2- Breenath, la grande Madre
-Bene, principessa- fece Kanon calmo –ammesso
e non concesso che questa storia sia vera, quale sarebbe esattamente la
Divinità con cui abbiamo che fare?-
-Potresti capirlo da solo, non credi? Ti
trovi in profondità del mare, trascinato da una forza misteriosa…
ti dice nulla il nome di Poseidone?-
Poseidone…
Come in un flashback, il Saint rivide le
immagini confuse di un tempo che sembrava lontanissimo.
Un’onda che si infrangeva furente contro la roccia… l’acqua alla gola, la sensazione di essere perduto,
dietro le sbarre di Capo Sounion… e poi, l’armatura
di Sea Dragon, la battaglia subacquea che aveva
portato alla prima sconfitta del Dio dei mari.
-Sei sbiancato, Cavaliere-
Notò Shareen guardandolo, la testa
leggermente inclinata a sinistra, appoggiata sul polso come se fosse troppo
pesante da sostenere.
Senza volerlo, Kanon era indietreggiato di
qualche passo.
-Perché…?-
Chiese più a sé stesso che ai presenti nella
sala.
Una voce dal gruppo di guerrieri lo fece
voltare di scatto: un ragazzo dai capelli rossi, che indossava un’armatura
scintillante, forse di cristallo, si era fatto avanti squadrandolo con aria
di sufficienza, un mezzo sorriso arrogante stampato
sulle labbra.
-C’è sempre un motivo per cui un Dio sceglie
di rinascere… e spesso è sconosciuto. Noi sappiamo
che Poseidone vuole un corpo, per la precisione il tuo. È dovere della nostra
principessa proteggerti, per cui, da questo momento, è come se fossi sotto la
sua responsabilità. Mi sembra un discorso abbastanza facile e lineare da
comprendere-
-Cioè, vuol dire che io dovrei restare qui… per quanto esattamente?-
Shareen sembrò riflettere su quella domanda,
poi scosse la testa guardandolo con aria di compatimento, come si guarda un
bambino che ha appena sbagliato un compito facilissimo.
Si alzò ma rimase sempre vicino al trono
bianco.
-Sei troppo precipitoso, Gemini…-
si lamentò –Perché non lascia che sia io
ad occuparmi del problema? Prima di tutto, indossa questo-
Tese una mano verso di lui e sul palmo brillò
un ciondolo d’oro, dalla forma ovale. Al centro brillava una pietra dello
stesso colore di quella sul diadema della principessa.
Kanon lo accettò con riluttanza, facendo una
smorfia prima di indossarlo.
-Bene, ora che mi hai regalato una magnifica
collana da donna posso tornare a casa?-
-Non è una semplice collana da donna!- sbottò
Shareen, stringendo il tridente tanto da farsi sbiancare le nocche –E’ un
sigillo che può contrastare in parte l’aura di Poseidone in caso ti trovassi in
pericolo! Non prendere tanto alla leggera questa situazione, mio caro
Cavaliere-
Kanon alzò le mani davanti a sé –Va bene, va bene… immagino che in quanto Guardiano tu abbia anche
l’autorizzazione ad incenerirmi se solo trasgredissi un tuo ordine…-
-Ah, ho capito!- Shareen si avvicinò a lui
fissando gli occhi azzurri nei suoi –Ti vergogni ad essere protetto da una
donna!-
-Acc…! Non ho detto questo! Voglio solo tornare a casa!-
-E’ rischioso…-
disse Shareen, riflettendo ad alta voce. Si
morse il labbro inferiore, cercando di trovare una soluzione.
Kanon fece dondolare il ciondolo che teneva
al collo.
-Bè, ho questo-
Lei scosse la testa –Ma allora sei scemo!
Credi che quello basti? Ti avrei già congedato. No, la presenza del guardiano è
essenziale… ma potresti tornare sulla terra con me!
Noi Guardiani abbiamo la capacità di diventare umani, solo nell’aspetto,
conservando intatti i nostri poteri, anche per un lungo periodo di tempo. Così
facendo non dovrebbero sorgere problemi-
La smorfia sul viso di Kanon era una risposta
più che eloquente.
Riflettendo meglio, però, notò di non avere
altra scelta: se voleva tornare sulla terra, doveva portare con sé la
principessa; sospirò e diede alla sua voce un tono più scocciato di quanto non
lo fosse in realtà.
-E va bene, principessa…
spiegami cosa dirò agli altri Saint quando ti vedranno-
-Lascia fare a me- gli strizzò l’occhio e si
voltò verso i guerrieri –Combattenti degli abissi! Devo lasciare il regno a
causa del mio impegno di Guardiano; lascio il comando dell’esercito a Kaendar. Continuate le vostre attività, governate il popolo rispettando il volere
della Dea Breenath-
Kaendar, il ragazzo dai capelli rossi, fece un profondo inchino,
e così gli altri guerrieri.
Accompagnarono Kanon e Shareen fino il
portone d’ingresso, e li guardarono scomparire verso la superficie del mare.
Per un po’ nuotarono in silenzio, guardando
dritto, aspettandosi da un momento all’altro di vedere la luce del sole far
brillare la superficie dell’acqua.
Kanon si accorse che, di tanto in tanto, la
principessa gli lanciava occhiate furtive ed accelerava i movimenti del corpo
superandolo di un bel po’ di metri: grazie alla sua coda di pesce, infatti,
Shareen era avvantaggiata nel nuoto.
Con uno scatto il Saint si affiancò di nuovo
a lei e chiese.
-Voi siete gli abitanti degli abissi… in teoria, Poseidone non dovrebbe essere il vostro
sovrano?-
-Era così molto tempo fa- gli rispose senza
guardarlo –ma da quando Breenath si scontrò con lui,
il popolo del mare si divise: i pochi abitanti dell’oceano fedeli a Breenath vennero accolti nel castello che hai visto, formando
così una comunità a sé. Poseidone, a differenza di Breenath,
vuole distruggere per sempre il genere umano. Noi abitanti del popolo degli
abissi, crediamo nella fede della nostra Dea, che ha ancora speranza negli
uomini. Per questo il ciclo che continua incessantemente tra Guardiano e
Prescelto si ripete di continuo; l’ambizione di Poseidone, la sua voglia di
creare un popolo annientando l’umanità fa che i due Dei siano in continuo
conflitto-
-Chi è di preciso la Dea Breenath?-
le chiese Kanon sinceramente incuriosito –immagino che i vostri Dei siano
diversi da quelli degli umani-
-Breenath è la grande Madre- disse Shareen rallentando
per tenere il suo passo –la leggenda dice che lei è stata la prima sovrana del
popolo degli abissi. L’unione tra Guardiano e Prescelto, nasce dall’antica
usanza secondo la quale lei, innamoratasi di un essere umano, ebbe compassione
dell’intera razza. Durante la prima guerra contro Poseidone, si dice che lui
sia stato ferito a morte, e lei lo curò con le sue sole lacrime. Da allora il
legame tra i due popoli è indissolubile. Per questo il compito di noi Guardiani
è quello di proteggere gli umani presi di mira dalle altre Divinità. Il giorno
in cui un Guardiano fallirà, le due razze saranno destinate a morire insieme-
Kanon ebbe un brivido involontario. La
prospettiva non era rassicurante; istintivamente guardò verso il basso e gli
sembrò di veder brillare qualcosa.
Una fiamma azzurra nell’oscurità dell’acqua…
Voleva dire che Poseidone era riuscito a
rompere il sigillo che lo teneva prigioniero? Se così fosse stato, adesso
vagava nel mare come un predatore, alla disperata ricerca di un corpo.
Possibile che la sua vicinanza l’avesse fatto
risvegliare?
Possibile che, dopo tanti anni, l’odio del
Dio nei suoi confronti non si fosse dissipato?
Scosse la testa mentre riemergevano dalle
onde; si sentiva stremato, ma raggiunse lo stesso, con poche bracciate la riva,
gettandosi sulla sabbia riprendendo fiato.
Quando si alzò, Shareen lo stava fissando con
le mani sui fianchi, impaziente.
Al posto della coda azzurra da sirena, due
gambe erano magicamente comparse non appena la principessa aveva toccato terra.
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Bentornati a tutti =)
Allora allora, a quanto pare Poseidone ha deciso di rompere le
*censura* a Kanon per pareggiare i conti…
Intanto, ringrazio LuluXI per aver inserito la fic tra le seguite =)
Makochan: Io sparita? … è stata solo una tua vana speranza! xD Kanon versione tacchino… hum, forse è buono… *insegue Gemini Two per tutto il
Tempio armata di forchetta* a parte gli scleri… no, non credo che gli vada tanto a genio essere
paragonato ad un tacchino!!
Sper che continuerai a
seguirmi ^^
Al prossimo capitolo