17
CAPITOLO
Di solito non riuscir a
dormire alla notte le metteva soltanto cattivo umore e agitazione.
Ma Briony anche se non dormiva, si sentiva bene… in pace. Le veniva da ridere anche se non
c’erano motivi. O meglio ce ne erano eccome: ripensava al bacio mozzafiato che
Elijah le aveva dato, quando lei gli aveva detto che lo amava e lui gli aveva
sorriso con quegli occhi così malinconici e dolci.
Non riusciva a non
pensare ad altro se non alle emozioni indescrivibili che le aveva suscitato.
Anche se lui non gli
aveva risposto quando lei gli aveva detto “Ti amo”, Briony sapeva
lo stesso che una parte del suo cuore, che era sicura che ci fosse ancora dopo
tutti quei secoli passati nell’ombra, voleva bene inconsapevolmente a quella
strana ragazza. Lo leggeva nei suoi occhi, nel suo sorriso affascinante e nel
tono della sua voce profonda.
Lui si era lasciato
andare con lei, aveva abbassato le sue difese solo con lei e non le aveva mai
fatto del male, anche se le occasioni non gli erano mancate… Non era
forse abbastanza questo? Che lui tenesse di più alla sua vita invece che
tentare di toglierla, come un normale vampiro avrebbe fatto?
In quel momento Briony si
sentì la donna più felice sulla faccia della terra.
Sorridendo, affondò
la testa sul
cuscino e si addormentò.
Briony si svegliò sentendo dei rumori
provenire dalla cucina.
Sicuramente era Elijah
che preparava il suo solito thè… si
immobilizzò nel letto come una stupida.
Avrebbe tanto voluto
scendere per vederlo ma era anche super imbarazzata.
Cosa avrebbe dovuto
dirgli? Cosa avrebbe dovuto fare?
Beh stare nascosta in
camera non era sicuramente la soluzione.
Dopo aver indossato una
vestaglia scese giù in cucina.
Trovò Elijah
in piedi che stava preparando ovviamente il thè.
Le dava le spalle ma sicuramente aveva sentito la sua presenza entrare.
Briony si sedette alla tavola e mormorò un
buongiorno.
Elijah si
voltò verso di lei, e sorridendole disse: “Buongiorno. Spero tu abbia
dormito bene.”
“Benissimo” mentì
sorridendogli.
Elijah le porse
gentilmente una tazzina di thè caldo e lei ringraziandolo
incominciò a berlo.
Era sceso un silenzio
imbarazzante: lei si contorceva le mani ansiosa perché non sapeva cosa dirgli,
e lui era immobile che faceva finta di niente. Sembrava una statua divina.
“E’ tornata Jenna ieri
pomeriggio. Le ho chiesto di vederci a casa sua, così avresti potuto vederla
anche tu. So che ci tenevi.” disse all’improvviso Elijah.
Lei lo guardò sorpresa.
“Non mi aspettavo che sarebbe tornata così presto. E’ un po’ triste però
doverle nascondere l’ennesima realtà segreta che è venuta a crearsi.” Mormorò
senza neanche pensarci mentre lo sguardo vagava per la stanza.
Elijah le donò per un
attimo uno strano sguardo poi tornò a guardare un punto indefinito davanti a
sé. “I segreti nuocciono qualsiasi fiducia ma a
volte sono necessari. Uno strano bisogno reciproco di proteggersi. Anche se io,
da parte mia, non li ho mai tollerati.” Disse misterioso senza darle modo di
scavare nei suoi pensieri corazzati.
L’Originario mise poi
via la tazzina con un sorriso fascinoso: “E quindi le farai intendere questa
nuova realtà che è venuta a crearsi?” domandò di nuovo misteriosamente, senza
però fissarla. L’ennesima maniera per metterla in soggezione perché sembrava
che fosse andata lei dritto dritto nella sua trappola mentre lui non
poteva far altro che stringerla a sé nella sua morsa predatrice.
Briony però allontanò quei pensieri stupidi
dalla mente perché in fondo Elijah non l’aveva mai costretta a fare niente che
non volesse. Ritornando alla sua domanda, si fece anche lei misteriosa con un
pizzico di malizia.
“E quale sarebbe la
realtà?” ridomandò per attirare l’attenzione del vampiro.
Questi infatti alzò lo
sguardo su di lei, ma non fece trapelare nulla dell’emozione che si dovrebbe
provare in certi casi. Lei si sentiva di provare tutto, ogni cosa, mentre lui
il chiaro opposto. Forse era questo che più l’attraeva, anche se doveva sentire
la delusione attorcigliarle lo stomaco.
Il sorriso che poi
Elijah le rivolse la fece sussultare, suo malgrado:
“Devo spiegartelo?”
richiese lui, più misterioso che mai, senza lasciarsi troppo andare.
Briony lo guardò fisso negli occhi, in quei
pozzi neri in cui era facilissimo annegare, mentre l’aria non circolava come
doveva nel suo organismo. Cercò di trovare una risposta a tono, o di continuare
quel sortilegio visivo, quando però la suoneria del cellulare la colse di
sorpresa.
Salvata dal cellulare,
si direbbe.
Briony guardò il display. Era un messaggio
di Jenna in cui le chiedeva di vedersi a casa sua. La ragazza quindi prese la
palla al balzo per vedere l’amica, e anche per uscire da quell’atmosfera
vibrante che era andata a crearsi. In un certo senso le pareva di soffocare.
“E’ Jenna. Devo passare
da lei.” Disse con finta noncuranza.
Elijah accolse senza
remore e con indifferenza il cambio di argomento. Come sempre.
“Ha detto che ci
saremmo visti questa sera, a cena.”
“Sì ma con te. Prima
dobbiamo conversare da donna a donna.” Rispose Briony ilare
andandogli vicino.
Lui le sorrise e si
avvicinò lentamente al suo viso, continuando a fissarla profondamente negli
occhi. Briony deglutì ansiosa guardandolo
con le guance in fiamme.
Ad un tratto Elijah si
avvicinò troppo pericolosamente, appoggiando la tazzina nel lavello dietro di
lei e sfiorandole così il braccio.
Quel contatto, anche se
flebile, le scatenò una tempesta dentro.
Lui non smetteva di
guardarla in un modo che la metteva terribilmente in soggezione; e con le loro
labbra lontane solamente di qualche centimetro, Elijah le sussurrò a bassa
voce:
“Allora ti lascerò
andare.”
Briony sentì il suo respiro delizioso sul
viso e abbassò lievemente le palpebre, assaporando quella sensazione
e il suono della sua dolce minaccia.
Elijah le sorrise e la
lasciò andare, camminando a passi indietro. Ormai la sua presa ipnotica era
finita ma Briony era ancora un po’ intontita.
Come al solito.
Gli disse che sarebbe
tornata presto e come risposta ricevette il solito sorriso affascinante di
Elijah, ma quella volta il suo cuore galoppò ancor di più dentro il petto.
L’atmosfera
vibrante attorno a lei non cessò di esistere anche dopo essere uscita dalla
stanza.
Briony credeva che avrebbe visto delle
padelle volare in casa Gilbert dopo l’arrivo di Jenna, ma notò che c’era un
silenzio tombale. Forse troppo silenzio.
Bussò alla porta e le
aprì subito Jenna. Non era cambiata minimamente anzi forse il tour al campus le
aveva fatto bene, infatti la vedeva più serena.
“Ciao Jenna. Appena
letto il tuo messaggio e sono venuta, come vedi.”
“Grazie.. sono
tornata ieri…” rispose lei in un tono
stranamente serio.
Briony sospirò bonariamente:
“Come stai?”
“Sto cercando di
superare la rabbia e la delusione che ho provato. Rick mi ha chiesto di dargli
una seconda possibilità…”
Briony aggrottò la fronte:
“Gliela darai?”
“Non lo so Briony… sono ancora ferita per tutte le bugie che mi
ha raccontato”
“Posso entrare? Così
parliamo meglio”
Jenna acconsentì e la
fece entrare.
“Non voglio difenderlo
Jenna, ma se ti ha taciuto la verità… è
stato solo per proteggerti… per evitare un
dolore che ti avrebbe sicuramente travolta. Non lo sto giustificando per averti
mentito per tutto questo tempo… ma mettiti
nei suoi panni. Se tu dovessi mantenere un segreto pericoloso… che se svelato farebbe soltanto soffrire
le persone che ami… tu cosa faresti?”
Jenna la fissò
pensandoci per qualche minuto. Alla fine le sorrise
“Va bene Briony, la tua terapia ha funzionato. Dirò a Alaric di vederci stasera…”
“Stasera? Ma dobbiamo
venire anche io e Elijah.”
“Non ti dispiace vero? E
da quando voi due fate coppia fissa?” domandò lei improvvisamente curiosa.
“Non facciamo coppia
fissa!” urlò Briony.
“E perché stai
arrossendo come un peperone?” le chiese lei con un sorriso malizioso.
“Jenna!” Briony cercò di evitare l’argomento ma ormai l’amica
aveva colto nel segno.
“Quanto ti piace?”
“Cosa intendi per
“quanto” ?”
“Oddio allora è una
cosa seria…”
“Non siamo fidanzati
Jenna. Quindi evita commentini piccanti ti
prego.” Mormorò Briony agitata.
“Va bene va bene! Ma
dimmi tutti i dettagli… sono stata via
troppo a lungo!”
Briony la guardò facendosi seria. Parlare
di Elijah? Senza dire che era vampiro e tutto il resto? Inventarsi un’altra
storia avrebbe comportato solo altre bugie…Jenna non
se lo meritava.
“Mi dispiace… non posso dirtelo”
“Un altro dei segreti?
Non ti fidi di me?” le chiese l’amica guardandola dispiaciuta.
“Non è colpa tua Jenna… ci sono tante cose che dovresti sapere.. ma non
posso dirtele. Non io. Ti prego di pazientare ancora… e ti supplico Jenna, stai attenta d’ora in
avanti.”
“Briony mi
stai mettendo paura.”
“Dovresti averne. La
città non è sicura”
“Che stai dicendo?” le
chiese ad un tratto impaurita.
Briony la guardò sconsolata, non sapendo
proprio cosa fare.
“Io queste cose non
dovrei dirtele!” gridò mettendosi le mani nei capelli.
Jenna allora la guardò
come se fosse pazza, non riuscendo a capire. Ma Briony doveva
almeno avvertirla, tenerla del tutto all’oscuro era sbagliato:
“Pensi davvero che siano
normali tutti questi attacchi di animali?” le chiese Briony all’improvviso.
Jenna ci pensò un
attimo sù:
“In effetti… no. Ma cosa c’entra con me e Alaric?”
“Non erano semplici
attacchi di animali. Ma di persone. C’è gente cattiva in giro Jenna… io lo so perché sono in rapporti con lo
sceriffo e anche io sono stata attaccata tempo fa… ti
ricordi?”
“Sì ma era stato Ivan… per un attacco di gelosia.” rispose Jenna che
non riusciva a capire.
“Era una balla. Anche
lui faceva parte della categoria “gente cattiva da cui stare alla larga”.
Quindi Jenna ti supplico di star attenta, non aprire la porta ad estranei e
cerca di uscire il meno possibile.”
“Stai dicendo che ci sono
dei serial killer qui a Mystic Falls??”
Briony scosse la testa:
“Più o meno. Ma ti basta
sapere questo… per ora. E ti ho già detto
anche troppo nei limiti consentiti!”
“Elena è coinvolta
vero?”
“Sono tutti coinvolti.”
“Non posso permetterlo!
Io devo prendermi cura dei ragazzi!” ribattè Jenna
shockata e completamente frastornata.
“Jenna sanno badare a
loro stessi, ormai sono grandi e hanno superato delle sfide pericolose che tu
neanche immagini! Ti chiedo solo di fidarti di noi… e
del nostro buonsenso.”
Jenna allora sospirò,
cercando di fidarsi dell’amica:
“Grazie per avermi
avvertita. Anche se non sei ancora del tutto sincera”
“Perdonami Jenna…. Non posso proprio..” Lo sguardo di Briony era davvero rammaricato ma Jenna come al solito
riuscì a comprenderla.
“Non ti farò più domande
tranquilla” rispose mettendole una mano sulla spalla.
Briony le sorrise per tranquillizzarla, la
baciò sulle guance e le disse che si sarebbero viste quella sera, in una serata
priva di guai.
Qualche ora dopo si ritrovarono
tutti a casa Gilbert.
C’erano Briony, Elijah, Jenna, Alaric.
E di sopra anche Elena e Stefan.
Alaric cercava in tutti i modi di essere
carino con Jenna e di far colpo, ma lei era distante e schiva. Parlava con
Elijah di alcuni fatti storici e anche lei sembrava catturata dal fascino del
vampiro.
Briony non poteva farci niente.
Era difficile se non impossibile, resistere al suo sorriso magnetico.
Elijah possedeva proprio
il fascino da predatore dominante, di uno che sapeva che non poteva essere respinto.
Forse era la sua
freddezza o il suo sguardo gelido e misterioso, che faceva capitolare le donne
ai suoi piedi.
Era il vantaggio di
essere vampiri, che donava bellezza e forza disumana.
Anche Stefan era molto carino e il suo fascino da tenebroso
aveva fatto urlare il cuore di tante ragazzine al liceo.
E Damon… beh poteva anche essere uno stronzo ma non
poteva negare che fosse davvero bello. Il suo sorriso ironico catturava le sue
vittime designate e i suoi occhi blu facevano svenire.
Ma Elijah…. Aveva qualcosa di diverso. Di magnetico.
Anche quando era
infuriato, quando teneva a stento la rabbia e ti guardava con occhi oscuri
e gelidi… era sempre bellissimo.
Bello bello, come
un Dio immortale.
E ormai il cuore
di Briony era suo.
Immaginava che Elijah lo
tenesse in mano ancora palpitante. E il sangue che sgorgava lungo le sue
mani e lui le sorrideva delizioso, senza osare schiacciare quel
cuore così delicato per paura che si spezzasse…
Briony scosse la testa cercando di non
pensare a cose del genere.
Si sedettero tutti a
tavola a mangiare.
Jenna parlava ancora dei
suoi studi e Elijah le faceva domande sulla cultura di Mystic Falls, intanto Alaric gli
lanciava frecciatine odiose.
“Allora Elijah,
com’è Briony in veste di padrona di casa?”
gli chiese Jenna curiosa.
“Beh Briony… è perfetta in tutto. Non posso di certo
lamentarmi.” rispose lui fissando l’interessata.
“Tutti però abbiamo i
nostri scheletri nell’armadio…” si intromise Alaric.
“E’ vero ma lei almeno è
sempre stata sincera senza secondi fini. Te ne accorgerai di quanto sia unica”
rispose Jenna in modo sarcastico.
Briony tentò di darle un calcio sotto il
tavolo ma Jenna fu brava a sviarlo e a far finta di niente.
Elijah le sorrise
gentilmente e si versò del vino nel bicchiere.
Briony aveva intuito che Alaric voleva parlare da solo con Jenna, e chiese a
Elijah di aiutarla a portare via i piatti. Jenna le lanciò un’occhiataccia ma
la ragazza fece finta di niente.
“Come mai sei scappata?”
le chiese poi Elijah appoggiando i piatti in cucina.
“Dovevamo lasciare soli
i due piccioncini.”
Briony lo fissò e gli disse titubante:
“Scuse per le battute di
Jenna. Le piace regalare meriti senza senso”
“Perché? Pensi di non
meritarti i pregi che ti ha elogiato?” le chiese dubbioso fissandola.
“E’ mia amica e lo dice
perché mi vuole bene”
“Hai un’opinione
sbagliata su te stessa e sbagli.” Mormorò Elijah scuotendo la testa.
“No, è solo che non mi
piace ricevere troppi complimenti” rispose lei un pochino nervosa.
“Allora starò attento a
ciò che dirò.” Affermò lui sorridendole affascinante.
“Ma se tu non me ne hai
mai fatti di complimenti!” rispose Briony facendo
la finta offesa.
Scese qualche secondo di
silenzio. Elijah non cessava di fissarla a lungo, facendo perdurare la
maestosità del suo viso scolpito.
“Magari non a parole… ma li ho pensati veramente.” mormorò
l’Originario con tono di voce sincero, che la costrinse a fissarlo dritto negli
occhi neri.
“Davvero? Quali?” gli
chiese curiosa ma col cuore palpitante e frenetico.
Quando lui non rispose,
lei gli si avvicinò. Nell'altra stanza c'erano le voci ad alto volume di Alaric e Jenna, forse stavano discutendo, mentre in cucina
c'era solo silenzio.. ma un silenzio strano, trepidante, d'attesa infinita che
li racchiuse stretti come una ragnatela. Una dolce trappola.
“Neanche uno?” domandò
lei di nuovo mentre si guardavano negli occhi, incatenandosi a vicenda.
Lui allora la guardò
profondamente, poi sviò lo sguardo da lei sfiorandole comunque la guancia,
delicatamente, col palmo della sua mano.
Briony allora chiuse gli occhi, posando la
guancia nell’incavo della mano del vampiro, quella stessa mano che aveva
strappato numerosi cuori e che da tempo stava possedendo il suo nella maniera
più totale. Non aveva timore che avrebbe potuto strapparglielo come agli altri
e assaporò quel tocco delicato, che esprimeva parole silenziose e soffuse
nell'aria carica.
Briony sentì indistintamente la mano di Elijah
abbassarsi, come se un pezzetto di ghiaccio stesse scivolando sulla pelle nuda
lasciando una deliziosa sensazione. Si fece guidare dai suoi istinti e gli
prese la mano con la sua, abbassandola anch'essa all'altezza dei loro petti.
Guardò le loro mani, che
sembravano calamitate da elettricità. Briony le vide
intrecciarsi, sfiorarsi come ali di farfalla, senza che il cervello avesse
impartito un ordine ma solo il cuore avesse agito di sua volontà. Anche Elijah
stava guardando le loro mani strette, pensieroso e catturato nel silenzio. Non
dava segno di fermarsi come le altre volte, di scansarsi come scottato... era
diverso, libero da catene e sul punto di riempire quello spazio cavo che aveva
nell'animo.
I loro occhi si
sollevarono in sincrono, combaciando l'un con l'altro come se si stessero
riflettendo nelle profondità più estreme. Briony si
sentì stringere lo stomaco in un nodo, lo sguardo di Elijah andava a farsi
sempre più magnetico, tanto da apparire innaturalmente divino.
Il vampiro l'attirò a sè, in uno scatto elegante ma deciso, e fece rimanere
sospeso lo sguardo abbassato verso quello di Briony.
La ragazza rimaneva come in apnea o sul punto di buttarsi da un dirupo verso un
abisso senza fine. Sentiva il respiro fresco di Elijah abbattersi sul suo volto
come se fosse una folata di vento invernale, e rabbrividì. Non seppe chi dei
due ebbe preso l'iniziativa, ma all'improvviso sentì le labbra di Elijah
attaccate alle sue, lambite come due pezzi che vanno al loro posto.
Contrariamente a prima, Briony sentì un calore divampante crescere nel suo corpo,
delle scintille scattavano durante il bacio e pregò che anche Elijah le
sentisse. Si strinse di più a lui, un braccio del vampiro arrivò a cingerla.
Le loro menti sapevano
che non erano soli in casa e che non era dabbene farlo, per questo non facevano
scoccare rumorosamente le labbra e rimanevano quindi attaccate senza lasciar
spazio ad altro nè dividendosi. I loro respiri erano
fusi insieme e non c'erano necessità di espirare perchè
mai ossigeno più dissetante fu la fiamma che soffiava nel bacio.
In uno slancio
passionale, Briony si aggrappò alla sua spalla
facendo danzare più avidamente le loro bocche nello stesso modo di prima che
soffocava e li faceva appartenere. Non si era mai sentita così ed ebbe la
sensazione che anche Elijah non si sentiva così da tantissimo tempo nel modo in
cui la stringeva a sè e non la lasciava andare. Come
se il ghiaccio avesse trovato la sua fiamma.
Purtroppo furono
interrotti da un colpo di tosse di una persona che era appena entrata in
cucina. Elijah si allontanò velocemente da Briony, mentre
lei guardava spaesata chi fosse il disturbatore.
Con sorpresa scoprì che
era Caroline, che li stava fissando preoccupata.
“Caroline, che ci fai
qui?” le chiese Briony respirando a fatica
sentendo ancora il fuoco nel sangue, mentre Elijah sembrava essere ritornato
una statua di ghiaccio.
La Blond-girl fissò prima Elijah poi sua sorella, e disse
solo che era venuta a trovare Elena.
“Bene, noi stavamo sparecchiando…” Briony cercò
di smorzare la tensione che era scesa.
“Sìsì,
ho visto che eravate alquanto impegnati..” rispose acidamente la sorella,
guardando di buio l’Originario.
Prima che la situazione
degenerasse, Briony racimolò la pazienza e si
allontanò da Elijah, non osando guardarlo, e fece intuire a Caroline di
seguirla subito in salotto per parlare a quattr’occhi.
“Cosa credi di fare?” le
chiese Caroline infuriata quando furono lontane da orecchie indiscrete.
“Perché?” domandò Briony innocente.
“Perché è
sbagliato Briony!”
“Non me lo farò certo
dire da te!” le recriminò la sorella maggiore.
Caroline fece un grosso
respiro. Non voleva litigare con lei e nemmeno mettersela contro proprio ora
che avevano chiarito tutto e le cose si stavano sistemando… ma
appunto per questo non poteva permettere che la sorella si rovinasse con uno
come Elijah. Non le piaceva proprio quella storia, proprio no.
“Ok Briony… sono contenta che tu abbia accettato la mia
nuova situazione ma farti coinvolgere da un tipo come Elijah… non
è per niente raccomandabile.” rispose cercando di farla ragionare.
“Perché, tu lo conosci
forse? Ci hai mai parlato per più di 5 minuti, lo hai mai guardato veramente?”
“Non è necessaria una
laurea in psicologia per capire che i tipi come Elijah portano solo angosce e
pericoli! E’ un Originario, è venuto in questa città col solo e unico intento
di usarci nella sua guerra, e non mi pare si sia fatto tanti scrupoli dal
minacciarci tutti di vita o di morte. O forse hai problemi di memoria, sorellona?”
Briony si sentì punta sul vivo. “Non voglio
sentire questi paternalismi su una situazione apocalittica che abbiamo
contribuito tutti a creare, e poi da te che hai una relazione con Tyler! Io ho
accettato la vostra storia perché ti rende felice, perché lo ami, ma Tyler non
è certamente un tipo a posto! John mi ha messo al corrente dei rischi
dell’essere un licantropo!”
“E’ diverso.. io lo
conosco da sempre, e so quali siano i suoi lati sia positivi che negativi… so a cosa vado incontro. E tu? Tyler ha
rimasto ancora dentro di sé la sua umanità, ma Elijah è il classico vampiro che
ha perso ogni concezione di sentimenti umani, se mai li abbia provati!” Rispose
Caroline convinta, e quella convinzione fece sussultare Briony.
“Sei ingiusta Caroline.
Tu non lo conosci. E so quel che faccio; non credi che anche io mi sia posta
delle domande? Sui rischi che corro? Beh me ne sono fatte fin troppo, ora
voglio solo godermi ciò che provo e mettere un freno a tutta quella sofferenza
e quei problemi che ho dovuto sopportare. Finalmente direi.”
“Davvero pensi che uno
come Elijah non ti farà soffrire? Non ti credevo così ingenua.”
“E io non ti credevo
così rompiscatole e moralista. Se mi sono avvicinata a Elijah, vuol dire che ho
intravisto qualcosa di buono e speciale in lui. E mi piace…”
“Ti farà solo del
male..” sussurrò Caroline rammaricata.
“L’amore fa sempre
soffrire sorellina. Senza distinzioni.”
Caroline sgranò gli
occhi sentendo quella parola.
“Fino a che punto vi
siete spinti?”
Briony si sentì andare le guance in fiamme.
“Non ho intenzione di
parlare di questo con te, visto l’atteggiamento che stai avendo! Non accetto le
tue recriminazioni e poi perché scusa? Elijah è un vampiro, benissimo, non lo
sei anche tu?” Le recriminò con acidità.
Caroline allora sbuffò
spazientita e coi nervi tesi.
“Fai come vuoi! Poi non
venire a lamentarti da me qualora il grande Originario ti squarcerà il cuore
vista la sua maestria!”
Briony si irrigidì notevolmente, ma venne di
nuovo offuscata dalla rabbia e incomprensione: “Se credi che io veda solo
questo lato di lui e che non sia riuscita a vedere nient’altro, mi prendi per
la stupida sciocca che non sono. Grazie mille per la fiducia che porti al mio
ego, per la mia idea di felicità e per il tuo in bocca al lupo, grazie!”
esclamò le ultime frasi con ironia strisciata tra i denti avvelenati e
gesticolando con le mani.
“Ti voglio solo
avvertire, abbiamo già fin troppi disastri!” le gridò Caroline mentre Briony le dava le spalle.
“Buona cucciolata col
tuo Tyler!” le esclamò sarcastica facendo volteggiare la mano in un saluto.
Mentre se ne andava, Briony si rabbuiò pensando alle parole della sorella. Non
aveva il diritto di pensare che il legame con Elijah fosse uno dei tanti disastri
capitati a Mystic Falls
quando in realtà per lei era stata una magnifica e incalcolabile svolta per la
sua vita, diventando uno dei punti cardini più importanti della sua permanenza
in quella cittadina nefasta, facendola diventare così meno grigia, meno
monotona, meno solitaria, meno spezzata.
Ma forse non doveva
prendersela tanto con la sorella, forse la sua antipatia per Elijah dipendeva
da una paura insita nella propria natura. D’altronde i vampiri “normali”
provavano del terrore istintivamente quando incontravano un Originario, il
signore di tutti i vampiri. Perché potevano percepire la loro crudeltà, il loro
essere senza scrupoli, la loro freddezza. Il loro potere di dominare chiunque.
Alcuni ne giravano alla
larga per paura di essere uccisi, altri cercavano di ottenere la loro grazia
facendogli da cane da guardia.
Caroline ovviamente
faceva parte della prima categoria.
Ma lei aveva visto solo
una parte di Elijah… non aveva visto i suoi
occhi tristi e malinconici di quando parlava della sua famiglia… o
quando si dimostrava gentile e premuroso con Briony quando
lei si sentiva a pezzi o sola.
Quelle erano solo
recriminazioni gratuite. Niente di più.
“Spero di non averti
messo in una situazione scomoda.” Le chiese Elijah in tono serio mentre
rientravano dentro casa.
“Non preoccuparti. So
gestire Caroline e i suoi sbalzi d’umore.”
“Non volevo crearti
problemi con tua sorella.” le disse profondamente rammaricato fissandola a metà
sguardo.
“Cercava solo di
avvertirmi. Tentativo vano. E poi lei è l’ultima che dovrebbe sparpagliare
consigli su questioni amorose.”
Elijah le sorrise
amaramente.
“Non credi che dovresti
ascoltare i suoi consigli? Starmi alla larga?” le domandò lui guardandola negli
occhi, quasi con inquietudine o per avvertirla del pericolo che lui costituiva.
“Perché? So che tu non
mi faresti mai del male.” Disse lei sincera, ma il suo tono di voce sfibrò da
una nota d’indecisione.
Lui la guardò
pensieroso, con un sorriso freddo che gli increspava le labbra: "Così
disse colui che ha sempre avuto speranza sugli altri ma alla fine se ne è
pentito."
Briony non provò paura di quella ingannevole
minaccia, infatti sorrise maliziosa, ondeggiando sulle gambe: "Vogliamo
davvero tastare quel tasto? La preda che deve aver paura per istinto di
sopravvivenza e stare alla larga quindi dal pericolo? Io non sono così."
E si avvicinò lentamente
a Elijah, il quale continuava a osservarla pacato e freddo. Gli mise una mano
sul petto, continuando a guardarlo senza paura: "E sei proprio tu ad
avermi dato la spinta a fidarmi."
Elijah la fissò attento
da sotto le palpebre; l'atmosfera si inoltrò in uno strano e ingombrante
silenzio. Nel mentre Briony si mordeva il labbro, lui
distolse lo sguardo con un lieve sospiro:
“Ti avverto, non sono
una brava persona Briony. Alcune parti umane mi
mancano e potrei fare delle cose che potrebbero spaventarti. Non hai ancora
visto tutto di me.”
Lei lo fissò con sguardo
dolce:
“Ti prego non dire così… sei una bella persona, molte tue qualità sono da
invidiare. Sei un vampiro ma questo non c'entra perchè
sei un uomo nobile Elijah e so che posso fidarmi di te. Anche se questa
situazione un pò di mi disorienta.. ma io lo penso
quello che dico.”
Lui tornò a guardarla,
sorridendole affascinante per i complimenti che aveva ricevuto, e le
accarezzò delicatamente i capelli, illuminato dalla sua positività, altruismo e
bontà.
Quel contatto così
casuale le scatenò una tempesta dentro e Briony non
stette più nella pelle. Si avvicinò al suo viso e agì d'istinto nel prendergli
il viso fra le mani e baciandolo con tutta la dolcezza possibile, come a fargli
intendere che lei non si pentiva di nulla e non dovevano stare a pensare troppo
sulle conseguenze.
Elijah tuttavia restò
immobile con gli occhi socchiusi, ancora immerso in pensieri razionali e
contrastanti alle emozioni, i quali avevano sempre fatto parte di lui e avevano
forgiato il suo animo duro. Aveva ricevuto delle numerose crepe da quando aveva
incontrato quella ragazza, piccole ma consistenti crepe. Ma era arduo
ricacciare antiche abitudini, soprattutto se l'altra parte era un'umana e agli
umani basta poco per spezzarsi e tanto invece per raggiustarsi.
“Buona notte.” gli
sussurrò poi Briony, allontanandosi da
lui e fissandolo sciolta.
“Buona notte.” le
rispose a sua volta Elijah, sorridendole lievemente e non facendole intendere
nulla dei suoi pensieri.
Lei voleva restare
ancora un po’ con lui, ma forse era meglio fermarsi lì.
Salì le scale, sentendo
la sguardo provocatorio di Elijah sulla sua schiena.
Quella mattina Elijah
uscì presto.
Doveva nutrirsi e inoltre
gli piaceva guardare la luce del sole mentre albeggiava.
Anche se doveva essere
condannato a vivere una vita nell’oscurità, alla fine avevano trovato uno
stratagemma per camminare alla luce del sole e godersi la luminosità dei suoi
raggi, anche se quel semplice calore non bastava per sciogliere il ghiaccio che
aveva plasmato il suo animo da tempo.
Ma era una delle poche
concezioni umane che aveva rimasto in tutti quei secoli passati da vampiro e
ormai era diventata una piacevole abitudine.
Rimase immobile a
contemplare il sole, e poi vide John Gilbert che trasportava dei grossi
scatoloni da quelle parti.
“Cosa stai trasportando,
cadaveri di vampiro?” domandò l’Originario non scomponendosi
“Niente affatto. Sono
solo i vecchi diari dei miei antenati, li metto in un posto sicuro visto che
gran parte della mia famiglia non vuole avere niente a che fare con me”
“Saggia decisione. Ti
saluto John.” Disse l’Originario iniziando a camminare.
“Come vanno le cose
con Briony?” gli chiese all’improvviso John con
un sorrisetto.
“Penso che non ti
dovrebbe interessare. Ormai sei fuori.” Rispose Elijah secco.
“No ma vedi.. io tengo
molto a lei… e mi dispiacerebbe se stesse
male per uno come te, che non merita niente” osservò tagliente.
Elijah lo fissò dalla
testa ai piedi:
“Levati dai piedi.” lo
minacciò.
“Pensi davvero che lei
potrà amarti per ciò che sei veramente? Andiamo! Ti disprezzo ma ti riconosco
che sei piuttosto intelligente e furbo, e sai che dico la verità.” John cercava
di provocarlo in tutti i modi.
Elijah lo guardò come fa
un serpente con la sua preda.
“Ho dato la mia parola a
tua figlia che non ti avrei fatto del male. Non farmelo rimpiangere.”
Vedendo che l’uomo
deglutiva intimorito, Elijah gli sorrise perfidamente in faccia:
“Sei così stupido e
inetto. Disquisisci tanto ma alla fine sei che tu che non ricevi amore da
nessuno. Nemmeno da lei.” disse freddo cominciando a camminare, lasciandoselo
alle spalle.
“Il suo amore no, ma le
sue labbra si!” gli urlò John soddisfatto.
Elijah si fermò rigido e
si voltò lentamente verso di lui. Il suo sguardo trapelava una freddezza
gelida, che si stava per tramutare in qualcos’altro.
“Ti ha detto che mi ha
baciato? Oh non te l’ha detto! Le donne sono fatte così, fanno finta di essere
delle donzelle sperdute e innocenti, ma alla fine ce la fanno sempre sotto al
naso!”
Elijah lo guardò serio,
dubbioso, ma poi gli sorrise sarcastico:
“E dovrei crederti?”
“Ah vedo che non sono il
solo che abbia baciato in questo periodo! Bene, vedo che ha seguito il mio
consiglio alla lettera!” E si fece una bella risata tra sé e sè.
Elijah, non
sopportandolo più, si avvicinò pericolosamente a lui faccia a faccia.
“Stai attento John
Gilbert o ti strappo la lingua” E questa volta non stava ridendo.
“Beh non vuoi sapere il
nostro piano segreto? Se non te lo dico io, non lo saprai mai da lei perché
sono sicuro che lo negherà fino alla morte, conoscendola. Ti posso dire mio
caro Elijah, che la tua Briony ti ha sempre
ingannato e ti ha usato per i suoi scopi! E’ una bella ragazza, sa come usare
le sue armi e sono sicuro che ti avrà raccontato la sua triste storia per
pungere il tuo ben palese complesso del salvatore”
Elijah non aveva ancora
abbandonato il suo sguardo minaccioso ma era anche interiormente ferito. Le
cicatrici nel suo animo avevan ricominciato a
sanguinare.
John continuò: “Lei ce
l’ha nel sangue! Il suo odio per i vampiri e la sua natura da cacciatrice… adesso è sopita ma prima o poi verrà a
galla e scoppierà! E non avrà nessun riguardo per quelli come te, vedrai se non
mi sbaglio! Ti odierà a morte alla fine.”
Elijah furioso lo prese
per il collo e lo spinse con violenza contro un albero. Se lo avrebbe stretto
ancora di più, probabilmente gli avrebbe staccato il collo senza fatica.
“Sai che non ti
sto mentendo… lei vi voleva tutti morti!
Tutti, persino sua sorella! Ha soltanto cercato di prendere tempo. Fa male
vero? Essere feriti dalle persone che teniamo?” gli chiese John con un sorriso
da bastardo stampato sulla faccia.
Elijah non sopportava
più quelle parole, che per lui erano come tinte da veleno, e alla fine gli
diede una botta così forte che la testa di John Gilbert ruotò di 360°.
Tanto non si sarebbe
fatto niente visto che indossava l’anello, ma almeno si era sfogato.
Lo sguardo del vampiro
era vuoto, senza vita. Era come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco e
avesse smesso di respirare. Una sensazione che conosceva bene quando era umano,
ma da quando si era trasformato in vampiro non l’aveva più provata.
Fino a ora.
Non esistevano cure o
rimedi per salvaguardare le ferite nella suo animo questa volta, perché il
veleno del tradimento era penetrato in profondità, impossibile da sanare.
Era stato così stupido
da farsi ingannare una terza volta da un’umana? Prima Katerina,
poi Elena Gilbert che lo aveva pugnalato… e adesso… Pensava che non doveva dar peso alle parole di
quel pazzo di John Gilbert ma gli era sembrato sincero. Sul bacio che lui
e Briony si erano scambiati, sul loro piano
di sterminare tutti i vampiri…
In cuor suo Elijah non
poteva crederci.
Proprio lei, che era
sempre stata così dolce, leale, coraggiosa; a volte si era lasciata andare
dicendo cose che non doveva dire ma l’aveva perdonata perché era in stato di
shock per via della sorella… ma se fosse
tutto vero? Se lei odiava i vampiri a tal punto da volerli morti in segreto?
Usando qualsiasi mezzo e stratagemma...
Elijah strinse forte i
pugni e guardò con ripugnanza il corpo di John Gilbert.
Con noncuranza lo lasciò
lì e si diresse con glacialità disumana verso la casa di Briony.
Intanto Briony emanava gioia da tutti i pori. Non le importava
dei consigli di sua sorella che non sapeva un fico secco del legame che univa
lei e il misterioso vampiro.
La natura di Elijah
poteva anche essere pericolosa, ma ormai era totalmente presa da lui che
dubitava fortemente che le avrebbe mai fatto del male.
Non dopo quello che era
successo tra loro...
Sentì la porta chiudersi
con un tonfo e andò a vedere.
Era Elijah.
“Ehi sei tornato!”
esclamò avvicinandosi.
“Hai fatto un’altra
capatina per vedere le rovine storiche di Mystic Falls?” gli chiese ironica.
Ma notò che lo sguardo
di Elijah era vuoto.. Quegli occhi non erano più amareggiati e profondi, come
li aveva sempre visti.
Erano gli occhi di uno
sconosciuto. Peggio ancora, di uno che voleva strapparti il collo senza neanche
dire una parola o mostrare un lieve dispiacere nel viso.
“Stai bene?” gli chiese
preoccupata toccandogli il braccio.
Lui fissò la sua presa
nel suo braccio, come se fosse stato appena toccato da una che aveva la peste.
Si divincolò da lei in
modo freddo, e si allontanò guardando fuori dalla finestra.
Briony lo seguì titubante.
“Elijah…?”
Ma lui la interruppe.
“Ti ricordi, quando ti
ho detto che non bisogna mai toccare i punti deboli di noi vampiri? Tu mi avevi
detto che il mio era l’onore. E’ vero. Non potresti mai immaginare la mia
reazione se qualcuno me lo calpestasse… ma
la cosa che mi fa ancora più infuriare….” La
voce di Elijah tratteneva a stento un’ira incontenibile per un essere umano.
Si girò verso di lei,
freddo come il ghiaccio. I suoi occhi furono però attraversati da un lampo di
collera.
“E’ essere preso in
giro. Soprattutto da un’umana.” Sottolineò l’ultima parola con ripugnanza.
Perché era questo che
erano. Un vampiro e un’umana. Il predatore e la preda. Un mostro senza anima e
una vittima innocente… o quasi.
“Elijah… che
cos’hai?” gli chiese preoccupata.
Lui le sorrise
mestamente.
“Davvero hai anche la
decenza di chiedermelo? Credevi che non me ne sarei accorto del tuo stupido
piano?” le chiese serio, stringendole il braccio con una mano in una dura
morsa.
“Che piano? Mi stai
facendo male..” sussurrò Briony, la quale non
poteva credere che quell’essere davanti a lei fosse l’Elijah di sempre.
“Ho fatto due chiacchiere
con John Gilbert… Indovina? So tutto Briony. E’ inutile mentire. La verbena potrà anche
proteggerti ma posso scegliere altri modi per farti parlare.” Dichiarò lui
minaccioso.
“Che stai dicendo?? Che
cosa ti ha detto John?”
“L’unica cosa benevola
che posso dirti è che spero ti sia goduta il suo bacio. Temo però sarà stato l’ultimo,
visto le attuali condizioni del tuo amico.” Affermò lui inumano. Davvero non
c’era neanche una luce di umanità nei suoi occhi, faceva rabbrividire fino alla
punta dei piedi.
“Cosa? Che diamine stai
dicendo?” sussurrò shockata, cercando di pensare.
Dio… il bacio che John le aveva dato quel giorno…
“Stai forse negando
l’evidenza?” esclamò Elijah elargendo una risata amara.
“Non è vero! John ti ha
mentito! Ma… quando avete parlato?” domandò spaesata.
“Se ti cruccia il
pensiero per le sue condizioni, è vivo. Ma…” fece
rivolgere l’attenzione della ragazza a se stesso, pressando un pelo la presa
sul suo braccio. “Pretendo una risposta chiara.” Finì di dire autoritario e
intimidatorio come non mai.
Quell’interrogatorio le
stava facendo venire brividi gelidi lungo tutto il corpo, e non sapendo
prevenirli parlò solo d’istinto.
“E’ vero John mi ha
baciata ma..”
“Ahhn…”
“Ma non è come pensi tu!
E’ stato lui a baciare me, io mi sono ritratta subito!”
“E dovrei credere alla
tua buona fede? Ti avevo già chiesto cosa ci fosse tra te e John Gilbert, ma tu
hai sempre sviato il discorso sull’inutile legame d’amicizia!” le recriminò
Elijah.
“Ma perché è così! Non
te l’ho detto… perché era una cosa troppo
personale e senza importanza!”
“Oh davvero, come era
senza importanza il bacio che ti ho dato? Quanto poteva valere il tuo “Ti amo”
se usciva dalla bocca di una bugiarda?” chiese freddo e cinico. La ragazza
sentì quel gelo spezzarle il cuore.
“Non è vero… non era una bugia…”
mormorò senza forze.
“Ah no? Di solito non si
ama chi si tenta di uccidere. Dove coincide il tradimento con l’amore?” rispose
Elijah buio e puntiglioso alzando il sopracciglio.
“Io ucciderti? Stai
scherzando spero ma non fa davvero ridere. John ti ha riempito la testa di
bugie!”
“Perché allora l’ho
trovato sincero, spiegami? E tu invece ora ti senti con le spalle al muro
perché sei stata scoperta? Io non tollero gli inganni Briony
e men che meno chi pensa di farla franca con
me." dichiarò minaccioso e glaciale.
"Ma non è così! E'
così difficile per te credere che le persone che ti stanno vicine non ti
tradiranno o feriranno come è già successo in passato? Io non ti ho
tradito!" ribattè Briony
con forza.
Il volto di Elijah si
fece più scuro per quel giudizio personale. Non era che non si fidava di
nessuno, ma teneva sempre alta la guardia e non abbassava mai le difese
razionali. Ciò gli aveva permesso di sopravvivere per lunghi secoli. E non
avrebbe perso quella furba concezione di vita proprio ora.
"Ti stai difendendo
pateticamente nel puntarmi il dito contro?" le domandò terribilmente
calmo.
Briony deglutì, sentiva ancora la morsa nel
braccio: "Dico solo che ti devi fidare di me."
Elijah alzò corrucciato
lo sguardo. Si vedeva dall'ombra dei suoi occhi che ormai era troppo tardi, che
la barriera tra loro si era innalzata nuovamente e che lui questa volta non
l'avrebbe rimossa per stupide emozioni che non doveva provare perchè lo avrebbero nuociuto.
Nonostante ciò parlò in
maniera fredda: "La fiducia porta fiducia. Nonostante le tue belle parole
di difesa, Briony Forbes,
leggo nei tuoi occhi che c'è qualcos'altro. Per una volta dimmi la verità..” Il
volto di Elijah si era all’improvviso fatto più serio, quasi scavato.
Briony scosse la testa:
“John ha travisato le mie intenzioni… è vero all’inizio odiavo i vampiri, hai
visto tu stesso la mia reazione quando ho tentato inconsapevolmente di
pugnalarti ma era stato solo un raptus di follia! Io non vi odio! Non potrei
mai volere la vostra morte! Non ora che Caroline è un vampiro, non dopo quello
che è successo tra noi.” Le lacrime le scesero inesorabilmente. Sentiva il
cuore spezzarsi mano a mano che lui la guardava in quel modo così freddo e
sputava accuse sul suo conto. Nemmeno ora le credeva, forse si era intestardito
nel farlo, ma recitava fin troppo bene la parte.
“E cosa è successo tra
noi? Sei solo un’umana, io sono un vampiro. Non farti illusioni su qualcosa che
non esiste.” disse lui con glacialità. La perfidia che gli dipingeva la voce e
gli occhi.
La stava ferendo di
proposito. Era quella la sua intenzione. Farla morire di delusione, come era
stato ferito lui.
“Come puoi dire
queste cose…? Come puoi anche solo pensarle..?”
la voce di Briony era strozzata perché
stava piangendo troppo. Il petto le faceva male dallo sforzo.
Elijah la guardò
dall’alto in basso, come se per lui lei non contasse niente. Come se non gli
importasse di farla star male.
“Le tue lacrime non
faranno effetto su di me. Non sono più umano e queste sensazioni non le provo
più da secoli; se vuoi trovare della comprensione va a chiederla a qualcun
altro. Magari a John.” Sussurrò beffardo, mollando finalmente la presa sul suo
braccio. Briony stupidamente gli si
avvicinò ancora:
“No! Non ho mai voluto
John! Non ti ho mai mentito su quello che provavo per te!” gli gridò con tutta
la forza che le era rimasta.
Gli sfiorò il viso con
entrambe le mani cercando di calmarlo.
“Elijah, io ti amo.”
disse sinceramente guardandolo negli occhi.
L’Originario affilò
duramente lo sguardo fino a diventare irriconoscibile, come se non avesse
affatto sentito quelle parole oppure sì, ma comunque non gli importava nulla.
Il ghiaccio prese posto sui suoi occhi.
“Non toccarmi.” le
ordinò freddamente faccia a faccia, sovrastandola con la sua stesse
indifferenza.
Quella parola ferì Briony come una lama affilata.
Elijah la fece
allontanare subito da lui, come se non volesse neanche sentire la sua presenza
vicino.
“Non sentirti in
colpa, Briony… anche se devo ammettere che
questo tuo atteggiamento colpevole non mi facilita le cose.” sussurrò
fintamente benevolo, scuotendo la testa.
“Perché non riesci a
credermi? Perché credi alle parole bugiarde di John e non alle mie?”
mormorò Briony fra il rimpianto e le
lacrime.
“Davvero sono parole
così bugiarde, Briony?”
Il suo tono si era
calmato e lei deglutì.
All’inizio era vero.
Voleva morti tutti i vampiri e aveva fatto un patto con John. Delle volte il
sangue le ribolliva con l’intenzione di massacrarli e appariva nello specchio
un viso che non le apparteneva. Pericoloso e non suo.
Ma ora le cose erano
diverse.
Aveva imparato a vivere
con i vampiri, a stimarli, ad accettarli… e
a amarli.
Non meritava tutto
questo. Lei aveva sempre cercato di fare la cosa giusta. Di seguire il suo
cuore che lo aveva condotto da lui.
Elijah la guardò fisso,
senza lasciarla parlare:
“Io sono un uomo di
parola a contrario tuo, e non ti farò niente come promesso. Ma se fai un altro
tentativo per fregarmi ti spezzo come un ramoscello secco, chiaro?” le sibilò
cinico. Briony fece solo trapelare un silenzioso
sgomento mentre il cuore sembrava lacrimare dentro il petto.
Non riuscì a dire
niente, anche perché Elijah la fece scostare in maniera così indifferente e
gelida da non apparire veramente lui.
Briony rimase esterrefatta e incredula per
quell’atteggiamento che non era da lui. Con la coda dell’occhio lo vide
andarsene, senza voltarsi.
La sua felicità si stava
sgretolando fra le sue mani.
Rendendosi conto
dell’odio che Elijah provava per lei, prese lucidità e lo raggiunse. Non poteva
sopportare di vederlo così.
“Aspetta aspetta! Non
andare via!” lo supplicò fermandolo per un braccio.
Ma lui si divincolò
prontamente e continuò a camminare verso la porta, come se nulla fosse.
Lei ci rimase male, ma
non voleva demordere.
Non poteva.
“Perché fai così? Dammi
almeno la possibilità di spiegare!” Questa volta lo acciuffò per le maniche
della giacca.
Lui sentendosi preso,
ringhiò:
“Fa silenzio e non
toccarmi.”
Si liberò della sua
presa con forza, e lei così si allontanò guardandolo intimidita negli occhi.
Lui la guardò senza
alcun rimpianto.
“Non volevi vedere ogni
lato di me? Beh, ora ti ho accontentata. Non bisogna mai scavare a fondo su ciò
che potrebbe farti del male.” le disse in un’accusa cattiva e fredda.
“Elijah ti prego…” sussurrò lei piangendo.
Il suono della voce
tremante di Briony non sfiorò nemmeno
l’animo del vampiro. Sembrava che ogni parte di lui fosse corazzata e lei non
riusciva ad intravedere neanche un minimo accesso per arrivare al suo cuore.
Sembrava essere tutto svanito.
“Ti auguro di passare
una bella giornata, Briony.” disse falsamente
Elijah sbattendo la porta di casa sua.
La ragazza era rimasta
incredula a fissare la porta, dove era appena uscito l’uomo che amava.
Sarebbe mai tornato?
L’avrebbe mai perdonata per le cose che gli aveva omesso?
Ma non era colpa sua… lei non voleva fare del male a nessuno. Non aveva
mentito quando gli aveva detto che lo amava.
Il cuore le si spezzò
nel petto pensando che lui dubitasse del suo amore.
E il modo in cui le si
era rivolto… con tanto odio e tanta
violenza che la faceva tremare dalla disperazione.
Pianse e pianse.
Non vedeva altre via di
fuga se non sfogarsi così.
Si chiese perché Elijah
avesse reagito in quel modo. Che il suo lato umano fosse sinceramente
compromesso? E se non fosse più tornato come era una volta? Se fosse
stato semplicemente… un vampiro senza
scrupoli?
Come doveva essere
appunto un Originario.
Era tutta colpa di John.
Gli avrebbe fatto
pentire di essere nato.
Quel pensiero diede la
forza a Briony di non piangere più e di
rialzarsi.
<< Sì, andrò da
John e mi dirà tutto quanto o lo uccido con le mie stesse mani! >> Pensò
con rabbia.
Ma all’improvviso
qualcuno suonò il campanello.
Briony pensò speranzosa che dietro la
porta ci fosse Elijah.
Magari si era pentito e
era venuto a chiederle scusa!
Prontamente Briony andò ad aprire la porta, pregando che fosse
lui.
Purtroppo non si trovò
davanti Elijah.
Sgranò gli occhi
shockata e incredula.
Non si sarebbe mai
aspettata di rivederlo.
E proprio oggi che era
ridotta così male.
“Ciao tesoro.” disse
l’uomo dietro la porta con un sorriso.
“Papà?”
FINE CAPITOLO!!
Eeheh scusate sono stata un po’ dura! Ma
le emozioni dei vampiri sono amplificate e Elijah ha esagerato per questo! Si è
sentito tradito!
Riuscirà Briony a fargli capire la verità?
Ed ora è arrivato
il paparino… Altri guai in vista! :P