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Autore: en86    27/11/2011    5 recensioni
Chi riunisce i Doni della Morte diventa Padrone della Morte. Ma cosa significa? Semplice espressione poetica? Il mondo magico sull'orlo di una guerra terribile. Colui che dovrebbe guidare i maghi è impreparato al suo compito ma dal futuro giungerà qualcuno di inaspettato per prepararlo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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15 sogni, pozioni e ippogrifi

Sogni, Pozioni e Ippogrifi

 

 

Il giorno dopo, la partenza non fu caotica come da tradizione, tutti si svegliarono presto ed erano pronti per tempo, ad attenderli c’erano delle auto del ministero guidate da maghi in uniforme dall’aria furtiva.

Il signor Weasley aveva annunciato con disinvoltura che quelle auto erano un regalo per lui ma ancora una volta la sua scarsa abilità con le menzogne l’aveva scoperto, Harry era convinto che fossero per lui… e per Black.

Ipotesi confermata quando il padre di Ron praticamente lo scortò sia all’uscita dal Paiolo che alla stazione.

“Ma il tuo baule dov’è?” Chiesero quasi tutti in tono perplesso

“Qui!” Rispose Harry con un sorrisone e battendo la mano sul Mokessino appeso alla cintura.

L’urgenza lo salvò dalle domande generali.

Alla stazione la signora Weasley lo abbracciò come se stesse partendo per la guerra, Harry sospirò di insofferenza ma gradì lo stesso le coccole. Il marito di lei però lo prese da parte prima che salisse sul treno e si appartò con lui in un angolo.

L’uomo aveva una smorfia sul viso come se fosse combattuto.

“E’ tutto a posto signor Weasley, so di Black, ho sentito lei e sua moglie ieri sera”

“Lo sai? Non volevo che lo sapessi così”

“No, davvero… mi spiace di aver origliato ma è meglio così”

“Avrai paura”

“Non tanta a dire il vero”

Il signor Weasley lo guardò incredulo

“Dovrei averne? Black è peggio di Voldemort o di un basilisco?”

“Sapevo che sei più forte di come gli altri pensano Harry ma mi devi giurare che non andrai a cercare Black”

“Perché dovrei cercare uno che vuole uccidermi?”

Il treno fischiò in quel momento e i due si precipitarono ma il signor Weasley non mollò.

“Giurami che qualsiasi cosa sentirai, non lo cercherai”

Harry non ebbe il tempo di rispondere, il treno stava partendo ma le parole dell’uomo lo turbarono.

Giurami che qualsiasi cosa sentirai…

C’era più di quello che sapeva in questa storia, c’erano altri segreti di cui non era a conoscenza…

Ma li avrebbe scoperti!

Mentre procedevano lungo il treno alla ricerca di uno scompartimento, Harry notò le facce sbalordite di molti studenti che lo guardavano.

Ma i maghi come sempre si rivelavano più stupidi della media o forse più stupidi dei babbani, o semplicemente più stupidi di Hermione… benché stupiti, nessuno nemmeno i Weasley parevano ritenere la sua improvvisa crescita, innaturale come invece la ragazza aveva fatto subito.

Non poteva contare sul fatto che nemmeno Silente si sarebbe incuriosito, ma il preside amava troppo mantenere l’aura di onnisciente, non avrebbe fatto domande dirette, c’era però la possibilità che indagasse attraverso altri canali…

Ma non era il momento di preoccuparsi di questo.

“Devo parlarvi di una cosa… cerchiamo uno scompartimento vuoto”

Non poteva nascondere ai suoi amici le notizie su Black.

Trovarono uno scompartimento quasi deserto, occupato solo da un uomo addormentato, il professor Lupin a giudicare dalla targa sulla valigia, sembrava un po’ male in arnese ma non poteva essere peggio di Allock, Harry lo osservò un po’, dopodiché abbassando la voce si rivolse ai suoi due amici.

Disse loro tutto, ma non parlò dei suoi sospetti sul fatto che gli stessero nascondendo altre informazioni importanti. Entrambi sembrarono ben più scossi di lui.

“Oh Harry…” Proruppe Hermione con gli occhi colmi di paura ma non riuscì ad aggiungere altro

“Nessuno è mai scappato da Azkaban” Fece Ron nervoso

“Non preoccupatevi, lo cattureranno” Lo disse per tranquillizzarli, si chiese per un istante se doveva essere agitato anche lui, se non la stesse prendendo eccessivamente alla leggera. La verità era che era inutile essere spaventati, l’allenamento di Caspar, il dolore continuo e il rischio mortale di quasi ogni cosa fatta quell’estate gli avevano insegnato a vivere alla giornata. Il domani avrebbe portato quel che doveva, non aveva intenzione di andare a cercare Black ma era intenzionato a saperne di più su di lui.

 

A metà pomeriggio, mentre la pioggia cominciava a cadere, sentirono dei passi nel corridoio e sulla soglia dello scompartimento comparvero gli esseri più inutili del pianeta.

Malfoy, Tiger e Goyle.

Harry si apprestò a rispondere alle solite sparate idiote del biondo ma con sua sorpresa il silenzio si protrasse.

Incuriosito Harry fissò Malfoy negli occhi.

Era sbalordito e lo erano anche i suoi due tirapiedi, loro però si erano ripresi e adesso fissavano un po’ perplessi il loro capo. Perché era ancora in silenzio?

Se lo chiese anche Harry mentre lo fissava cercando di decifrare lo strano sguardo del ragazzo che da sorpreso era diventato… Harry non lo capì.

“Chi…?” Malfoy deglutì fissando il professore “Chi è quello?”

“Un nuovo professore” Fece Harry con calma, parlando piano, ancora perplesso, perché il biondo era rimasto muto al vederlo?

“Andiamo” Borbottò rivolto ai suoi due assistenti e quasi fuggì via, Harry pensò di aver anche intravisto un accenno di rossore sul suo viso pallido ma non era facile capirlo. Harry si ritrovò inconsciamente a paragonare il colorito di Malfoy con quello di Caspar, il vampiro era decisamente meno pallido! Sempre inconsciamente si ritrovò a paragonare Caspar nella sua interezza al giovane Serpeverde ma quando si rese conto della direzione di quel pensiero scosse la testa e senza chiedersi da dove venissero simili considerazioni, prese a guardare fuori dal finestrino.

“Non ho intenzione di farmi prendere in giro da lui quest’anno” Borbottò Ron con fierezza, poi fece una faccia perplessa “Chissà perché non ha detto nulla… si è ammutolito ancor prima di notare Lupin”

Harry si girò, Ron guardava nel vuoto interrogandosi, Hermione invece guardava lui e aveva uno strano sorrisino malizioso dipinto in volto, Harry stava per chiederle cosa le passasse per la testa quando il treno si fermò e le luci si spensero.

Fuori la pioggia era diventata uno spettrale acquazzone con tanto di lampi e tuoni.

“Qualcuno spenga questo maledetto temporale” Borbottò Harry ma nessuno lo sentì

“Che diavolo succede?” Fece Ron agitato

“Ahia Ron, quello era il mio piede!”

“Lumos!” Fece Harry ragionevolmente, a volte si chiedeva se i suoi amici si ricordavano di essere maghi

La luce illuminò un Ron in una posa improbabile come se stesse giocando a Twister

“Qualcuno sa cosa sta succedendo?” Era il vocione preoccupato di Neville

“Non lo so, siediti, vado a chiedere al macchinista”

“Ron sei qui?” Era la voce di Ginny, Harry sospirò discretamente, stavano venendo tutti li?

“Fermo” Lo bloccò una voce roca alle sue spalle

Il professor Lupin si era finalmente svegliato, era in piedi e stringeva una manciata di fiammelle nella mano sinistra, con l’altra impugnava la bacchetta.

“Torna a sederti Harry” Harry obbedì, l’uomo sembrava guardingo, preoccupato.

Non si chiese come conosceva il suo nome. Chi non lo conosceva?

La porta dello scompartimento si aprì piano, sulla soglia torreggiava una figura alta, ammantata di scuro con il volto coperto da un cappuccio, dal mantello spuntava una mano simile a quella di un cadavere, Harry si chiese che razza di creatura avesse di fronte.

Poi la creatura respirò e Harry sentì un freddo intenso avvolgerlo, istintivamente sapeva che era provocato da una qualche magia di tipo mentale, provò a entrare nel vuoto, provò a rinchiudersi dietro barriere d’occlumanzia ma non servì, gli occhi gli si rovesciarono e fu tirato verso un oscuro baratro e cominciò a sentire un urlo distante, poi molte urla tutte insieme e strani suoni come di battaglia, non capiva.

Qualcuno lo schiaffeggiò

“Harry! Stai bene?”

“Cosa…?” Provò a dire aprendo gli occhi, Ron e Hermione erano chini su di lui, l’avevano fatto rinvenire, era svenuto, a causa di quella… cosa…

Harry percepì rabbia e imbarazzo riscaldargli il petto.

“Stai bene?” Chiese Ron nervosamente

“Si…” Rispose il moro lentamente “Cos’era quella cosa?” Non voleva parlare delle grida, aveva la netta impressione che fossero solo nella sua testa…

“Un Dissennatore di Azkaban” Rispose la voce rauca di Lupin in piedi vicino alla soglia, non l’aveva notato, aveva del cioccolato con se e ne distribuì dei pezzi esortando tutti a mangiarne.

Quando il professore uscì per andare dal macchinista, Harry chiese informazioni agli altri, tutti si erano sentiti come se non potessero più essere felici, erano tutti sconvolti ma nessuno era svenuto, Lupin aveva cacciato il dissennatore che a quanto pare era alla ricerca di Black, con un incantesimo che aveva sparato qualcosa d’argento dalla bacchetta.

Harry decise che doveva conoscere quell’incantesimo…

Non sverrò di nuovo come una femminuccia!

Pieno di rabbia diede un distratto morso al cioccolato e si sentì subito meglio.

 

Il resto del viaggio fu veloce e una volta scesi, Harry scoprì un’interessante novità, gli allievi dal secondo in poi raggiungevano il castello su carrozze incantate invece che sfacchinare fino al lago a piedi. L’anno precedente lui e Ron si erano persi la cosa arrivando con la macchina volante.

Ai lati del grande cancello in ferro di Hogwarts c’erano altri due dissennatori ed Harry fu nuovamente assalito dal freddo, Ron e Hermione lo fissarono preoccupati.

Arrivati davanti alle porte del castello scesero e subito una voce maligna lo apostrofò

“Sei davvero svenuto Potter?” Malfoy lo fissava e sembrava volesse rifarsi del precedente mutismo. Ma aveva ancora una luce indefinibile negli occhi e il ghigno malefico pareva una smorfia. Non attese risposta alla battuta volgendo lo sguardo su Ron e stavolta le sue espressioni e i suoi occhi tornarono i soliti, maliziosi e maligni.

“Sei svenuto anche tu Weasley? Di certo quel brutto dissennatore ti ha fatto paura”

“Togliti di torno Malfoy” Replicò Ron serrando i pugni

Ma Harry non riusciva a parlare, si vergognava troppo.

Chissà che penseranno del famoso Harry Potter quando sapranno che sviene di paura

Per un attimo il pensiero lo colpì, quando mai gli era importato cosa pensavano di lui? Non riuscì a rispondersi.

L’arrivo di Lupin fu provvidenziale di nuovo, interrompendo la lite sul nascere e tutti si diressero nel castello, appena dentro una voce severa disse.

“Potter, Granger, voglio vedervi subito”

Era la voce, di solito foriera di punizioni, della Mc. Ma la donna era diventata più gentile con Harry l’anno passato. Forse sarebbe stato meglio se così non fosse stato, perché  lo portò nel suo ufficio e lo fece esaminare da Madama Chips. Il moro si ribellò con forza all’idea di dormire in infermeria.

Le due donne lo fissarono comunque qualche attimo perplesse come se non fossero sicure di chi avessero di fronte, poi si riscossero. Harry però ebbe modo di assistere a un fenomeno che forse accadeva una o due volte ogni vent’anni, Minerva McGranitt che arrossiva. Il momento fu superato in fretta ma Harry sospirò, quella storia del fascino fatato stava diventando esagerata. Caspar poteva ritirare lo Charme se voleva, forse poteva insegnarglielo.

Dopo aver tentato ancora una volta di convincerlo che l’infermeria era la scelta migliore, la Mc si rassegnò e volle parlare privatamente con Hermione per alcuni minuti, Harry l’aspetto e quando uscì si diressero insieme verso la Sala Grande.

“Cosa voleva?”

“Niente d’importante, oh! Mi sa che ci siamo persi lo Smistamento!”

Harry la guardò di sottecchi

“Come mai cambi argomento?”

“Solo tu puoi avere segreti?” Rispose brusca

“Chissà che ne penserà Ron” Commento lui leggero abbandonando l’argomento, lei aveva ragione ma a lui non importava. Avrebbe scoperto quel segreto.

Appena entrati nella sala numerosi mormorii di conversazione scomparvero e centinaia di occhi si volsero verso Harry, quelli che continuavano a conversare furono richiamati da colpi di gomito dei loro compagni e presto l’intera sala lo fissò.

Gli sguardi variavano in ciò che esprimevano ma lo stupore aleggiava quasi solido sulla sala, Harry entrò nel vuoto assumendo istintivamente una posa altezzosa che gli aveva insegnato Caspar, corredata da passo arrogante.

Quel modo di muoversi era chiamato ‘il gatto attraversa il cortile’ o forse era solo una cazzata di Caspar come il nome delle figure di scherma.

Anche le protezioni sulle mani che spuntavano dalle maniche si beccarono qualche occhiata, così come l’andatura sicura.

Hermione al suo fianco era rossa, imbarazzata e anche un po’ irritata, Harry si chiese perché fosse irritata poi seguì il suo sguardo e individuò un paio di Corvonero niente affatto brutte e più grandi che lo guardavano con quella che poteva essere definita solo approvazione entusiasta.

Harry si sedette tranquillo al suo posto e guardò verso il tavolo professori, anche loro come le quattro tavole lo guardavano muti, Silente con gli occhi che scintillavano pazzamente, di curiosità suppose. Piton lo guardava con un disgusto ancor più intenso del solito e Lupin…

Aveva uno strano sguardo, come se fosse perso nei ricordi e le sue labbra formavano una linea leggermente divertita e ironica, questo lo fece sentire un po’ stupido.

La sala riprese vita contemporaneamente come se nulla fosse stato, Ron lo guardò con un lampo d’astio per un secondo e poi scosse il capo mestamente. Ginny gli rivolse un sorriso furbo ma poi arrossì e distolse lo sguardo.

Silente gli lanciò un’ultima breve occhiata, incuriosita e indagatrice la ritenne il ragazzo, poi si alzò e cominciò il tradizionale discorso di inizio anno.

Partì ovviamente con il presentare ‘il nuovo personale di sicurezza’ della scuola insistendo sulla pericolosità.

Come se non ce ne fossimo accorti

Per quanto Sirius Black potesse essere pericoloso, Harry era convinto che la presenza dei dissennatori in una scuola fosse una pazzia. E questo non aveva nulla a che vedere con il suo svenimento! Certo che no!

Dopodiché presentò Lupin che ricevette un applauso timido e perplesso, forse dovuto all’aspetto trasandato. Ad Harry aveva dato subito l’impressione di essere competente, almeno rispetto ai precedenti professori di Difesa, non che ci volesse molto…

Comunque Caspar aveva ragione quando insisteva che atteggiamento e apparenza avevano la loro parte.

Poi con sorpresa generale fu annunciata la nomina di Hagrid a insegnante di Cura delle Creature Magiche.

Ecco il perché del libro zannuto!

Solo Hagrid poteva fare qualcosa del genere, Harry scosse il capo ma era contento lo stesso, si avvicinò all’amico alla fine del banchetto per congratularsi con lui.

Il guardiacaccia era molto commosso e il moro era felice per lui ma anche un po’ preoccupato per le creature che avrebbe portato a lezione.

E finalmente fu il momento di andare a dormire, salutarono Hermione quando furono davanti alle scale del dormitorio, poi Harry si mise sotto le coperte aspettando che gli altri si addormentassero e cercando di resistere al suo stesso sonno quando all’improvviso fu scosso da brividi convulsi e cominciò a sudare.

Lo stomaco si contrasse per la nausea, il ragazzo riconobbe la prima crisi d’astinenza e si alzò a fatica barcollando e dirigendosi in bagno dove vomitò il più silenziosamente possibile.

Era attraversato da brividi seguiti da vampate di calore, gli sembrava di impazzire e come se non bastasse sentì un’onda di potere diffondersi in lui, la riconobbe immediatamente, uno scoppio di magia!

No! No! Non contemporaneamente maledizione!

Barcollando e sbandando ritornò ai piedi del letto e frugando dentro il baule che aveva già tirato fuori dal mokessino trovò la fialetta di pozione che Caspar gli aveva dato, ammonendolo di usarla solo in casi eccezionali. Beh, quello lo era di sicuro.

Dopo che ebbe bevuto un sorso percepì immediatamente i tremori che diminuivano e lo stomaco che si disserrava.

Riuscì a stento a entrare in meditazione per tenere a bada l’aura impazzita, ma ci vollero vari minuti perché la crisi passasse e un’ora e mezza perché l’aura tornasse tranquilla, Harry era stremato, in un bagno di sudore, tutto quello che voleva era dormire e non svegliarsi più.

Si sentiva come se la mente gli navigasse in un mare di melassa, era l’effetto della pozione lo sapeva. Era una droga e serviva a far superare le crisi a cui il suo corpo era soggetto per gli effetti prolungati di altre droghe. Un dannato circolo vizioso! Ma non aveva avuto scelta. Se non avesse scacciato gli altri sintomi non avrebbe potuto tenere a bada l’aura e si sarebbe trovato con il cervello bruciato.

Ma che sfiga maledetta! Contemporaneamente! Solo a me poteva succedere!

Voleva dormire ma sapeva che non ci sarebbe riuscito per cui tornò al piano originale, quello per cui aveva cercato di restare sveglio. Frugò nel baule e ritrovò lo specchietto a doppio senso.

Quasi strisciando si diresse in bagno.

Doveva imparare un incanto insonorizzante…

 

“Caspar! Cas! Rispondi!” Harry cercava di urlare e sussurrare contemporaneamente tenendo lo specchietto fra le mani a coppa.

Il volto del vampiro comparve quasi subito dall’altra parte, illuminato da un sorrisetto

“Senti già la mia mancanza Reshi? Non è la tua prima sera a scuola?” Poi assunse subito una faccia preoccupata.

“Che ti è successo?”

“Ho una dannata sfiga, ecco cos’è successo…” E gli disse tutto.

“Beh, certo. Non avevi scelta, ma stai attento a non usare spesso quella pozione, è una droga in fondo. E anche un eccitante, dubito che dormirai molto stanotte”

“Lascia perdere, piuttosto ho delle cose da dirti…”

La prima cosa che gli raccontò era la morte di Burke e le boccette di ricordi.

Caspar sembrava perplesso e molto più che preoccupato.

“Questo è… molto strano Reshi, devi trovare subito un pensatoio e guardare quei ricordi, i pensatoi veri sono rari e costosi ma ne esistono alcuni che funzionano solo per pochi ricordi, diciamo ‘usa e getta’ ma è roba da mercato nero”

Harry ci rifletté un po’ ma poi il suo viso fu rischiarato da un sorriso

“So a chi rivolgermi! Ma non è tutto, qualcuno come al solito cerca di uccidermi”

E gli raccontò di Sirius Black. Con sua sorpresa il volto del vampiro divenne furioso.

“Vengo subito in Inghilterra” Annunciò determinato, Harry strabuzzò gli occhi.

“No, no, Cas. Non c’è bisogno!”

“Come mi hai chiamato?”

“Cosa? Ah! Cas! Tu hai quel ridicolo soprannome per me, non vedo perché non possa fare altrettanto, comunque non fare la chioccia, non voglio che ti precipiti qua, gli stanno dando la caccia e la scuola è circondata da dissennatori” Quest’ultima cosa la disse cupamente “Lo prenderanno presto”

Caspar boccheggiò non sapendo bene a quale cosa replicare per prima, ma poi il suo viso divenne di nuovo furioso.

“Dissennatori intorno a una scuola?! Ma sono pazzi?”

“Beh… un po’ condivido…”

“Già incontrati?”

Harry non voleva parlarne, il vampiro capì e non indagò oltre

“Comunque, è sempre meglio conoscere il nemico, ho alcune conoscenze in Inghilterra sai? Mi permetti almeno di indagare? Sei convinto anche tu che ti stanno nascondendo qualcosa”

Harry sospirò

“D’accordo, ma non precipitarti qui per vedere come sto”

Il vampiro borbottò qualcosa di simile a ‘non sono una chioccia’, poi si diedero la buonanotte.

Harry tornò a letto senza riuscire a dormire fino a poco prima dell’alba ma il già breve sonno fu funestato da strani sogni, un uomo dagli occhi blu e lunghi capelli neri e una divisa da carcerato, ma non lo minacciava, era incatenato e gli chiedeva aiuto.

Il sogno lo turbò, in aggiunta alla stanchezza e la mattina dopo sembrava uno zombie.

 

La mattina dopo a colazione, tutti fissavano Harry ancora una volta, ma non come la sera prima, pareva che l’abitudine diminuisse l’impatto dopo un po’ ma parecchi sguardi femminili indugiavano più del dovuto e uno sguardo in particolare constrinse il moro a voltarsi.

Gli occhi di Malfoy lo scrutavano con insistenza ma il biondo si rifiutò di incrociare lo sguardo smeraldino e sembrò improvvisamente preso dall’esame della sua colazione. La cosa rese Harry ancora perplesso come l’episodio sul treno.

“Herm hanno fatto un casino con i tuoi orari!” Esclamò Ron ma la ragazza lo mise a tacere, ok era assodato, aveva un segreto! Ed Harry l’avrebbe scoperto, ma adesso avevano lezione, quindi avrebbe rimandato.

La prima lezione era Divinazione dove fecero conoscenza con la stramba professoressa Cooman, ad Harry non piacque né la materia né la docente, specie quando…

“Mio caro… è il Gramo!”

“Il cosa?”

“Il cane fantasma che infesta i cimiteri… è un presagio… di morte!”

Harry rimase in silenzio ma l’irritazione strisciò in lui, insieme alla preoccupazione, ma anche se quella donna aveva ragione non avrebbe dovuto annunciarlo davanti a tutta la classe!

A Trasfigurazione erano tutti silenziosi ed Harry cercò di distrarsi ascoltando la lezione sugli Animagus che parve parecchio interessante ma la Mc colse l’umore generale.

“Insomma che avete?”

Silenzio…

“Beh ecco…” Intervenne Dean “Oggi abbiamo avuto Divinazione e…”

“Ah! Capisco! Chi morirà quest’anno?”

Tutti la guardarono perplessi, poi Harry alzò la mano “Io”

Poi la Mc spiegò che quella era un’abitudine della Cooman e non andava presa sul serio, non nascose bene il suo disprezzo sia per la materia che per la docente.

Rincuorato, Harry e i suoi amici si diressero alla prima lezione di Hagrid, dove scoprirono il mistero di come aprire i libri zannuti e Malfoy non mancò di esprimere la sua opinione sull’insegnamento del guardiacaccia.

“Taci Malfoy!”

“Fatti gli affari tuoi Potter” Ma fu un mormorio e senza guardarlo negli occhi

Questa cosa sta davvero diventando strana

Intanto il Professor Hagrid, Harry ridacchiò al pensiero, portò la sua prima lezione davanti ai ragazzi: Ippogrifi.

Molti furono affascinati anche se esitanti, Harry invece fu solo affascinato, forse stava cominciando a pensarla come il suo grosso amico sulle creature pericolose, ciò lo preoccupò.

“Nessuno si offre volontario?”

“Io” Fece subito il moro

Avanzò e fissò negli occhi Fierobecco, poi fece un inchino, la bestia non rispose.

“Ah! Allontanati piano Harry” Disse subito Hagrid con una nota d’ansia nella voce

“No!” Harry fissò intensamente l’animale con un’espressione di sfida e inconsciamente gonfiò l’aura, una leggera corrente d’aria spazzò sassolini e foglie morte intorno ai suoi piedi.

L’animale non cambiò espressione ma si inchinò subito e rimase inchinato per un bel po’, Harry sorrise ma Hagrid guardò la scena molto perplesso, poi si riscosse.

“Beh, ora puoi salirci in groppa”

Harry lo fece senza esitare e l’animale si chinò per rendere più agevole la sua salita in groppa, il guardiacaccia parve ancor più perplesso.

Il volo fu tranquillo ma Harry trovò che la scopa fosse più congeniale. Dopo che fu disceso accarezzò ancora una volta l’animale che sembrò felice e si scostò per permettere agli altri di avvicinarsi agli ippogrifi. E successe il fattaccio, Malfoy da idiota qual’era insultò Fierobecco e si guadagnò una zampata, Harry era furibondo.

“Se succede qualcosa ad Hagrid per colpa di quel…”

Ron e Hermione assentirono in accordo.

Dopo pranzo, lui e Hermione andarono a lezione di Rune ma Harry era distratto e pensava ad Hagrid.

“Se non t’interessa perché hai scelto questa materia?” Sibilò la ragazza inviperita quando uscirono.

“Non è che non mi interessa! Ero solo distratto! E comunque ho ascoltato, partiremo dall’alfabeto”

“E cosa ti aspettavi scusa?”

“Dall’uso delle rune, perché dobbiamo imparare a memoria i loro nomi? Quando vengono usate per un’incantazione permanente si può usare un manuale, per sapere come si chiamano! Ammesso che saperlo cambi qualcosa…”

Hermione parve molto perplessa e senza risposte. Una volta tanto…

“Beh, si parte sempre dalle basi…” Ma fu una replica debole, Harry la ignorò

Rimase pensieroso fino a dopo cena quando volle andare a trovare il guardiacaccia, che si stava ubriacando, i tre cercarono di confortarlo e ci riuscirono ma poi Hagrid parve accorgersi che Harry era li e cominciò a sbraitare su di lui che non doveva stare fuori con il buio. Harry non replicò ma era incazzato nero. Non sopportava di sentirsi prigioniero, specie dopo aver assaporato la libertà di quell’estate.

Quella notte con sua disperazione stette di nuovo male…

 

La mattina dopo davvero si reggeva in piedi a stento e aveva di nuovo sognato l’uomo che chiedeva aiuto.

“Harry hai un aspetto terribile”

“Grazie, Herm. Buongiorno anche a te”

Lei arrossì ma non si lasciava smontare così facilmente.

“Hai dormito male? È per…” Abbassò la voce “Pensi a Black?”

Lui ci mise un attimo per capire

“Cosa? No, no. Ho solo… degli incubi” Borbottò imbarazzato

Ma fosse solo quello, era stato di nuovo male e di nuovo contemporaneamente! Le crisi non dovevano essere così ravvicinate nel tempo. E poi perché di nuovo contemporaneamente?!

Era stato di nuovo costretto a prendere la pozione. Caspar l’avrebbe rimproverato. Ma che scelta aveva?

In più si accingevano alla lezione più gradevole di sempre: Pozioni!

A lezione Malfoy sfruttò il suo presunto braccio ferito per costringere altri a preparargli gli ingredienti.

“Lo fai per mettere nei guai Hagrid?” Gli sibilò furioso

“Per quello e per altro… stai attento con quel Grinzafico Potter…” Harry digrignò i denti ma ancora una volta lo sguardo del biondo era strano, come se si sforzasse nel mantenere un’espressione maliziosa.

Ma fu distratto da quel pensiero dallo spettacolo di Piton che tormentava Neville. Harry sospirò, era vero che Neville era un disastro ma il compito del professore non era quello di renderlo un pozionante migliore invece di abbassare ancora di più l’autostima del ragazzo?

“A fine lezione daremo un po’ di pozione al tuo rospo e vedremo cosa succede!”

Neville sembrava disperato

“Lei dovrebbe insegnare non torturare!” Proruppe Harry

Piton si volse lentamente guardandolo con la solita smorfia di odio e disgusto

“Cosa Potter?”

“Ha sentito benissimo o quei capelli unti le ostruiscono l’udito?”

Il silenzio era quasi percepibile.

“30 punti in meno a Grifondoro e punizione signor Potter”

Harry non batté ciglio ne abbassò lo sguardo, i due si sfidarono in silenzio, Hermione intanto suggeriva  a Neville come evitare la morte del suo rospo.

“Ma sei impazzito? Mi sorprende che te la sia cavata così facilmente” Proruppe Hermione una volta usciti.

“Mi ha scocciato, non ha il diritto di comportarsi così” Harry era furente e Ron afferrò una spalla della ragazza facendole segno di tacere, Harry non era disposto ad ascoltare consigli di prudenza.

L’umore suo e della classe venne sollevato dalla lezione di Difesa, a quanto pare Lupin era competente come sembrava e l’ora fu interessante, anche se Harry si risentì per non aver potuto affrontare il molliccio, Piton vestito da donna fu qualcosa che non sarebbe stato facilmente dimenticato…

Quella sera Harry lasciò i suoi amici per spedire una lettera a Mundungus, se c’era qualcuno che poteva procurargli un pensatoio era lui.

Al momento di tornare in Sala Comune però deviò e dopo una breve corsa nel dormitorio, ignorando i suoi amici, uscì dal castello per raggiungere Fierobecco, legato davanti alla capanna di Hagrid. Sapeva che non doveva essere li con il buio. Era proprio quello il motivo per cui lo faceva. Non sarebbe stato un prigioniero!

Appena lo vide l’animale sembrò arretrare leggermente, come se avesse paura, era già successo ed Harry non capiva perché ma voleva diventare amico dell’animale.

“Non ti farò del male, ascolta” E cominciò a suonare, la musica leggera del liuto di Illien si levò nel cielo buio e l’animale parve ascoltare davvero, Harry cominciò a sentire fruscii intorno a se, come se altri animali fossero li in ascolto, ma non smise, perdendosi nella musica, rimase a suonare così tanto che era notte fonda quando smise. Accarezzò Fierobecco che sembrò guardarlo con rinnovata fiducia, il ragazzo gli sorrise nella notte.

Tornò alla torre senza curarsi di essere scoperto dai professori e in effetti non successe, non voleva preoccuparsi di nulla, pensare a nulla, aveva placato il suo spirito con la musica sperando che la calma lo invadesse e in qualche modo lo proteggesse da un’ulteriore crisi.

Ron lo aspettava sveglio nel suo letto, il che fu per Harry un gradito segno di amicizia, dato che il rosso considerava il riposo sacrosanto. I suoi rimproveri cessarono quando Harry lo accusò di essere come Hermione e quella notte fu tranquilla. Per fortuna.

Ma Harry quando si svegliò il giorno dopo era sicuro che la tranquillità non sarebbe durata a lungo.

Aveva riconosciuto l’uomo misterioso che gli chiedeva aiuto nei suoi sogni.

Era Sirius Black.

 

  
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