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Autore: xenascully    28/11/2011    2 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Gibbs stava intagliando il pezzo di legno col suo scalpello, attentamente, creando un liscio disegno circolare che aveva visionato nella sua mente. Aveva cominciato quel progetto qualche giorno fa, dopo essere tornato a casa dall’ospedale. Era qualcosa che aveva pensato di fare da qualche tempo, e visto che non aveva nient’altro segnato sulla sua lista di cose da fare, aveva cominciato quello.

Il primo giorno nel quale era sceso in seminterrato, era rimasto sorpreso dal vedere che Tony lo aveva ripulito un po’. Non che lui lo avesse lasciato in condizioni disastrose, ma non aveva passato la scopa da un bel po’, e qualche strumento era rimasto fuori posto. Anche il bourbon non sembrava diminuito dall’ultima volta, anche se sapeva che ne era stato versato qualche bicchiere.

Quello che davvero lo sorprese, tuttavia, era stata la nuova asse di legno che aveva trovato ad aspettarlo sopra il tavolo da lavoro. Era esattamente quello che aveva immaginato per il suo nuovo lavoro. Apparentemente, aveva detto qualcosa in proposito durante una delle molte cene col suo Agente Anziano. L’uomo più giovane doveva essersi assicurato che Gibbs avesse quello di cui aveva bisogno, perciò se ne era occupato mentre il suo capo era incosciente. Lo rese felice il pensiero che DiNozzo avesse avuto così tanta fiducia in un suo recupero. O, forse, speranza. Comunque sia, non aveva intenzione di lamentarsi.

Gibbs sentì il rumore di diversi passi al piano di sopra, ma non si lasciò distrarre. Solo quando sentì qualcuno che scendeva le scale, alzò gli occhi.

“Hey, Capo.” Sorrise Tony. “Sono tutti qui, se sei pronto.” Disse, appoggiandosi al muro una volta scese le scale.

“Lasciamo solo finire questa parte.” Insistette Gibbs. “Mi ci vorrà meno di un minuto.”

 Tony si scostò dal muro e si avvicinò per poter vedere cosa stava intagliando. “È incredibile quanto tu sia già riuscito a fare.” Commentò.

“Ho avuto un sacco di tempo, niente lavoro questa settimana.” Disse Gibbs, sollevando le sopracciglia senza staccare gli occhi da quello che stava facendo.

Tony passò le dita sopra il legno intagliato. “Sarà stupendo da vedere sulla cappa.”

Gibbs alzò gli occhi, allora. “Mi blocchi la luce, DiNozzo.”

“Scusa, Capo.” Indietreggiò di un passo.

“Grazie.”

Tony non sapeva se lo stava ringraziando per essersi spostato o per il complimento. “Quindi uh…non hai mai detto perché ne volevi fare un altro.” Disse. “Quello che hai di sopra, adesso, sembra a posto.”

“Ha dei buchi.” Disse Gibbs, finendo la piccola curva alla quale stava lavorando. Mise giù lo scalpello e si tolse gli occhiali.

“Non l’avevo notato.” Replicò Tony.

“Allora, che c’è per cena?” Gibbs cambiò discorso.

Cambio di discorso che avvenne con successo perché gli occhi di Tony si illuminarono mentre si spostava verso le scale. “Non ne sono sicuro! Ziva ha preparato qualcosa. Ha un buon odore, qualunque cosa sia.” Gli disse stando alle spalle di Gibbs mentre salivano le scale. Gibbs non aveva problemi a camminare. Ma dal suo recupero, aveva avuto qualche problema a coordinarsi quando saliva o scendeva le scale. A quanto pareva, i suoi piedi non volevano saperne di seguire le sue intenzioni. L’avevano scoperto a loro spese, la prima sera a casa…

Gibbs era al piano di sopra in bagno, a vestirsi dopo una doccia che non vedeva l’ora di farsi da quando era stato dimesso dall’ospedale. Sentì qualcuno bussare alla porta al piano di sotto e Tony che andava a vedere chi era, probabilmente si trattava del ragazzo delle consegne.

Si sbrigò a vestirsi. Il pensiero di poter mangiare della pizza lo rese affamato, improvvisamente. Dopo aver speso tutto quel tempo a mangiare solo cibo da ospedale, non vedeva l’ora di poter ingerire qualcosa di normale. Doveva essere così che si sentiva Tony, decise, ogni volta che mangiava della pizza. Ogni volta.

Gibbs finì di vestirsi e uscì dal bagno dirigendosi verso le scale. Adesso poteva sentire il profumo della pizza.

“La cena è pronta, Capo!”Gridò Tony dalla cucina. Gibbs poté sentire il rumore dei piatti che venivano tirati fuori dalla credenza mentre cominciava a scendere gli scalini.

Ma qualcosa improvvisamente gli fece abbassare lo sguardo sui suoi piedi. Saliva e scendeva le scale da quando aveva cominciato a camminare; gli sembrava di aver fatto abbastanza esperienza e di non  avere bisogno di fermarsi a pensare a cosa fare. Eppure eccolo là, a guardarsi i piedi come se non fossero stati parte del suo corpo, e non fossero stati collegati al suo cervello.

Per quanto avesse provato a correggere il movimento del suo piede, guardò come in realtà stava inciampando. La familiare sensazione di stare cadendo, improvvisamente lo pervase facendogli afferrare il corrimano. Tutto quello che ottenne con quel gesto tuttavia, fu semplicemente modificare l’angolatura con la quale stava cadendo. Il che, a pensarci bene, fu un bene…

Con un grugnito, il corpo di Gibbs si contorse e piombò a terra da metà scala, accasciandosi a terra.

“Oh mio Dio…Capo!” Tony corse talmente tanto veloce che Gibbs temette potesse farsi del male.

“Sto bene, DiNozzo.” Grugnì Gibbs.

“Sei appena caduto dalle scale!” Tony era inginocchiato accanto a lui; le mani che gli tastavano il corpo, in cerca di ferite. “Hai battuto la testa?”

“No. Ho preso un colpo alla spalla contro il corrimano; ho battuto il sedere un paio di volte…” Lo rassicurò. Ma Tony continuò la sua ispezione, e Gibbs sentì il leggero tremore che percorreva le mani dell’Agente. Afferrò il polso di Tony. “Sto bene, Tony.” Tony lo guardò negli occhi. “Non ho battuto la testa. Adesso, aiutami ad alzarmi. Ho fame e quella pizza ha un profumo maledettamente buono…”

 

Eccovi un altro capitolo! Fatemi sapere se ho commesso qualche errore perchè non ho potuto rileggere!

  
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