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Autore: Alexiel Mihawk    26/11/2011    7 recensioni
- Sai – disse la bionda sfiorandole delicatamente il viso con le dita affusolate – forse, dopotutto, dovremmo conoscerci meglio. Quei due, e mi riferisco ai nostri mariti, ci metteranno almeno tre mesi ad andare e tornare... forse anche di più. Sarebbe scortese, da parte tua, continuare a fingere che io non ci sia, non credi? -
[Aurora / Belle] ~ Disney: "La Bella e la Bestia" / "La Bella Addormentata nel Bosco".
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Belle
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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The bookworm and the rose.

the rose's curse.






- Così tu vivi qui? - domandò la ragazza bionda passando delicatamente la mano su uno scaffale pieno di libri.
Belle agitò lievemente la testa, senza guardarla, senza distogliere lo sguardo dal pesante tomo rilegato che stringeva in grembo; era seduta su una morbida poltrona di velluto verde accanto alla grande vetrata della biblioteca, nel punto in cui era possibile ricevere più luce. Era stato Adam a metterla lì, aveva aspettato che lei andasse a dormire, una sera, per sistemare la libreria cosicché che per lei fosse più comodo accedere anche alle sezioni più alte, in modo tale che si trovasse sempre a suo agio in qualunque modo decidesse di leggere, seduta alla scrivania, in poltrona, sdraiata per terra. Per Belle era stato il più bel regalo di sempre.
Ma adesso Adam non era con lei, era partito con un tale: “Sono il Principe Filippo”, aveva detto presentandosi, poi aveva mollato la moglie al castello, una specie di bambola bionda che Belle dubitava fosse in grado di leggere, e poi si erano avviati verso Camelot, la città governata dal famoso Artù, il re bambino.
Di Aurora, Belle non sapeva granché, era a conoscenza unicamente del fatto che la fanciulla, quando aveva sedici anni, si era punta un dito con un fuso e per via di una maledizione era caduta in un sonno profondo dal quale era stata svegliata solo grazie a un bacio ricevuto dal suo attuale marito. Come al solito, aveva pensato la mora, queste stupide maledizioni hanno sempre una scappatoia, i più banali cliché vengono tutti usati dalla magia.

- E dimmi un po', Belle – domandò Aurora interrompendo il flusso dei suoi pensieri – come vi siete conosciuti tu e Adam? Perché ho sentito delle storie su una bestia o un mostro peloso e una fanciulla rapita che lo ha portato a trovare l'amore, ma sapeva troppo di... -
- Di maledizione? - chiese la padrona di casa trattenendo un sorriso – Esattamente così, tutte le voci che hai sentito sono vere: la bestia, la rosa della maledizione – da quel momento ho dei problemi a relazionarmici, con le rose – il candelabro e l'orologio parlante, sì insomma, tutto. -
Aurora sorrise vedendo gli occhi di Belle luccicare mentre parlava, era così leggera quella ragazza, così profonda e ingenua e piena di vita: amava tutto ciò che la circondava e si sforzava di credere che in ognuno ci fosse del bene pur sapendo che non era così. Chi legge sa bene che l'animo umano nasconde delle ombre, ombre che spesso divorano dall'interno e consumano fino a gettare nella disperazione più cupa. Lei aveva conosciuto Gaston, aveva visto cosa poteva fare una folla inferocita e, nonostante tutto, si sforzava ancora di credere nelle persone.

Mentre la bionda pensava a quanto fosse dolce, Belle si alzò lentamente dalla poltrona e aprì la grossa portafinestra che dava sul balcone soleggiato, lasciando entrare l'aria fresca primaverile. Il giardino si stava lentamente risvegliando, gli alberi, dopo avere passato un'intera stagione ricoperti di neve, andavano ricoprendosi di gemme, i loro rami erano ricchi di boccioli verdi e alcuni, precoci rispetto agli altri, sfoggiavano già una discreta chioma di foglie.
Una folata di aria frizzante investì il viso candido della padrona del castello scompigliandole leggermente la chioma ordinata, Belle sbuffò e agitò lievemente il capo nel tentativo di sistemare i ciuffi ribelli. Aurora, divertita a quella vista, scoppiò in una risata e, avvicinatasi, le sistemò gentilmente i capelli.
- Potresti ammalarti sai? - sussurrò mentre le spostava una ciocca scura dietro l'orecchio.
- Oh, beh, immagino di essere abituata a queste temperature, oramai – mormorò l'altra di rimando, leggermente imbarazzata per la distanza esigua che le separava.
Non si era mai trovata in una situazione simile, non con qualcuno che non fosse Adam, e adesso sentiva un leggero rossore diffondersi sul suo viso, a riprova del turbamento che la vicinanza alla bionda sembrava causarle. Erano troppo intimi quel contatto, quel gesto, quel modo di sussurrare, per Belle era tutto troppo intimo e non si rendeva conto che era esattamente quello che Aurora voleva, la stava provocando, cercava di metterla con le spalle al muro e di manipolarla.

- Sai – disse la bionda sfiorandole delicatamente il viso con le dita affusolate – forse, dopotutto, dovremmo conoscerci meglio. Quei due, e mi riferisco ai nostri mariti, ci metteranno almeno tre mesi ad andare e tornare... forse anche di più. Sarebbe scortese, da parte tua, continuare a fingere che io non ci sia, non credi? -
Belle sussultò appena, realizzando che non era stata poi così attenta nell'ignorare con grazia la nuova venuta, probabilmente era emerso dal suo sguardo, da una frase lasciata a metà, ciò che pensava di lei; certo si basava su congetture e ipotesi dovute più all'aspetto fisico e ad una prima impressione che a una reale conoscenza della bionda che, ora se ne accorgeva, era tutt'altro che stupida.
- Ecco, io non intendevo essere scortese – iniziò a scusarsi, rendendosi conto che poteva avere ferito in qualche modo i sentimenti della sua ospite e che forse era per quello che ora le stava così vicina con quel sorriso sornione che le sembrava vagamente minaccioso.
La risatina di Aurora risuonò leggera contro il suo orecchio, poteva sentire il suo fiato caldo sul collo e, quando si trovò lo sguardo della bionda puntato sul viso, cercò istintivamente di fare un passo indietro, senza tuttavia riuscirvi.
- Sei così ingenua – sussurrò Aurora soffiandole sulle labbra – mi chiedo come farai a sopportarmi. -
Quindi con una mossa delicata e veloce appoggiò le sue labbra su quelle di Belle e dopo averle lambite leggermente con la punta della lingua si allontanò sorridendo, con la gonna nera che svolazzava attorno alle sue lunghe gambe candide.

- Puoi chiamarmi Rosaspina, se vuoi. -









Note Autrice:
Non è colpa mia se sono diventata fan di questa coppia, ma di un'autrice di DA, X-Arielle, capace di creare immagini meravigliose, rigorosamente Fem!Slash.
Non so ancora se questa sarà la prima fic di una breve raccolta a rating rosso su questa coppia o se rimarrà qui così,  sola e raminga, ma nel frattempo io la posto. 
Spero che nessuno si ritenga offeso o disgustato nel vedere eroine della propria infanzia, perfsonaggi disney in un contesto così poco formale e lesbo, nel qual caso esiste una x in cima alla pagina, cliccate e buonanotte. Se invece avete da esprimere delle critiche costruttive, non alla coppia, bensi alla storia sarò lieta di ascoltarle e di scambiare opinioni e pareri.


   
 
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