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Autore: Akane    30/11/2011    0 recensioni
Mike ha molte ossessioni/fisse/stranezze... vediamone alcune. Piccola raccolta di shot autoconclusive con un unico tema comune. Le ossessioni di Mike!
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hybrid Theory'
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TITOLO: Le ossessioni di Mike
AUTORE: Akane
SERIE: RPF-Linkin Park
GENERE: comico, sentimentale
TIPO: raccolta di one shot, slash, fluff alcune
RATING: dal verde al rosso, dipende dai capitoli. Il primo verde.
PAIRING: ChesterXMike
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma di loro stessi poiché reali, io scrivo immaginando tutto ciò e non faccio male a nessuno.
NOTE: Mi è venuta l’idea non so nemmeno io come, ma che Mike ha delle stranezze/ossessioni/fisse è vero e pensandole più o meno tutte, mi è venuta in mente questa serie di shot conclusive con il tema comune di cui ho parlato. E poi sì, avete visto bene. Ho messo avvertimento fluff perché direi che questa volta ci siamo. Si parla di fluff… me lo direte voi ma io credo sia così. Ad ogni modo spero di divertirvi abbastanza. Buona lettura. Baci Akane

LE OSSESSIONI DI MIKE

CHITARRE

Guidava Mike e non che andasse ad una velocità spedita, ma comunque nemmeno piano.
Chester era seduto accanto e parlava dei regali di Natale che ormai si avvicinava.
- Non ho palle di fare regali a tutti! Non è che posso farne uno generico e basta? - Mike che l’ascoltava facendo attenzione alla strada ed alle vetrine dei negozi che passava, rispose divertito perché lo conosceva bene:
- Tu nudo con un fiocchetto in testa? - Chiese ironico sapendo che comunque pensava ad una cosa simile…
Chester ghignò lieto che il suo compagno lo conoscesse così bene…
- Tu mi leggi nel pensiero! - Mike rise a sua volta.
- Sei prevedibile, Chez… -
- Senti, a me scoccia da morire andare in giro a fare shopping, anche se ci vado con te! - Mike che lo ascoltava e pure gli rispondeva nonostante guidasse e al tempo stesso osservasse il mondo circostante oltre che la strada, piantò improvviso una brusca frenata che fece andare Chester quasi sul vetro; questi infatti cominciò ad imprecare come una bestia infernale mentre guardava le macchine intorno a loro fare altrettanto dopo delle frenate dell’ultimo minuto.
I clacson non si sprecarono e vedendo che Mike ancora non si muoveva ma che guardava fisso una vetrina oltre la spalla di Chester, questi suonò lui stesso per farlo tornare in sé e quando successe, lo investì con la seconda rata:
- Ma fottuto idiota che non sei altro, che cazzo ti è saltato in mente? Levati dalla strada, si può sapere che diavolo hai in testa per frenare in quel dannato modo? Mi hai quasi fatto spiaccicare sul vetro, non sai quanta fottuta gente ci ha evitato per così? Mike! Pronto?! -
Ma Mike sebbene si mise in parte per parcheggiare, rimase trasognato a fissare sempre qualcosa oltre la spalla di Chester. Solo allora il ragazzo si girò per vedere di cosa si trattasse e quando vide il negozio di chitarre si prese il viso fra le mani e lo scosse sconsolato.
- Oh cazzo, no… ma mentre guidi?! Sei fottutamente psicopatico! - Mike nemmeno lo sentiva e scendendo dall’auto senza distogliere lo sguardo dalla vetrina del negozio di chitarre e da una nello specifico, fece per attraversare la strada senza nemmeno controllare che non venissero esseri viventi ad investirlo. Chester si precipitò subito fuori e lo prese per un pelo per il braccio quindi continuando a sbraitargli contro parole che scivolarono addosso a Mike senza entrare nel segno, l’accompagnò dall’altra parte della strada.
Sospirando rassegnato, giunto davanti alla destinazione finale, gli chiese cercando di capire quale fosse stata questa volta ad avergli fatto rischiare la morte.
- Quale? -
Mike puntò la vetrina e con occhi sbrilluccicosi tremendamente infantili ne indicò una.
Era una gran bella chitarra elettrica, un ultimo modello prestigioso che avrebbe fatto invidia a qualunque musicista, per uno che ne collezionava era come la Piramide di Cheope per un archeologo!
- E’ una gran bella chitarra… - Ammise Chester calmandosi. Almeno l’aveva quasi ucciso per una cosa bella. Mike annuì frenetico, a momenti si sarebbe messo a saltellare. - non ce l’hai già una simile? - Chiese ricordandosi di averne vista una simile a casa sua dove teneva la sua famosa collezione lontano dalla portata di chiunque fosse inferiore ai venti anni.
- No… questa ha le curvature diverse, anche il manico è leggermente differente, è più maneggevole e… - Si mise a descrivere per filo e per segno le differenze delle due chitarre in questione che di sicuro poi alla fin fine sarebbero apparse insulse, quindi tagliando corto e sapendo che comunque quando si metteva in testa una cosa era la fine e non lo si smuoveva, guardò il prezzo. - Mmm… mica male come costo… cazzo, Mike, e tu spenderesti una cifra simile solo per una chitarra con delle differenze minime da una che hai già a casa che poi, fra l’altro, non userai forse mai? - Mike lo fissò subito come avesse bestemmiato e con aria da posseduto cominciò a parlare a macchinetta senza nemmeno prendere fiato, sventolandogli l’indice davanti al naso, cosa che Chester odiava profondamente infatti lo fissava talmente male che a poco l’avrebbe morso.
- Tu non capisci proprio un cazzo come sempre, Chez! Queste chitarre sono da collezione e se ne trovi una con delle minime differenze da un’altra che già hai è ovvio che la devi avere, le devi esporre vicine a quelle della stessa serie per far vedere l’evoluzione della meraviglia! E no, non si possono usare però le devo dipingere! -
Altra fissa di Mike, oltre al collezionismo spietato delle chitarre, una volta comprate se le pitturava con dei pennarelli apposta. Faceva delle vere e proprie opere d’arte rendendo la chitarra in questione ancor più unica oltre che rara.
- Però è una contraddizione, se ci tieni tanto dal prenderle e non usarle per non rovinarle, poi che senso ha dipingerle? - Non l’avesse mai detto! Il dito divenne ancor più insistente, sventolato sempre davanti agli occhi dell’altro, ma senza notare la sua aria seccata, Mike riprese il suo sermone sul limite dell’isteria.
- E’ l’unicità che rende speciale qualcosa che lo è già di suo! Non posso avere qualcosa che può avere qualcun altro, sempre in ambito di chitarre, ma siccome non posso togliere lo strumento specifico dal mercato, rendo unico e diverso il mio! - Aveva anche un che di logico ma rimaneva una cosa strana e di pura contraddizione, a Chester comunque non gli importava nulla dal momento che quel maledetto dito non la smetteva di muoversi così vicino alla sua faccia. Fu così che per non ucciderlo glielo prese e torcendoglielo con cattiveria grugnì:
- Fai quel cazzo che ti pare ma piantala con questo fottuto dito che altrimenti te lo spacco! - Mike si lamentò e sembrò tornare in sé, quindi dicendo una serie di ‘ok’ frenetici, si riappropriò della mano.
Tornato a fissare la vetrina con aria sognante, Chester si placò. Lo preferiva versione bimbo davanti ad una torta di panna piuttosto che checca isterica.
Quando entrarono Mike si perse perché comunque doveva guardarsi tutte le altre chitarre presenti e naturalmente, come da Chester previsto, si imbatté in un’altra di ultima fattura che fece brillare gli occhi all’interessato. E dopo la gioia, lo spegnimento.
Chester lo fissò incredulo.
- Ed ora che hai? -
Mike a quel punto si girò verso il compagno tenendo una chitarra per mano e proprio vicino al suo viso. Sembrava un bambino che non sapeva decidersi fra una torna alla panna e l’altra e visto che Chester adorava quella sua versione, decise di dargli corda.
- Non so decidermi… -
- Comprale tutte e due… -
- Ma sono una spesa mica da poco… - Chester inarcò le sopracciglia. Che gli saltava in testa di pensare al prezzo?
- E che te ne fotte? Le vuoi? Prendile! I soldi li hai! -
Mike però sospirò posandole nei rispettivi piedistalli, rigorosamente vicini. Non era facile per lui, però aveva dei famosi principi.
- E’ che mi sono sempre detto di non diventare uno di quelli dalle spese folli solo perché ho i soldi e posso. Oltretutto siamo in periodo natalizio e ci sono un sacco di regali da fare. Anche se a te scoccia a me piace pensare a qualcosa per ognuno e sai quanta gente conosco? Inoltre facciamo tante campagne d’altruismo e poi sputtano i soldi così? Un po’ va bene, dico, ma non posso esagerare, no? - Chester che non poteva già più di ascoltarlo, si rivolse al negoziante che se la rideva come non mai. Mike era frequente di quel posto e conosceva La sua ossessione per le chitarre, di conseguenza se ne procurava sempre di nuove di proposito.
- Le prendiamo entrambe. - Fece secco. Mike lo guardò senza capire.
- Ma Chez, hai sentito cosa ho detto? -
- E tu hai sentito me? Ho detto LE PRENDIAMO… non le prendi. -
Mike si fermò, dovette scollegarsi dal proprio mondo per tornare in quello reale, quindi quando registrò il significato delle sue parole gli occhi gli divennero lucidi e tornando come un albero di natale, gli piombò fra le braccia stringendoselo fino a soffocarlo.
- Oddio, ma sei tenerissimo! Grazie, Chez! Ti amo! - Se non fossero due abituati a scherzare, il negoziante avrebbe pensato seriamente male ma l’esuberanza di Mike era famosa e non ci pensò, anzi, si mise a ridere.
- Sì, sì, dai… - Cercò si sbolognarselo frettoloso per imbarazzo incombente. Amava farsi sbaciucchiare da Mike ma non certo in pubblico e sapendo che dopo il ‘ti amo’ sarebbe arrivata la sua bocca, se lo tolse di dosso prima che potesse farlo. Mike era comunque troppo contento per quello che aveva conquistato e continuando a saltellare come un bimbo, guardò il commesso sistemargli le due chitarre.
Una volta in macchina dai vetri furbamente oscurati, aspettarono prima di ripartire per poter riprendere dall’interruzione. Mike era ancora tutto un fremito d’eccitazione, non ricordava di essersi mai sentito più felice ma ovviamente era una sensazione del momento.
Chester non era famoso per la sua generosità, anzi, ma per quel che riguardava Mike non badava né a spese né a principi. Adorava vederlo così com’era ora, semplicemente. Non c’era niente da fare, si disse ricevendo finalmente le sue labbra entusiastiche ed accettandole di buon grado.
Era proprio fottuto.
 - Babbo Natale è arrivato in anticipo per te. Se fai una fottuta mezza parola agli altri che ti ho regalato una cazzo di chitarra per Natale ti faccio il culo, perché non intendo fare cose del genere a tutti! È solo una rottura di coglioni fare regali, cazzo! - Ma ormai Mike non ci sentiva più e continuando a ricoprirgli il viso di baci, gli tolse il respiro. Un gran bel modo per morire, comunque.
   
 
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