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Autore: lol90    28/11/2011    1 recensioni
Le avventure di Sasuke Uchiha dopo lo scontro con il fratello.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Prologo
 
Vedere tutti quei bambini che usciti dall'accademia ridevano correndo in braccio ai genitori o si rincorrevano felici tra loro non era mai stato facile per lui.
Non aveva tempo da perdere in bambinate come quelle, doveva allenarsi costantemente senza darsi pace se voleva raggiungere quel livello e coronare il suo sogno.
Al posto di giocare con i suoi coetanei lui si rifugiava nel suo angolo segreto in mezzo ai boschi di Konoha e si allenava con kunai e shuriken, centrando perfettamente ogni bersaglio disegnato da lui sui tronchi degli alberi.
Ormai la tecnica con le armi era perfetta, ora bisognava allenarsi con i ninjutsu, perfezionando le abilità insegnatole dal padre, prima della sua prematura morte.
Innanzitutto doveva sviluppare la velocità e diventare imbattibile nei ninjutsu, ma sopratutto sperare di attivare al più presto la sua abilità innata se voleva davvero competere contro il suo odiatissimo nemico.
 
Aveva dieci anni, ma era un bambino prodigio, in accademia aveva pieni voti sia in teoria che in pratica e anche il maestro faticava quando si esercitava nei combattimenti contro di lui, anzi per poco non ci rimase secco in un duello quando il bambino gli scagliò contro la tecnica della Palla di Fuoco Suprema, non se l'era aspettato da un ninja così piccolo una mossa di così alto rango.
Non aveva amici ne in accademia ne fuori, solo perché non li voleva, data la sua alta popolarità tra i suoi coetanei.
Anche se i suoi anni si contavano ancora con le dita aveva concetti molto più simili a quello di un adulto, non voleva legami perché diceva che quelli sarebbero stati d'intralcio al suo piano, quindi stava sempre da solo, rafforzandosi solamente col pensiero dei suoi genitori e della vendetta che avrebbe condotto per loro.
 
Gli anni passarono e per poco non cadde nella trappola che tanto aveva cercato di scansare: si era creato un forte legame tra lui e un bambino della sua età, non poteva permettere che quello interferisse con suo piano, rischiando di vanificare ogni suo sacrificio fatto in passato.
Duellò con lui, da pari a pari, era la prima volta che considerava un coetaneo suo pari, ma tanto non voleva dire niente per lui, alla fine di quel duello sarebbe andato per la sua strada e forse non si sarebbero più visti.
La battaglia non se la aspettava così dura, ora che finalmente gli era stato conferito il potere, ma il suo amico non voleva perderlo in quel modo, lui non capiva, non poteva capire i sentimenti che provava; non poteva rimanere con lui a vivere una vita forse felice, lui aveva uno scopo più importante, rifondare il suo clan sterminato e uccidere l'autore della carneficina, e per fare ciò doveva abbandonarlo, era così che doveva andare.
 
Finalmente era arrivato a eguagliare e forse superare la forza del suo rivale, ora mancava poco alla sua vendetta, bastava trovarlo e lui sapeva come fare.
Così creò un gruppo con il quale andò alla ricerca del fratello, fino a trovare un membro dell'Akatsuki, l'organizzazione in cui militava la persona che lo avrebbe portato al completamento di una parte del suo sogno, decise di sfidarlo per testare il suo potenziale e neanche utilizzando i pieni poteri lo sconfisse, sacrificando un inutile serpente per scampare all'ultima carta giocata dal nemico.
Ormai lo sapeva che era questione di tempo rintracciare suo fratello, ma accade che il ricercato andò direttamente da lui, sfidandolo in un durissimo duello che poteva trasformare un sogno in realtà.
 
Fine prologo

Capitolo 1
 
Giaceva su un letto, doveva essere svenuto durante l'incontro con suo fratello, allora come mai era ancora vivo?
Cercò di alzarsi e capire dove si trovava, ma la testa gli girava troppo e subito si ridistese sfinito, cercava di ricordare la battaglia avvenuta qualche ora prima, ma non era facile con quel dolore lancinante che non gli dava tregua.
Si riaddormentò, sognò per tutto il tempo una persona lontana, celata dall'oscurità che lo guardava, solo gli occhi risaltavano, possedeva lo sharingan e il majenkyu era attivo, voleva arrivare a lui ma più cercava di avvicinarsi più la figura si allontanava, finché non si fermò ad un tratto facendo bloccare anche lui.
La paura lo avvolse, suo fratello lo aveva immobilizzato e gli stava camminando lentamente incontro, con una mano levata come per prendere qualcosa, i suoi occhi.
Cercò di liberarsi, ma era tutto inutile, ormai la mano di suo fratello era a pochi centimetri dal suo volto, chiuse le palpebre, sperando che qualcuno o qualcosa lo salvasse, anche se sapeva la pateticità di quel pensiero.
La mano deviò, colpendolo con due dita sulla fronte, si ridestò dal sonno con un sussultò, subito si ricordò tutta la battaglia avvenuta tra lui e il suo consanguineo, ricadendo con un sorrisetto stampato sul volto per la coronazione del suo sogno, finalmente aveva vendicato i suoi genitori.
 
Una voce risuonò nella piccola stanza dove si trovava, si girò di scatto verso la persona che forse lo fissava da molto tempo senza che lui se ne accorgesse.
Aveva una maschera arancione che gli copriva il volto, vestiva il kimono dell'Akatsuki, non un buon segnale dato che lui aveva appena ucciso un suo membro.
Cercò di rialzarsi dal letto, affrontare il suo avversario anche in precarie condizioni, quando quest'ultimo lo fermò, dicendogli di non aver intenzione di duellare.
Si presentò, togliendosi la maschera, successe in una frazione di secondo, un potere a lui sconosciuto lo avvolse in una strana aura, si sentiva imbattibile, poi come arrivò scomparve, si toccò gli occhi, aveva perso sangue dalle orbite.
Si ripulì e guardò di nuovo il misterioso uomo davanti a lui, che si era rimesso la maschera.
Il membro dell'Akatsuki poi blaterò parole su suo fratello a cui lui non voleva dare ascolto, si sdraiò di nuovo sul letto, dicendo di voler riposarsi se non dovevano duellare.
In realtà non poteva dormire, pensava e ripensava a quella strana sensazione che aveva avvertito per qualche secondo, ma ormai non gli interessava più il potere, ora voleva solo ricreare il suo clan, meditando se fosse il caso di ritornare a Konoha per fondarlo o trovarsi un nuovo villaggio.
Poi l'uomo riprese, si era scordato della sua presenza nella stanza, dicendogli che lui non conosceva suo fratello, ma cosa gli poteva importare? L'aveva ucciso poco tempo prima e poi non aveva intenzione di conoscerlo, voleva solo vendicare lo sterminio del suo clan.
Alla fine notando il disinteresse del ragazzo capì che per ora era inutile parlare con lui, ma a tempo debito sarebbe riuscito nel suo piano, conquistare gli occhi del nipote, per creare un nuovo e potentissimo doujutsu, ma prima doveva risolvere il problema di non poterlo guardare col suo sharingan, data la protezione che ora lo avvolgeva, brutta faccenda dato che le sue abilità consistevano solamente nel contatto visivo.
 
Era mattina, nessun raggio di luce entrava in quella stanza, doveva essere sotto terra.
Sentì il rumore di passi, attivò lo sharingan e notò sei persone che stavano venendo nella stanza in cui si trovava, cinque di loro avevano esattamente lo stesso chakra, mentre una aveva un chakra minore ma comunque molto elevato, si sentì in trappola, l'arrivo di quel sestetto non prometteva nulla di buono ed era sicuramente impossibile affrontarlo tutto da solo, oltretutto non si era ripreso ancora completamente.
L'aria era stagnante, sentiva un senso di soffocamento in quel piccolo locale con sei persone che stavano arrivando, si alzò e cercò un uscita, ormai faticava a respirare, non poteva finire così, ora che era riuscito nella sua vendetta.
Tirò un pugno al muro un po' per frustrazione, un po' come ultima speranza, ma non successe nulla.
Ricadde in ginocchio, portò le mani verso il collo, per la prima volta in vita sua provava panico, non riusciva più a respirare, crollò a terra.
Qualcosa gli diede fastidio ad un occhio, un pallido raggio di sole entrato da un minuscolo buco nel soffitto lo aveva abbagliato, pure questa mi doveva succedere pensò disperato, poi la speranza gli rimbalzò nel petto: se dal soffitto era entrato il sole lui poteva uscirci.
Giunse le mani e fece esplodere il soffitto, lanciandosi in una corsa verso la libertà, respirò a pieni polmoni l'aria fresca mattutina che gli sbatteva dolcemente sul volto, non poteva credere di aver avuto così tanta fortuna.
 
Fine Capitolo 1
  
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