Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Guinevere_90    01/12/2011    4 recensioni
Prima Classificata al "Profumi e Contest" indetto da Sole=) su EFP, e vicitrice dei premi "Miglior personaggio" e "Premio comicità"
La storia si svolge in una mattinata d’aprile, il primo giorno di rientro al lavoro di Hermione dopo il periodo di maternità… In cui Ron deve vedersela per la prima volta da solo con il piccolo Hugo!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Long

Finalmente soli!

 

 

 

Era una soleggiata mattina di aprile, ed i primi raggi di sole filtravano attraverso le tendine color lavanda della cucina.
«Allora, Ron» sospirò Hermione «sei sicuro di riuscire a cavartela da solo?»
«Certo» biascicò, con la bocca piena di pane imburrato. «Nessun problema».
Quella mattina Hermione sarebbe tornata al lavoro dopo il periodo di maternità, e Ron sarebbe rimasto per la prima volta da solo con Hugo per tutta la mattinata.

 Con Rose era stato relativamente semplice: potevi lasciarla in salotto con i suoi libretti illustrati, volare fino a Londra, e al ritorno trovarla ancora immersa nella lettura.
Ma Hugo, Hugo era tutta un’altra cosa.
Lanciava in giro i giocattoli, gattonava ovunque, e quando aveva fame (più o meno ogni cinque minuti) strillava come un demonio.
Ron era semplicemente terrorizzato.

 «I biberon sono nel frigorifero» gli ricordò Hermione «e anche gli omogeneizzati. E per l’amor del cielo» aggiunse «non lasciarlo giocare con la tua bacchetta. L’ultima volta ha quasi dato fuoco a Grattastinchi.»
«Esagerata» sbuffò Ron «gli ha solo sparato contro qualche scintilla… Vero, micione?» chiese, allungandosi per accarezzare il grosso gatto rosso seduto vicino al lavello.
Per tutta risposta Grattastinchi soffiò mettendo in mostra i denti affilati.
Hermione alzò un sopracciglio.
«E va bene » si arrese Ron « Niente bacchetta».
Hermione sorrise, tentando di celare la preoccupazione. Si fidava di Ron – in fin dei conti se l’era cavata benissimo con Rose, l’anno precedente – ma non poteva fare a  meno di provare una vaga inquietudine al pensiero di Ron e Hugo in casa da soli.

 «Allora vado» disse Hermione, cauta «se ci sono problemi mandami Leotordo» continuò, facendo un cenno verso il gufetto che stava svolazzando intorno al lampadario.
«Sicuro» ripose Ron «ma vedrai che ce la caveremo alla grande… Vero, piccoletto?» chiese, facendo l’occhiolino a Hugo.
Il faccino lentigginoso del bimbo si aprì in un sorriso sdentato.
«Accidenti» disse Ron «speriamo che metta su presto gli altri dentini… Così sembra un po’ una zucca di Halloween, potremmo venderlo al negozio di scherzi!»
«Ron!»
«Beh, ma  è vero» si difese lui.
Hermione alzò gli occhi al cielo.
Poi prese in braccio Hugo e se lo strinse forte al petto, stampandogli un bacio sulla cima della testa.
«Bada a tuo padre» gli sussurrò «cerca di non farlo impazzire troppo».
Poi lo posò delicatamente sul seggiolone, ravviandogli i ciuffi di capelli rosso fuoco che gli aveva scompigliato abbracciandolo.
«Certo che è proprio pelato » commentò Ron osservando la scena.
«Ron, ha solo dieci mesi!» sbuffò Hermione.
«Potremmo provare con un Incantesimo Parruccone » propose Ron « sono sicuro che…»
L’occhiataccia di Hermione gli suggerì che era meglio non finire la frase.

«Devo andare» disse Hermione, guardando l’orologio. «Fate i bravi» aggiunse, guardando Ron.
«Ehi, non sono io il bambino!» esclamò Ron, fingendosi offeso.
«Allora ci vediamo verso l’una» disse Hermione, restia ad andarsene «e ricorda, per qualsiasi cosa..»
«Sì, sì, ti mando Leo» la interruppe Ron. Quindi prese in braccio Hugo e accompagnò la moglie in salotto, mentre il bimbo gli tirava i capelli scalpitando per tornare sul seggiolone.
Hermione non poté fare a meno di ridere.
Voltandosi, afferrò una manciata di Polvere Volante dal vaso sopra la mensola del caminetto e la lanciò nel focolare, dando vita ad una vampata di fiamme smeraldine.
Quindi saltò con grazia nel camino, e scandì con voce chiara:  «Ministero della Magia!».
Un istante prima di sparire lanciò un’ultima occhiata al salotto, dove Ron stava muovendo le manine paffute di Hugo in un gesto di saluto.
Poi le fiamme verdi si estinsero.

Hugo, piuttosto confuso, fissava il punto in cui era appena sparita la sua mamma.
«Allora, piccoletto» disse Ron, tornando verso la cucina con il figlio in spalla. «Finalmente soli!»

 

 

*

 

 

Ron riportò Hugo in cucina e lo assicurò al seggiolone, sicuro che da lì non avrebbe potuto combinare niente di grave.
Quindi, relativamente tranquillo, andò in bagno a lavarsi i denti.
Ma non aveva nemmeno fatto in tempo a mettere il dentifricio sullo spazzolino che sentì un preoccupante  rumore di vetri infranti provenire dalla cucina.
Ron si precipitò di corsa, con lo spazzolino ancora stretto in mano.
Lo spettacolo che gli si parò davanti lo lasciò a bocca aperta.
Hugo aveva rovesciato il barattolo della marmellata, lasciando le impronte delle sue manine impiastricciate su ogni centimetro di tovaglia che era riuscito a raggiungere, e ricoprendosi lui stesso di marmellata. Non pago, aveva tirato la tovaglia rovesciando a terra la caraffa di succo di zucca, rompendola in mille pezzi e creando una specie di lago arancione sul pavimento della cucina.

«Io vorrei sapere» disse Ron, brandendo lo spazzolino verso il figlio «perché queste cose non le fai anche quando c’è tua madre».
Hugo sfoderò il suo sorriso sdentato.
«E va bene» disse Ron, rassegnato «puliamo questo macello.»
Con un rapido movimento della bacchetta riparò la caraffa e la ripose al sicuro nella credenza. Poi asciugò con uno straccio il succo di zucca rovesciato, e fece del suo meglio per togliere le macchie di marmellata dalla tovaglia.
Lo sguardo di Ron si posò infine sul figlio.
La tutina era tutta macchiata, e non c’era un solo centimetro di pelle che non fosse ricoperto di marmellata di fragole.
Ron puntò la bacchetta verso il figlio.
«Tergeo!» esclamò
Gran parte della marmellata sparì.
«Accidenti, ce l’hai anche nei capelli..» commentò. «TERGEO
Tutte le macchie sparirono.
«Chi dice che bisogna fare sempre il bagnetto quando uno si sporca, eh?» commentò Ron soddisfatto.

 

 

*

 

 

Le tre ore successive passarono in fretta: con enorme sorpresa di suo padre Hugo se ne stette tranquillo nel suo box a osservare divertito Leotordo, che svolazzava come un matto in giro per il salotto sbattendo di tanto in tanto contro le finestre.
Ma era ormai quasi ora di pranzo, e Ron sapeva fin troppo bene che Hugo non avrebbe mai saltato un simile appuntamento.
Ed infatti, alle undici e mezza precise, Hugo si esibì nel consueto repertorio di strilli strazianti.
«Come se ti facessimo morire di fame!» bofonchiò Ron.
Prese in braccio il figlio e lo riportò in cucina, dove lo sistemò sul seggiolone davanti alla scodellina piena di omogeneizzato.
Tuttavia, Hugo non ne sembrava molto entusiasta.
«Guarda, lo mangio anch’io» disse Ron per invogliarlo. Quindi prese un po’ di omogeneizzato con il cucchiaio e se lo portò alla bocca.
«Santo cielo, che schifezza» commentò disgustato dopo averlo assaggiato.
Hugo lo guardò come per dire «Che ti avevo detto
«Ok, avevi ragione» concesse Ron. «Ma adesso che ti faccio mangiare? I croccantini di Grattastinchi?»
Gli occhietti affamati di Hugo si posarono sul piatto di spaghetti di Ron.
«Scordatelo» disse lui.
Il bimbo lo fissò.
«Accidenti, non guardarmi così» disse Ron, impietosito.
Ormai arreso, porse un mezzo spaghetto a Hugo, che lo portò alla bocca e lo inghiottì con un rumoroso risucchio.
Deliziato, il bimbo affondò le manine grassocce tra gli spaghetti, tirando su manciate di pasta.
«Fai pure, eh» ridacchiò Ron, divertito.

 

*

 
 

Hugo aveva terminato il suo pasto (Ron si era dovuto accontentare di qualche avanzo ripescato dal frigo), ed ora la testa gli ciondolava dal sonno.
Ron lo prese in braccio e lo portò in camera da letto.
«Tanto vale che stai comodo» borbottò, adagiando il bimbo al centro del letto.
«Sai che ti dico?» aggiunse, guardando il bimbo che sonnecchiava «mi sdraio anch’io cinque minuti… Abbiamo ancora un po’ di tempo prima che torni tua madre ».

 

*

 

 

All’una e un quarto le fiamme verde smeraldo tornarono a divampare nel caminetto del soggiorno.
Con un piccolo “pop” Hermione apparve nel focolare, ed uscì scuotendo via la cenere dai vestiti.
Il salotto era deserto, fatta eccezione per Grattastinchi che sonnecchiava sulla sua poltrona preferita.
«Ron?» chiamò, con voce incerta.
Nessuna risposta.
Hermione attraversò cautamente il salotto vuoto, e sbirciò in cucina.
«Ron?» chiese, questa volta a voce più alta.
Ancora niente.
Hermione tornò in salotto.
«Grattastinchi, dov’è Ron?» chiese, un po’ preoccupata.
Il gatto alzò il muso verso il soffitto e miagolò sonoramente.
Con passo svelto Hermione salì le scale che conducevano alla camera da letto.
Quindi aprì la porta, rimanendo sulla soglia ad osservare la scena che si trovò davanti. 

Ron era disteso sul letto, profondamente addormentato.
Le sue braccia erano strette intorno al corpicino di Hugo, e le dita della sua mano destra sfioravano i ciuffi di capelli rosso fuoco del bimbo che sonnecchiava rannicchiato sul suo petto.

«..’mione.. Sei tornata?» biascicò Ron, aprendo un occhio.
Hermione sorrise, e senza dire nulla si sdraiò accanto al marito e al figlio.
«Sì» sussurrò «sono tornata».

***


Rieccomi! Ammetto che ero sparita dalla circolazione per un po', ma ultimamente l'ispirazione è tornata (grazie anche a degli ottimi contest che ho trovato qua e là).
Allego il giuzizio di  Sole=)

E’ stata una storia super super deliziosa da leggere. Anche io ho sempre pensato a Ron padre come l’hai descritto tu. Sei riuscita a far rispecchiare bene in carattere di Ron e Hermione. Una long molto scorrevole e simpatica. Complimenti :DDD
Grammatica – punteggiatura 5/5,
Stile – forma 9/10 ,
non ho messo 10 perché si sono troppi spazi che dividono le varie parti della long
Originalità 8/10 ,
purtroppo non ho colto nulla di molto originale
Gradimento personale 5/5
Utilizzo del 1°prompt 3/5
purtroppo “negozio” l’hai solo accennato
Utilizzo del 2°prompt 5/5
3°prompt 1 punto
+0 pacchetto extra
totale 36/42

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Guinevere_90