THE EXCHANGE

Rachel uscì dall'aula di spagnolo con passi spediti e teneva la cartella stretta tra il busto e le braccia incrociate.
Il corridoio della scuola si riempì subito di ragazzi e ragazze, professori e giocatori di football.
Un paio di energumeni della squadra di hockey, con in mano bicchieri colmi di granita rosa, si avvicinarono pericolosamente alla piccola figura della mora con chiare intenzioni di 'salutarla' al loro solito modo.
Rachel li vide appena in tempo e prontamente trovò rifugio entrando nella prima stanza che le capitò a tiro.
Chiuse la porta con le spalle, tese l'orecchio sul legno sbiadito sentendo le voci dei due ragazzi farsi sempre più lontane e soffiò sollevata.
Con una veloce scansione della stanza notò di essersi infilata in uno dei bagni inutilizzati della scuola e con sorpresa vide che non era da sola.
Incrociò appena gli occhi di Santana che stava leggermente appoggiata al lavello intenta a limarsi le unghia della mano sinistra.
Questa alzò impercettibilmente lo sguardo verso la più bassa ed emise uno sbuffo scocciato.
“Non posso neanche stare un attimo in pace, Berry.”
“Hai saltato la lezione di Schuester.”
"Io parlo spagnolo fin da quando ero un feto, praticamente. Non ho bisogno di seguire le lezioni di quel gilettomane” ghignò la latina “Poi ho di meglio da fare...”
Rachel appoggiò la cartelletta sul piano impolverato di marmo e aprì i rubinetti arrugginiti, mantenendo sempre un contatto visivo con l'altra.
“Come limarti le unghie in un sudicio bagno per ragazze, per esempio?”
“Senti nana, la tua voce mi sta facendo seriamente sanguinare le orecchie e se non ti piace questa accogliente stanza, sei libera di sloggiare.”
La porta di uno dei stretti cubicoli igienici aprì lasciando intravedere appena la testa di una ragazza bionda che fissò l'ispanica con un'espressione sconsolante.
“Santana, devo aspettare ancora per molto? Mi sono stancata di raschiare le muffe dalle piastrelle, sono così brutte e verdi...”
L'ispanica drizzò la schiena abbassando la mano che teneva la lima e le guance, per quanto fosse possibile, divennero leggermente bordeaux.
“A-arrivo Britt” biascicò lanciando uno sguardo che non ammetteva repliche alla più bassa “Aspetto solo che la figlia di RuPaul esca da qui”.
In tutta la risposta, la moretta abbassò lo sguardo soffocando un principio di risata, riprese la cartelletta e toccò appena la porta di ingresso prima di voltarsi nuovamente verso Santana.
“Quindi immagino che salterai anche l'ora di Biologia?”
“Sparisci Berry!” ringhiò la latina puntandole contro la limetta “Se non vuoi fare una brutta fine..”
Rachel uscì dal bagno con un sorriso divertito sulle labbra, si guardò attorno assicurandosi di non ritrovare ancora quei due ragazzi di prima e diresse a grandi falcate verso quella che era l'aula di Biologia.

 “Bene, ragazzi! Ho un nuovo compito per voi!” esclamò il professor Schue strofinandosi le mani.
“Non ancora i Journey, spero?” rispose piattamente Kurt, grattandosi la fronte.
“Mellencamp?” propose Puckerman, alzando le sopracciglia e gonfiandosi il petto “o Springsteen?”
“Barbra Streisand! Barbra Streisand!” strepitò Rachel con un braccio alzato e un sorriso a trentadue denti “Abbiamo tutti bisogno di Barbra..” si voltò verso i suoi compagni in cerca di gradite conferme.
“Parla per te” mormorò infastidita Quinn, seduta esattamente dietro la mora.
“Torna nella tua casetta dei Puffi, Rachel” sbottò Santana guardandola di traverso “Mister Schue, ci va bene tutto tranne Barbra, la prego”.
“Ma che avete contro Ba-?”
“Berry, no. Non vogliamo più la funny girl” tagliò corto l'ispanica alzando l'indice con fare minaccioso “E vorrei farti notare che quel maglione rosso che hai addosso con i due Bambi verdi che si aggroppano tra loro è un pugno nell'occhio”
La più bassa abbassò lo sguardo sul ricamo del proprio maglione, non trovandoci niente di fuori luogo.
“Ma non-”
“In più il nuovo taglio della tua frangetta è la cosa più anti sesso che io abbia mai visto in vita mia e mi chiedo se per Finnessa non è un problema, insomma mi smorzerebbe subito ogni genere di desiderio”
Gli altri ragazzi si guardarono negli occhi senza spiaccicare una parola, Quinn inarcò un sopracciglio fissando Santana che praticamente stava riversando un fiume di frecciatine di indubbio gusto su Rachel, tirando in ballo anche il povero Hudson.
“Ogni volta che vi vedo abbracciati come due piccioncini in calore mi vengono i conati di vomito, potrei riempire un'intera piscina. Volete un consiglio da zia Tana? Prendetevi una stanza o rinchiudetevi in qualche bagno a sfogare i vostri impulsi e risparmiateci tutte quelle orribili visioni in corridoio.”
Rachel digrignò i denti e le dita delle mani si fecero bianche tanto da come stringeva forte il bordo della gonna.
“Senti chi parla...”
Santana si bloccò e strizzò gli occhi con un ghigno raggelato in bocca.
“Stai zitta, Rachel”
“Hai paura della verità? Pensi che gli altri non sappiano cosa fai durante le ore di spagnolo che tu ovviamente salti sempre?”
Il viso di Santana sbiancò completamente e con un veloce sguardo cercò gli occhi di Brittany, al suo fianco, che sembrava più interessata ad osservare il corridoio fuori dalla porta.
"Chiudi quel becco, Berry”
L'istinto dell'ispanica era quello di mollarle un epico schiaffo su una guancia ma optò per un gesto meno drammatico.
Le dita di Santana agganciarono il naso di Rachel, chiudendogli le narici e tirandolo a sé.
“Il professor Schue, accorgendosi di come la discussione si era presto fatta degenerata, fece abbassare il braccio teso di Santana e la guardò in cagnesco.
“Ora hai davvero esagerato, Lopez!”
Un pesante silenzio cadde subito nell'aula e tutti quanti spostarono lo sguardo dalla figura di Santana a quella del professore.
“Non mi resta che darti un'esemplare punizione”.
“Mi caccerai fuori dal Glee Club?” domandò l'ispanica incrociando le braccia sotto ai seni “Qualsiasi cosa pur di stare lontana dalla nana” aggiunse guardando la ragazza in questione che si stava massaggiando il naso fissando un punto impreciso del pavimento.
“No, ti tratterai a scuola fino alle sei. Con Rachel Berry.”
“Cosa? Ma io cosa ho fatto?” piagnucolò la più bassa alzando lo sguardo da terra.
"Niente, voglio che vi chiarite fra di voi. Non tollero che questo genere di malignate rovini l'armonia del gruppo. Santana, chiederai scusa a Rachel e in più...dovrai cantare una canzone per lei.”
L'ispanica strabuzzò gli occhi e sorrise infastidita.
“Assolutamente no, Mr. Schue. Non voglio giocare al 'breakfast club' con la hobbit.”
“Per una volta sono d'accordo con Santana, domani abbiamo un importante compito di matematica e..”
"Allora ripasserete insieme per il compito di domani! Non dico che dovete diventare amiche per la pelle nel giro di un pomeriggio ma sono più che sicuro che stare insieme, da sole, potrebbe esservi d'aiuto. Santana, è ora di crescere e la Berry ti aiuterà in questo tuo percorso.”
Le due ragazze si squadrarono e si lessero negli occhi, indovinando i pensieri di una e dell'altra.
Sarebbe stato il pomeriggio più noioso della loro vita.

 La latina se ne stava seduta su una sedia con entrambe le gambe mollemente appoggiate sopra un banco vuoto e di tanto in tanto sbuffava in direzione alla più bassa.
Rachel stava osservando degli esercizi facoltativi di algebra e la fronte era particolarmente crucciata e la punta della matita era posata sulle labbra.
“Io davvero non ce la faccio a passare tre ore con te in questa cavolo di aula..” sospirò la latina guardandosi attorno annoiata “E questo temporale di certo non mi aiuta”.
Un lampo illuminò la stanza e ne seguì un forte rombo sordo che fece tremare le pareti.
“Avresti preferito passare il pomeriggio con Brittany?” fece l'altra, senza staccare gli occhi dal quaderno.
“Odia i temporali..” sussurrò l'ispanica in modo che l'altra non la sentisse.
Rachel sporse le labbra e picchettò i palmi delle mani sul banco.
“Va bene, ora chiudo tutto. Hai pensato alla canzone?”
“Ti pare, Berry? Sono troppo depressa per pensare.”
Rachel si alzò dal suo posto e raggiunse la latina prendendo una sedia vuota e si sedette davanti al banco di Santana.
“Allora parliamo.”
“Non ho voglia di instaurare un'allegra chiacchierata amichevole con te, piuttosto preferisco guardare il soffitto per ventiquattro ore di fila o farmi intervistare da Jacob.”
“Santana, cerchiamo di dare un senso a questa giornata! Neanch'io sono molto felice di passare un intero pomeriggio con te, non credere. Avrei preferito studiare con Finn o-”
“Mi spieghi cosa ci trovi in Finnessa?” troncò l'altra guardandola con una smorfia di disgusto.
“Per favore, Santana!”
L'ispanica alzò un sopracciglio, si mise composta sulla sedia ritirando le gambe dal banco e incrociò le braccia sotto il petto.
“Ha due tette che sembrano delle bustine di thè!”
“Ti sei appena sentita, Santana? Non fai altro che distruggere le persone! Cosa ci trovi di così divertente?” la voce di Rachel si fece più alterata “Non fai ridere!”
“Io sono la bocca della verità, Berry. Finn Hudson è l'anello mancante tra l'uomo di Neanderthal e un tricheco.”
“Basta!”
Rachel si alzò di scatto dalla sedia facendola cadere e il tonfò metallico echeggiò per tutta l'aula vuota.
Un lampo illuminò nuovamente l'aula ormai già quasi completamente oscurata.
“Vorrei, anche per un secondo solo, che tu ti mettessi nei miei panni o in quelli di qualcun altro. Così vedresti quando davvero soffriamo per le tue continue frecciatine e per i tuoi soprannomi che ci affibbi con tanta parsimonia. E' così stancante sentire le tue stupide osservazioni!”
Santana emise una risata divertita osservandola dal basso in alto.
“Oh,provo già ad immaginarmi nei tuoi panni. La prima cosa che farei è quella di bruciare tutti i maglioni con quegli orridi rombi e le gonne scozzesi. Verrei ogni giorno a scuola vestita di latex nero con tanto di frusta in mano...”
Santana fece slittare la sedia, si levò in piedi e si avvicinò all'altra mantenendo sempre le braccia incrociate a sé.
“E con la frusta cercherei di far ballare quei due piccoli triangolini di formaggio che Finn si porta appresso sul dorso. Sarebbe un bello spettacolo e magari potrei insegnarli a ballare il tango o la samba o qualsiasi cosa che comporti un movimento tettonico assolutamente imbarazzante e..”
Rachel non aspettò che l'altra finisse di parlare e le spintonò violentemente le spalle facendola allontanare dal proprio raggio di azione.
Santana la guardò sorpresa a bocca semiaperta e ben presto l'espressione divenne sempre più grave.
Si tolse gli orecchini e le appoggiò distrattamente su un banco, fece scrocchiare le nocche con i palmi delle mani e accorciò lentamente la distanza che la separava dalla più bassa.
“Hai appena fatto un grosso errore..”
Neanche il tempo di finire la frase che subito Rachel si avventò contro la più alta ed entrambe caddero per terra con un tonfo sordo.
Rachel bloccò il busto della latina mettendosi a cavaalcioni sopra di lei e cercò di catturare le braccia di Santana che stavano mulinando selvaggiamente in aria.
Appena le mani della moretta strinsero i polsi ambrati dell'ispanica, una saetta bianca entrò da una finestrella semiaperta e colpì le due ragazze producendo un attrito che fece volare e scagliare le due studentesse contro i muri opposti della stanza.

 Due occhi scuri si aprirono pian piano e scrutarono l'aula completamente buia, smorzata ogni tanto da un bagliore bianco proveniente dall'esterno.
I temporali ancora non smettevano di cessare e la pioggia si era fatta più fitta.
La ragazza si alzò in piedi con gran fatica e fece appoggiare entrambe le mani sulla cattedra.
Si ricordò dell'azzuffata con Rachel, del fulmine che le aveva improvvisamente colpite e di essersi svenuta dopo aver violentemente sbattuto con la schiena sulla lavagna che ora presentava una piccola crepa.
“Rachel?”
Un rantolo proveniente da uno degli angoli bui della stanza catturò l'attenzione dell'ispanica.
“Stai bene?”
“S-Sì” Rachel spostò alcuni libri che le erano caduti in testa da uno dei ripiani della libreria aperta e si sollevò da terra con un goffo balzo.
La più bassa trascinò stancamente i propri piedi verso la cattedra e una volta arrivata cercò la figura dell'ispanica.
“Aspetta che accendo la luce” fece verso l'altra andando a premere l'interruttore principale posto non troppo lontano dalla lavagna.
Il rumore metallico proveniente dai neon rimbombò al di sopra le loro teste e le due ragazze poterono finalmente fissarsi negli occhi.
“Stai bene, Rach-”
L'ispanica fece cadere la domanda accorgendosi di aver davanti la propria copia esatta che ricambiava lo stesso sguardo stupito.
“Tu..Tu chi sei?” fece l'altra strabuzzando al massimo gli occhi.
Entrambe misero le mani sulla bocca e fecero due passi indietro, completamente disorientate.
Poi si guardarono le mani e i piedi, si toccarono i capelli e infine il viso.
“Non è possibile” fece Rachel, ovvero Santana, e mise una mano sulla gola.
Aveva una voce diversa.
Aveva la voce di Rachel.
Santana, ovvero Rachel, mise due mani sui seni e li tastò con occhi sbarrati.
“Queste non sono le mie tette”.
Si fissarono nuovamente negli occhi e lanciarono un urlo lancinante che sormontò ogni altro rumore proveniente dall'uggioso cielo di Lima.

...

Disclaimer:

 Stamattina mi sono svegliata con questa fulminante ( è il caso di dirlo) idea e niente, non ho potuto così fare a meno di scrivere il primo capitolo, lol.
Ovviamente cercherò di non trascurare “Cycle of the Seasons” quindi mi dividerò un po' tra questa storia e l'altra però bisogna considerare che ultimamente non ho molto tempo libero e così tutto ciò che vi chiedo è di avere solo un po' di pazienza. ;)
Dato che sto barcamenando su un piano assolutamente fantasy ho pensato che magari potrei approfittarne per togliere/inserire alcune cose che nello show (non) ci sono.
(Tipo ho in mente di togliere Beth e cose del genere, anche per facilitare il percorso della storia che non ho assolutamente l'intenzione di renderla pesante e seria.)
Spero di non aver fatto troppi errori grammaticali, ho letto e riletto e mi sembra che vada bene...
PS: Ci sarà del Brittana (ovviamente), la Pezberry friendship (si vede che amo particolarmente la loro 'amicizia'?) e ho delle idee a dir poco geniali sul Faberry, lol.

See ya!:)