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Autore: mikilily    01/12/2011    9 recensioni
Salve, sono ancora qua e vi posto un'altra FF, l'ennesima Dramione. Questa volta l'ispirazione è venuta guardando le innumerevoli foto di Emma su google. La mia attenzione è stata catturata da un abito grigio da Cenerentola; quindi la principessa c'è, serve un castello magico e tenebroso ed anche quello l'ho trovato.Villa Malfoy è il meglio del meglio ed infine mancava il principe e chi meglio di Draco il principe dei Serpeverde. la storia sarà ooc, perchè i protagonisti vivono in un epilogo alternativo.
Fatemi sapere, Kiss.
Tratto dal 1° capitolo:
c’era una volta e c’è ancora una giovane e promettente studentessa in Magispudenza. Questa ragazza è tanto sfortunata, l’amore non l’ha mai baciata o forse si.
Ma aspettate che vi racconto la sua storia.
Siete comode… avete preso i fazzoletti non vorrei allagaste i vostri divanetti.
Ora che tutto è pronto, vi racconto la storia più antica del mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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5. Come una Principessa.


Aveva passato giorni a crogiolarsi sugli avvenimenti accaduti nello studio, aveva pianto. Era sconfortata talmente tanto che a stento riusciva a riconoscersi. Lei era sempre stata forte anche nei momenti di tristezza, era sempre stata la spalla dei suoi amici e ora, crollava come una stupida ragazzina alla prima cotta.
Alla prima disfatta. Al primo rimprovero.
Doveva fargli vedere che lei, era forte, era cresciuta, era maturata, era un validissimo avvocato e non una segretaria, tanto meno una cameriera.
 Non era una sciacquetta come le sue amiche, per questo si mise d’impegno notte e giorno per finire la sua analisi.
Doveva mostrargli che era la più competente, la più preparata. Doveva fargli rimangiare tutto e dopo aver raggiunto il suo scopo, gli avrebbe fatto pagare tutto con gli interessi.
Soprattutto le umiliazioni di quelle tre galline.
***
Erano appena scoccate le tre della mattina del trentun dicembre, mancavano diciassette ore esatte alla grande serata danzante che si sarebbe svolta al Manor dei Malfoy aperto dopo anni per l’occasione. 
Hermione quella notte non era ancora andata a dormire. Mancava poco per finire il lavoro e non appena avesse collocato l’ultimo punto sulla pergamena, avrebbe spedito il tutto, mettendo così la parola fine alle sue fatiche.
Scostò lo sguardo per un momento verso la pagina del “Profeta” che era rimasta aperta sul divano: quello era il suo incentivo a lavorare. Nell’articolo si menzionava l’agognata festa, si favoleggiava sulla moltitudine di autorità che avrebbero presenziato all’evento, i maghi e le streghe più in vista del paese.
Sbuffò, riportando la mente al suo lavoro e scacciando dalla mente il viso di quell’uomo dai crini dorati e gli occhi di ghiaccio. Era un angelo ma un diavolo al tempo stesso, in fondo era Lucius il suo secondo nome.
Sospirò e si rimise a lavoro.
Quando finalmente mise la parola fine alla sua analisi, chiamò a sé il piccolo gufo di Ginny e lo spedì seduta stante verso casa del suo capo, dopodiché, cercò di rilassarsi. Nella sua mente, però, vorticava un piccolo pensiero. 
Aveva scordato una cosa, aveva scordato una cosa ma non se ne curò poiché le palpebre divennero, pesanti e Morfeo la invitava ad abbandonarsi dolcemente tra le sue braccia.
Intanto a villa Malfoy…
Draco quella sera aveva deciso di uscire per locali con i suoi amici di sempre: il solito Blaise Zabini e Theodor Nott che insieme a Malfoy, erano rimasti gli unici rampolli delle più grandi casate purosangue a non essersi sposati e per come si divertivano, passando da fiore in fiore, non ne avevano alcuna intenzione.
Quando il piccolo allocco marrone arrivò a destinazione, depositò la sua posta al primo individuo che aprì la finestra non preoccupandosi che fosse o non la persona cui la posta era stata mandata. Nessun comando specifico, era stato dato al piccolo gufo, così che il lavoro di giorni fu aperto e letto da qualcuno che non avrebbe mai consegnato il suddetto lavoro a Malfoy, buttandolo nell’immondizia non appena lesse: Hermione Jane Granger.
Qualcuno o forse qualcuna, a Villa Malfoy non vedeva di buon occhio la collaborazione con una sporca mezzosangue.
***
Si svegliò di scatto massaggiandosi la schiena: non aveva mai dormito così male. Anche la tenda da campeggio usata con Harry e Ron nel loro viaggio per distruggere gli Horcrux era più comoda del tavolo su cui la notte prima si era assopita.
-Ehi dormigliona?- disse Ron entrando a passo di marcia dentro la piccola sala da pranzo.
-Sei ancora in questo stato?- riprese guardandola con la coda dell’occhio mentre poggiava un enorme involucro di tela bianco.
-Che cos’ è?- chiese curiosa Hermione.
 -Il tuo abito per la festa- rispose Ron. – anche se sono poco convinto di dartelo giacché non mi ha nemmeno salutato-.
-Ciao Ron- rispose Hermione con la voce ancora impastata dal sonno.
-Credo che dovrai riportarlo indietro, visto che alla festa non sono stata invitata. Io sono solo una segretaria, per giunta in prova- ribadì sconsolata.
-Ma non serve essere stai invitati. Mia cara so- tutto- io- ma-ignoro l’essenziale - disse sorridendo l’amico. – alle feste, soprattutto quelle dei ricchi, ci s’imbuca-.
-Tu sei tutto scemo!- disse Hermione grattandosi la fronte con fare dubbioso.
-Io penso di essere un genio. Lo  sono talmente tanto, che ti faccio indossare una delle mie creazioni- concluse. Così, con la sua proverbiale arte scenica aprì il grosso involucro di cotone e con nonchalance estrasse un abito lungo con la gonna ricoperta interamente di tulle grigio perla, mentre il corpetto era completamente ricamato con perle grigie e dorate.
-è stupendo - disse Hermione guardando ammirata la creazione di Ron.
Era diventato uno stilista e aveva aperto un piccolo negozio a Firenze dove si era trasferito subito dopo la guerra.
-Lo so Hermione, lo so- enunciò soddisfatto.
-Perché fai questo per me?-chiese la giovane avvocatessa.
-Primo perché sei mia amica e per qualche ragione sconosciuta e alquanto bizzarra so che andare a quella festa per te è importante- disse serio -Secondo perché devi far schiattare quelle megere da quattro soldi, come le sorelle Greengrass e la Parkinson- aggiunse divertito –infine, beh, se vieni notata in quella festa: osserveranno anche l’abito e beh sai, sono tutti estremamente ricchi e facoltosi gli invitati del furetto-.
-Ron non chiamarlo Furetto- lo riprese Hermione abbracciando il suo ex fidanzato e miglior amico.
-Grazie- disse infine, lui sorrise accarezzandogli la testa.
-Ora vai a lavarti che il tempo stringe-.
Hermione non si fece pregare ed andò immediatamente a farsi una bella doccia energizzante, s’imbellettò con creme e si passò uno strato di smalto bianco perla sulle unghie. Asciugò i capelli e cercò di piastrarli ma come al solito quelli erano indomabili.
Infilò l’abito e andò a farsi ammirare dal carissimo amico.
-Se non fossi gay, ci proverei anch’io spudoratamente- disse Ron facendo ridere Hermione per poi accodarsi a lei.
-Davvero sto bene?- chiese scettica.
-Bene? tu non stai bene Hermione, tu sei stupenda. Ora via questi- disse Ron un rapido gesto della bacchetta, facendo scomparire i ricci della ragazza che ora aveva i capelli cortissimi.
-Oddio i miei capelli.- urlò.
-Tranquilla ricrescono-
-Un po’ di rosso sulle labbra- disse per poi guardarla scettico in viso.
-No, Meglio rosa più delicato- continuò mettendo il rossetto.
-Ah bene, ora metti questa- disse Ron porgendogli una mascherina color argento tutta decorata di piume e stras. La ragazza eseguì gli ordini di Weasley e mise la maschera che avrebbe celato la sua identità.
-Hermione, ricordati che la festa in maschera finisce alla mezzanotte e che poi tutti dovranno toglierle e celare la propria identità-
-Quindi devo rientrare a mezzanotte - disse sconsolata.
-Sì, se non vuoi essere beccata-
-Meglio di niente - disse sorridendo, poi si guardò i piedi ancora nudi.
-Senti Ron, non avresti anche delle scarpe per abbinare al vestito?- chiese speranzosa.
-Oddio! Certo che sbadato, me ne ero scordato… -
Andò a frugare nell’enorme borsone dal quale estrasse due bellissime scarpine tutte ricoperte da piccoli strass sia nel tacco sia nel plateau.
-Grazie Ron, oh grazie Ron - disse indossando le scarpe e acquistando quindici centimetri. – sono divine. Tutto è divino, tu sei divino - finì.
-Oh lo so, cara - rispose divertito. – Ginny ti attende al cancello del Manor, ora va è stendili tutti piccola- disse Ron nel momento in cui Hermione si smaterializzò di fronte a villa Malfoy.
 
 
SPAZIO AUTRICE.
SPERO VI PIACCIA...RON FATA MADRINA E STILISTA...  MI SONO ISPIRATA UN PO AD UN LIBRO IL TERZO MI PARE DI "I LOVE SHOPPING".
KISS.
P.S SE RIESCO STASERA IL BALLO .
   
 
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