. Mi chiedevo se mai vi avrei rivisto - fece lei, incrociando il suo sguardo magnetico.
Il giovane sorrise, quasi con malizia.
- A quanto pare, le richieste di entrambi sono state esaudite...-
 

 

¤¤¤¤¤¤
 

 

Shade si lasciava dondolare dal ritmo lento e sobbalzante della carrozza, il volto affacciato al finestrino intento ad osservare la strada.
Bright, di fronte a lui, era impegnato a leggere alcune carte dalla scrittura sottile e minuziosa, ogni tanto aguzzava la vista nell’intento di comprendere una parola scritta in maniera indecifrabile.
- Credi che abbiamo fatto bene a lasciare tua sorella da sola?- gli domandò a un tratto il visconte, costringendolo ad alzare lo sguardo dal foglio.
- Altezza non è sola, c’è la domestica in casa con lei.- rispose il duca con pacatezza.
Shade cessò di osservare il panorama di fuori, puntando lo sguardo severo sull’amico.
- Sai benissimo cosa intendo, Bright. Una domestica non è la persona più adatta a difendere Altezza, se mai si dovesse presentare qualcuno in nostra assenza -
Bright alzò le spalle con fare disinvolto – Mia sorella è più tenace di quanto tu creda. E poi, anche se fosse, stiamo tornando da lei in questo istante -
Il duca indicò con un cenno della testa il paesaggio di fuori, riconoscendo la strada che conduceva all’entrata della loro villa.
Il visconte diresse gli occhi nella direzione indicata, sbuffando inacidito.
- Tu non ti rendi conto - lo rimproverò con serietà - il nemico è sempre dietro l’angolo…-
E mentre diceva ciò, la carrozza passò davanti all’imponente serra nella quale la Dea amava coltivare i suoi fiori.
Fu come intravedere un lampo a ciel sereno.
C’erano due figure che conversavano animatamente nei pressi della serra… due figure di cui una alquanto familiare…
- Bright, tua sorella è in dolce compagnia. C’è qualcuno con lei- avvisò Shade alzando la testa di scatto.
Il biondo si affacciò al finestrino, sbirciando da dietro le tende.
- Che sia il giovane del ballo in maschera di cui non mi vuole raccontare nulla?- domandò il duca con una nota di curiosità nella voce.
- Se le cose stanno, così, non prevedo nulla di buono - affermò l’altro, alzandosi di scatto.
- Shade, che diamine combini? Ti ricordo che stiamo viaggiando in carrozza in questo istante! - lo rimproverò il biondo districandosi dal suo corpo e tentando di farlo risedere.
- FERMA LA VETTURA!- urlò invece l’altro al cocchiere con tono secco e deciso.
La carrozza ebbe un sussulto, il duca si ritrovò con la faccia piantata in uno dei sellini, al suo fianco il visconte era sparito.
Ricomponendosi un poco, si affacciò al finestrino in tempo per vedere l’amico montare su uno dei cavalli che trainavano la carrozza, sganciarlo da quest’ultima e procedere al galoppo in aperta campagna, diretto verso una meta misteriosa.
- Shade! Che diamine hai intenzione di fare?- gli urlò dietro, ma l’amico procedette avanti senza dargli retta. 



Angolo Autrice:

Ommioddio, ma quanto sono in ritardo a postare?
Pazzesco, nemmeno ci si accorge di quanto passino in fretta le settimane, quando si tratta di aggiornare le fic su EFP.
Chiedo umilmente perdono per questo enorme ritardo: lo studio purtroppo ha avuto la proprità, in seguito ad altre importanti faccende.
Ma ora sono qui, e ho postato per voi il decimo capitolo.
Sorpresi, scioccati, stupiti?
Cosa pensate di tutto ciò?
Il cavaliere misterioso di Altezza, il discorso iniziale dei marchesi in cui compaiono nomi alquanto curiosi, il posto in cui è diretto Shade....
Attendo vostri pareri a riguardo. Vi chiederete come abbia potuto metterci tutto questo tempo, essendo un capitolo abbastanza corto rispetto ai miei standard, e poco entusiasmante...
Beh, la verità è che era già pronto da un pezzo, ma la mia mancanza di tempo mi ha impedito di stare al computer e mettere così il capitolo su EFP.
Vabbè, ho rimediato, credo...
Saluto tutti i lettori (se ce n'è ancora qualcuno!) e vi do appuntamento al prossimo capitolo (sperando di aggiornare in tempo)
Ci si vede alla prossima!

_BlueLady_

 

  
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