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Autore: emome    28/11/2011    2 recensioni
Isabella,17 anni va a vivere con la zia in una piccola cittadina degli Stati Uniti. Genitori morti e fratello scomparso.Pensava che sarebbe sprofondata ancora di più nella depressione e nella monotonia ma a scuola nota qualcosa che non và e la cronaca del posto mette i brividi.Conoscerà Alexander, bello e misterioso, ma sarà stata fortunata o sfortunata a conoscerlo?.
"Mi sembrava di essere finita in un film dell'orrore, con l'unico dettaglio che era tutto rale. Lui era reale".
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                  Capitolo

                                                    13

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella  notte mi svegliai di soprassalto a causa di un incubo sul misterioso demone che stava braccando Alexander . Sentivo il pericolo nell’aria e la cosa mi metteva un’angoscia tremenda. Guardai la sveglia: le 2.30, dopo poche ore sarei dovuta andare a scuola e probabilmente non sarei più riuscita a riaddormentarmi. Scattai a sedere all’istante appena vidi una figura appoggiata alla parete davanti al mio letto  ma in un attimo mi fu accanto e mi tappò la bocca “sono io”  riconossi la sua voce  e mi rilassai all’istante. “Che fai qui? E soprattutto da quando sei qui?” pensavo che la notte dormisse come ogni persona normale ma dimenticavo che lui non era normale, ne tanto meno una persona. “Non riuscivo a dormire e poi lo sapevi che  sei bellissima mentre dormi” e mi baciò a fior di labbra . “Però ti sei svegliata di soprassalto, hai avuto un incubo?” mi chiese preoccupato, tentennai. “Si ma…non era nulla” i miei erano solo stupidi sogni.“Dimmi cosa hai sognato” disse deciso, quando voleva sapeva farmi fare tutto quello che voleva. “Riguardava sempre quel demone” si stese sul letto e prese a fissare il soffitti, come stanco. “Sembra che in città ce ne siano almeno una cinquantina di morsi” fece una pausa e poi continuò “non è normale, secondo me centra quello  a cui sto dando la caccia” “ e forse è lo stesso che ha ucciso quella ragazza a settembre” lo interruppi. Se era così iniziava tutto a combaciare. “Sicuramente” “aspetta, mio fratello mi aveva detto che chi l’aveva morso gli aveva detto che voleva dominare il mondo o trasformare tutti, una cosa del genere.”  Tutto mi sembrava più sensato.    “Si, sicuramente è lui. Ma non sa che mordendo a destra e a manca non trasforma nessuno ma da solo alcuni dei nostri poteri” ci fu qualche secondo di silenzio e poi:”sarebbe un disastro mondiale, con questi poteri tutti li userebbero in modo indegno e si ucciderebbero a vicenda. Potrebbe perfino finire l’umanità. Dobbiamo fermarlo” sembrava preoccupato e, sinceramente, non me lo sbattevo da lui.“Addirittura?” chiesi scettica, “si perché…” mi scappò uno sbadiglio. “Ne parliamo domani dopo scuola adesso dormi” e mi tirò su le coperte” tu però resti vero?” chiesi supplicante, non volevo assolutamente rimanere da sola. “Certo piccola ma ora dormi  rispose dolce dandomi un ultimo bacio prima di riaddormentarmi.                                                 

La mattina , dopo scuola, andai  a casa di Alexander dove vi erano anche  Axel e Brian.Fortunatamente quel giorno Zia Madison non sarebbe tornata per niente a casa e mio fratello, pur avendo fatto molte , non mi era venuto a prendere di peso e a barricarmi in casa. Brian e Axel ci aspettavano già nel salotto e avevano l’aria annoiata.“Ciao Isabella, perché sei qui? Dobbiamo organizzare un piano d’attacco e ti non ci sei di nessuno aiuto” mi accolse Brian. “Dicci cosa hai trovato” lo intimò Alexander.“Questa mattina stavo passeggiando allegramente  in questa gioviale cittadina quando vedo ai  lati della strada uno che morde un altro” “che botta di culo” lo interruppe Axel. “Ho provato ad andargli incontro ma è scappato,non sono riuscito a stargli dietro” concluse. “Molto teatrale” commentai, l’aveva detto con un tono da narrazione e si vedeva che non glie ne importava nulla. Mi lanciò un’occhiataccia. “In che punto era?” gli domandò senza scomporsi il fratello “all’altezza della cioccolateria” che coincidenza. “Partiamo da lì, non dovrebbe essere difficile seguire le sue tracce. Andiamo!” e con Brian e Axel molto scocciati di seguirci uscimmo fino alla macchina. “Tu  non vieni” mi ordinò, quasi, Alexander ma quella volta sarei venuta.“Invece si “ gli risposi sicura guardandolo dritto negl’occhi. Il suo volto si indurì.  “Non ci saresti di nessuno aiuto e poi è troppo pericoloso” “ e tu…” provai protestare.“Io non corro nessuno pericolo, sono trà i più forti e sicuramente un “principiante” stai tranquilla. “ cercò di convincermi “voglio venire ugualmente”  sospirò e mi fece salire.                 “La prima litigata” commentò Axel, “vieni ma devi fare quello che ti dico intesi?” mi raccomandò. “Si signore.”    

 

   
 
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