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Autore: elyforgotten    28/11/2011    8 recensioni
FANFIC COMPLETAMENTE REVISIONATA! *Periodo risalente dalla 2 stagione in avanti*
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Questa Fan-fic parla della sorellasta di Caroline, la figlia maggiore di Bill, Briony che torna a Mystic Falls dopo che si era trasferita per un evento drammatico che le era capitato... Ma quando tornerà scoprirà che niente è più come prima... Una nuova realtà che la sovrasterà, la incanterà, fino a divorarla.
DAL CAPITOLO 20:
"Non stai parlando con il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un cuore, Briony" affermò lui con tono spietato allontanandosi da lei.
Dopo un po' lei lo seguì:
"Eppure io lo sento battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a sé stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un cuore, lo aveva...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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17 CAPITOLO

 

 

Di solito non riuscir a dormire alla notte le metteva soltanto cattivo umore e agitazione.

Ma Briony anche se non dormiva, si sentiva bene… in pace. Le veniva da ridere anche se non c’erano motivi. O meglio ce ne erano eccome: ripensava al bacio mozzafiato che Elijah le aveva dato, quando lei gli aveva detto che lo amava e lui gli aveva sorriso con quegli occhi così malinconici e dolci.

Non riusciva a non pensare ad altro se non alle emozioni indescrivibili che le aveva suscitato.

Anche se lui non gli aveva risposto quando lei gli aveva detto “Ti amo”, Briony sapeva lo stesso che una parte del suo cuore, che era sicura che ci fosse ancora dopo tutti quei secoli passati nell’ombra, voleva bene inconsapevolmente a quella strana ragazza. Lo leggeva nei suoi occhi, nel suo sorriso affascinante e nel tono della sua voce profonda.

Lui si era lasciato andare con lei, aveva abbassato le sue difese solo con lei e non le aveva mai fatto del male, anche se le occasioni non gli erano mancate… Non era forse abbastanza questo? Che lui tenesse di più alla sua vita invece che tentare di toglierla, come un normale vampiro avrebbe fatto?

In quel momento Briony si sentì la donna più felice sulla faccia della terra.

Sorridendo, affondò la testa sul cuscino e si addormentò.

 

 

Briony si svegliò sentendo dei rumori provenire dalla cucina.

Sicuramente era Elijah che preparava il suo solito thè… si immobilizzò nel letto come una stupida.

Avrebbe tanto voluto scendere per vederlo ma era anche super imbarazzata.

Cosa avrebbe dovuto dirgli? Cosa avrebbe dovuto fare?

Beh stare nascosta in camera non era sicuramente la soluzione.

Dopo aver indossato una vestaglia scese giù in cucina.

Trovò Elijah in piedi che stava preparando ovviamente il thè. Le dava le spalle ma sicuramente aveva sentito la sua presenza entrare.

Briony si sedette alla tavola e mormorò un buongiorno.

Elijah si voltò verso di lei, e sorridendole disse: “Buongiorno. Spero tu abbia dormito bene.”

“Benissimo” mentì sorridendogli.

Elijah le porse gentilmente una tazzina di thè caldo e lei ringraziandolo incominciò a berlo.

Era sceso un silenzio imbarazzante: lei si contorceva le mani ansiosa perché non sapeva cosa dirgli, e lui era immobile che faceva finta di niente. Sembrava una statua divina.

“E’ tornata Jenna ieri pomeriggio. Le ho chiesto di vederci a casa sua, così avresti potuto vederla anche tu. So che ci tenevi.” disse all’improvviso Elijah.

Lei lo guardò sorpresa. “Non mi aspettavo che sarebbe tornata così presto. E’ un po’ triste però doverle nascondere l’ennesima realtà segreta che è venuta a crearsi.” Mormorò senza neanche pensarci mentre lo sguardo vagava per la stanza.

Elijah le donò per un attimo uno strano sguardo poi tornò a guardare un punto indefinito davanti a sé. “I segreti nuocciono qualsiasi fiducia ma a volte sono necessari. Uno strano bisogno reciproco di proteggersi. Anche se io, da parte mia, non li ho mai tollerati.” Disse misterioso senza darle modo di scavare nei suoi pensieri corazzati.

L’Originario mise poi via la tazzina con un sorriso fascinoso: “E quindi le farai intendere questa nuova realtà che è venuta a crearsi?” domandò di nuovo misteriosamente, senza però fissarla. L’ennesima maniera per metterla in soggezione perché sembrava che fosse andata lei dritto dritto nella sua trappola mentre lui non poteva far altro che stringerla a sé nella sua morsa predatrice.

Briony però allontanò quei pensieri stupidi dalla mente perché in fondo Elijah non l’aveva mai costretta a fare niente che non volesse. Ritornando alla sua domanda, si fece anche lei misteriosa con un pizzico di malizia.

“E quale sarebbe la realtà?” ridomandò per attirare l’attenzione del vampiro.

Questi infatti alzò lo sguardo su di lei, ma non fece trapelare nulla dell’emozione che si dovrebbe provare in certi casi. Lei si sentiva di provare tutto, ogni cosa, mentre lui il chiaro opposto. Forse era questo che più l’attraeva, anche se doveva sentire la delusione attorcigliarle lo stomaco.

Il sorriso che poi Elijah le rivolse la fece sussultare, suo malgrado:

“Devo spiegartelo?” richiese lui, più misterioso che mai, senza lasciarsi troppo andare.

Briony lo guardò fisso negli occhi, in quei pozzi neri in cui era facilissimo annegare, mentre l’aria non circolava come doveva nel suo organismo. Cercò di trovare una risposta a tono, o di continuare quel sortilegio visivo, quando però la suoneria del cellulare la colse di sorpresa.

Salvata dal cellulare, si direbbe.

Briony guardò il display. Era un messaggio di Jenna in cui le chiedeva di vedersi a casa sua. La ragazza quindi prese la palla al balzo per vedere l’amica, e anche per uscire da quell’atmosfera vibrante che era andata a crearsi. In un certo senso le pareva di soffocare.

“E’ Jenna. Devo passare da lei.” Disse con finta noncuranza.

Elijah accolse senza remore e con indifferenza  il cambio di argomento. Come sempre.

 “Ha detto che ci saremmo visti questa sera, a cena.”

“Sì ma con te. Prima dobbiamo conversare da donna a donna.” Rispose Briony ilare andandogli vicino.

Lui le sorrise e si avvicinò lentamente al suo viso, continuando a fissarla profondamente negli occhi. Briony deglutì ansiosa guardandolo con le guance in fiamme.

Ad un tratto Elijah si avvicinò troppo pericolosamente, appoggiando la tazzina nel lavello dietro di lei e sfiorandole così il braccio.

Quel contatto, anche se flebile, le scatenò una tempesta dentro.

Lui non smetteva di guardarla in un modo che la metteva terribilmente in soggezione; e con le loro labbra lontane solamente di qualche centimetro, Elijah le sussurrò a bassa voce:

“Allora ti lascerò andare.”

Briony sentì il suo respiro delizioso sul viso e abbassò lievemente le palpebre, assaporando quella sensazione e il suono della sua dolce minaccia.

Elijah le sorrise e la lasciò andare, camminando a passi indietro. Ormai la sua presa ipnotica era finita ma Briony era ancora un po’ intontita. Come al solito.

Gli disse che sarebbe tornata presto e come risposta ricevette il solito sorriso affascinante di Elijah, ma quella volta il suo cuore galoppò ancor di più dentro il petto.

 L’atmosfera vibrante attorno a lei non cessò di esistere anche dopo essere uscita dalla stanza.

 

Briony credeva che avrebbe visto delle padelle volare in casa Gilbert dopo l’arrivo di Jenna, ma notò che c’era un silenzio tombale. Forse troppo silenzio.

Bussò alla porta e le aprì subito Jenna. Non era cambiata minimamente anzi forse il tour al campus le aveva fatto bene, infatti la vedeva più serena.

“Ciao Jenna. Appena letto il tuo messaggio e sono venuta, come vedi.”

“Grazie.. sono tornata ieri…” rispose lei in un tono stranamente serio.

Briony sospirò bonariamente:

“Come stai?”

“Sto cercando di superare la rabbia e la delusione che ho provato. Rick mi ha chiesto di dargli una seconda possibilità…

Briony aggrottò la fronte:

“Gliela darai?”

“Non lo so Briony… sono ancora ferita per tutte le bugie che mi ha raccontato”

“Posso entrare? Così parliamo meglio”

Jenna acconsentì e la fece entrare.

“Non voglio difenderlo Jenna, ma se ti ha taciuto la verità… è stato solo per proteggerti…  per evitare un dolore che ti avrebbe sicuramente travolta. Non lo sto giustificando per averti mentito per tutto questo tempo… ma mettiti nei suoi panni. Se tu dovessi mantenere un segreto pericoloso… che se svelato farebbe soltanto soffrire le persone che ami… tu cosa faresti?”

Jenna la fissò pensandoci per qualche minuto. Alla fine le sorrise

“Va bene Briony, la tua terapia ha funzionato. Dirò a Alaric di vederci stasera…

“Stasera? Ma dobbiamo venire anche io e Elijah.”

“Non ti dispiace vero? E da quando voi due fate coppia fissa?” domandò lei improvvisamente curiosa.

“Non facciamo coppia fissa!” urlò Briony.

“E perché stai arrossendo come un peperone?” le chiese lei con un sorriso malizioso.

“Jenna!” Briony cercò di evitare l’argomento ma ormai l’amica aveva colto nel segno.

“Quanto ti piace?”

“Cosa intendi per “quanto” ?”

“Oddio allora è una cosa seria…

“Non siamo fidanzati Jenna. Quindi evita commentini piccanti ti prego.” Mormorò Briony agitata.

“Va bene va bene! Ma dimmi tutti i dettagli… sono stata via troppo a lungo!”

Briony la guardò facendosi seria. Parlare di Elijah? Senza dire che era vampiro e tutto il resto? Inventarsi un’altra storia avrebbe comportato solo altre bugie…Jenna non se lo meritava.

“Mi dispiace… non posso dirtelo”

“Un altro dei segreti? Non ti fidi di me?” le chiese l’amica guardandola dispiaciuta.

“Non è colpa tua Jenna… ci sono tante cose che dovresti sapere.. ma non posso dirtele.  Non io. Ti prego di pazientare ancora… e ti supplico Jenna, stai attenta d’ora in avanti.”

Briony mi stai mettendo paura.”

“Dovresti averne. La città non è sicura”

“Che stai dicendo?” le chiese ad un tratto impaurita.

Briony la guardò sconsolata, non sapendo proprio cosa fare.

“Io queste cose non dovrei dirtele!” gridò mettendosi le mani nei capelli.

Jenna allora la guardò come se fosse pazza, non riuscendo a capire. Ma Briony doveva almeno avvertirla, tenerla del tutto all’oscuro era sbagliato:

“Pensi davvero che siano normali tutti questi attacchi di animali?” le chiese Briony all’improvviso.

Jenna ci pensò un attimo :

“In effetti… no. Ma cosa c’entra con me e Alaric?”

“Non erano semplici attacchi di animali. Ma di persone. C’è gente cattiva in giro Jenna… io lo so perché sono in rapporti con lo sceriffo e anche io sono stata attaccata tempo fa… ti ricordi?”

“Sì ma era stato Ivan… per un attacco di gelosia.” rispose Jenna che non riusciva a capire.

“Era una balla. Anche lui faceva parte della categoria “gente cattiva da cui stare alla larga”. Quindi Jenna ti supplico di star attenta, non aprire la porta ad estranei e cerca di uscire il meno possibile.”

“Stai dicendo che ci sono dei serial killer qui a Mystic Falls??”

Briony scosse la testa:

“Più o meno. Ma ti basta sapere questo… per ora. E ti ho già detto anche troppo nei limiti consentiti!”

“Elena è coinvolta vero?”

“Sono tutti coinvolti.”

“Non posso permetterlo! Io devo prendermi cura dei ragazzi!” ribattè Jenna shockata e completamente frastornata.

“Jenna sanno badare a loro stessi, ormai sono grandi e hanno superato delle sfide pericolose che tu neanche immagini! Ti chiedo solo di fidarti di noi… e del nostro buonsenso.”

Jenna allora sospirò, cercando di fidarsi dell’amica:

“Grazie per avermi avvertita. Anche se non sei ancora del tutto sincera”

“Perdonami Jenna…. Non posso proprio..” Lo sguardo di Briony era davvero rammaricato ma Jenna come al solito riuscì a comprenderla.

“Non ti farò più domande tranquilla” rispose mettendole una mano sulla spalla.

Briony le sorrise per tranquillizzarla, la baciò sulle guance e le disse che si sarebbero viste quella sera, in una serata priva di guai.

 

 

 

Qualche ora dopo si ritrovarono tutti a casa Gilbert.

C’erano Briony, Elijah, Jenna, Alaric. E di sopra anche Elena e Stefan.

Alaric cercava in tutti i modi di essere carino con Jenna e di far colpo, ma lei era distante e schiva. Parlava con Elijah di alcuni fatti storici e anche lei sembrava catturata dal fascino del vampiro.

Briony non poteva farci niente. Era difficile se non impossibile, resistere al suo sorriso magnetico.

Elijah possedeva proprio il fascino da predatore dominante, di uno che sapeva che non poteva essere respinto.

Forse era la sua freddezza o il suo sguardo gelido e misterioso, che faceva capitolare le donne ai suoi piedi.

Era il vantaggio di essere vampiri, che donava bellezza e forza disumana.

Anche Stefan era molto carino e il suo fascino da tenebroso aveva fatto urlare il cuore di tante ragazzine al liceo.

Damon… beh poteva anche essere uno stronzo ma non poteva negare che fosse davvero bello. Il suo sorriso ironico catturava le sue vittime designate e i suoi occhi blu facevano svenire.

Ma Elijah…. Aveva qualcosa di diverso. Di magnetico.

Anche quando era infuriato, quando teneva a stento la rabbia e ti guardava con occhi oscuri e gelidi… era sempre bellissimo.

Bello bello, come un Dio immortale.

E ormai il cuore di Briony era suo.

Immaginava che Elijah lo tenesse in mano ancora palpitante. E il sangue che sgorgava lungo le sue mani  e lui le sorrideva delizioso, senza osare schiacciare quel cuore così delicato per paura che si spezzasse…

Briony scosse la testa cercando di non pensare a cose del genere.

Si sedettero tutti a tavola a mangiare.

Jenna parlava ancora dei suoi studi e Elijah le faceva domande sulla cultura di Mystic Falls, intanto Alaric gli lanciava frecciatine odiose.

“Allora Elijah, com’è Briony in veste di padrona di casa?” gli chiese Jenna curiosa.

“Beh Briony… è perfetta in tutto. Non posso di certo lamentarmi.” rispose lui fissando l’interessata.

“Tutti però abbiamo i nostri scheletri nell’armadio…” si intromise Alaric.

“E’ vero ma lei almeno è sempre stata sincera senza secondi fini. Te ne accorgerai di quanto sia unica” rispose Jenna in modo sarcastico.

Briony tentò di darle un calcio sotto il tavolo ma Jenna fu brava a sviarlo e a far finta di niente.

Elijah le sorrise gentilmente e si versò del vino nel bicchiere.

Briony aveva intuito che Alaric voleva parlare da solo con Jenna, e chiese a Elijah di aiutarla a portare via i piatti. Jenna le lanciò un’occhiataccia ma la ragazza fece finta di niente.

“Come mai sei scappata?” le chiese poi Elijah appoggiando i piatti in cucina.

“Dovevamo lasciare soli i due piccioncini.”

Briony lo fissò e gli disse titubante:

“Scuse per le battute di Jenna. Le piace regalare meriti senza senso”

“Perché? Pensi di non meritarti i pregi che ti ha elogiato?” le chiese dubbioso fissandola.

“E’ mia amica e lo dice perché mi vuole bene”

“Hai un’opinione sbagliata su te stessa e sbagli.” Mormorò Elijah scuotendo la testa.

“No, è solo che non mi piace ricevere troppi complimenti” rispose lei un pochino nervosa.

“Allora starò attento a ciò che dirò.” Affermò lui sorridendole affascinante.

“Ma se tu non me ne hai mai fatti di complimenti!” rispose Briony facendo la finta offesa.

Scese qualche secondo di silenzio. Elijah non cessava di fissarla a lungo, facendo perdurare la maestosità del suo viso scolpito.

“Magari non a parole… ma li ho pensati veramente.” mormorò l’Originario con tono di voce sincero, che la costrinse a fissarlo dritto negli occhi neri.

“Davvero? Quali?” gli chiese curiosa ma col cuore palpitante e frenetico.

Quando lui non rispose, lei gli si avvicinò. Nell'altra stanza c'erano le voci ad alto volume di Alaric e Jenna, forse stavano discutendo, mentre in cucina c'era solo silenzio.. ma un silenzio strano, trepidante, d'attesa infinita che li racchiuse stretti come una ragnatela. Una dolce trappola.

“Neanche uno?” domandò lei di nuovo mentre si guardavano negli occhi, incatenandosi a vicenda.

Lui allora la guardò profondamente, poi sviò lo sguardo da lei sfiorandole comunque la guancia, delicatamente, col palmo della sua mano.

Briony allora chiuse gli occhi, posando la guancia nell’incavo della mano del vampiro, quella stessa mano che aveva strappato numerosi cuori e che da tempo stava possedendo il suo nella maniera più totale. Non aveva timore che avrebbe potuto strapparglielo come agli altri e assaporò quel tocco delicato, che esprimeva parole silenziose e soffuse nell'aria carica.

Briony sentì indistintamente la mano di Elijah abbassarsi, come se un pezzetto di ghiaccio stesse scivolando sulla pelle nuda lasciando una deliziosa sensazione. Si fece guidare dai suoi istinti e gli prese la mano con la sua, abbassandola anch'essa all'altezza dei loro petti.

Guardò le loro mani, che sembravano calamitate da elettricità. Briony le vide intrecciarsi, sfiorarsi come ali di farfalla, senza che il cervello avesse impartito un ordine ma solo il cuore avesse agito di sua volontà. Anche Elijah stava guardando le loro mani strette, pensieroso e catturato nel silenzio. Non dava segno di fermarsi come le altre volte, di scansarsi come scottato... era diverso, libero da catene e sul punto di riempire quello spazio cavo che aveva nell'animo.

I loro occhi si sollevarono in sincrono, combaciando l'un con l'altro come se si stessero riflettendo nelle profondità più estreme. Briony si sentì stringere lo stomaco in un nodo, lo sguardo di Elijah andava a farsi sempre più magnetico, tanto da apparire innaturalmente divino.

Il vampiro l'attirò a , in uno scatto elegante ma deciso, e fece rimanere sospeso lo sguardo abbassato verso quello di Briony. La ragazza rimaneva come in apnea o sul punto di buttarsi da un dirupo verso un abisso senza fine. Sentiva il respiro fresco di Elijah abbattersi sul suo volto come se fosse una folata di vento invernale, e rabbrividì. Non seppe chi dei due ebbe preso l'iniziativa, ma all'improvviso sentì le labbra di Elijah attaccate alle sue, lambite come due pezzi che vanno al loro posto.

Contrariamente a prima, Briony sentì un calore divampante crescere nel suo corpo, delle scintille scattavano durante il bacio e pregò che anche Elijah le sentisse. Si strinse di più a lui, un braccio del vampiro arrivò a cingerla.

Le loro menti sapevano che non erano soli in casa e che non era dabbene farlo, per questo non facevano scoccare rumorosamente le labbra e rimanevano quindi attaccate senza lasciar spazio ad altro dividendosi. I loro respiri erano fusi insieme e non c'erano necessità di espirare perchè mai ossigeno più dissetante fu la fiamma che soffiava nel bacio.

In uno slancio passionale, Briony si aggrappò alla sua spalla facendo danzare più avidamente le loro bocche nello stesso modo di prima che soffocava e li faceva appartenere. Non si era mai sentita così ed ebbe la sensazione che anche Elijah non si sentiva così da tantissimo tempo nel modo in cui la stringeva a e non la lasciava andare. Come se il ghiaccio avesse trovato la sua fiamma.

Purtroppo furono interrotti da un colpo di tosse di una persona che era appena entrata in cucina. Elijah si allontanò velocemente da Briony, mentre lei guardava spaesata chi fosse il disturbatore.

Con sorpresa scoprì che era Caroline, che li stava fissando preoccupata.

“Caroline, che ci fai qui?” le chiese Briony respirando a fatica sentendo ancora il fuoco nel sangue, mentre Elijah sembrava essere ritornato una statua di ghiaccio.

La Blond-girl fissò prima Elijah poi sua sorella, e disse solo che era venuta a trovare Elena.

“Bene, noi stavamo sparecchiando…” Briony cercò di smorzare la tensione che era scesa.

Sìsì, ho visto che eravate alquanto impegnati..” rispose acidamente la sorella, guardando di buio l’Originario.

Prima che la situazione degenerasse, Briony racimolò la pazienza e si allontanò da Elijah, non osando guardarlo, e fece intuire a Caroline di seguirla subito in salotto per parlare a quattr’occhi.

 

“Cosa credi di fare?” le chiese Caroline infuriata quando furono lontane da orecchie indiscrete.

“Perché?” domandò Briony innocente.

“Perché è sbagliato Briony!”

“Non me lo farò certo dire da te!” le recriminò la sorella maggiore.

Caroline fece un grosso respiro. Non voleva litigare con lei e nemmeno mettersela contro proprio ora che avevano chiarito tutto e le cose si stavano sistemando… ma appunto per questo non poteva permettere che la sorella si rovinasse con uno come Elijah. Non le piaceva proprio quella storia, proprio no.

“Ok Briony… sono contenta che tu abbia accettato la mia nuova situazione ma farti coinvolgere da un tipo come Elijah… non è per niente raccomandabile.” rispose cercando di farla ragionare.

“Perché, tu lo conosci forse? Ci hai mai parlato per più di 5 minuti, lo hai mai guardato veramente?”

“Non è necessaria una laurea in psicologia per capire che i tipi come Elijah portano solo angosce e pericoli! E’ un Originario, è venuto in questa città col solo e unico intento di usarci nella sua guerra, e non mi pare si sia fatto tanti scrupoli dal minacciarci tutti di vita o di morte. O forse hai problemi di memoria, sorellona?”

Briony si sentì punta sul vivo. “Non voglio sentire questi paternalismi su una situazione apocalittica che abbiamo contribuito tutti a creare, e poi da te che hai una relazione con Tyler! Io ho accettato la vostra storia perché ti rende felice, perché lo ami, ma Tyler non è certamente un tipo a posto! John mi ha messo al corrente dei rischi dell’essere un licantropo!” 

“E’ diverso.. io lo conosco da sempre, e so quali siano i suoi lati sia positivi che negativi… so a cosa vado incontro. E tu? Tyler ha rimasto ancora dentro di sé la sua umanità, ma Elijah è il classico vampiro che ha perso ogni concezione di sentimenti umani, se mai li abbia provati!” Rispose Caroline convinta, e quella convinzione fece sussultare Briony.

“Sei ingiusta Caroline. Tu non lo conosci. E so quel che faccio; non credi che anche io mi sia posta delle domande? Sui rischi che corro? Beh me ne sono fatte fin troppo, ora voglio solo godermi ciò che provo e mettere un freno a tutta quella sofferenza e quei problemi che ho dovuto sopportare. Finalmente direi.”

“Davvero pensi che uno come Elijah non ti farà soffrire? Non ti credevo così ingenua.”

“E io non ti credevo così rompiscatole e moralista. Se mi sono avvicinata a Elijah, vuol dire che ho intravisto qualcosa di buono e speciale in lui. E mi piace…

“Ti farà solo del male..” sussurrò Caroline rammaricata.

“L’amore fa sempre soffrire sorellina. Senza distinzioni.”

Caroline sgranò gli occhi sentendo quella parola.

“Fino a che punto vi siete spinti?”

Briony si sentì andare le guance in fiamme.

“Non ho intenzione di parlare di questo con te, visto l’atteggiamento che stai avendo! Non accetto le tue recriminazioni e poi perché scusa? Elijah è un vampiro, benissimo, non lo sei anche tu?” Le recriminò con acidità.

Caroline allora sbuffò spazientita e coi nervi tesi.

“Fai come vuoi! Poi non venire a lamentarti da me qualora il grande Originario ti squarcerà il cuore vista la sua maestria!”

Briony si irrigidì notevolmente, ma venne di nuovo offuscata dalla rabbia e incomprensione: “Se credi che io veda solo questo lato di lui e che non sia riuscita a vedere nient’altro, mi prendi per la stupida sciocca che non sono. Grazie mille per la fiducia che porti al mio ego, per la mia idea di felicità e per il tuo in bocca al lupo, grazie!” esclamò le ultime frasi con ironia strisciata tra i denti avvelenati e gesticolando con le mani.

“Ti voglio solo avvertire, abbiamo già fin troppi disastri!” le gridò Caroline mentre Briony le dava le spalle.

“Buona cucciolata col tuo Tyler!” le esclamò sarcastica facendo volteggiare la mano in un saluto.

Mentre se ne andava, Briony si rabbuiò pensando alle parole della sorella. Non aveva il diritto di pensare che il legame con Elijah fosse uno dei tanti disastri capitati a Mystic Falls quando in realtà per lei era stata una magnifica e incalcolabile svolta per la sua vita, diventando uno dei punti cardini più importanti della sua permanenza in quella cittadina nefasta, facendola diventare così meno grigia, meno monotona, meno solitaria, meno spezzata.

Ma forse non doveva prendersela tanto con la sorella, forse la sua antipatia per Elijah dipendeva da una paura insita nella propria natura. D’altronde i vampiri “normali” provavano del terrore istintivamente quando incontravano un Originario, il signore di tutti i vampiri. Perché potevano percepire la loro crudeltà, il loro essere senza scrupoli, la loro freddezza. Il loro potere di dominare chiunque.

Alcuni ne giravano alla larga per paura di essere uccisi, altri cercavano di ottenere la loro grazia facendogli da cane da guardia.

Caroline ovviamente faceva parte della prima categoria.

Ma lei aveva visto solo una parte di Elijah… non aveva visto i suoi occhi tristi e malinconici di quando parlava della sua famiglia… o quando si dimostrava gentile e premuroso con Briony quando lei si sentiva a pezzi o sola.

Quelle erano solo recriminazioni gratuite. Niente di più.

 

“Spero di non averti messo in una situazione scomoda.” Le chiese Elijah in tono serio mentre rientravano dentro casa.

“Non preoccuparti. So gestire Caroline e i suoi sbalzi d’umore.”

“Non volevo crearti problemi con tua sorella.” le disse profondamente rammaricato fissandola a metà sguardo.

“Cercava solo di avvertirmi. Tentativo vano. E poi lei è l’ultima che dovrebbe sparpagliare consigli su questioni amorose.”

Elijah le sorrise amaramente.

“Non credi che dovresti ascoltare i suoi consigli? Starmi alla larga?” le domandò lui guardandola negli occhi, quasi con inquietudine o per avvertirla del pericolo che lui costituiva.

“Perché? So che tu non mi faresti mai del male.” Disse lei sincera, ma il suo tono di voce sfibrò da una nota d’indecisione.

Lui la guardò pensieroso, con un sorriso freddo che gli increspava le labbra: "Così disse colui che ha sempre avuto speranza sugli altri ma alla fine se ne è pentito."

Briony non provò paura di quella ingannevole minaccia, infatti sorrise maliziosa, ondeggiando sulle gambe: "Vogliamo davvero tastare quel tasto? La preda che deve aver paura per istinto di sopravvivenza e stare alla larga quindi dal pericolo? Io non sono così."

E si avvicinò lentamente a Elijah, il quale continuava a osservarla pacato e freddo. Gli mise una mano sul petto, continuando a guardarlo senza paura: "E sei proprio tu ad avermi dato la spinta a fidarmi."

Elijah la fissò attento da sotto le palpebre; l'atmosfera si inoltrò in uno strano e ingombrante silenzio. Nel mentre Briony si mordeva il labbro, lui distolse lo sguardo con un lieve sospiro:

“Ti avverto, non sono una brava persona Briony. Alcune parti umane mi mancano e potrei fare delle cose che potrebbero spaventarti. Non hai ancora visto tutto di me.”

Lei lo fissò con sguardo dolce:

“Ti prego non dire così… sei una bella persona, molte tue qualità sono da invidiare. Sei un vampiro ma questo non c'entra perchè sei un uomo nobile Elijah e so che posso fidarmi di te. Anche se questa situazione un di mi disorienta.. ma io lo penso quello che dico.”

Lui tornò a guardarla, sorridendole affascinante per i complimenti che aveva ricevuto, e le accarezzò delicatamente i capelli, illuminato dalla sua positività, altruismo e bontà.

Quel contatto così casuale le scatenò una tempesta dentro e Briony non stette più nella pelle. Si avvicinò al suo viso e agì d'istinto nel prendergli il viso fra le mani e baciandolo con tutta la dolcezza possibile, come a fargli intendere che lei non si pentiva di nulla e non dovevano stare a pensare troppo sulle conseguenze.

Elijah tuttavia restò immobile con gli occhi socchiusi, ancora immerso in pensieri razionali e contrastanti alle emozioni, i quali avevano sempre fatto parte di lui e avevano forgiato il suo animo duro. Aveva ricevuto delle numerose crepe da quando aveva incontrato quella ragazza, piccole ma consistenti crepe. Ma era arduo ricacciare antiche abitudini, soprattutto se l'altra parte era un'umana e agli umani basta poco per spezzarsi e tanto invece per raggiustarsi.

“Buona notte.” gli sussurrò poi Briony, allontanandosi da lui e fissandolo sciolta.

“Buona notte.” le rispose a sua volta Elijah, sorridendole lievemente e non facendole intendere nulla dei suoi pensieri.

Lei voleva restare ancora un po’ con lui, ma forse era meglio fermarsi lì.

Salì le scale, sentendo la sguardo provocatorio di Elijah sulla sua schiena.

 

Quella mattina Elijah uscì presto.

Doveva nutrirsi e inoltre gli piaceva guardare la luce del sole mentre albeggiava.

Anche se doveva essere condannato a vivere una vita nell’oscurità, alla fine avevano trovato uno stratagemma per camminare alla luce del sole e godersi la luminosità dei suoi raggi, anche se quel semplice calore non bastava per sciogliere il ghiaccio che aveva plasmato il suo animo da tempo.

Ma era una delle poche concezioni umane che aveva rimasto in tutti quei secoli passati da vampiro e ormai era diventata una piacevole abitudine.

Rimase immobile a contemplare il sole, e poi vide John Gilbert che trasportava dei grossi scatoloni da quelle parti.

“Cosa stai trasportando, cadaveri di vampiro?” domandò l’Originario non scomponendosi

“Niente affatto. Sono solo i vecchi diari dei miei antenati, li metto in un posto sicuro visto che gran parte della mia famiglia non vuole avere niente a che fare con me”

“Saggia decisione. Ti saluto John.” Disse l’Originario iniziando a camminare.

“Come vanno le cose con Briony?” gli chiese all’improvviso John con un sorrisetto.

“Penso che non ti dovrebbe interessare. Ormai sei fuori.” Rispose Elijah secco.

“No ma vedi.. io tengo molto a lei… e mi dispiacerebbe se stesse male per uno come te, che non merita niente” osservò tagliente.

Elijah lo fissò dalla testa ai piedi:

“Levati dai piedi.” lo minacciò.

“Pensi davvero che lei potrà amarti per ciò che sei veramente? Andiamo! Ti disprezzo ma ti riconosco che sei piuttosto intelligente e furbo, e sai che dico la verità.” John cercava di provocarlo in tutti i modi.

Elijah lo guardò come fa un serpente con la sua preda.

“Ho dato la mia parola a tua figlia che non ti avrei fatto del male. Non farmelo rimpiangere.”

Vedendo che l’uomo deglutiva intimorito, Elijah gli sorrise perfidamente in faccia:

“Sei così stupido e inetto. Disquisisci tanto ma alla fine sei che tu che non ricevi amore da nessuno. Nemmeno da lei.” disse freddo cominciando a camminare, lasciandoselo alle spalle.

“Il suo amore no, ma le sue labbra si!” gli urlò John soddisfatto.

Elijah si fermò rigido e si voltò lentamente verso di lui. Il suo sguardo trapelava una freddezza gelida, che si stava per tramutare in qualcos’altro.

“Ti ha detto che mi ha baciato? Oh non te l’ha detto! Le donne sono fatte così, fanno finta di essere delle donzelle sperdute e innocenti, ma alla fine ce la fanno sempre sotto al naso!”

Elijah lo guardò serio, dubbioso, ma poi gli sorrise sarcastico:

“E dovrei crederti?”

“Ah vedo che non sono il solo che abbia baciato in questo periodo! Bene, vedo che ha seguito il mio consiglio alla lettera!” E si fece una bella risata tra sé e .

Elijah, non sopportandolo più, si avvicinò pericolosamente a lui faccia a faccia.

“Stai attento John Gilbert o ti strappo la lingua” E questa volta non stava ridendo.

“Beh non vuoi sapere il nostro piano segreto? Se non te lo dico io, non lo saprai mai da lei perché sono sicuro che lo negherà fino alla morte, conoscendola. Ti posso dire mio caro Elijah, che la tua Briony ti ha sempre ingannato e ti ha usato per i suoi scopi! E’ una bella ragazza, sa come usare le sue armi e sono sicuro che ti avrà raccontato la sua triste storia per pungere il tuo ben palese complesso del salvatore”

Elijah non aveva ancora abbandonato il suo sguardo minaccioso ma era anche interiormente ferito. Le cicatrici nel suo animo avevan ricominciato a sanguinare.

John continuò: “Lei ce l’ha nel sangue! Il suo odio per i vampiri e la sua natura da cacciatrice… adesso è sopita ma prima o poi verrà a galla e scoppierà! E non avrà nessun riguardo per quelli come te, vedrai se non mi sbaglio! Ti odierà a morte alla fine.”

Elijah furioso lo prese per il collo e lo spinse con violenza contro un albero. Se lo avrebbe stretto ancora di più, probabilmente gli avrebbe staccato il collo senza fatica.

“Sai che non ti sto mentendo… lei vi voleva tutti morti! Tutti, persino sua sorella! Ha soltanto cercato di prendere tempo. Fa male vero? Essere feriti dalle persone che teniamo?” gli chiese John con un sorriso da bastardo stampato sulla faccia.

Elijah non sopportava più quelle parole, che per lui erano come tinte da veleno, e alla fine gli diede una botta così forte che la testa di John Gilbert ruotò di 360°.

Tanto non si sarebbe fatto niente visto che indossava l’anello, ma almeno si era sfogato.

Lo sguardo del vampiro era vuoto, senza vita. Era come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco e avesse smesso di respirare. Una sensazione che conosceva bene quando era umano, ma da quando si era trasformato in vampiro non l’aveva più provata.

Fino a ora.

Non esistevano cure o rimedi per salvaguardare le ferite nella suo animo questa volta, perché il veleno del tradimento era penetrato in profondità, impossibile da sanare.

Era stato così stupido da farsi ingannare una terza volta da un’umana? Prima Katerina, poi Elena Gilbert che lo aveva pugnalato… e adesso… Pensava che non doveva dar peso alle parole di quel pazzo di John Gilbert ma gli era sembrato sincero. Sul bacio che lui e Briony si erano scambiati, sul loro piano di sterminare tutti i vampiri…

In cuor suo Elijah non poteva crederci.

Proprio lei, che era sempre stata così dolce, leale, coraggiosa; a volte si era lasciata andare dicendo cose che non doveva dire ma l’aveva perdonata perché era in stato di shock per via della sorella… ma se fosse tutto vero? Se lei odiava i vampiri a tal punto da volerli morti in segreto? Usando qualsiasi mezzo e stratagemma...

Elijah strinse forte i pugni e guardò con ripugnanza il corpo di John Gilbert.

Con noncuranza lo lasciò lì e si diresse con glacialità disumana verso la casa di Briony.

 

Intanto Briony emanava gioia da tutti i pori. Non le importava dei consigli di sua sorella che non sapeva un fico secco del legame che univa lei e il misterioso vampiro.

La natura di Elijah poteva anche essere pericolosa, ma ormai era totalmente presa da lui che dubitava fortemente che le avrebbe mai fatto del male.

Non dopo quello che era successo tra loro...

Sentì la porta chiudersi con un tonfo e andò a vedere.

Era Elijah.

“Ehi sei tornato!” esclamò avvicinandosi.

“Hai fatto un’altra capatina per vedere le rovine storiche di Mystic Falls?” gli chiese ironica.

Ma notò che lo sguardo di Elijah era vuoto.. Quegli occhi non erano più amareggiati e profondi, come li aveva sempre visti.

Erano gli occhi di uno sconosciuto. Peggio ancora, di uno che voleva strapparti il collo senza neanche dire una parola o mostrare un lieve dispiacere nel viso.

“Stai bene?” gli chiese preoccupata toccandogli il braccio.

Lui fissò la sua presa nel suo braccio, come se fosse stato appena toccato da una che aveva la peste.

Si divincolò da lei in modo freddo, e si allontanò guardando fuori dalla finestra.

Briony lo seguì titubante.

Elijah…?”

Ma lui la interruppe.

“Ti ricordi, quando ti ho detto che non bisogna mai toccare i punti deboli di noi vampiri? Tu mi avevi detto che il mio era l’onore. E’ vero. Non potresti mai immaginare la mia reazione se qualcuno me lo calpestasse… ma la cosa che mi fa ancora più infuriare….” La voce di Elijah tratteneva a stento un’ira incontenibile per un essere umano.

Si girò verso di lei, freddo come il ghiaccio. I suoi occhi furono però attraversati da un lampo di collera.

“E’ essere preso in giro. Soprattutto da un’umana.” Sottolineò l’ultima parola con ripugnanza.

Perché era questo che erano. Un vampiro e un’umana. Il predatore e la preda. Un mostro senza anima e una vittima innocente… o quasi.

Elijah… che cos’hai?” gli chiese preoccupata.

Lui le sorrise mestamente.

“Davvero hai anche la decenza di chiedermelo? Credevi che non me ne sarei accorto del tuo stupido piano?” le chiese serio, stringendole il braccio con una mano in una dura morsa.

“Che piano? Mi stai facendo male..” sussurrò Briony, la quale non poteva credere che quell’essere davanti a lei fosse l’Elijah di sempre.

“Ho fatto due chiacchiere con John Gilbert… Indovina? So tutto Briony. E’ inutile mentire. La verbena potrà anche proteggerti ma posso scegliere altri modi per farti parlare.” Dichiarò lui minaccioso.

“Che stai dicendo?? Che cosa ti ha detto John?”

“L’unica cosa benevola che posso dirti è che spero ti sia goduta il suo bacio. Temo però sarà stato l’ultimo, visto le attuali condizioni del tuo amico.” Affermò lui inumano. Davvero non c’era neanche una luce di umanità nei suoi occhi, faceva rabbrividire fino alla punta dei piedi.

“Cosa? Che diamine stai dicendo?” sussurrò shockata, cercando di pensare.

Dio… il bacio che John le aveva dato quel giorno…

“Stai forse negando l’evidenza?” esclamò Elijah elargendo una risata amara.

“Non è vero! John ti ha mentito! Ma… quando avete parlato?” domandò spaesata.

“Se ti cruccia il pensiero per le sue condizioni, è vivo. Ma…” fece rivolgere l’attenzione della ragazza a se stesso, pressando un pelo la presa sul suo braccio. “Pretendo una risposta chiara.” Finì di dire autoritario e intimidatorio come non mai.

Quell’interrogatorio le stava facendo venire brividi gelidi lungo tutto il corpo, e non sapendo prevenirli parlò solo d’istinto.

“E’ vero John mi ha baciata ma..”

Ahhn…

“Ma non è come pensi tu! E’ stato lui a baciare me, io mi sono ritratta subito!”

“E dovrei credere alla tua buona fede? Ti avevo già chiesto cosa ci fosse tra te e John Gilbert, ma tu hai sempre sviato il discorso sull’inutile legame d’amicizia!” le recriminò Elijah.

“Ma perché è così! Non te l’ho detto… perché era una cosa troppo personale e senza importanza!”

“Oh davvero, come era senza importanza il bacio che ti ho dato? Quanto poteva valere il tuo “Ti amo” se usciva dalla bocca di una bugiarda?” chiese freddo e cinico. La ragazza sentì quel gelo spezzarle il cuore.

“Non è vero… non era una bugia…” mormorò senza forze.

“Ah no? Di solito non si ama chi si tenta di uccidere. Dove coincide il tradimento con l’amore?” rispose Elijah buio e puntiglioso alzando il sopracciglio.

“Io ucciderti? Stai scherzando spero ma non fa davvero ridere. John ti ha riempito la testa di bugie!”

“Perché allora l’ho trovato sincero, spiegami? E tu invece ora ti senti con le spalle al muro perché sei stata scoperta? Io non tollero gli inganni Briony e men che meno chi pensa di farla franca con me." dichiarò minaccioso e glaciale.

"Ma non è così! E' così difficile per te credere che le persone che ti stanno vicine non ti tradiranno o feriranno come è già successo in passato? Io non ti ho tradito!" ribattè Briony con forza.

Il volto di Elijah si fece più scuro per quel giudizio personale. Non era che non si fidava di nessuno, ma teneva sempre alta la guardia e non abbassava mai le difese razionali. Ciò gli aveva permesso di sopravvivere per lunghi secoli. E non avrebbe perso quella furba concezione di vita proprio ora.

"Ti stai difendendo pateticamente nel puntarmi il dito contro?" le domandò terribilmente calmo.

Briony deglutì, sentiva ancora la morsa nel braccio: "Dico solo che ti devi fidare di me."

Elijah alzò corrucciato lo sguardo. Si vedeva dall'ombra dei suoi occhi che ormai era troppo tardi, che la barriera tra loro si era innalzata nuovamente e che lui questa volta non l'avrebbe rimossa per stupide emozioni che non doveva provare perchè lo avrebbero nuociuto.

Nonostante ciò parlò in maniera fredda: "La fiducia porta fiducia. Nonostante le tue belle parole di difesa, Briony Forbes, leggo nei tuoi occhi che c'è qualcos'altro. Per una volta dimmi la verità..” Il volto di Elijah si era all’improvviso fatto più serio, quasi scavato.

Briony scosse la testa:

“John ha travisato le mie intenzioni… è vero all’inizio odiavo i vampiri, hai visto tu stesso la mia reazione quando ho tentato inconsapevolmente di pugnalarti ma era stato solo un raptus di follia! Io non vi odio! Non potrei mai volere la vostra morte! Non ora che Caroline è un vampiro, non dopo quello che è successo tra noi.” Le lacrime le scesero inesorabilmente. Sentiva il cuore spezzarsi mano a mano che lui la guardava in quel modo così freddo e sputava accuse sul suo conto. Nemmeno ora le credeva, forse si era intestardito nel farlo, ma recitava fin troppo bene la parte.

“E cosa è successo tra noi? Sei solo un’umana, io sono un vampiro. Non farti illusioni su qualcosa che non esiste.” disse lui con glacialità. La perfidia che gli dipingeva la voce e gli occhi.

La stava ferendo di proposito. Era quella la sua intenzione. Farla morire di delusione, come era stato ferito lui.

“Come puoi dire queste cose…? Come puoi anche solo pensarle..?” la voce di Briony era strozzata perché stava piangendo troppo. Il petto le faceva male dallo sforzo.

Elijah la guardò dall’alto in basso, come se per lui lei non contasse niente. Come se non gli importasse di farla star male.

“Le tue lacrime non faranno effetto su di me. Non sono più umano e queste sensazioni non le provo più da secoli; se vuoi trovare della comprensione va a chiederla a qualcun altro. Magari a John.” Sussurrò beffardo, mollando finalmente la presa sul suo braccio. Briony stupidamente gli si avvicinò ancora:

“No! Non ho mai voluto John! Non ti ho mai mentito su quello che provavo per te!” gli gridò con tutta la forza che le era rimasta.

Gli sfiorò il viso con entrambe le mani cercando di calmarlo.

“Elijah, io ti amo.” disse sinceramente guardandolo negli occhi.

L’Originario affilò duramente lo sguardo fino a diventare irriconoscibile, come se non avesse affatto sentito quelle parole oppure sì, ma comunque non gli importava nulla. Il ghiaccio prese posto sui suoi occhi.

“Non toccarmi.” le ordinò freddamente faccia a faccia, sovrastandola con la sua stesse indifferenza.

Quella parola ferì Briony come una lama affilata.

Elijah la fece allontanare subito da lui, come se non volesse neanche sentire la sua presenza vicino.

 “Non sentirti in colpa, Briony… anche se devo ammettere che questo tuo atteggiamento colpevole non mi facilita le cose.” sussurrò fintamente benevolo, scuotendo la testa.

“Perché non riesci a credermi? Perché credi alle parole bugiarde di John e non alle mie?” mormorò Briony fra il rimpianto e le lacrime.

“Davvero sono parole così bugiarde, Briony?”

Il suo tono si era calmato e lei deglutì.

All’inizio era vero. Voleva morti tutti i vampiri e aveva fatto un patto con John. Delle volte il sangue le ribolliva con l’intenzione di massacrarli e appariva nello specchio un viso che non le apparteneva. Pericoloso e non suo.

Ma ora le cose erano diverse.

Aveva imparato a vivere con i vampiri, a stimarli, ad accettarli… e a amarli.

Non meritava tutto questo. Lei aveva sempre cercato di fare la cosa giusta. Di seguire il suo cuore che lo aveva condotto da lui.

Elijah la guardò fisso, senza lasciarla parlare:

“Io sono un uomo di parola a contrario tuo, e non ti farò niente come promesso. Ma se fai un altro tentativo per fregarmi ti spezzo come un ramoscello secco, chiaro?” le sibilò cinico. Briony fece solo trapelare un silenzioso sgomento mentre il cuore sembrava lacrimare dentro il petto.

Non riuscì a dire niente, anche perché Elijah la fece scostare in maniera così indifferente e gelida da non apparire veramente lui.

Briony rimase esterrefatta e incredula per quell’atteggiamento che non era da lui. Con la coda dell’occhio lo vide andarsene, senza voltarsi.

La sua felicità si stava sgretolando fra le sue mani.

Rendendosi conto dell’odio che Elijah provava per lei, prese lucidità e lo raggiunse. Non poteva sopportare di vederlo così.

“Aspetta aspetta! Non andare via!” lo supplicò fermandolo per un braccio.

Ma lui si divincolò prontamente e continuò a camminare verso la porta, come se nulla fosse.

Lei ci rimase male, ma non voleva demordere.

Non poteva.

“Perché fai così? Dammi almeno la possibilità di spiegare!” Questa volta lo acciuffò per le maniche della giacca.

Lui sentendosi preso, ringhiò:

“Fa silenzio e non toccarmi.”

Si liberò della sua presa con forza, e lei così si allontanò guardandolo intimidita negli occhi.

Lui la guardò senza alcun rimpianto.

“Non volevi vedere ogni lato di me? Beh, ora ti ho accontentata. Non bisogna mai scavare a fondo su ciò che potrebbe farti del male.” le disse in un’accusa cattiva e fredda.

“Elijah ti prego…” sussurrò lei piangendo.

Il suono della voce tremante di Briony non sfiorò nemmeno l’animo del vampiro. Sembrava che ogni parte di lui fosse corazzata e lei non riusciva ad intravedere neanche un minimo accesso per arrivare al suo cuore. Sembrava essere tutto svanito.

“Ti auguro di passare una bella giornata, Briony.” disse falsamente Elijah sbattendo la porta di casa sua.

La ragazza era rimasta incredula a fissare la porta, dove era appena uscito l’uomo che amava.

Sarebbe mai tornato? L’avrebbe mai perdonata per le cose che gli aveva omesso?

Ma non era colpa sua… lei non voleva fare del male a nessuno. Non aveva mentito quando gli aveva detto che lo amava.

Il cuore le si spezzò nel petto pensando che lui dubitasse del suo amore.

E il modo in cui le si era rivolto… con tanto odio e tanta violenza che la faceva tremare dalla disperazione.

Pianse e pianse.

Non vedeva altre via di fuga se non sfogarsi così.

Si chiese perché Elijah avesse reagito in quel modo. Che il suo lato umano fosse sinceramente compromesso? E se non fosse più tornato come era una volta? Se fosse stato semplicemente… un vampiro senza scrupoli?

Come doveva essere appunto un Originario.

Era tutta colpa di John.

Gli avrebbe fatto pentire di essere nato.

Quel pensiero diede la forza a Briony di non piangere più e di rialzarsi.

<< Sì, andrò da John e mi dirà tutto quanto o lo uccido con le mie stesse mani! >> Pensò con rabbia.

Ma all’improvviso qualcuno suonò il campanello.

Briony pensò speranzosa che dietro la porta ci fosse Elijah.

Magari si era pentito e era venuto a chiederle scusa!

Prontamente Briony andò ad aprire la porta, pregando che fosse lui.

Purtroppo non si trovò davanti Elijah.

Sgranò gli occhi shockata e incredula.

Non si sarebbe mai aspettata di rivederlo.

E proprio oggi che era ridotta così male.

“Ciao tesoro.” disse l’uomo dietro la porta con  un sorriso.

“Papà?”

 

FINE CAPITOLO!!

Eeheh scusate sono stata un po’ dura! Ma le emozioni dei vampiri sono amplificate e Elijah ha esagerato per questo! Si è sentito tradito!

Riuscirà  Briony a fargli capire la verità?

Ed ora è arrivato il paparino… Altri guai in vista! :P

 

   
 
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