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Autore: Daewen    22/07/2006    2 recensioni
Fanfiction ambientata principalmente nel periodo dei Malandrini
Una ragazzina gelida che considera le altre persone come gingilli, e vive mascherando se stessa. Ed ora ha incontrato Remus...
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a Giuli, Lizzyluna e Faith Sun per i commenti! Sicuramente più avanti si saprà qualcosa di più del passato di Heather. =)
Alton (il nome del padre di Heather) significa "dal vecchio maniero".

Lupo cattivo

A quanto pareva Heather si era presa un pomeriggio di riposo dalla sua nuova occupazione, ed ora stava chiacchierando allegramente con i Malandrini e Lily, trascinatavi contro la sua volontà. Erano seduti sotto un albero vicino al lago, l’erba verde formava un delizioso cuscino. James era impegnato a fissare Lily, che dal canto suo si sentiva decisamente a disagio. Come per un tacito accordo, i due cugini si erano coalizzati per cercare di farli avvicinare. Finora l’unico risultato era che Lily non se ne era andata stizzita, come ogni volta che parlava con James, ma anzi sembrava sopportarne la presenza. Un risultato mica da poco.
Heather si sentiva bene. Era da tanto che non si sentiva così. Era tutto così normale. Era così che si comportavano gli adolescenti, no? Avevano degli amici e chiacchieravano liberamente con loro. Si voltò verso Remus, una battuta che le affiorava sulle labbra. Che si spense subito. Che ci faceva lui lì?

Un uomo incappucciato si stava avvicinando a grandi passi. Si fermò giusto dinanzi a loro, e si calò il cappuccio. Aveva i capelli ingrigiti, opachi. Era decisamente enorme, e c’era qualcosa di bestiale in lui. «Bene, bene… Hai ricevuto le mie lettere, suppongo?» la sua non era una voce, ma un basso latrato.
Heather si rizzò fieramente. Anche in piedi, gli arrivava appena al gomito.
«Le ho ricevute, sì»
«Non ti hanno insegnato che non rispondere alle lettere è cattiva educazione? Dovrò scambiare due paroline con Alton»
«Che cosa ci fai qui?»
«Vacci piano, piccola. Vedi di trattarmi decentemente, o non se ne fa nulla»
«Finiscila, non mi fai paura»
«Paura? Non ho intenzione di farti paura» le afferrò il braccio e glielo torse. Le tirò su la manica, mettendo a nudo alcune lunghe cicatrici parallele, dai bordi irregolari, spesse un pollice. Anche gli altri erano in piedi, ora. «La paura non lascia il segno» perfino la sua risata era terrificante. «Quanto prevedi di pagarmi?»
«Sai bene quanto sia ricca la mia famiglia» la sua voce era carica di diffidenza, ma non aveva battuto ciglio quando l’uomo aveva scoperto le cicatrici.
«Sa che i soldi non mi servono.» protese l’altra mano verso di lei e punto la bacchetta contro le cicatrici, che presero a sanguinare. Heather non si scompose, si limitò a ritirare il braccio.
«Bastardo! Non te li porterò mai»
«Ma io ti servo»
«Non sei l’unico, sai?»
«Certo che no. Soprattutto grazie a me, oserei dire» rise di nuovo, sguaiatamente «Fa attenzione piccola, o verrà il lupo cattivo a mangiarti»
«Con rispetto parlando, credo proprio di essere io il lupo cattivo»
«Alludi a quel lupacchiotto stiracchiato? Non farmi ridere! Sono le zanne quelle che contano» mostrò i denti, appuntiti.
«Vattene, Greyback!»
«Pensa bene alla mia offerta, non credo che sia del tutto da scartare, no?»
«Vattene» alzò la bacchetta. Per evocare un Patronus. Era un lupo, enorme, argenteo, che si scagliò contro lo sconosciuto. Il quale lo evitò con agilità disumana.
«Divertente. O forse no? Alton non sarà contento di sapere che ti diletti con questo tipo di magia»
«E se lo sapesse già?»
«Sei ancora viva, mi pare»
«Non mi ucciderebbe»
«Credo invece che tu non sia più adatta a sostituirla. Che tu non sia mai stata all’altezza di…»
«Non osare nominarla»
«Cosa faresti, cercheresti di farmi la bua? Dovresti frequentare la gente giusta, non so se mi spiego… se ti interessa sopravvivere, ovvio»
«Lascia stare i Mangiamorte. O qualche idiota ha offerto un posto anche a te?»
«Naturale. È stato proprio Alton» Heather trasalì «Oh, non dirmi che il tuo paparino non ti ha mai detto che la sua ultima occupazione è reclutare Mangiamorte»
«Che schifo. Mi fate schifo, tutti»
«Non credo che dovresti parlarmi così. Se cambiassi idea? Dove lo trovi un altro come me?»
«L’ho già trovato, se è per questo»
«Mh? Ho già avuto il piacere di conoscerlo?»
«Non eri tu a dire di avere una vista di falco? Idiota»
L’uomo si voltò, e per la prima volta sembrò notare gli altri. Guardò con interesse Remus. «Ah… capisco a cosa ti riferivi.» tornò a guardare la fanciulla «Per l’ultima volta, mostra un po’ d’educazione, piccola arrogante. L’Oscuro Signore non gradirebbe. E ricordati Faithe, ho sentito di una mant…»
«CRUCIO» Heather aveva la bacchetta levata contro l’uomo, che era crollato a terra, contorcendosi orribilmente. Sirius scattò verso di lei, costringendola a fermarsi.
«Sei impazzita? È illegale!»
La ragazza lo ignorò e si avvicinò all’uomo, che si stava rialzando a fatica.
«Ma guarda un po’. Maledizioni senza perdono. Dopotutto non sei tanto buona. Non sei del tutto da buttare»
«Vattene, ora!»
«È inutile, sei più portata per la Magia Oscura. Non sprecare la tua abilità con quelli» si lanciò in avanti cercando di morderla, ma la ragazza non era più umana: si era trasformata in un grosso lupo. Con un balzo possente gli si scagliò addosso, tentando di prenderlo alla gola, ma l’uomo la respinse senza fatica.
«Non mi tentare» fece per andarsene, ma si fermò dinanzi a Remus.
«Ti credevo morto… o comunque non qui. Ma certo, con Silente. Salutami tuo padre, Lupin» ridendo sguaiatamente, se ne andò.
«Aspetta! Come conosci mio padre?»
«Prova a chiedere alla tua amichetta. Ne sa molto più di quanto non voglia far credere, temo» replicò senza voltarsi.
Heather, tornata umana, vibrava dalla rabbia per aver perso il controllo così facilmente. «Quel bastardo…»
«Heather, a cosa si riferiva? Come conosce mio padre?»
«Heather, sei un Animagus!»
«Stavate parlando di Mangiamorte?»
«Cosa ti è saltato in mente di usare la Cruciatus?»
«Oddio, quel lupo l’ho già visto…»
«Uno.alla.volta!» scandì Heather. Prese un gran respiro «Sapete chi era quello?»
«L’hai chiamato Greyback, mi pare» gemette Peter.
«Appunto. Questo mi pare sia abbastanza per chiedervi di non immischiarvi»
«Ma quello conosce mio padre! E poi, chi diavolo è?»
«Non sai chi è?» sembrava stupefatta. «Ho sempre creduto che fosse lui… oh, beh, forse mi sbagliavo… ma ti ha riconosciuto…»
«Di cosa stai parlando? Chi è?» la interruppe Remus, impaziente.
«Greyback è famoso per essere un lupo mannaro che morde di proposito. Voglio dire, lo conosco anch’io che sono figlia di Babbani. Comunque questo non spiega nulla…»
Remus impallidì. Spiegava tutto, invece.
«Heather, quel lupo in cui ti sei trasformata…» James aveva un’espressione terrorizzata.
«Un errore di calcolo. Quando ha parlato di lupi ho cercato di farvi credere che parlasse del mio Patronus. Poi ho perso le staffe e…»
«Ma significa che tu sai! Voglio dire, quella volta, ti ho visto! Eri tu, che hai… cioè, fatto quello»
«Certo che lo so, non siete per niente mimetici»
«Mimetici? Che cazzo vuol dire mimetici? Come minimo avrai usato la Legilimanzia» intervenne Sirius.
«Non l’ho mai usata su di voi! Al massimo la uso sugli amichetti di tuo fratello»
«Che c’entra mio fratello?»
«Si è già prenotato un posto come Mangiamorte, no?»
«Cosa? Dovevo immaginarlo, quel piccolo lurido schifoso…»
«Ancora Mangiamorte? Ma che cosa c’entrate voi?»
«Lily, non essere ingenua. Lo sai da che famiglie veniamo!»
«Alla faccia dei maghi oscuri! I Mangiamorte uccidono!»
«Lo so che uccidono!»
«La pensi come loro? Come i tuoi familiari? Sui maghi con parenti Babbani, voglio dire»
«Certo, come no. Infatti adesso non sto parlando con voi, ma me la sto spassando con quei cretini dei miei cugini!»
«Grazie, eh»
«Finiscila, non mi riferivo a te! E adesso che ne dite di calmarci tutti quanti? Cerco di darvi un’idea sommaria della situazione» li costrinse a sedere di nuovo, ringraziando il cielo che la conversazione fosse avvenuta lontano dalle orecchie di studenti curiosi.

  
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