2.
Incontro con il capo.
Si
era smaterializzata
direttamente nel suo grande ufficio al secondo piano della grande
fabbrica di Whisky
incendiario a nord di Londra.
Amava
arrivare prima di
tutti e programmare la giornata, nell’ordine avrebbe
innaffiato la sua pianta;
regalo di Neville il suo miglior amico quando fu promossa a direttrice
delle
vendite per l’Inghilterra; Avrebbe controllato la posta ed
acceso il computer,
quell’aggeggio che era indispensabile per far
pubblicità nel mondo Babbano ed
era grazie a questo, che riuscì ad incrementare le vendite,
ma questo i suoi
superiori non lo sapevano ancora. Per questo, doveva ringraziare la sua
migliore amica, quella santa di Hermione, si era armata di pazienza e
per
settimane le aveva insegnato tutto quello che sapeva sul quella sorta
di
cervello elettronico e la so tutto di Hogwarts, sapeva una marea di
nozioni su
quella scatola strana.
Dopo
aver controllato la
posta si dedicò alle fatture e alle scartoffie varie che la
sua segretaria le
aveva lasciato sul tavolo, controllò l’orario e si
accorse che mancava poco all’ora
ics.
La
sua riunione col capo
si sarebbe svolta all’ultimo piano del palazzo,
raccattò tutti i documenti sugli
introiti e i guadagni degli ultimi sei mesi poiché avrebbe
esposto la sua idea
per ampliare le vendite usufruendo di nuovi canali
d’informazione babbani,
sperando
che il capo fosse
aperto a quel tipo di mercato alternativo.
-bene
signorina Wesley-
disse il direttore del settore produzioni. –la riunione sta
per incominciare c’è
solo il vice, il capo arriverò tra poco. Le consiglio di
evitare di esporre le
sue idee babbane non credo vengano apprezzate-.
Ginny
lo guardò male quel
vecchio e untuoso mago non le era mai piaciuto, ogni volta che la
incontrava
non mancava di farle presente la sua predisposizione per i nati babbani
facendo
dell’ironia su Hermione e sul suo ex fidanzato. Che poi con
tutto quello che si
poteva dire ma prendersela e fare ironia su due dei salvatori del mondo
magico
si doveva essere strani forte o vicini all’oscuro.
No,
quello magari no. Sicuramente
il Signor Williams poteva aver radicato le idee di sangue puro come
alcune
famiglie; due tra tutte quelle di Malfoy o Zabini. Scaccio
quell’idea e segui l’uomo
dentro la sala riunioni immersa nella luce.
Si
sedette nel posto a lei
indicato dal mago e poggiò con delicatezza i fascicoli e i
documenti che si era
portata dietro e finalmente alzò lo sguardo pronta a
salutare il vicepresidente
della società per cui lavorare da quasi quattro anni, ma il
saluto le si bloccò
in gola e se l’avessero punta con uno spillo dalle sue vene
non sarebbe uscita
nemmeno una goccia di sangue.
-Signor
Zabini, questa è
la nostra direttrice di vendita per l’Inghilterra- disse il
signor Williams presentando
la rossa che non riusciva a dire mezza parola.
-Salve-
disse il moro dagli
occhi blu, recuperando subito il sangue freddo prerogativa del suo
carattere e
osservando la rossa cercò di leggerla dentro.
-salve-
rispose Ginny rimmergendo
dalla trans in cui era caduta.
-beh
che vuole fare espone
o vuole rimanere ancora così imbambolata a guardarmi- Ginny
divenne rossa in
viso quasi come i suoi capelli.
-espongo-
disse
sussurrando e alzandosi in piedi dirigendosi a passo deciso verso la
lavagna
magnetica alla fine della stanza.
Lì in piedi, davanti a quel moro insopportabile che per anni l’aveva presa in giro per la sua famiglia e le sue idee avrebbe esposto la sua idea per ampliare e incrementare le vendite.
Sapeva
già in partenza che quella sarebbe stata l’unica
possibilità e
se mai un serpeverde come Zabini aveva un cuore avrebbe continuato a
lavorare
per quell’azienda, anche se Ginny ne era certa, mentre con
fretta slegava la
cartella rossa davanti a se, quella sarebbe stata l’ultima
volta lì dentro.
Aveva
pronto un discorso
ad effetto sull’importanza sull’esportazione e la
pubblicità con cartelloni e
nei supermercati babbani dell’alcolica bevanda, ma dopo aver
sollevato lo
sguardo e osservato gli occhi indagatori del moro Zabini
riacquistò il suo
coraggio e il famoso orgoglio Grifondoro.
Lei, Ginevra Weasley, era scesa in battaglia, aveva combattuto una guerra cosa era uno stupido figlio di papà con la puzza sotto in naso e un fisico da urlo. Niente, lui non si era mai sognato di fare niente come i suoi amici, era scappato, si era nascosto dietro le vesti e i mantelli dei loro padri. Ginny si sentiva nuovamente in battaglia quella mattina, sentiva l’adrenalina scorrerle nelle vene.
Di
fronte non aveva Voldemort o Bellatrix Lestrange ma
uno stupidissimo e insignificante Blaise Zabini che la guardava dentro
analizzando i suoi gesti le sue parole e i suoi imbarazzi.
-allora
ci muoviamo non ho
tutta la mattina-disse spazientito il moro osservando
l’orario.
-
Signor Zabini- disse
Ginny prendendo coraggio. – la mia idea è
semplicissima, osservando gli
introiti- mostrando i lucidi in cui un piccolo grafico a torta faceva
vedere i
risultati delle vendite nei mesi precedenti- degli ultimi mesi ho
pensato di
incrementare le vendite usando come nei mesi precedenti delle vie di
comunicazione alternative.
-vie
di comunicazione
alternative – ripeté Blaise come stralunato
osservando la rossa in fondo alla
stanza e il signor Williams pallido e certamente agitato dalle idee
della
Wesley.
-si
non so se ha saputo ma
negli ultimi mesi abbiamo triplicato le vendite- Blaise annuì
-prosegua-
-questo
incremento non è
dovuto ad un cambio di prodotto ma alla pubblicità.
-pubblicità?-chiese
Blaise
noi non abbiamo pagato per della pubblicità.
-Voi
no ma io l’ho pubblicizzata
su alcuni siti di consumatori babbani-
Ginny era talmente presa dalla sua spiegazione sul mondo di internet e della pubblicità gratis che aveva fatto al prodotto che non si accorse di niente, né di una porta che si apriva , né di passi svelti verso la grande tavola in cui aveva lasciato i suoi documenti, si accorse solo del viso agitato di Zabini che guardava lei poi un altro punto poco distante e quando si girò le sue gambe tremarono.
Deglutì sonoramente
osservando un alta figura vestita di nero, alta e slanciata con degli
inconfondibili capelli biondo platino, non vi erano dubbi quello dietro
di lei
che osservava con circospezione le sue tabelle e consultava gli
introiti altro
non era che Draco Malfoy.
-Cosa
Weasley- disse con
un tono della voce sicuro.
-ecco
il whisky ha avuto
successo soprattutto nei grossi centri come Londra e Manchester mentre
nessuno
si è accorto di lui in Scozia nonostante sia una delle
bevande più consumate
tra i maghi, ma noi-disse la rossa -tendiamo a consumare sempre le
solite cose
invece i babbani provano, collaudano, tentano per questo-
-chi
ti ha assunto nella
mia società- disse Malfoy girandosi verso la rossa e
guardandola dall’alto in
basso.
-io
signor Malfoy- Draco
si girò verso Williams -ci servivano giovani e la ragazza
aveva voglia di
mettersi alla prova in alcuni anni ha scalato…-
-si
si immagino visto che
è qui a parlarmi delle sue idee filobabbane, i vecchi ideali
non muoiono mai eh
Weasley-
Ginny
era come pietrificata
a guardarlo, avrebbe voluto rispondere ma non disse nulla e
osservò i gesti del
biondo che prese le altre cartelle poggiate sul tavolo e le
guardò velocemente.
-ottimo
lavoro- disse
infine –lavora per intervenire anche in Scozia ogni tua idea
prima di partire
dovrà essere approvata da il mio vice Zabini-.
Ginny
annuì aveva ancora
un lavoro, lavorava ancora per Malfoy non le aveva riso in faccia non
l’aveva
beffeggiata e umiliata ma le aveva fatto addirittura dei complimenti.
Draco
Malfoy a lei Ginevra Weasley la ex del suo nemico storico Potter.
-Questi
li prendo io-
disse infine il biondo portandosi via i documenti.
-bene
abbiamo concluso-
disse Zabini alzandosi e dirigendosi anche lui verso la porta,- mi
mostri la
fabbrica Weasley o devo chiedere ad un impiegato qualsiasi?-
Ginny
si riprese subito
scattando a passo di marcia verso il moro che quasi si mise a riderle
in faccia
e lo superò portandolo a visitare ogni angolo
dell’edificio e a conoscere il
personale.
***
Aprì
l’ombrello
immergendosi nel silenzioso vai e vieni dei lavoratori londinesi, si
strinse
maggiormente la sciarpa e portò su il bavero del trench
immergendosi nella via
che portava alla Londra Magica, aveva raccolto i capelli in una coda
alta per
non vederli gonfiarsi a causa dell’umidità e a
passo svelto si diresse a Diagon
Alley dove era situato lo studio in cui faceva praticantato.
Arrivò poco dopo
le nove, un minuto dopo che
il vecchio mago che dirigeva lo studio aprisse ; quella mattina avrebbe
finito
il suo lavoro in archivio e poi finalmente, dopo la pausa pranzo,
avrebbe
conosciuto il proprietario.
Il
signor Cooper non aveva
mai detto il suo nome, quando parlava di lui lo definiva il capo ed era
l’unico
che conosceva la sua identità. Hermione, con la solita
curiosità che la
contradiceva, aveva scoperto che era giovane ed aveva ereditato dal
nonno lo
studio.
Aveva
conseguito
continuato la laurea in Francia e dopo soli due anni aveva aperto uno
studio
per conto suo affiliandolo in seguito a questo che già
possedeva a Londra.
-signorina
Granger- disse
il vecchio- buon giorno- disse il vecchio procedendo a passo lento
verso la
giovane.
-il
capo sarà qui per
pranzo lei finisca il suo lavoro in archivio e poi ci porti il
caffè quando
arriva il garzone del bar-
Hermione
annuì avrebbe
anche lavato in terra per essere assunta in quello studio, li passavano
tutte
le cause più spinose e importanti del mondo magico, a loro
si rivolgevano i
maghi più in vista e sempre loro erano quelli che avevano
vinto più cause…si
avrebbe lavato anche il pavimento per essere assunta.
Così
senza perdere tempo
si diresse prima in archivio dove sbrigo il lavoro in sospeso e verso
l’una
dopo aver preso i caffè per i capi andò
nell’ultima stanza.
Bussò
cercando di
mantenere l’equilibrio, evitava di usare la magia per queste
cretinate, pensando
che infondo la manualità servisse, anche se la natura le
aveva dato un dono
enorme come la magia.
Sentì
dei passi dietro la
porta e finalmente fu invitata ad entrare, precedette l’uomo
che le aveva
aperto la porta e a passo deciso si avviò
all’interno della stanza.
-buon
giorno- disse
ricevendo un mugugno come risposta, ma non se ne curò
infondo non era nessuno
per essere accolta con enfasi.
-ah
bene questa è la
nostra praticanda- disse Il signor Cooper presentandola mentre la
riccia posava
il vassoio su una parte sgombra della scrivania.
-si
chiama Hermione
Granger- quando il vecchio pronunciò il suo nome le venne
naturale sollevare il
viso e guardare l’uomo che stava dietro la grande e imponente
scrivania in
noce, ma appena lo fece venne come folgorata.
Lì davanti a lei dopo anni che non lo vedeva, anni che non sentiva la sua voce c’era Draco Malfoy in tutta la sua imponenza, la guardò un attimo scrutandola senza emettere un fiato, né un gesto, né un saluto, né uno dei suoi famosi ghigni di scherno.
Niente
la
guardò solo un attimo e in quell’attimo Hermione
sentì un brivido distogliendo
subito lo sguardo da quelli del suo vecchio nemico, il suo odioso
nemico il suo
bellissimo e affascinante ex nemico.
-ha
studiato all’università
magica di Londra e lì si è laureata con il
massimo dei voti- Draco mosse il
capo ascoltando distratto quello che l’anziano avocato gli
diceva
-nello
studio è molto
importante, da quando Hermione è qui il nostro archivio
è finalmente in ordine-
lui sollevò lo sguardo e ad Hermione sembrò che
le avesse sorriso ma poi
riprese a giocare con la piuma snobbandola
-
le ho affidato molte
pratiche e le ha svolte sempre molto bene-
-pensavo
avesse già una
segretaria signor Cooper – disse Draco guardando il vecchio.
-io
si-rispose lui.
-Quindi
sia chiaro, che
cosa vuole per questa ragazza? che divenga la mia segretaria o un
avocato dello
studio o una semplice tiraborse di uno dei miei avvocati?- il vecchio
avvocato
osservò il giovane rampollo del casato dei Malfoy.
-Sarebbe
un ottimo
elemento per lo studio Signor Malfoy la ragazza
è…-
-si
l’ha già detto è abile
e intelligente immagino, anche furba e alquanto ordinata visto che
rimette in
ordine gli archivi ma credo sia poco per assegnarle una scrivania e una
targhetta nella porta in uno dei miei studi- disse Draco Guardando
l’avocato.
Il
vecchio mosse il capo
capendo di aver fallito, quel giovane era un osso duro peggio del nonno
con cui
per anni aveva avuto a che fare.
Hermione
invece si trovava
in imbarazzo, era ferma come un palo mentre due uomini parlavano del
suo futuro
e lei la signorina perfettini non aveva voce in capitolo non era stata
nemmeno
interpellata.
-Per
ora sarà la mia
segretaria personale, visto che mi sono trasferito solo ieri da Parigi
dovrà
catalogare tutte le cause che ho portato avanti in questi anni in
Francia. Se è
veramente in gamba, come dice il signor Cooper, lo deve dimostrare a
me- disse
Draco guardandola e solo in quel momento osservò che la
ragazza che per anni
aveva detestato e odiato non lo stava guardando.
-Gradirei
essere guardato
in faccia quando parlo, come ha detto che si chiama?- chiese facendo
l’indifferente
il biondo, sapeva benissimo chi era, cosa era e cosa aveva fatto.
Conosceva
a memoria ogni idea
e ideale della giovane donna davanti a se, ma non le volle dare
soddisfazione
lui era il capo a lui si sarebbe sottomessa.
-Granger,
Hermione Granger-
rispose Cooper per lei.
-bene
signorina Granger,
spero che sia veramente in gamba tanto da meritare tutte le parole che
l’avocato
Cooper ha speso per lei, ora vada troverà le scatole con i
documenti nell’archivio-.
Hermione
inchino il capo
in cenno di saluto e prima di girarsi pronunciò un debole
-grazie-
Prima di girarsi e uscire dalla porta del grande studio. Quando si chiuse la porta alle spalle si accorse di non sentire più le gambe e che il suo cuore batteva all’impazzata, l’agitazione e l’ansia che aveva prima di incontrare il capo erano niente rispetto a come si sentiva dopo averlo incontrato.
Sapeva che sarebbe stato difficile fare colpo
su di lui senza che la conoscesse, senza sapere come lavorava, ma ora
che
sapeva chi era il capo era certa che non avrebbe mai avuto successo,
anche se, beh
ora sarebbe diventata la sua segretaria magari…
Non
illuderti pensò, sei lì
solo perché ti vuole umiliare ma lei era disposta ad essere
umiliata per
mantenere quel lavoro tanto sognato.
Si
lei era una grifondoro
e infondo mettere in ordine un po’ di scartoffie non la
spaventava.
Fino
a quando non arrivo
in prossimità dell’archivio e noto centinaia di
scatoloni su scatoloni che
ingombravano il passaggio e fu lì che maledì il
suo nuovo datore di lavoro,
presuntuoso, schiavista ma notevolmente bellis… basta
Hermione smettila di
guardare a lui come ad un uomo è il capo e ti odia quindi
smettila.
Così passò tutta la mattina e buona parte della sera a mettere in ordine pratiche e a lottare con i pensieri poco casti sul suo nuovo capo.
SPAZIO AUTRICE...
SPERO VI PIACCIA ANCHE QUESTO CAPITOLO, DA QUI INCOMINCIA LA STORIA VERA E PROPRIA...
SPERO VI PIACCIA.