Mizzega... dopo settimane che non aggiorno, eccomi tornata con un
capitolo del genere... io continuo a domandarmi che mi girasse per la testa
mentre scrivevo sta Fikky! o_O E' proprio vero che la scuola FA MALE!!! E
preparatevi gente... perché quest'autunno quasi sicuramente torno
all'università, quindi la mia mente malata partorirà altre cose simili...
Spero...
...T_______T...
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Intro al Capitolo: Ho fatto un bel Ki-chan molto sadico… non so se vi
piacerà! (a me da un po’ i brividi, cmq gasa una marea! ^o^).
La song è Lies degli Evanescence, probabilmente la mia preferita.
Avvertimento: preparatevi una scatola di fazzoletti di fianco al Pc perché
questo capitolo è terribile… almeno stando a quanto dice la mia onee-chan,
Neko-Ichy, che è rimasta in uno stato comatoso per mezz’ora dopo averlo letto…
boh!!!!
Ah! Ho studiato per intero “Fuga dalla Libertà” di Erich Fromm per scrivere bene
sto capitolo… spero sia venuto realistico!!!!
(Ma sei fissata con quel psicosociologo, eh? NdPai) (Se vuoi ti presto il libro!
^o^ NdMe) (Uhm… NdPai-che-ci-pondera-su)
*** 9. Tra Me e Te ***
~ * ~
By Kisshu
Bound at every limb by my shackles of fear |
Incatenato ad ogni brandello (del mio corpo) dai miei tremiti di paura |
Con un
lampo di luce azzurra, quella stronza si trasformò, proprio davanti a lui.
Kisshu
stava tremando. La rabbia, il risentimento, l’eccitazione, la repulsione, il
desiderio, il dolore… tutte queste emozioni si stavano accavallando
disordinatamente dentro di lui.
Era
patetico.
Doveva
calmarsi.
Ora lei era
Mew Ichigo: poteva essere pericolosa.
Doveva
stare attento.
Si era
lasciato fregare, lei si era approfittata dei suoi maledetti sentimenti.
Non sarebbe
più successo.
Doveva
riprendere il controllo della situazione.
Sfoderò uno
dei suoi sorrisi più sfrontati.
“Bene
Ko-Neko-Chan! Ora che ti sei trasformata, quali giochini perversi hai in mente
per noi due?” le disse, ironizzando.
La sua voce
però era incerta e il suo sorriso tirato.
Poteva fare
di meglio.
“Smettila!”
gli rispose intanto la ragazza.
“Hai
ragione Kisshu…” aggiunse. “Non bisogna lasciarsi andare, bisogna combattere. E
ora è uno di quei momenti in cui devo dare il massimo, devo combattere per
quello che io desidero… e io desidero andarmene da qui. Voglio tornare a casa!”
Kisshu non
sentì nemmeno le sue parole. Stava studiando il modo migliore per avvicinarla e
strapparle di nuovo la spilla.
“Ah, vuoi
combattere? Contro di me?” le domandò con una smorfia, facendo qualche passo
verso di lei.
A quel
gesto, Mew Ichigo chiamò la sua Strawberry Bell e gliela puntò contro.
“Stai
indietro!” gli intimò.
Lui non
smise di avanzare, ma lanciò involontariamente un’occhiata furtiva a quell’arma.
Sembrava così stupida: a forma di cuore, ricoperta di pelo morbido, di un rosa
acceso. Ma sapeva cos’era in grado di fare: dalle registrazioni sulla nave,
l’aveva vista fare fuori Profondo Blu con quella!
“Ti ho
detto di stare indietro!” ripeté la ragazza, alzando la voce.
Lui la
fissò negli occhi, gelido.
Mew Ichigo
indietreggiò di qualche passo.
“Avanti!
Riportami a casa Kisshu!” gli disse, stavolta con voce meno ferma.
Kisshu
scosse la testa.
“No, tu
starai qua finché io lo desidero. Te l’ho già detto.”
“Non dire
stupidaggini!” strillò lei. “Sai benissimo che io non dovrei essere qua. E
nemmeno tu non dovresti essere qua! Lo sappiamo benissimo entrambi! Portami a
casa, altrimenti…” le parole le morirono sulle labbra, perché probabilmente si
rese conto che stava farfugliando.
“Altrimenti?” la incalzò Kisshu, avvicinandosi con più decisione a lei,
approfittando di quel suo attimo di cedimento.
Ormai era a
poco più di un metro…
A quella
vista, la ragazza impugnò con più decisione la sua arma.
“Ribbon…”
iniziò.
Kisshu
esitò un istante.
“Io non
voglio combattere contro di te, Gattina” le disse.
Lo aveva
detto solo per dissuaderla, per evitare che usasse quel maledetto attacco contro
di lui…
Ma forse lo
pensava davvero.
“…Strawberry…”
continuò invece lei.
A quel
punto, la Strawberry Bell gli premette contro al petto, impedendogli di
avvicinarsi oltre.
Guardò Mew
Ichigo, dritto dentro il rosa tenue dei suoi occhi.
Era proprio
di fronte a lui… ed era così bella che la sua rabbia furiosa rischiava di
vacillare…
Lo aveva
ingannato davvero?
Voleva
davvero colpirlo?
Vuoi
davvero ferirmi… ancora?
La ragazza
strinse le dita attorno all’arma.
“SURPRISE!”
urlò.
Si sollevò
un gran nuvolone di polvere per lo spostamento d’aria.
Kisshu
sentì solo una vampata di aria tiepida sul viso e poi urtò dolorosamente con la
schiena contro la parete.
Doveva aver
fatto un bel volo…
Si ritrovò
per terra, seduto scompostamente, con un spasimo terribile che gli paralizzava
il petto.
Non appena
provò a prendere fiato, iniziò a tossire affannosamente ed a sentire il sapore
ferroso del sangue riempirgli la bocca.
Vide poi
Mew Ichigo, in piedi poco lontano, che lo studiava preoccupata.
Spiacente,
non sono ancora fuori combattimento, Gattina…
Si rialzò a
fatica, poggiandosi con una mano alla parete e si pulì un filo di sangue che gli
era gocciolato sul mento.
Inspiegabilmente, le sorrise.
Un sorriso
crudele.
Voleva
veramente farla a pezzi, ora.
“Bene
bambolina, vedo che non le capisci le buone maniere!” ringhiò, sprezzante.
Con un
lampo di luce dorata si fece comparire i tridenti nelle mani.
Li soppesò
un po’, gustandosi la sensazione delle impugnature ricoperte di cuoio nero sotto
le dita.
Erano
pesanti, come le sue intenzioni. Si sarebbero conficcati a meraviglia nella
carne tenera di Mew Ichigo.
Le sue
labbra si tirarono in un ghigno. Ora si sarebbe divertito, a modo suo…
“E allora,
se vuoi combattere, decidiamo combattendo!” La incitò. “Infondo, è quello che
noi due sappiamo fare meglio, vero?”
Poi si
scagliò contro di lei.
***
Mew Ichigo
balzò verso l’alto, sopra di lui, evitando il suo colpo che cadde a vuoto.
Kisshu la
seguì con la coda dell’occhio, calcolando il punto in cui avrebbe toccato terra.
Precedendola, si materializzò lì.
Lei gli
atterrò davanti, dandogli le spalle, ansimando.
Si teneva
bassa sulle ginocchia, guardandosi attorno senza riuscire a vederlo…
Avvicinò la
bocca al suo orecchio, tra i suoi capelli morbidi. “Sveglia, piccola!” le
sussurrò maliziosamente.
Quindi la
scaraventò per terra con una gomitata nella schiena.
La ragazza
strisciò in modo disordinato sul pavimento, lasciandosi scappare un gemito. Poi
si rialzò, tirandosi sui gomiti, con un’espressione sofferente.
Ancora
troppo poco sofferente.
Si lanciò
di nuovo verso di lei, caricandola con la destra.
Mentre lui
si avvicinava velocemente, vide Mew Ichigo sgranare gli occhi e appiattirsi al
suolo, con un’espressione atterrita, come incapace di schivare il colpo.
Invece
stava fingendo di nuovo.
Non appena
lui le fu abbastanza vicino, la ragazza gli mollò una ginocchiata nello stomaco
e guizzò via, fuori dalla porta.
Kisshu si
strinse la pancia con le mani.
Il calcio,
sommato al contraccolpo dovuto alla furia del suo attacco, era stato molto più
doloroso del previsto.
Doveva
essere più cauto.
Si
materializzò fuori dalla costruzione, fluttuando in quella nebbiolina verde ad
alcuni metri dal suolo.
Mew Ichigo
era pur sempre un’umana e sapeva che non avrebbe mai pensato ad alzare gli occhi
al cielo. Non lo avrebbe visto.
La cercò
con gli occhi, scrutando tra i muri in pietra delle rovine e tra le quelle
costruzioni color sabbia, quindi la intravide, poggiata con la schiena contro
una colonna del porticato del tempio, che si guardava intorno allarmata.
Aveva
ancora in mano la Strawberry Bell: sparita quella, sarebbe stata molto più
inoffensiva.
Elaborò
rapidamente un piano.
Un piano…
Che
parolone.
Gli
sarebbero bastate due mosse per farla fuori…
…ma sarebbe
finito subito anche il divertimento.
E quella
era la parte che preferiva… (*)
Rimase in
attesa, in silenzio, che la ragazza si sentisse abbastanza tranquilla da
abbassare a sufficienza la guardia, tanto da voltarsi per osservare dietro la
colonna che aveva alle spalle.
Quando lei
si girò di nuovo, Kisshu le si era già materializzato davanti.
Con gesto
rapido, infilò un tridente nella Strawberry Bell e la strappò via dalla mano di
Mew Ichigo.
Il
cuoricino finì per terra, assieme alla sua arma, dissolvendosi con un lampo di
luce.
Ora era
disarmata.
Kisshu
sogghignò, mentre fissava gelidamente negli occhi la sua preda.
Era in
trappola, davanti a lui, incapace di difendersi, con la colonna dietro di lei
che le impediva di fuggire.
Ma la cosa
migliore era che anche lei ne era consapevole.
Vide che
iniziava a tremare. Era terrorizzata per davvero, stavolta.
Ed era
terribilmente eccitante.
Si appoggiò
appena contro quel corpo felino ed accaldato, per sentire i tremiti della
ragazza contro di lui…
Le sfiorò
il collo con il suo viso, inspirando a fondo, per gustarsi la fragranza della
sua pelle snaturata dalla paura.
…quindi le
tirò un pugno secco allo stomaco.
Mew Ichigo
si piegò in due e finì per terra, in ginocchio, contorcendosi e gemendo dal
dolore.
Lui la
guardò compiaciuto.
Adorava
quella sensazione che gli ribolliva dentro mentre combatteva per distruggere il
suo avversario…
Era stata
sua compagna per tutti quegli anni. E aveva imparato a padroneggiarla alla
perfezione…
Passò
davanti alla ragazza, ancora accasciata al suolo, urtandole la guancia con un
ginocchio, per istigarla a rialzarsi…
Vediamo se
sei tanto forte quanto credi e se riesci a salvarti…
Si
allontanò da lei e fece alcuni passi per raccogliere, con tutta calma, l’altro
tridente che si era conficcato a terra.
Avresti
dovuto pensarci bene piccola, prima di giocare con uno come me…
Mew Ichigo
accontentò la sua tacita richiesta e parve riprendersi improvvisamente dal
colpo, balzando lontano da lui.
La vide
atterrare in modo malfermo sulle quattro zampe, mentre lo fissava bruciante
d’odio.
Poi
richiamò ancora una volta la sua arma, facendola apparire nella mano guantata.
Kisshu fece
una smorfia di delusione.
Come era
noiosa…
Quindi
scagliò il tridente appena recuperato contro il suo braccio, inchiodandoglielo
al suolo, facendole scappare di nuovo la Strawberry Bell di mano. La ragazza
cadde pesantemente indietro e si strinse il polso, strillando di dolore. Le
aveva lacerato la carne e stava sanguinando…
Delizioso…
Dopo lo
avrebbe assaggiato…
Ma ora non
aveva ancora finito…
Strinse
l’impugnatura del tridente nella mano destra e si buttò di nuovo su di lei.
Questa
sarebbe stata l’ultima volta, perché aveva tutta l’intenzione di piantarglielo
nel ventre.
Nelle
frazioni di secondo che seguirono, Mew Ichigo strattonò terrorizzata il braccio
intrappolato tra le lame, ancora conficcate al suolo, senza riuscire a
liberarsi, mentre lui le era ormai addosso. Tirò indietro il braccio per
colpirla, ma lei provò disperatamente a difendersi: alzò la mano sinistra e
tentò di graffiargli la faccia con tutta la sua forza. Kisshu fece per ritrarsi,
per scansare quell’insulso attacco, ma…
…sentì un
crampo lancinante al petto, che gli impedì di muoversi…
…Tutto a
causa del primo colpo ricevuto…
La mano di
Mew Ichigo si abbatté con ferocia sulla sua guancia, facendogli perdere
l’equilibrio.
Atterrò per
terra, sbattendo su una spalla, e si ritrovò con la schiena sul pavimento di
pietra.
Prima che
potesse raccapezzarsi, la ragazza gli fu addosso, inchiodandolo in quella
posizione, con un ginocchio che gli bloccava un braccio e la sua mano illesa che
gli stringeva l’altro polso. Si sarebbe liberato facilmente, se non che… lei gli
puntò alla gola il tridente che aveva svelto dal terreno, ancora sporco del suo
sangue.
Kisshu
tossì un paio di volte, ansimando, per il dolore.
Mew Ichigo
era seduta di peso proprio sul suo petto, rendendogli ancora più faticoso
riprendere fiato.
La poteva
vedere alzarsi ed abbassarsi appena ad ogni suo respiro.
Al ché, si
mise a ridere. Una risata folle.
Ed amara.
Gli sarebbe piaciuto vederla così… ma in un’altra situazione.
“Sei
splendida, Ichigo!” esclamò. “La mia splendida Gattina sexy… Sai, dovremmo farlo
più spesso” aggiunse con un smorfia dolorosa.
La ragazza
non rise alla sua stupida battuta.
Lo fisso
piattamente, con disprezzo, premendo la lama nella sua carne.
Era molto
determinata.
E lui aveva
perso.
Di nuovo.
Doveva
essere destino.
Un destino
crudele che lo seguiva da tempo, ormai.
Aveva
provato con tutte le sue forze a liberarsene, a cercare per lui qualcosa di
migliore…
Inutilmente. Ogni suo sforzo continuava ad essere maledettamente vano.
Aveva
provato anche a sfuggirgli… e c’era riuscito… una volta… due volte… ma era solo
un posticipare gli eventi…
Sapeva che
lo avrebbe preso comunque, presto…
Non poteva
farci niente.
Quella
sensazione di impotenza, di inettitudine… la odiava! Lo disgustava…
Doveva
darci un taglio…
Doveva
farla FINITA…
E la
soluzione era lì, sopra di lui.
Seppur
inconsapevolmente, lo sapeva… da quando, due giorni prima, era tornato a cercare
quella ragazza, per fingere che lei potesse dargli la forza di combattere
ancora, per chiederle un attimo di speranza, per farlo illudere un altro po’…
Si era già
rimesso nelle sue mani…
Fissò con
serietà la ragazza che aveva ancora poggiata addosso.
…doveva
capire che non si trattava più di un gioco…
“Avanti!”
le disse. “Se mi devi ammazzare fallo subito, così ci leviamo il pensiero”
Mew Ichigo
sgranò gli occhi, probabilmente disorientata da quello che le aveva appena
chiesto.
“Ichigo,
non torno a casa per farmi giustiziare dai miei simili…” le spiegò, con calma.
“Mi sono
promesso che me ne sarei andato combattendo. E questa è una buona occasione!”
Lei non
disse nulla.
Le sue
parole sembravano averla scaraventata di colpo in un altro mondo, che fissava
con lo sguardo perso in un punto infinitamente lontano.
Ma c’era
una strana luce che brillava nel fondo dei suoi occhi…
Le sarebbe
bastato un attimo di coraggio, di fredda determinazione.
E sarebbe
stata perfettamente in grado di farlo.
Di fare
finalmente qualcosa per lui…
“E poi se
sei tu, Gattina, a farmi fuori…” le sussurrò, per esortarla.
Grosse
gocce di sangue le piovevano, a tratti, dal suo polso, inzuppandogli la maglia,
come aveva fatto quel pomeriggio con le sue lacrime salate…
Poi la mano
della ragazza iniziò a tremare, affondando di più la lama del pugnale nella sua
gola, con una lentezza estenuante.
Per un
attimo, Kisshu ebbe paura. Paura che l’avrebbe ucciso a quel modo, con tortura
lunghissima…
Cercò di
non pensarci.
“AVANTI!”
le urlò di nuovo, rabbiosamente.
Poi strinse
gli occhi, per non darle il dolore di vedere, di nuovo, il suo sguardo, mentre
crepava sul pavimento…
Finisci
quello che hai iniziato, Ichigo, e toglimi di mezzo, da questa schifezza di
vita…
Non voleva
rivedere la sua terra.
Chissà che
avrebbero pensato i suoi compagni…
Non voleva
rivedere le ragazze che aveva lasciato.
Gli
avrebbero riso dietro…
Non voleva
rivedere le persone che aveva deluso.
Lo
avrebbero guardato con disprezzo…
Non voleva
rivedere niente…
…solo
lasciarsi tutto alle spalle…
La sua
mente pensava confusamente tutte queste cose, ma lui…
Lui non
c’era…
Gli
sembrava di vedere tutta quella scena dall’esterno, scorrergli davanti, al
rallentatore, come su uno schermo.
La
osservava senza interesse, mentre il tempo si dilatava impercettibilmente…
Ormai non
lo riguardavano più…
Forse, era
già morto?
Sarebbe
stato meraviglioso…
Aprì gli
occhi.
Davanti a
lui c’era ancora Ichigo.
Lei lo
guardava con incredibile dolcezza, dal rosa abissale dei suoi occhi, della
stessa tonalità dei suoi morbidi capelli ondulati…
Come in un
macabro ritornello che aveva già sentito… (**)
“Kisshu…”
gli sussurrò.
E fu
l’ultima cosa che gli disse.
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Kisshu: Sono morto?
Autrice: Beh… ecco… insomma…
Kisshu: No, sul serio… sono morto???
Autrice: Ci sono ancora un paio di capitoli… lì avrai modo di capire… ^^”
Kisshu: Oddio… sonomortosonomortosonomortosonomortosonomortosonomorto…
Autrice: E BASTA!!!
Kisshu: Ma vaffanculo autrice! Perché devi farmi avere 'ste manie suicide??? Non è giusto! Aveva ancora tante cose da fare… comprarmi un’astronave,
prendermi la mia prima sbornia, farmi Ichigo, battere il record per il chimero
più peloso del pianeta, andare sul Blu Tornado di Gardaland…
Autrice: EEEEEEH????? O_O
Kisshu: …Andare in vacanza alle Bahamas, vedere il Dvd del Re Leone 3…
Autrice: Sta delirando…
Passiamo alle
Note:
(*) I preliminari prima di tutto, gente! XD NdKisshu (Ma sai che sei
inquietante FORTE??? O_O NdMe)
(**) Vi avevo detto di tenere a mente il sogno del Capitolo 5… ma voi non mi
date retta! UoU