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Autore: Lord_Envy    28/11/2011    1 recensioni
La vita di Fidel, Léonie e Lothar subirà un grande cambiamento quando scopriranno che il loro coinquilino, Brexton, è una spia internazionale. Vittime della sfortuna, i tre ragazzi saranno costretti a partecipare alla missione, per evitare di essere uccisi. Fra amori, amicizie e tradimenti, ecco a voi una piacevole storia estiva.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Fidel's anatomy


Brexton, intanto, procedeva a passi pensanti verso la zona dei camerini maschili. La testa ribolliva di pensieri negativi ed apocalittici.
In una scena del film mentale che era proiettato nella sua mente, lui apriva la porta e trovava Léonie e Lothar nudi in piena attività carnale mentre in un'altra li vedeva abbracciati sotto la torre Eiffel a scambiarsi baci mentre i fuochi d'artificio esplodevano in cielo. Sentiva lo stomaco stringersi in una morsa poiché in quei pensieri quella coppia era assolutamente perfetta. Non avrebbero litigato mai, si sarebbero sposati in una chiesa gotica e non avrebbero neanche invitato Brexton poiché la loro relazione non avrebbe lasciato spazio per coltivare le loro amicizie e, guarda caso, soprattutto la sua.

Stava stringendo i pugni lungo i fianchi quando l'occhio cadde in direzione dei camerini femminili ed ebbe una visione che bruciò all'istante la pellicola del suo film mentale.

Léonie in un lungo vestito verde e con i capelli raccolti. Stava benissimo. L'incendio si estese dalla 'sala proiezioni' a tutta la mente di Brexton mandando in corto circuito ogni ablità del proprio corpo, tranne una, in basso.

Fidel sgranò gli occhi non appena vide che Brexton era imbambolato dietro la ragazza e si impegnò seriamente a farlo risvegliare da quello stato catatonico in cui era caduto senza riuscirci pienamente. Avvertendo che qualcosa non andava, Léonie si girò e vide Brexton che, con difficoltà cercava di parlare.

''Io vado, devo... devo... devo fare qualcosa.'' sorrise Fidel che si alzò prontamente dalla poltrona e passò vicino Brexton sussurrandogli con velocità ''Sei splendida.'' per poi andarsene.

''Sei splendida!'' ripetè a pappagallo Brexton mentre era tentato di farsi installare un auricolare per poter sentire tutti i suggerimenti di Fidel.

''Grazie.'' arrossì Léonie. ''Senti...'' iniziò cercando di scongelare la gola e le corde vocali.

''Sì?'' domandò speranzoso.

''Per ieri sera... scusami.'' sussurrò la ragazza notando un lieve cambiamento nello sguardo di Brexton, come se un'ombra avesse oscurato i suoi occhi per qualche secondo.

''Per lo schiaffo o per Lothar?'' domandò con apatia.

''Che c'entra Lothar?''

''Avete dormito abbracciati.'' spiegò Brexton tornando di una serietà letale.

''Oh.'' le uscì dalla bocca, stupidamente. ''Non me n'ero accorta.'' si affrettò ad aggiungere ma Brexton sembrava non accettare quell'ipotesi, la teoria secondo la quale ci si può addormentare abbracciati a qualcuno senza che se ne abbia memoria.

Erano poche le occasioni in cui Brexton sfoderava quello sguardo disumano contro Léonie e tutte le volte che accadeva lei si sentiva morire dentro, si sentiva al gradino più basso della scala sociale, un rifiuto umano, una puttana del rango più basso ed irrecuperabilmente portatrice di perdizione.
'Guardalo negli occhi o non ti crederà!' si rimproverava mentre alzava lo sguardo che in quel momento sembrava pesare come un macigno. Salì lungo
le spalle, percorse le labbra ed arrivo al naso. 'Vai, ora.'

''Davvero!'' aggiunse facendo rotolare lo sguardo giù, fino a guardare le scarpe di Brexton.

Non vide la sua reazione, era troppo occupata a vergognarsi come una ladra. Notò solo che Brexton girò i tacchi e tornò a camminare in direzione opposta.

'Non piangere.' si ordinò non riuscendo nemmeno a guardarsi riflessa allo specchio e rimanendo così immobile.

Unico giorno che si rivelò pieno di risultati fu il Mercoledì. Lothar aveva imparato ad utilizzare il guanto alla perfezione, Léonie aveva imparato una decina di mosse di karate mentre Fidel ora riusciva perfettamente a tendere l'arco e lanciare anche più di una freccia nelle direzioni indicate.
Riuscirono anche ad immobilizzare Brexton grazie ad una combo compiuta dagli altri due uomini. Avevano finalmente capito che per battere un mostro come Brexton dovevano unire le forze, così, improvvisando del tutto, Fidel e Lothar sfruttarono la loro genialità per neutralizzare il loro amico.
Lothar si chinò come un giocatore da football durante un'azione di placcaggio ed iniziò a correre in direzione di Brexton il quale, senza troppe cerimonie saltò compiendo una spaccata a mezz'aria. Quello che non aveva notato alle sue spalle era che Fidel aveva iniziato a correre e, utilizzando la schiena ancora piegata di Lothar come una cavallina, si diede lo slancio e a mezz'aria abbracciò Brexton da dietro bloccandogli le braccia e facendolo cadere rovinosamente a terra.

''Ottimo!'' rise di gusto Brexton mentre cercava di divincolarsi dalla presa dell'amico.

''Grazie!'' risposero all'unisono Lothar e Fidel mentre Lèonie gioì di quell'azione appena compiuta.

''E' un'improvvisata?'' domandò notando quanto forte fosse la presa di Fidel.

''Yes! Ci siamo scambiati uno sguardo e ci siamo capiti subito.'' spiegò Fidel. ''Sta' buono!'' aggiunse sperando che Brexton la smettesse di divincolarsi.

''Dai, lasciami andare.'' rise l'altro anche se con difficoltà poiché Fidel non era certo un peso piuma.

''Che dite, ragazzi, lo libero?'' domandò Fidel volgendo lo sguardo agli altri due che, complici, esplosero in un cattivo 'No'.

''Dai, tanto abbiamo finito, sono le 20.'' spiegò dimenandosi un altro po'.

''Tu hai finito. Noi no.'' rise diabolicamente Lothar mentre spariva in cucina.

''Prima o poi ti stancherai e saranno dolori!'' rise l'immobilizzato mentre cercava di capire cosa avessere intenzione di fargli li altri tre. Sentiva solamente dei sussurri che si scambiavano Léonie e Fidel ma non capiva nessuna parola. Poi vide avvicinarsi le gambe di Lothar con in mano un secchio azzurro dalla quale cadeva qualche flutto d'acqua a causa del movimento ondulatorio della camminata del ragazzo.

''Fidel mi dispiace!'' rise Lothar prendendo il secchio con entrambe le mani.

''Fa niente, mi sacrifico per la patria!'' rispose l'altro allentando la presa. Brexton ne approfittò subito per ribaltare la situazione. Facendo leva con la gamba si spostò giusto in tempo per evitare il gavettone d'acqua. Ora c'era Brexton sopra Fidel ma non lo toccava se non per bloccargli le ginocchia con le sue gambe e i polsi con le sue mani.

''Non sapevo ti piacesse stare sopra!'' osservò divertito Fidel quasi crocifisso sul pavimento. Brexton aprì la bocca per rispondergli ma non fece in tempo che una seconda secchiata d'acqua, questa volta gelida, si infranse contro di lui, bagnandolo da capo a piedi.

''Ne avevamo una di riserva.'' spiegò Léonie mentre svuotava il resto del secchio e di piccoli cubetti di ghiaccio sulla testa del ragazzo.

''Ok me lo merito.'' ammise lasciando liberi i polsi di Fidel ed aiutandolo a sollevarsi anche se continuava a bloccargli le gambe.

''Si che te lo meriti!'' rise il biondo che era uscito praticamente asciutto da quel diluvio.

''Ah sì?'' domandò Brexton con aria di sfida spingendo di nuovo Fidel a terra e prendendo un cubetto di ghiaccio per poi infilarlo sotto la maglia del ragazzo, a diretto contatto con la pelle calda.

''Brucia!'' rise Fidel inarcando la schiena mentre Brexton si alzava e notava che in palestra non c'era nessuno. Uscì dalla stanza e ricevette una seconda secchiata d'acqua in pieno volto ma questa, almeno, era tiepida.

''E' guerra!'' ringhiò divertito.

Passarono due ore a gettarsi l'acqua addosso. Bagnarono le lenzuola, ruppero il televisore e macchiarono le pareti ma alla fine si stesero tutti e quattro sul letto e, col sorriso sulle labbra, si addormentarono.

Furono svegliati dalle urla di un gatto che veniva lanciato contro il letto.

Léonie lanciò un urlo e balzò giù dal letto, letteralmente terrotizzata dai gatti, sopratutto quelli neri mentre Lothar tentò di prenderlo ottenendo solo un paio di graffi sulle mani. L'unico che non sembrava turbato fu Fidel che si svegliò sentendo la lieve pressione del micio che camminava sul suo copro e gli annusava curioso le labbra.

Il biondo aprì un occhi e si ritrovò due occhi verdi che lo fissavano curioso.

''Sai che odio i gatti!'' commentò Léonie col fiatone e mettendosi dietro Brexton, usando il suo scudo contro l'animale che ora stava giocherellando con Fidel.

''Sì, lo so!'' rispose Brexton sorridendole.

''Mi ha graffiato, quella bestia!'' constatò Lothar studiando le proprie mani.

''Il disinfettante è in bagno. Fidel, vieni o rimani a coccolare il gatto?'' domandò Brexton.

''Gli o le ci vuole un nome,- disse prendendolo in braccio -e poi sei solo infastidito dal fatto che non mi sono svegliato di colpo!'' concluse Fidel con aria saccente.

''Sbrigati.'' alzò il sopracciglio.

''Ma ha bisogno di coccole! Guardalo,- si alzò e portò il muso del gatto a stretto contatto con la faccia imperturbabile di Brexton -come puoi negargli o negarle affetto? Soprattutto dopo che tu l'hai lanciato o lanciata per aria!'' lo squadrò riducendo agli occhi ad una fessura ma accentuando il tono ironico della situazione.

''A saperlo vi avrei lanciato un alano. Ora, in palestra!'' e prese il gatto dalle braccia di Fidel per posarlo a terra. Lèonie indiettreggiò non appena il gatto iniziò a scorrazzare per la camera e continuava a rimanere attaccata alla schiena di Brexton, la paura vinceva l'imbarazzo.

''Oddio mi sta guardando.'' disse nascondendo affondando la faccia nella schiena di Brexton.

''Se mi fai girare ce ne andiamo.'' aggiunse Brexton con tono rassicurante.

''Non fare scherzi.'' miagolò Léonie allentando la presa sulla maglietta di Brexton.

''Fidati.'' e con un leggero scatto si portò di fronte alla ragazza. Faccia a faccia. Il cuore di Lèonie smise di battere per un secondo per poi riprendere la sua attività con più frequenza.

''Andiamo?'' domandò Brexton risvegliando Léonie che riprese conoscenza e si affrettò a seguirlo assicurandosi ogni tanto che il gatto non seguisse entrambi.

Entrando in palestra la ragazza chiuse la porta non appena fu sicura che anche Fidel e Lothar fosserò lì con loro e che la 'bestia' non si fosse nascosta in qualche angolo remoto.

''Esagerata!'' sorrise Lothar tamponandosi le ferite lievi.

''I gatti sono una delle due cose che Léonie teme maggiormente.'' spiegò Fidel stiracchiandosi.

''E la seconda?'' domandò Lothar ad alta voce.

''Non sono stato autorizzato a dirtelo!'' rise l'amico dopo che Léonie lo incenerì con lo sguardo.

''Oggi è Giovedì. Chi viene a duellare con me?'' domandò Brexton sorridendo. ''Fidel, vieni tu!'' aggiunse senza aspettare che i ragazzi si mettessero d'accordo.

''Ma veramente...''

''Non era una domanda!'' sorrise Brexton mostrando i denti. Brutto segno. Brexton faceva come i cani: quando voleva apparire minaccioso mostrava i denti.

''Se è per la storia del gatto posso sbarazzarmene!'' sorrise Fidel indicando l'altra stanza.

''Forza, fai l'uomo.''

''Ma lo sono solo per metà!''

''O vieni con le buone o vieni con le cattive!''

''Ok, mi alzo!'' si arrese alzandosi con malavoglia e dirigendosi verso un ring che avrebbe fatto impazzire qualunque patito di box o wrestling per quanto era reale.

''Niente guantoni? Mi si rovinano le mani!'' protestò vedendo che Brexton saltellava sul posto per riscaldare.

''Léonie e Lothar, voi due allenatevi con pesi e bilancieri.'' spiegò ignorando l'osservazione di Fidel.

''Non possiamo guardare lo spettacolo?'' sorrise Lothar avvicinandosi al ring.

''Non avete pagato il biglietto quindi no!'' rispose Fidel.

''Perché, chi pagherebbe?'' domandò Lothar.

''Ci sono persone che pagherebbero miliardi solo per vedermi il...''

''Basta, abbiamo capito!'' scoppiò Brexton bloccando Fidel a metà frase e con il dito indice che indicava un punto in basso del suo corpo.
I due amici iniziarono a combattere. Fidel attaccava raramente, più per carattere che per assenza di possibilità, mentre incassava molti colpi dimostrando una buona struttura corporea.

Parava i colpi con aria distratta ma al contempo concentrata e stava attento più a proteggere se stesso piuttosto che ad attaccare.

''La miglior difesa è l'attacco.'' disse Brexton fra un pugno senza destinazione e l'altro.

Al terzo tentativo mancato di colpire Fidel al volto, quest'ultimo si abbassò completamente tirando un calcio dietro al ginocchio di Brexton facendolo cadere di schiena contro il tappeto morbido.

Il ragazzo si alzò subito senza utilizzare l'aiuto delle mani e tornò a fendere l'aria con il tentativo di colpire Fidel che ora sfoderava un sorrisetto divertito.

''Finirai per stancarti!'' disse Brexton roteando il colpo per sfoderare un calcio ma Fidel lo evitò piegando il busto all'indietro sicché potesse continuare a vedere le mosse di Brexton ma alla fine cadde rovinosamente di schiena a terra.
Brexton si diede un leggero slancio, tuffandosi con il gomito direzionato verso l'addome del ragazzo che fece appena in tempo a rotolare via ed evitare un dolore che si sarebbe rivelato indescrivibile.

Approfittando dell'amico a quattro zampe, Fidel si avvicinò per assestargli un calcio in pieno addome, costringendo Brexton a prendersi quale secondo di tempo per ignorare il dolore. Quando si rialzò vide Fidel in posizione d'attacco mentre con due dita lo invitava a raggiungerlo, sfidandolo. Brexton balzò sfoderando un gancio destro che fu evitato con velocità da Fidel il quale approfittò del momento per colpire l'amico in volto ma quest'ultimo parò il braccio, non aspettandosi però un secondo calcio al ginocchio facendogli perdere l'equilibrio momentaneamente. Con un po' più di grinta, Brexton tentò di nuovo di colpire il ragazzo al volto ma quest'ultimo parò il gancio con la mano e spinse il braccio dietro la schiena di Brexton, bloccandolo nella classica posizione che non permetteva alcun movimento.

''Ora chi è che è stanco?'' domandò Fidel con una punta di superbia mentre forzava ancora di più la scomoda posizione del braccio sinistro di Brexton lungo la sua schiena e tenedolo fermo ancorandosi al suo busto.

''Fidel, devi sapere due cose. Uno, non sono mancino e due, non devi avvicinare il tuo busto al braccio libero perché se no potrebbero fare così.'' e così dicendo caricò una gomitata dritta contro il fianco destro del ragazzo. Brexton sentì il respiro di Fidel che si smorzava e la forza che iniziava a scemare, approfittandone per sgusciare via e tornare in posizione d'attacco. Ma Fidel non era pronto. Cadette a quattro zampe reggendosi il punto in cui Brexton l'aveva colpito con la mano. Il moro si aspettava quella reazione quindi non ci fece molto caso, neanche quando vide Fidel rannicchiarsi in posizione fetale. Il campanello d'allarme scattò quando vide che la maglia dell'amico iniziava ad imbrunirsi così come la sua mano iniziava a tingersi di rosso.

Sentì Léonie abbandonare immediatamente il peso e correre verso l'amico che mandava soffocati lamenti di dolore.

''La cicatrice!'' urlò e subito Brexton si sedette sulle ginocchia ed alzò la maglietta dell'amico per vedere che dalla stessa cicatrice che aveva notato in bagno un paio di notti fa, ora stava uscendo del sangue. Non troppo ma comunque abbastanza.

''Tampona.'' bisbigliò Brexton mentre si avvolgeva il braccio dell'amico intorno al collo e lo aiutava ad alzarsi. ''Lothar, prendimi il disinfettante e tu, Léonie, prendimi ago e filo nella cassetta del pronto soccorso.'' urlò mentre accompagnava Fidel a letto. ''In fretta!'' disse vedendo che gli altri due non si muovevano.

Appoggiò delicatamente Fidel sul letto. Aveva tutto il corpo reso lucido dal sudore, i capelli attaccati alla fronte mentre teneva gli occhi chiusi e faceva piccoli respiri. Non voleva mettersi né ad urlare né a piangere ma il dolore era davvero troppo.

''Fidel, ascoltami.- disse Brexton constringendo l'amico ad aprire gli occhi -ora, dovrò suturare la ferita.'' e così dicendo imbevette un batuffolo di cotone nel disinfettante e poi lo poggiò con forza vicino alla ferita.

''E come intendi fare?'' domandò Lothar e Brexton rispose lanciando un'occhiata all'ago ed al filo da sutura che Léonie aveva appena portato.

''Stai scherzando? Sono cose barbare!'' protestò Lothar.

''Non possiamo portarlo in ospedale, è fuori da questo quartiere e finché chiamiamo un dottore potrebbe perdere troppo sangue.'' spiegò Brexton gettando il battuffolo di cotone e prendendone un secondo.

Sotto ordine di Brexton, Lothar tagliò la maglia di Fidel mentre Léonie si stese sul letto prendendogli il volto fra le mani.

''Andrà tutto bene.'' disse lei con voce spezzata mentre l'amico la guardava dicendole e ricordandole il motivo della cicatrice.

''Fidel ora devo chiuderti la ferita con questi- indicò ago e filo -ti prego, rimani fermo il più possibile. Non tremare, non inarcare la schiena, non tirare calci o sollevare la testa. Ok?'' domandò con voce sicura e ferma. Il ragazzo annuì mordendosi le labbra.

''Lothar prendigli la mano.'' ordinò il ragazzo mentre bagnava l'ago ed il filo col disinfettante.

''Pronto? Inizio!'' e come annunciato, Brexton passò l'ago fra i due lembi di pelle per poi avvicinarli. Aveva fatto il primo punto.

''Bravissimo, abbiamo quasi finito.'' mentì Brexton infilando l'ago in un altro lato di pelle.

''Cazzo dici che hai appena iniziato?'' sbraitò Fidel mentre stringeva la mano a Lothar e si mordeva le labbra. Era uno spettacolo raro vedere Fidel in preda all'ira più nera, ma quelle poche volte che accadeva faceva quasi paura e tenerezza allo stesso tempo. Ci voleva molto per farlo arrabbiare e riusciva comunque a portare le persone dalla sua parte grazie alla dolcezza che aveva sempre riservato a tutti, anche a chi non lo meritava.

L'ago in sé non faceva male, era quando tirava il filo per unire i due lembi che sentiva un forte dolore e bruciore. Il respiro iniziava a farsi più tagliato e disordinato. L'addome si muoveva su e giù dando fastidio all'operato di Brexton il quale si dovette fermare chiedendogli di moderare il respiro.

''Fanculo!'' rispose aprendo gli occhi iniettati di sangue.

''Fidel rischio di farti seriamente male. Per favore, modera il respiro. Canta una canzone.'' disse con serietà.

''A perché questo non è un male serio?'' urlò scioccato per poi richiudere gli occhi e cercare di moderare il respiro.

''Léonie cantagli qualcosa.'' ordinò mentre vedeva che il respiro si calmava ma non abbastanza. Senza farselo ripetere due volte, la ragazza si accucciò
vicino l'orecchio dell'amico e dopo avergli baciato la guancia annunciò le sue intenzioni.

''Ora canto Bad Romance, ok?'' Fidel aprì gli occhi ed annuì leggermente. La melodia si rivelò un dolce anestetico, anche se non abbastanza forte, mentre Lothar perse parzialmente sensibilità alla mano poiché Fidel stringeva troppo forte.

''Qualche altro punto ed ho finito.'' lo rassicurò Brexton ma i rumori arrivavano ormai ovattati alle orecchie del ragazzo. Iniziò a sentire un formicolio alle mani e dei sudori gelidi iniziarono a percorrergli la schiena e la fronte. Aprì gli occhi e vide nero. Il dolore si faceva via via più debole così come la voce di Léonie e la presenza della mano di Lothar. Poi, svenne.

''Fidel?'' domandò Lothar vedendo che l'amico non stringeva più la mano.

''E' svenuto.'' commentò Brexton con serietà clinica. Léonie squadrò l'amico con orrore. Era pallido, le labbra erano scolorite e non rispondeva ai richiami esterni.

''Léonie calmati. Sta respirando!'' disse indicando la pancia che faceva lievemente su e giù.

''Non dovevi colpirlo lì!'' lo accusò la ragazza con le lacrime agli occhi.

''Avrebbe dovuto avvisarmi che aveva un punto debole, non glielo avrei colpito.'' contestò Brexton ingoiando amaro.

''Ma sai quanta forza ci vuole per riaprire una cicatrice chiusa da almeno cinque anni?'' ringhiò come una leonessa inferocita ma Brexton non rispose.

Era troppo concentrato nel completare la sua opera clinica che si potè definire conclusa solo dopo tre quarti d'ora di tortura.

''Potete tornare ad allenarvi.'' concluse Brexton guardando Léonie e Lothar. ''Sono ancora le 11 del mattino. Andate!'' li ordinò muovendo la mano per sottolineare il concetto.

Lothar lasciò delicatamente la mano dell'amico e tornò sileziosamente in palestra, leggermente sotto shock per quello a cui aveva assistito. Léonie, invece non si mosse. Rimase ferma ad accarezzare i capelli di Fidel mentre cercava di trattenere qualche lacrima.

''Non farlo mai più!'' ringhiò contro Brexton.

''Fare cosa?'' domandò Mentre prendeva un altro batuffolo di cotone zuppo di disinfettante e puliva la ferita.

''Non prendertela con gli altri al posto mio.'' sibilò guardandolo con occhi pieni di rabbia.

''Mi stai accusando di aver fatto del male a Fidel solo perché so che è tuo amico?'' domandò Brexton confuso e infuriato. ''Ma quanto sei egocentrica!?'' commentò attaccando un cerotto sulla ferita dell'amico.

''Egocentrica io? Ma hai visto cos'hai fatto?'' domandò indignata.

''Non l'ho fatto apposta! E poi è meglio se ti abitui a veder soffrire i tuoi amici poiché non sarà una passeggiata questa missione.'' commentò Brexton con un tono rancoroso e pieno di tristezza. Léonie si bloccò di fronte a quella frase. Non aveva mai considerato la paura di Brexton di veder perdere i propri amici a causa sua ed ora gli faceva tenerezza, ma non una tenerezza materna, una che solo una persona che ti ama può provare. Avrebbe voluto baciarlo, rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene, ma non ne aveva la forza.

''Vorrei rimanere con lui.'' sussurrò asciugando qualche lacrima che, traditrice, continuava a cadere.

''Verrò a controllarlo io, tranquilla.'' e così dicendo fece scendere Léonie dal letto e la condusse in palestra. 

  
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