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Autore: DeMode    01/12/2011    5 recensioni
Uno strano sogno. Una strana isola. una serie di coincidenze...o forse no. una storia di sentimenti, rivelazioni, equilibri stravolti e grandi ritorni. (ho inserito "Spoiler!" poichè io seguo in particolare l'anime in Giapponese e non vorrei rovinare il tutto a chi ha sempre seguito solo l'anime in italiano...non so se è la scelta più corretta, spero di si.) AVVISO AGGIUNTO: ho aggiungo il pairing FrankyxRobin perchè mi sta venendo naturale, anche se inizialmente questa fic è nata come una RuNami e basta...resta comunque principalmente RuNami, con tanti accenni non sono a Franky e Robin ma anche ad altre coppie. fine avviso aggiunto. XD
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Nami, Nico Robin, Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nami e Robin entrarono nella loro stanza. Nami aveva in mano delle buste colorate, con dentro tanti pacchi. Ne tirò fuori
Uno, e lo aprì. Dentro c’era un piccolo albero di Natale, praticamente in miniatura, tutto decorato e con delle piccolissime luci.
Lo posò sulla scrivania, di fianco alla foto che ritraeva Bellemer inseme a lei e Nojiko da bambine.

   “che carino…”

Disse Robin osservando l’oggetto.

   “ti piace? L’ho preso per dare un tocco di natale anche alla nostra stanza!”

   “hai proprio buon gusto, Nami.”

   “non ci crederai, ma l’ha scelto Rufy. Ha stupito anche me, che tra tante cianfrusaglie sia andato a scelgiere una cosa
    Così delicata! E' un idiota ma...oggi mi ha stupita spesso…”

Nami si sedette sul letto di fianco a Robin.

   “beh il nostro capitano non è un tipo banale…ci stupisce sempre…”

   “si, è vero…ma oggi è stato veramente sorprendente…ho conosciuto un lato di Rufy che non pensavo esistesse…ed
    Ora che so che esiste...non mi lascia indifferente…”

   “hai scoperto che oltre ad essere il tuo capitano, oltre ad essere un amico, oltre ad essere uno dei pirati più forti di questa
   Nuova era, è anche un ragazzo di 20 anni che prova e trasmette emozioni?”

La Navigatrice osservò l’amica, e sentendosi terribilmente imbarazzata portò entrambe le mani sul viso per coprirselo.

   “ahahahah, si! È proprio così! È strano…è così…strano…”

Nami raccontò alla sua “sorellona” tutti gli avvenimenti della giornata. Non senza un certo imbarazzo, ma sapeva di
fare la cosa giusta. Aveva bisogno di raccontare a qualcuno quella confusione, quel calderone di sentimenti che entrambi
non riuscivano a comprendere, che entrambi forse provavano per la prima volta in vita loro.
 
“…cosa devo fare io ora secondo te?”

  “solo stare tranquilla…e vivere tutto ciò che viene…e da un rapporto come il vostro può venire solo del buono.”

  “ma…non so neanche io cosa sto provando…è stato tutto così…improvviso…”

  “beh…a mio parere non è proprio così, tra di voi c’è sempre stato un rapporto speciale…”

  “si ma…questo è diverso…è fatto di contatti fisici, di emozioni forti, di sguardi…i suoi occhi neri mi spogliano di ogni
   convizione…smontano ogni mia bugia, ogni mia sicurezza…ma al contempo mi fanno sentire protetta…”
 
  “e non è sempre stato così?”

La mente di Nami corse. Corse a qualche anno prima, quando lei, intenta a fuggire da una nave appena svaligiata rubò
Una scialuppa, e come dal cielo piombò un tizio su un’altra scialuppa…ed in una frazione di secondo si guardarono. Tornò
col pensiero nel suo villaggio. Al momento nel quale lei voleva mandare via quel ragazzo sconclusionato inseme alla sua
ciurma, quel ragazzo che l’aveva inseguita fino lì solo per andarsela a riprendere. Quel ragazzo che aveva continuato a
confidare in lei anche se lei li aveva traditi tutti e gli aveva rubato anche la nave. Il pensiero si posò sul momento in cui lei in
lacrime invocò il suo aiuto, e lui la guardò intensamente, togliendosi l’adorato cappello di paglia e posandolo vigorosamente
sulla sua testa. Uno sguardo davanti al quale, forse per la prima volta in vita sua, si era sentita indifesa e bisognosa di
protezione. Poi Nami ripensò allo sguardo pieno di orgoglio, del momento in cui lui riemerse dalle macerie di Arlong Park,
gridando disperatamente “NAMI!!! TU SEI UNA MIA NAKAMA!!!!”. Realizzò che non era la prima volta che quello sguardo
la spogliava di quell’involucro di durezza e decisione. Probabilmente un debole per quegli occhi l’aveva sempre avuto.

  “forse hai ragione, Robin…”

  “non perderti mai nulla, questo è l’unico consiglio che ti posso dare…cerca sempre di vivere ogni bel momento che ti
   viene donato…non ti dico di forzare le cose con lui, questo no…però non aver paura…il natale poi, è così romantico…”

Sospirò Robin sorridendo dolcemente. Nami fece una faccetta furba e con le orecchie da volpe si avvicinò all’amica.

  “mmmh signorina archeologa, non è che mi sta nascondendo qualcosa? Avanti! Io ti ho detto tutto di me…ora tocca a te!”

  “ahahah hai ragione! Beh vedi, oggi sono stata molto bene con Franky…è un vero genteman.”

  “uuuh la nostra Robin ha un debole per i cyborg?!”

  “sono una tipa così stramba, non posso che avere gusti particolari! Comunque…ecco, tra noi non è successo nulla…
   Però…c’è un bel feeling.”
  
  “sarai stramba, ma non sei esente dai sentimenti! Ma…Franky ti piace? Fisicamente dico…”

Robin arrossì. credeva di non potersi mai imbarazzare oltre un certo limite, ma Nami sfatò questa sua convizione.

   “…m-ma che dici?! Beh comunque…ecco…a me piace…uff cosa mi costringi a dire! Mi sento una ragazzina!”

Le ragazze scoppiarono a ridere.

  “e tu che mi dici? Rufy a livello prettamente fisico ti piace?”

  “b-beh…”

  “che c’è? Ora fai la timida?”

  “non è semplice! È che io non l’avevo mai guardato con questi occhi…però…Rufy è carino…”

  “sei attratta da lui?”

  “e-ecco…si…oggi mentre mi abbracciava…eravamo così vicini…sentivo…attrazione…se non foste arrivati forse…”

Proprio in quell’istante qualcuno bussò alla porta.

  “HEYYY!!! Ragazze, è pronta la cena! Se non vi sbrigate Rufy si farà fuori anche la vostra parte!”

  “Usopp, dì a Rufy che se osa allungare le sue manacce di gomma sulla mia cena e su quella di Robin dovrà vedersela
   con me! Arriviamo tra un minuto!”

Le ragazze si sorrisero a vicenda.

  “ok, ora mi cambio in men che non si dica e andiamo a cena…puoi aspettarmi Robin?”

La mora annuì sorridente. Nel frattempo, Usopp era tornato in sala da pranzo.

  “Beh Nasolungo? Dove sono le mie Dee?!”

  “chiamami ancora Nasolungo e ti faccio divorare da una delle mie piante carnivore! Comunque mi hanno detto che stanno
  arrivando…e Rufy, Nami mi ha detto di riferirti che se osi allungare le tue manacce di gomma sul suo pasto e su quello
   di Robin, dovrai vedertela personalmente con lei!”

Rufy rise di gusto.

   “ok! Ricevuto!”

   “eccoci!”

   “scusate il ritardo, ciurma.”

Le due donne fecero il loro ingresso in sala da pranzo. Sanji, da bravo gentiluomo, scostò le poltrone dal tavolo e fece
accomodare entrambe le ragazze, che ringraziarono. Rufy osservava Nami, con un’espressione indecifrabile.
  
   “che guardi?!”
  
  “carino questo vestito!”

Sfortunatamente per lui Sanji stava passando proprio lì dietro. Il biondo gli posò seccato e minaccioso un piede sulla nuca.

   “Cosa sono questi atteggiamenti da mandrillo Rufy?! Se non fosse che ho visto coi miei occhi i tuoi progressi in
   combattimento, potrei continuare a pensare che tu in due anni sull’isola delle donne non ti sia affatto allenato…!!!”

Rufy la prese a ridere, tutti la presero a ridere. Tutti tranne Nami.
 
 **L’sola delle donne…già…Quella Boa Hancock della Flotta dei sette…mi è sembrato che lei e Rufy fossero molto amici…**

Nami assunse un’aria pensierosa e preoccupata. Usopp, di fianco a lei, se ne accorse.

  “Hey Nami!”

  “mh?”

  “tutto ok? Mi sembri distratta…”

  “no! No…è tutto ok, stavo solo pensando alla…alla cartina di quest’isola che dovrò disegnare!”

  “mmmh…sarà…”

Rispose Usopp non del tutto convinto. Era inutile, Nami non riusciva proprio più a farla a nessuno. Una come lei, che aveva
mentito, rubato e tradito per così tanti anni, non era più in grado di mentire, se non a se stessa forse. La ciurma consumò
la cena comunque in allegria, come sempre. Tutti furono nuovamente entusiasti delle decorazioni natalizie ideate interamente
da Nami per la cucina. Dopo aver mangiato a crepapelle, essendo tutti parecchio stanchi, decisero di avviarsi ognuno alle
proprie stanze. Robin prese in braccio Chopper, che dopo la cena si era addormentato sulla sedia. Franky ne osservò
attentamente ogni gesto, con quanta dolcezza sollevava delicatamente la piccola renna e sostenendolo con le braccia gli
posava la testolina sulla sua spalla, curandosi sempre che non si svegliasse. Il Carpentiere le si avvicinò.

  “Ti pesa? Se vuoi posso portarlo io…”

  “oh no no…Chopper è piuttosto leggero. E poi ho paura che si svegli se lo passo a qualcun altro…”

  “ok, allora ti accompagno…”

L’Archeologa gli sorrise, annuendo, ed insieme uscirono dalla sala da pranzo. Franky aprì con la sua chiave la camera dei
ragazzi, entrambi entrarono. Robin si avvicinò al lettino di Chopper, poi si voltò verso Franky.
 
  “Franky, potresti aprire le coperte del letto di Chopper? Io non ce la faccio…So che essendo una renna ha il pelo, però per
   evitare che prenda freddo vorrei rimboccargliele…”

  “oh…certamente”

Il cyborg sollevò le coperte, e l’archeologa con estrema delicatezza sfilò il grande cappello della piccola renna, lanciandolo
ai piedi del letto, per poi posare lentamente Chopper sul materasso, rimboccandogli le coperte con molta cura. Franky la
osservava notevolmente colpito. La donna infine diede un lieve bacio sulla fronte alla renna, ricordandogli immediatamente l’immagine di una mamma col suo bambino.

  “Saresti un’ottima mamma…”

  “lo pensi davvero? Mi fa piacere sentirtelo dire…è un bel complimento…”

  “beh, forse un giorno lo sarai davvero…”

La donna sorrise dolcemente al carpentiere, che ricambiò. Entrambi uscirono silenziosamente dalla stanza.

  “sai Franky…io, a parte Sauro e mia madre che mi sono goduta molto poco e comunque solo fino all’età di otto anni, prima di voi non ho mai avuto nessuno
   che mi volesse bene…non mi sembra vero di poter avere finalmente una famiglia…e comportarmi da sorella maggiore,
   o da mamma in determinate situazioni, per me è un piacere…”

   “già…anche per me è così…mi sento un po’ il padre in questa ciurma! Io e te siamo i più grandi…”

   “a parte Brook…”

   “ah già, Brook è molto più grande di entrambi! Ma nello spirito è un ragazzino…i più maturi siamo io e te, sulla Sunny…”

Affermò il Cyborg, arrossendo lievemente e guardando da un’altra parte per sconfiggere l’imbarazzo.

  “si…mi piace…io e te, mamma e papà di questa ciurma…”

Robin sorrise al solo pensiero, e Franky cominciò a sudare inspiegabilmente. L’uomo la accompagnò alla sua stanza, e
lei accortasi del suo vistoso imbarazzo tagliò corto, diede la buonanotte ed entrò nella sua camera.
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note dell'autore: ed eccovi anche il sesto...mi sono ripromessa di scrivere un nuovo capitolo ogni volta che aggiorno...speriamo di riuscire a mantenere il ritmo. XD abbastanza FrankyXRobin questo sesto capitolo... ma del resto, è la coppia dopo Rufy e Nami che mi ispira di più! ora vi lascio... se ce la faccio aggiorno un altro capitolo entro oggi, vediamo. come dico sempre oramai, speriamo che non faccia proprio schifo! XD a presto! Rock On! :p (non chiedetemi perchè l'ho scritto, mi andava... ò_ò)
  
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