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Autore: Reby80    22/07/2006    1 recensioni
Live Together, Die Alone spoilers. Comincia con il gruppo che parte alla ricerca di Walt poi racconto ciò che succederà secondo me dopo la fine della seconda serie.
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack, Kate, Sawyer
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Ecco il cap.3, per sicurezza metto come rating PG13 per scene violente e linguaggio un pò volgare.
Buona lettura...

Kate era completamente al buio, camminava a fatica, perché si inciampava continuamente, qualcuno la stava spingendo. Ripensò alla sguardo di Jack, aveva tanta paura, ma sapere che lui era lì con lei, in qualche modo, la faceva sentire meglio; anche se il pensiero che qualcuno potesse fargli del male la tormentava, non sopportava il pensiero che Jack potesse soffrire. Era molto preoccupata anche per Sawyer, avrebbe sicuramente tentato di ribellarsi e quegli uomini non sembravano andare molto per il sottile. Sperava con tutto il suo cuore che si trattenesse, anche se lo capiva, anche lei alla prima occasione avrebbe cercato di reagire.
Dopo molto tempo Kate si accorse di essere entrata in un luogo chiuso, la fecero sedere e si accorse che le stavano legando i polsi a una sedia.
Finalmente le tolsero il cappuccio, respirò a pieni polmoni e l’aria le sembrò freschissima.
Era ancora imbavagliata, si guardò intorno, erano in una stanza vuota, con le pareti sporche e senza finestre, accanto a lei su altre due sedie c’erano Jack e Sawyer.
Quest’ultimo era ferito, la fronte gli sanguinava leggermente, ma a prima vista non sembrava niente di grave.
Improvvisamente una porta alla loro sinistra si aprì, tutti e tre si girarono e Tom entrò velocemente piazzandosi di fronte a loro.
Dietro di lui entrò una donna, era bionda, abbastanza giovane, con il naso affilato e gli occhi azzurri.
Due uomini erano fermi alle loro spalle.
“Togli loro il bavaglio.”
Il primo uomo si avvicinò a Sawyer e il secondo a Kate, non appena furono liberi di parlare entrambi alzarono la voce,
“Chi siete?” urlò la ragazza
”Bastardi, che diavolo volete da noi?” aggiunse Sawyer.
In men che non si dica uno dei due uomini diede uno schiaffo a Kate che piegò la testa per il contraccolpo e l’altro diede un pugno a Sawyer.
Jack, ancora imbavagliato, provò a fare uno scatto, lo sguardo rabbioso si posò immediatamente sull’uomo che aveva picchiato Kate.
Tom si avvicinò al dottore “Non ci provare Jack, se non vuoi una lezione anche tu” Jack lo guardò con odio poi cercò con gli occhi Kate, che nel frattempo aveva rialzato la testa e si era girata verso di lui, aveva lo sguardo preoccupato, lo guardò come per dire di lasciar perdere.
Continuarono a guardarsi mentre tolsero il bavaglio anche a lui.
Il dottore aprì la bocca per dire qualcosa, ma la voce di Kate lo interruppe “Jack…”
Kate usava sempre quel tono per fargli capire quando era il momento di stare zitto e lui regolarmente la guardava male, a volte l’ascoltava, a volte no.
Abbasso la testa e respirò profondamente, cercando di calmarsi.
“Bravo Jack,” disse sorridendo Tom.
 “Ora ascoltatemi, dovete rispondere a qualche domanda” passò lo sguardo su tutti e tre, poi riprese a parlare “prego,  Sonia…” la bionda aveva sul viso un espressione perplessa, era pensierosa, dopo qualche secondo avvicinò la bocca all’orecchio di Tom “Di certo questi tre non sono come il bambino, cosa ci abbiamo guadagnato nel cambio?” sussurrò all’uomo che le rispose immediatamente “Sono soggetti interessanti e sono abbastanza diversi tra loro, li abbiamo selezionati con cura, dovresti avere più fiducia nei tuoi collaboratori, Sonia…”.
“D’accordo…” disse sospirando, in mano aveva un block notes e una biro.
Si avvicinò a Jack “Vi conviene rispondere” disse la donna, sibilante “altrimenti i miei assistenti saranno ben contenti di convincervi a collaborare…” disse spazientita.
Posò lo sguardo sul dottore.
“Nome?”
Jack non rispose, respirava profondamente, aveva la bocca serrata e le narici dilatate, Kate lo guardava pregando mentalmente che Jack non opponesse resistenza.
“Nome?” ripeté la donna.
Jack alzò lo sguardo, ma rimase zitto.
Tom scosse la testa e fece un cenno a uno degli uomini che in fretta fece un passo verso Jack e gli assestò un pugno sulla guancia destra, Kate sussultò mentre lo guardava sanguinare lievemente dalla bocca.
“Ripeto la domanda” disse tranquillamente Sonia “Nome?”
Jack sospirò “J...Jack Shepard”
“Dove sei nato Jack?”
“A Los Angeles”
“Quando?”
“3 Giugno 1970”
“Bene” la donna si voltò verso Kate “Tu…come ti chiami?”
Kate la guardò con disprezzo “ Kate Austin”
“Kate non è un abbreviativo?”
Kate la guardò con disappunto…se l’era solo immaginato o  lo sapeva?
“Mi chiamo Katerine, sono nata il 20 settembre 1977 nel New Mexico”
“Perfetto, vedo che iniziate a collaborare, passiamo a James”
“Sapete già chi sono…o sbaglio?” ringhiò l’uomo, sospettando qualcosa, qualcosa di indefinito, ma a questo punto non gli sembrava più un caso che loro tre fossero su quell’aereo.
“Ci serve una conferma…” rispose prontamente la donna guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Tom, che evidentemente cercava di far sapere loro il meno possibile.
“James Ford, sono nato a Huston, il 3 Maggio del 1972.”
“Bene, bene…diciamo che tutti e tre avete avuto dei genitori un po’ particolari…ed è interessante, per noi, vedere come questo si riflette sui vostri caratteri…”
“Allora facciamo il punto…Jack, tuo padre ti ha sempre trattato come se non valessi nulla…” le narici di Jack si allargarono leggermente, rabbiose “…per tutta la tua infanzia ti ha fatto credere che fossi un fallito , che non avessi, passami il termine, le palle…” marcò quest’ultima parola mentre lo fissava negli occhi “…ti mortificava, ti umiliava davanti ai suoi amici…non è vero? Diceva esattamente…” la donna lesse sul suo block notes “…che non avevi gli attributi e che non dovev”
“Come diavolo fate a sapere queste cose? Chi siete?” urlò Jack.
“Lo prendo come un si” disse la donna, soddisfatta, mentre scriveva qualcosa.
“Ora passiamo a tua madre…un bell’elemento anche lei…lo ha sempre difeso, vero? Anche quando lui ha ammazzato una donna sotto i ferri perché era ubriaco…lei si è arrabbiata con te…ha detto che non dovevi denunciarlo, ti ha addirittura accusato di avergli rovinato la vita, come se fossi tu dalla parte del torto…quante volte ti sei chiesto se tua madre ti amava veramente?  Ti ha mai consolato quando piangevi perché lui ti aveva offeso? Quante volte ti ha spedito a recuperarlo in capo al mondo rinfacciandoti quello che avevi fatto?”
Jack non rispose, aveva gli occhi lucidi.
“Lo prendo come un altro si …”disse ghignando poi scrisse qualcosa .
Si voltò verso Kate, che però guardava Jack con gli occhi pieni di preoccupazione.
”Ora passiamo alla signorina…” le sorrise malignamente “Allora Kate…qui andiamo sul pesante…possiamo parlare subito del tuo vero padre, Wayne…”
“Lui non era mio padre!” urlò la ragazza, già con le lacrime agli occhi. Ora era Jack a guardarla con angoscia.
“Come dicevo, Wayne tuo padre…l’hai ucciso…hai dato fuoco alla casa, non posso dire che non lo meritasse. Vuoi dirmi cosa faceva a tua madre?”
Lacrime silenziose iniziarono ascendere sulle guance della ragazza.
“Vuoi dirmi cosa faceva a te?”
“Lasciala stare!” intervenne Jack, alzando la voce “Lasciala stare!”
“Zitto!” gli urlò Tom.
“Ho detto di lasciarla stare, bastardi!”
Jack si prese un altro pugno, ma stavolta non sembrava intenzionato a calmarsi, continuò ad urlare e agitarsi, improvvisamente la bionda estrasse una siringa dalla tasca.
Kate urlò “No!”
Anche Sawyer protestò e si prese un altro pugno in faccia.
“Aspetta…” intervenne Tom “Se Jack promette di stare zitto d’ora in poi, per questa volta possiamo fare finta di niente”
“Jack…ti prego…” sussurrò Kate.
“D’accordo” disse Jack, riluttante.
“Allora, dicevamo Kate?”
“L…lui..ci picchiava”
La donna annuì “…e…?”
“E niente…” disse piano Kate.
“Non mentire, ragazzina”
Kate guardò Jack, aveva ancora il viso bagnato dalle lacrime e Jack vide che gli occhi si stavano inumidendo di nuovo, le fece un cenno simile a quello che le aveva fatto quando li avevano appena catturati e lei si fece coraggio.
“Lui…mi violentava” disse Kate prima di scoppiare di nuovo a piangere.
Sonia scrisse qualcosa sul taccuino “Un ultima cosa poi ti lascio perdere, Kate…tua madre si comportava più o meno come quella di Jack, giusto? Non ti ha mai difesa, lo ha sempre coperto…ti ha addirittura denunciata quando lo hai ucciso, me lo confermi?”
Kate al pensiero di sua madre iniziò a singhiozzare ancora più rumorosamente.
“Un si…” disse soddisfatta Sonia.
“Vi prego, ora basta…” sussurrò Jack con gli occhi lucidi.
La donna non rivolse nemmeno uno sguardo a Jack e Kate, nonostante fossero visibilmente scossi e si girò verso Sawyer, anche lui era sconvolto dalle dichiarazioni di Kate, non pensava che avesse sofferto così tanto nella sua vita.
“Allora James, parliamo di tuo padre…”
Sawyer fece un espressione rabbiosa, ma non disse niente.
“Tua madre l’ha lasciato…l’ha lasciato per mettersi con un truffatore che le ha rubato tutti i soldi…da cui tu curiosamente hai poi preso il nome, Sawyer…e lui è andato fuori di testa…era un tipo violento, ti picchiava anche prima di questa faccenda e ovviamente tua madre era al pari di quella di Kate…ma lui un giorno l’ha uccisa davanti ai tuoi occhi, eri solo un bambino…giusto? Cosa avevi? Otto anni?”
Sawyer respirava affannosamente e la fissava con odio.
“…giusto?” ripeté Sonia
“Va a farti fottere, putt…” l’uomo venne interrotto da un pugno fortissimo, ma si riprese subito e sputò per terra un po’ di sangue, poi ripose lo sguardo sulla donna.
“E poi si è sparato…vero? Sul tuo letto e se non sbaglio tu…eri proprio nascosto sotto, a pochi centimetri da lui…è stato un vero trauma, giusto?”
Sawyer rimase in silenzio.
“Ti conviene rispondere, James…”
“Si, è vero…ma questa me la paghi, str…” un calcio nello stomaco lo interruppe per la seconda volta, Kate lanciò un urlo preoccupato.
Sawyer rimase senza fiato, tossì leggermente e alla fine si riprese.
“Bene, ragazzi” disse Tom mentre Sonia usciva rapidamente dalla stanza “ora potete andare a dormire, a presto”.
Gli uomini infilarono loro i cappucci e li spinsero fuori dalla stanza.

continua...

  
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