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Autore: Jaly Chan    20/07/2006    3 recensioni
Cosa si nasconde al di là dell'orgoglio di due persone? L'amore consapevole ma non detto di un uomo e una donna abituati a nascondere i sentimenti dietro uno strato di ghiaccio e una maschera di indifferenza. Il passato, il presente e il futuro. La loro storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 2

Buongiorno miei fedeli lettori ^o^ (Ma dove? Ndtt) Vi sono mancata? Si? No? Non lo so?

Sono secoli che non mi faccio sentire..scusate, ma non riuscivo a trovare nemmeno un momento libero per scrivere…Vorrei promettervi di essere più puntuale con l’uscita dei capitoli ma…sigh, credo sarà un sogno irrealizzabile…ç.ç Solo per questo ho impiegato 3 mesi…

Vabè, vi lascio a questo nuovo capitolo che spero vi piacerà! ^.^

Commentate in tanti!

 

 

Cap 2

 

Ok.

Non c’era di che preoccuparsi.

Andava tutto benissimo.

In fondo non era niente di indicativo…già, alla fine, cosa significava perdersi in una città semi-sconosciuta, anzi, almeno bisognava essere corretti con se stessi, del tutto sconosciuta?

A parte il fatto di essersi persi in un reticolato di vialetti sconosciuti e che dire lugubri era un complimento, andava tutto a meraviglia…

Ma certo.

Chi voleva prendere in giro?

Si era persa, ecco l’innegabile verità…

Tokio incrociò le braccia sospirando e si guardò attorno cercando di riconoscere un vago indizio che le facesse capire dov’era finita.

Niente da fare.

Posto assolutamente sconosciuto…

Ma come diavolo c’era arrivata li?

Così imparava a camminare senza guardare dove stava andando.

Era uscita così in fretta che aveva preso la prima strada che si era trovata davanti senza pensarci molto, e aveva camminato, per tutto il pomeriggio.

Era ormai il crepuscolo e lei si trovava in una strada sconosciuta, di una città sconosciuta senza l’ombra di anima viva attorno.

Fantastico.

Con un sospiro di rassegnazione fece dietro front ripercorrendo lentamente i suoi passi.

Non era da lei fare una cosa del genere.

Beh, non era nemmeno da lei essere così…scombussolata…

Chi poteva darle torto in fondo?

In meno di tre giorni la sua vita aveva subito uno sconvolgimento non indifferente.

Dopo quell’idilliaco incontro con quel simpaticissimo e soprattutto molto cortese poliziotto – che il diavolo lo pigliasse – era riuscita ad arrivare sana e salva alla sua nuova abitazione.

E li aveva avuto una delle prime sorprese.

Aveva scoperto che suo zio era un commerciante di seta, bachi da seta per l’esattezza, ed anche molto conosciuto. Alla fine della guerra la loro famiglia, che era schierata dalla parte dei samurai ambiziosi – da quello che aveva capito dai boffonchii di suo padre e dalle mezze risposte di suo zio – si era fatta strada nel commercio, visto che era disinteressata alla vita politica, traendone gran profitto, soprattutto commerciando con l’estero.

Sinceramente non riusciva a capire l’avversione che suo zio aveva per gli europei…insomma, in fin dei conti la loro agiatezza la dovevano alla passione che avevano gli occidentali per la seta giapponese…

Aveva il sospetto che le stessero nascondendo qualcosa…

Beh, poco male, con quella ciabatta perennemente aperta che aveva sua zia a posto della bocca non avrebbe avuto problemi a scoprire il tutto. Senza contare che avrebbe avuto il sostegno di sua nonna…

Dimenticava.

Sua nonna.

Altra grande scoperta del giorno.

Aveva una nonna.

Sarebbe potuto sembrare stupido, ma si doveva tenere conto del fatto che suo padre non gliene aveva mai fatto cenno ed era stato sorprendente trovarsela davanti.

Si chiamava Kasumi Hyuga ed era una bellissima signora con poco meno di sessant’anni dagli occhi di un caldo marrone scuro, in fondo ai quali, però, si poteva scorgere un luccichio di malizia; era colta, raffinata e, nonostante la voce tranquilla e pacata, sapeva calamitare l’attenzione del suo ascoltatore con una facilità disarmante.

Niente di più facile per una geisha.

Una vera geisha di Kyoto! Ed una delle più famose ai suoi tempi!

Quando lo aveva saputo le erano quasi cadute le braccia dallo stupore…aveva letto di queste donne solo nei libri, ma non aveva mai pensato di trovarsene una davanti! Sua parente poi!

Avevano parlato; e molto anche. Di tutto e di niente.

Era stato bello…da tempo non si era sentita così in sintonia con qualcuno, e forse ne aveva avuto anche un po’ paura. Una tale affinità l’aveva trovata solo con sua madre…difficilmente era in grado di aprirsi con qualcuno, ma le aveva fatto bene, almeno il peso che sentiva sullo stomaco si era alleggerito…

Ora, però, era qualcos’altro a preoccuparla…

Si fermo in mezzo alla strada desolata.

Come avrebbe fatto a tornare a casa?

Si guardo attorno con aria sconsolata; la via deserta, le case buie e le imposte chiuse, tutto era orribilmente silenzioso…i casi erano due: o lì tutti andavano a letto come le galline oppure era finita nel quartiere peggiore che potesse immaginare…

Ragionando: la prima possibilità le sembrava un po’ strana, visto che nemmeno quando lei aveva cinque anni andava a letto così presto, indi per cui….

Conclusione: aveva mai fatto testamento?

No.

Ovvio.

Però avrebbe tanto voluto farlo.

Che cosa voleva avere di più dalla vita? Un Sakè? (battutona…)

Come a darle una risposta qualcuno scoppiò a ridere sguaiatamente, attirando la sua attenzione. Si guardò attorno indecisa sul da farsi e prendendo un profondo respiro si avvicinò cautamente all’angolo da cui veniva un sommesso vociare. Lunghe ombre si proiettavano sul muro antistante, quattro, no, cinque uomini stavano parlando fra loro in tono cospiratorio.

Si arrischiò a sbirciare oltre il muro, incuriosita dalla situazione quando una voce la riprese bruscamente.

- Ehi! Che stai facendo!? –

Tokio sobbalzò e si volto di scatto trovandosi davanti un uomo, che aveva chiaramente scritto in faccia “ehi, sono un criminale” ed era il suo doppio sia in altezza sia in larghezza.

Semplicemente magnifico…

Il suo esordio in Giappone stava procedendo di bene in meglio…

- Allora!? – ringhiò quello avanzando pericolosamente di un passo ed alzando altrettanto minacciosamente un pugno

- Chi? Io? Assolutamente niente! – disse in fretta, sorridendo nervosamente – Stavo solo facendo una passeggiata! Ma ora ho finito e perciò me né vado…arrivederci! – fece frettolosamente dietrofront, cercando di allontanarsi il più in fretta possibile da li e da quell’uomo.

Il gruppetto di cui aveva visto solo le ombre si era disperso appena aveva sentito delle voci estranee, ma Tokio non ci badò più di tanto, impegnata com’era a battere in ritirata.

- Ehi, ehi aspetta…- ghignando l’uomo le si parò davanti ostruendole la via di fuga – Avanti, non andartene così in fretta…- l’uomo fece scorrere gli occhi sui suoi vestiti – o sul suo corpo, ma preferì non pensarci – senza smettere di sogghignare – Hai dei strani vestiti…non ti ho mai, visto da queste parti…sei nuova? -

Tokio ignorò il significato di quel “nuova” e arretrò d’un passo – Veramente sono di fretta sa…tanti impegni…-

- Davvero? Beh…perché non mi dici almeno il tuo nome? – l’uomo la guardò lascivamente e la ragazza sentì distintamente la sua pelle accapponarsi

- Devo andare – replicò ostinatamente lei cercando di superarlo

L’uomo le prese un polso cercando di attirarla a se – Eddai…non fare la difficile…-

Tokio strattonò il braccio cercando di liberarsi – Mi lasci…- sibilo con voce pericolosamente bassa – ORA! –

Quello non l’ascoltò nemmeno continuando a ghignare – Su dai…ci divertiremo –

La ragazza alzò un braccio per colpirlo ma il tizio lo afferrò spingendola contro il muro, cercando di immobilizzarla.

- Scommetto che sei molto brava…- le ansimò l’uomo sul collo, nauseandola con suo fiato pesante.

Lei lo guardava dritto negli occhi, lanciandogli fulmini dardeggianti. Avesse potuto lo avrebbe trafitto con lo sguardo, quando si ricordò di avere un bel paio di gambe e per di più libere. Alzò un ginocchio e lo posò, con tutta la delicatezza di cui disponeva, tra le gambe di quel poveraccio che, colto alla sprovvista, si ritrovò a gemere sulla tragica sorte dei suoi gioielli di famiglia, abbandonando la presa.

Tokio camminò parallela al muro fino a quando non fu completamente libera e poi cercò la fuga, approfittando del fatto che il suo avversario era momentaneamente K.O.

Raggiunse in tutta fretta il primo svicolo che trovò, ma quando voltò l’angolo andò a sbattere contro un corpo solido e compatto, rischiando fra l’altro di finire lunga distesa a terra. Fortunatamente la sua caduta fu frenata da un paio di braccia solide che la presero al volo.

- State bene signorina? – domando qualcuno con voce calda

Tokio alzò lo sguardo trovandosi di fronte il viso gentile e sorridente di un giovane uomo, in divisa.

Un poliziotto! Fosse ringraziato il cielo!!! C’era qualcuno che le voleva veramente bene lassù!

 – S-si..stavo solo…-

La sua spiegazione fu interrotta dalla voce irata del suo aggressore – Maledetta sgualdrinella!!! – urlò fuori di se – Ora me la paghi! –

L’uomo svoltò l’angolo di corsa ma si fermò di botto quando vide il giovane poliziotto che non smise di sorridere.

- Buonasera Signor Ebizu…c’è qualche problema? – domandò tranquillamente

Ebizu masticò un’imprecazione fra i denti – Kaito…- mugugnò – Che ci fai qui? –

- Il solito giro di ronda…- rispose cordiale – E lei? -

L’uomo fece spallucce – Facevo una passeggiata, me ne stavo giusto andando a casa –

- Magnifico – Kaito esibì un sorriso da copertina – Buona serata -

Tokio fissò sbalordita l’uomo che si allontanava senza protestare, per poi portare lo sguardo sul suo “salvatore”

- Io…la ringrazio…- mormorò impacciata – Mi ha aiutata…-

- Dovere signorina…-

- Hyoga, Tokio Hyoga -

Il poliziotto s’inchinò appena – Ryutaro Kaito, per servirla –

- Molto piacere…-

- Mi dica, signorina, cosa fa da queste parti? Non è quartiere adatto a lei…-

- Mi sono persa…- ammise la ragazza scrollando appena la testa – Mi sono appena trasferita e non sono ancora molto pratica della città…- sorrise – E’ stata una vera fortuna che lei fosse qui…-

Ignorò la vocina che le diceva che sarebbe riuscita a cavarsela benissimo da sola. Era meno indifesa di quel che sembrava.

Fece violenza sui suoi stessi pensieri.

Lei era una signorina perbene.

Signorina perbene.

Signorina perbene.

- Già, una vera fortuna…- Kaito si gettò un’occhiata attorno e strinse appena gli occhi d’un caldo nocciola – Questa non è la zona adatta per fare una passeggiata signorina Hyoga…e se non sbaglio casa sua è dall’altra parte della città…-

L’uomo incontrò lo sguardo perplesso di Tokio e sorrise con entusiasmo – Ryuji Hyoga è piuttosto conosciuto in città…- spiegò

- Ah…-

- Sa come tornare a casa? -

- Per la verità…- la ragazza si guardò attorno -…no -

- Non c’è problema! L’accompagno volentieri…- esclamò l’uomo con gioioso impeto -…naturalmente se lo desidera…- aggiunse in fretta, imbarazzato, vedendola alzare un sopracciglio.

Tokio celò dietro una mano il sorriso divertito che le era salito alle labbra – Ne sarei felice signor Kaito…- disse – La sua guida mi sarebbe di grande aiuto…-

- Magnifico! – esclamò, poi scosse la testa correggendosi immediatamente – No, cioè, io intendevo…ecco…-

La giovane represse la risata di ilarità che minacciava di esplodere – Non si preoccupi…– lo interruppe ridendo appena – Ho capito cosa intendeva…-

- Ah, beh, nessun problema allora…- sorrise facendosi da parte ed indicò con un gesto del braccio la strada da seguire – Da questa parte prego…-

- Grazie -

Camminarono in silenzio per qualche momento, attraversando strade identiche fra loro, ma che il poliziotto sembrava conoscere come il palmo della sua mano.

- Mi dica…- incominciò Kaito rompendo quella quiete -…da dove viene precisamente? Il suo accento non mi pare di queste parti…-

- Perché non lo sono…- rispose tranquilla – Vengo da…tutt’altro continente…-

L’uomo la guardò stupito – Quale? –

- Me ne dica uno e io ci sono stata…- rise – Non sono mai stata ferma in un luogo abbastanza a lungo per poterlo chiamare casa….-

- Ha girato il mondo allora -

- Quasi tutto -

- E le piaceva? Viaggiare intendo…-

Tokio rimase qualche secondo in silenzio – Si…- disse alla fine lentamente – Studiare le diverse culture è sempre stata la mia passione –

- Sapevo che lei doveva essere in grado di fare qualcos’altro oltre a difendersi molto bene…- rise Kaito

La ragazza arrossì appena.

Beccata in pieno.

- L’ho forse offesa? -

- No…- Tokio agitò lievemente una mano come a scacciare quelle parole – Non si preoccupi, in fondo è la verità -

- E se le piaceva tanto perché ha smesso? – s’incuriosì il giovane poliziotto

La ragazza socchiuse gli occhi seccata; quel ragazzo poteva essere anche molto cordiale e simpatico, ma quanto era impiccione???

- Signorina? -

- I miei genitori sono passati a miglior vita, signor Kaito – disse lapidale e guardandolo con la coda dell’occhio – Sono stata costretta da forza maggiore -

Lo vide arrossire e distogliere lo sguardo mortificato.

Sapeva di essere stata dura, ma lei detestava la gente ficcanaso e quel giovane gendarme si era spinto un po’ troppo in la per i suoi gusti.

Lui e le sue stupide domande.

- Mi perdoni, io non intendevo….- mormorò dispiaciuto

- Non importa signor Kaito – disse seccamente

- Sono sinceramente…-

- Lo so, non si preoccupi, lo so…- lo interruppe sospirando stancamente

- Almeno lo lasci finire…- s’intromise una voce con freddo sarcasmo – Non vede che si sta umiliando per scusarsi con lei? -

Tokio avvertì distintamente il suo stomaco contrarsi in una dolorosa morsa mentre si bloccava in mezzo alla strada.

Quella voce…

Fissò con occhi leggermente sgranati il selciato della strada sotto i suoi piedi; avvertì lo spostamento d’aria causato da Kaito che si girò di scatto esclamando – Vicebrigadiere Fujita! -

Qualcuno lassù la doveva proprio odiare…

 

 

 

 

Allora? Com’è? ^^;

Passabile? Spero di si…^o^ Ho introdotto un nuovo personaggio che farà sicuramente altre apparizioni e farà sicuramente parlare di se! XD (Scusa…ma perché io ho UNA frase in tutto il capitolo? <.<* ndsaito) Non cominciare a fare la prima donna! (Si, ma il protagonista maschile sono io! >.< ndsaito) Mmmmmhhh…non ti preoccupare…nel prossimo parlerai SICURAMENTE di più…-.-“  (Consolazione…T.T ndsaito) Fattela bastare U.U

Ora; passiamo ai ringraziamenti! ^O^

 

Nakoruru: Che ne dici di questa Tokio? In questo capitolo s’è scoperto un nuovo aspetto del suo carattere, spero ti sia piaciuto XD Purtroppo Saito avuto una minima parte in questo cap (Protesterò al sindacato U.U ndsaito), ma la sua presenza a comunque continuato ad aleggiare come quella di un fantasma…U.U Eh già, le fandom inglesi sono veramente interessanti, anche perché sono le uniche…ho perso la vista a forza di leggerle tutte quante…e non ho ancora finito @.@ Ma perché non esistono anche in italiano? Ti ringrazio della recensione e spero di poter leggere presto un nuovo cap della tua fanfic! ^o^ byebye ^.-

 

 

Ashee: Ed ecco a te un altro capitolo!!! XD Ti ho rotto le scatole in qualunque modo chiedendoti consigli su consigli…beh, spero che questo capitolo ti soddisfi! ^O^ (Altrimenti sono rogne! Etcì! Ndsaito) Salute ^^;

 

 

Volevo dirvi un’ultima cosa: chiudete un occhio sulle imprecisioni storiche please!!! ç.ç (Socca…<.< ndsaito) Odioso!!! >.<***** e poi vorrei specificare che la somiglianza tra i cognomi Saito e Kaito, e i nomi Ryuji e Ruytaro non è voluta…sono andata a caccia di cognomi e nomi giapponesi, e questi mi hanno particolarmente colpita, tutto qui.

Grazie ancora per le recensioni! ^o^

Bye bye ^.^

  
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