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Autore: crawlingbacktoyou    25/11/2011    1 recensioni
Salve, mi chiamo Maria Vittoria, ed ho 13 anni. :3
Mi piace Bieber e i One Direction.
Scrivo una storia su Justin, nella mia pagina su Facebook.
Solo che ho deciso di farne una anche sui One Direction.
Tutti mi dicono che scrivo benissimo, allora io voglio cercare di esercitarmi ancora di più, scrivendo.
Questo è il primo capito di tutta la storia.
Che parlerà, di cosa parlerà? Sicuramente non verrò a dirvelo ora. :D
EHEHEHE, no. u.u
è una sorpresa, oh sìì. :)
Comunque, spero che vi piaccia lo stesso! ;D
Lasciate pure una recensione, thank you.
-M.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 CAPITOLO.

Un rumore continuo, un fastidioso rumore che continuava a ripetersi senza fermare.
Certo, la macchina per il battito cardiaco era attaccata al mio corpo, ed era in funzione.
Mi disturbava, allora aprii gli occhi, cercando di farlo smettere. Ma era continuo.
Notai che il medico stava ai piedi del mio scomodo letto d'ospedale, e parlava con un ragazzo. La mia vista era molto sbiadita, e io ero molto stordita, per il sogno che avevo fatto.
«Si è svegliata.» sussurrò il medico sorridendo.
Il ragazzo vicino a lui si voltò e sorrise.
Ma un sorriso assurdo, di quelli che ti levano il fiato. E i suoi occhi si stavano connettendo con i miei, e la mia testa girava, e non capivo niente. Mi sentivo svenire, di nuovo, finchè non mi accorsi che il medico era uscito, ed era rimasto solo lui, con il suo sorriso sulla faccia.
«Harry» sussurrai con una lacrima sul viso e con mezzo sorriso.
«Sì, sono io. Harry.» si avvicinò e mi prese la mano, sorridendo. «Grazie, volevo dirti grazie perchè mi hai aiutato. Molto lieto di fare la tua conoscenza. Di cognome vado Styles.»
Il mio sorriso smagliante svanì.
''Piacere di fare la tua conoscenza. Di cognome vado Styles''. Quindi...quindi lui non si ricordava di me? Non ricordava la nostra chiacchierata improvvisa sull'aereo. Lui era stato il mio pensiero fisso, da quando non incrociavo il suo sguardo io mi sentivo persa. Ma ora l'avevo ritrovato, ma lui non sapeva chi ero.
«Non..non ricordi niente?» sussurrai io.
Agrottò quelle sue meravigliose sopracciglie. «No, cosa dovrei ricordare?» scostò la testa di lato, pensieroso.
«Non ti ricordi di me!» mi portai le mani agli occhi, e le lacrime scendevano con facilità.
«Scusami, scusami davvero, non ho intenzione di farti piangere. Solo che... non mi ricordo di te.» disse dispiaciuto.
«Pensa.. pensa.. secondo te come ho fatto ad aiutarti? Se non sapevo chi eri come ho fatto a...niente lascia perdere. Pretendo troppo.» mi staccai quei tubi che erano collegati al mio braccio con forza, e mi alzai.
«No, ferma. Ferma. Ehi, ehi, ehi, dove stai andando, devi riposare.» mi fermò e mi spinse sul lettino con delicatezza.
«Io? Ma per favore! Non sono io quella che è svenuta all'aereoporto! Pff.» incrociai le braccia e guardai alla mia sinistra appoggiandomi con il fondoschiena al lettino.
Harry fece una smorfia con il viso, alzando solo un sopracciglio e guardarndomi con un'espressione da 'mi stai prendendo in giro?'. «Sì, okay, son svenuta, ma pure tu! Sei tu quello che dovrebbe essere quì sopra, non io!»
«Ma infatti io ci son già stato. Vedi? Io mi sono svegliato lì, 'sta mattina.» indicò il lettino disfatto accanto al mio.
«Ah, e perchè sei svenuto?» chiesi.
«Carenza di zucchero.» «Soffri di diabete?» «No, ma non avevo mangiato quella mattina.»
«Oh, ma bravo. Ora dimmi un po', cosa facciamo adesso?»
«Che vuoi dire?» sorrise e si sistemò quei suoi stupendi ricci, che mi facevano invidia, con un unico gesto della mano.
«Possiamo andare via dall'ospedale, oppure siamo ricoverati fino al prossimo secolo?» dissi.
«Ma che spiritosa» disse con un tono scherzoso «comunque, possiamo fare quello che vogliamo. Ma i medici ci dimetteranno da quì a mezzogiorno in punto.»
«Quindi non abbiamo il permesso di uscire ufficialmente da quì, giusto?» «Esatto.» «Uh, beh. Io vado a prendermi un caffè. Ho bisogno di svegliarmi e di dare un'aggiustata alla mia testa.» mi avviai verso l'uscita.
«Vuoi che ti faccia compagnia?» mi sorrise con le mani nelle tasche.
«Mi farebbe molto piacere, grazie.» sorrisi.
Ci avviammo, io ero avanti rispetto a lui. Non eravamo allo stesso passo. Forse voleva lasciarmi un po' d'intimità, o forse stava riflettendo. Io comunque, mi avviai decisa e senza voltarmi.
«Però» aggiunse, sta volta, avvicinandosi «mi piacerebbe sapere come ti chiami.»
«Uhm, Bella. Bella Teasley.»
«Bella...» ripetè lui pensando «ti si addice questo nome, Bella.» sorrise.
«Grazie Harry.» arrossì.
Arrivammo davanti al bar dell'ospedale, e ci presimo un caffè. «Aspetta Bella, pago io per te.» «Macchè Harry! Lascia stare.»
«No, insisto.» sorrise. «Se proprio vuoi spendere soldi per una povera malata di testa..okay fai pure.»
Pagò lui, e a stesso passo, sta volta, ci avviammo verso la nostra stanza. Io mi sedetti sul letto, e accesi la televisione.
Lui, invece prese una sedia, e si sedette accanto al mio di letto. E con le mani in grembo e il sorriso in faccia, mi guardava.
Io stavo cominciando ad arrossire. Lui, invece era così bello. Non aveva nulla di cui vergognarsi.
«E invece...» disse «come fai a sapere che mi chiamo Harry?».
Girai la testa verso sinistra, per guardarlo negli occhi mentre rispondevo.
«Giura che non riderai, Harry.»
«Te lo prometto, Bella. Non riderò.» incrociò le dita davanti a me, per dimostrarmi la sua sincerità.
Io, sospirai, e preso fiato, confessai.
«Okay, due..due anni fa» abbassai la testa «noi ci incontrammo, su un areo per Londra, che atterrava, appunto, all'Heathrow. Eravamo vicini di posto, e non sapendo che fare tra di noi è nata una chiacchierata. Tu mi dicesti come ti chiamavi, e te lo dissi anche io. Ma quando siamo atterrati, eri andato di fretta, e mi avevi salutato con un ''E' stato bello parlare con te, Bella. Se sei di Londra, spero di rivederti in giro'' ma niente, non ti ho più visto. Poi, ci rincontriamo per caso, beh, io ti rincontro, tu no perchè sei steso a terra mezzo morto. Allora vedendoti lì, mi sono avvicinata a te, e poi è successo quel che è successo. Pazzesco eh?» la sua faccia era indescrivibile, era rimasto incredulo.
«Abbastanza. Sì. Anche troppo.» disse.
«Beh, sai. Per questo pensavo che ti ricordassi di me.»
«I ricordi cominciano a riaffiorare, ora che mi ci fai pensare.» sorrise.
«Oh, be Harry, io non pretendo assolutamente che tu ti ricorda di me, non è necessario.» dissi timida, spegnendo il televisore.
«E' tutto okay Bella. Tutto okay. Che ne dici, se quando usciamo da quì andiamo a mangiare qualcosa fuori, assieme?» propose lui.
«Oh, ma certo. Mi piacerebbe Harry.» sorrisi.
Così, dopo due anni, avrei passato di nuovo, del tempo con lui, un perfetto sconosciuto.

 

Dio santo ragazze. :33
questo è il 3° capitolozzo della storia. :') spero che vi piaccia, e penso di averlo fatto più lungo del solito, no? (?) bu. °-° comunque eccolo, recensite. grazie. vi amu. :3 (?) :')
-M.
 
  
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