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Autore: marwari_    01/12/2011    2 recensioni
Solan non si era mai sentito così tradito, umiliato e disperato.
L'ira fluiva in lui più veloce del sangue: si sentiva inutile, tanto che neppure sua madre l'aveva voluto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gabrielle, Xena
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questi personaggi appartengono tutti alla Universal Picture; con questa fan fiction non voglio infrangere nessun copyright, né ho nessuno scopo di lucro.

 

Emmax5: Buongiorno cara! Ed eccoci qui al quasi epilogo. Da quello che mi scrivi non penso finirà come credi, ci sarà un colpo di scena, chiamiamolo così XD. Spero che ti piaccia! Augurare il buon divertimento sarebbe una presa in giro, perciò mi limito alla buona lettura... a presto!!

NdA: for the Greater Good. Lottare contro il fato è inutile, e se non c'è luce infondo alla galleria bisogna arrendersi ad esso...



Maternal Instinct - Failed
Xena ascoltava il freddo sussurro della voce di Callisto. Era una voce squillante e potente, che portava un messaggio infausto ed inevitabile. Cosa poteva fare ancora? In che modo poteva riuscire a sconfiggere il Male? Come poteva separare Solan dalla morsa che lo imprigionava? Quando lo avrebbe rivisto ancora e come si sarebbe presentato ai suoi occhi inermi?
Davanti a lei c'era solo la campagna verdeggiante ai piedi di una collina protetta, dalla quale, probabilmente, spettatori impazienti stavano attendendo l'esito di una battaglia che aveva tutto il sapore amaro di una guerra. Conosceva bene quella sensazione, come la prima volta in cui aveva impugnato la spada, come quando da ragazza stava per affrontare la sua prima lotta. Era riversa sul terreno, in ginocchio, la terra fredda ed umida a contatto con la pelle e una minaccia incombente che gravava sulle sue spalle; la sensazione di impotenza che le annebbiava la mente, portando i pensieri a quel prossimo futuro in cui avrebbe dovuto, per forza, prendere una decisione difficile, a cui non poteva sottrarsi, la decisione che le avrebbe cambiato la vita per sempre.
Molti anni prima aveva preso la decisione di uccidere. Aveva stretto le sue dita titubanti attorno all'elsa della sua spada e poi, con decisione, si era voltata e tagliato la gola al suo imprigionatore; in pochi secondi aveva mietuto la sua prima vittima, in pochi secondi aveva fatto di sé un'assassina, in pochi secondi aveva creato sé stessa. E con la stessa rapidità, con la stessa inevitabile sequenza di azioni, molto probabilmente, avrebbe continuato la sua vita. Voleva sconfiggere Callisto, la donna diventata dea, quell'immortale che non si poteva uccidere, a lei voleva dare la morte.
Doveva combattere. Doveva alzarsi. Doveva sconfiggere il Male.
Ma non voleva lottare contro Solan. Callisto non era una sprovveduta, prima o poi avrebbe mandato il ragazzo al massacro, lo avrebbe costretto a combattere contro la sua stessa madre, magari senza rimpianti, senza paura, senza coscienza.
Certe volte, per riuscire a sferrare il colpo vincente bisogna arretrare...
Xena chiuse gli occhi, cercò di separare i polsi l'uno dall'altro, la catena con cui erano legati era dura e resistente. La Principessa Guerriera sospirò
- D'accordo hai vinto.- emise con un soffio - Cosa vuoi da me?- sul volto di Callisto si dipinse la soddisfazione. Ripose la spada nel fodero alle sue spalle con un sibilo freddo e sinistro
- La grande guerriera in ginocchio davanti a me che annuncia la sua resa... non si vede proprio tutti i giorni. E tutto in nome di un ragazzino inutile ed irrecuperabile.- accennò una risata di puro divertimento per poi tornare subito seria - Cosa voglio?- si portò un dito al mento mentre le girava attorno - Cosa voglio?-. Rimase per qualche istante in silenzio, i suoi occhi pungenti ed inespressivi gioivano realizzati. Li abbassò verso la figura inginocchiata di Xena e le prese il mento con due dita
- Potrei chiederti qualsiasi cosa in cambio di Solan.- sorrise sinistramente
- Parla, Callisto!- le ordinò la donna con aria aggressiva
- Non credo tu sia in posizione di darmi ordini.- sbuffò annoiata tornando in posizione eretta, gonfiò il petto e mise le mani ai fianchi - Facciamo un gioco, ti va?- aspettò qualche secondo per poi riprendere con entusiasmo - Combattiamo un duello leale finché i pargoli non arrivano.- Callisto rimase immobile e fece scattare gli occhi alla sua sinistra, verso degli alberi. Anche Xena cercò di seguire il suo sguardo
- Sarà un'interessante lotta quella avvenire, Gabrielle!- esclamò alzando la voce - Una sana sfida: madri contro figli.- la guerriera dai mossi capelli biondi si lasciò ad una risata mentre con un gesto della mano scioglieva le catene che imprigionavano le mani della Principessa Guerriera.
La donna rimase immobile, con la coda dell'occhio osservava i cespugli in movimento che rivelarono la figura di Gabrielle
- Cosa intendi per madri contro figli?- chiese la donna con voce atona
- Lo vedrai, capelli d'oro.- Gabrielle si fece dura in volto, decise di non dare troppo peso alla possibile pazzia della donna
- Non sottovalutarmi, Callisto. Un duello leale senza poteri o abilità sovrumane: vince Xena e liberi Solan.-
- Vinco io e il pargolo muore, ci sto!- la guerriera dai capelli neri impugnò la spada senza fiatare. Aveva uno sguardo determinato, il volto inespressivo, ogni muscolo teso per il combattimento, e la mente pronta a rispondere di qualunque scherzo la sua avversaria avesse in serbo per lei.
Callisto si avventò su di lei con un grido famelico di lotta, le spade si incrociarono sopra le loro teste e il cuore di Gabrielle prese a battere più veloce. Le vedeva combattere, entrambe determinate a vincere, stavano dando il meglio di loro stesse, l'una nell'attacco, l'altra nella difesa.
Xena sembrava non attaccare quasi mai, anzi, sembrava voler portare quello scontro al limite, come se si fosse dimenticata che, anche se Callisto non utilizzava i suoi poteri, non si sarebbe mai stancata.
La guerriera bionda lottava con eccitazione e divertimento, infondo, non aveva nulla da perdere se non un buon posto nella futura schiera del Sommo Male; continuava ad attaccare, sicura della sua schiacciante superiorità. Xena invece era concentrata, aspettava il momento giusto per colpirla; studiava ogni sua mossa mentre si difendeva e ad ogni suo attacco scopriva ogni sua forza e debolezza. Voleva conoscerle tutte per poterla trafiggere senza subire danni.
La lasciò giocare ancora per altre due mosse, e quando la sua lama si tese per colpire, Xena si spostò di lato facendo penetrare la sua spada nel fianco di Callisto, fino all'elsa, sempre più in profondità. La donna non sanguinava, ma il suo volto deluso ripagava di ogni goccia di liquido vitale che avrebbe potuto versare.
Callisto si alzò, osservò con disapprovazione la spada nella sua carne e la estrasse con facilità, la conficcò nel terreno morbido e prese a spolverarsi le mani
- Bene. Hai vinto.- affermò con indifferenza - Immagino che tu voglia il tuo premio.- si fermò alcuni istanti togliendo l'attenzione che aveva per le sue mani rivolgendola agli occhi speranzosi di Xena - Credo di aver omesso un particolare... non sono io che decido.- la Principessa Guerriera stava per mettere mano al Chakram quando la sua avversaria serrò gli occhi facendole di no con l'indice alzato
- Non so se ti conviene.-
- Lascialo andare! Smetti di giocare, hai lanciato tu il duello!!-
- Non ho deciso io il tuo premio.- sul suo volto si dipinse una smorfia - E poi.. sai che il duello non finisce se non quando lo dico io!- con un gesto fulmineo agguantò la spada di Xena e si preparò a colpirla ma nel medesimo istante una luce color del fuoco, bloccò il suo braccio a mezz'aria
- Sai che non spetta a te.- una voce fanciullesca saturò l'aria e Callisto depose l'arma facendola cadere a terra. Sbuffò contrariata e raggiunse la ragazzina dai capelli rossicci
- Volevo solo divertirmi.- si giustificò Callisto scrollando le spalle
- Questo giocattolo è suo...- sul volto dalla bambina si dipinse una smorfia malvagia. Poi si voltò verso Gabrielle
- Mi riconosci?- sorrise - Madri contro figli...- accanto a loro comparve Solan. Aveva un pugnale nella mano destra, i suoi vestiti erano completamente neri, come i suoi occhi, ed i capelli, una volta lunghi e ribelli, erano stati tagliati, e mettevano in risalto l'espressione di rancore e odio che troneggiava sul suo volto.
- Solan?- lo chiamò incredula Xena, ma lui nemmeno si voltò
- Hope?- le fece eco Gabrielle. Erano entrambe sconvolte, troppo prese dalla propria situazione per preoccuparsi di quella della compagna.
Callisto osservava i due piccoli, malvagi guerrieri mentre prendevano posizione di fronte alle proprie madri, entrambe confuse e dai volti turbati, indecise se combattere o arrendersi, indecise se morire o far morire.
- Sarà davvero interessante.- commentò entusiasta la donna con le mani ai fianchi.
Le paure di Xena si concretizzarono. Solan non era più in sé e si avvicinava con disarmante determinazione, il pugnale pronto a colpire, assetato del suo sangue, deciso ad uccidere, per la prima volta, non per sopravvivere bensì per diventare un guerriero del Male a tutti gli effetti. Non era più suo figlio, anzi, non lo era mai stato, ma a quel punto si trattava di decidere se lasciarlo vivo a scapito della vita di tanti innocenti, oppure uccidere un ragazzo che aveva perduto la sua purezza e il suo vero essere.
Solan la attaccò con un fendente risoluto e fatale, la donna, ancora scossa, non poté far altro che scivolare a terra e rotolare su di un fianco per poi recuperare la spada, senza quasi accorgersene, come un gesto spontaneo. Ad un tratto si ritrovò tra le mani l'arma con cui avrebbe potuto finire quell'agonia, doveva ucciderlo, non c'erano vie di scampo, Solan andava fermato. La spada era come la continuazione del suo braccio, con essa si sentiva completa, pronta ad affrontare il nemico, anche uno che la sua mente non accettava.
Si convinse a separare mente e corpo, cosicché l'uno potesse agire d'istinto senza che la ragione interferisse.
Hope aveva la situazione in pugno, avrebbe potuto finirla con un semplice gesto della mano, senza il minimo sforzo. Avanzava verso Gabrielle con la consapevolezza di essere la più forte; provava piacere nel vederla impaurita dalla sua stessa creatura, trovava infinitamente eccitante il barlume di terrore che scintillava nei suoi occhi, paura che lei, una bambina apparentemente innocente, incuteva su di una donna adulta senza muovere un dito. Stava giocando con sua madre come il leone fa con il suo pasto
- I figli sostituiscono i genitori.. noi siamo il futuro, Dahak è il futuro, il Male è l'avvenire del nuovo mondo. Chiunque si interponga al volere di mio padre va eliminato.- Fayla sorrise rimanendo immobile a pochi metri dalla donna, poi si girò dandole le spalle, sicura che non si sarebbe mossa
- Hope..-
- Fa silenzio!- la interruppe con voce autoritaria - Voglio godermi lo spettacolo.-
Xena e Solan si stavano affrontando, e la guerriera non riusciva ad attaccare, la ragione faceva sempre capolino, non riusciva a separarsene. Davanti a lei vedeva solo suo figlio, quell'innocente creatura che aveva abbandonato, salvato, protetto ed infine perduto. Era la stessa persona, eppure così diversa, sia nell'aspetto che nello spirito. Come se il vero Solan fosse svanito nel nulla, senza lasciare traccia, come se non fosse mai esistito.
Sembrava cresciuto, più grande di come lo ricordava, più determinato, senza il minimo timore, senza coscienza, senza sentimenti, senza emozioni. Uno spietato guerriero al servizio del Male.
Non c'erano dubbi, aveva fallito, e questa volta le prove erano palesi. Non era frutto della sua immaginazione, Solan era solo un ricordo, l'aveva perduto per sempre. Ancora per colpa di Callisto, ancora per colpa di uno scherzo della natura che della speranza aveva poco o niente. La pazzia era la regina indiscussa di quella vita, la pazzia e l'irrazionalità; l'ineluttabilità del fato, incombente sulle spalle di ogni misero essere umano.
Era tutto inutile, tutto perduto, ma non poteva arrendersi, non a quel punto. Doveva dare il tutto per tutto, in nome di quella speranza che è davvero l'ultima a morire, quella poca speranza che salva oppure imprigiona con disarmante fatalità.
Xena afferrò entrambi i polsi di Solan e lo guardò dritto in quegli occhi color nella notte
- Ti prego, torna in te. Solan!- il ragazzo rimase impassibile, come se non fosse accaduto nulla. Piegò il volto di lato, quasi sorpreso della reazione della donna, poi si spinse indietro con la schiena e le mise un piede all'altezza del ventre compiendo una capriola che trascinò nel suo moto pure Xena, la quale, inerme, atterrò sulla schiena mentre colui che era stato Solan scattava agilmente in piedi per avvicinarsi a lei; si muoveva con pacatezza, quasi volesse mimare il Male come una minaccia inevitabile ed incombente.
La Principessa Guerriera separò mente e corpo per un attimo. Vide un avversario davanti a lei, un avversario da vincere.
Con un colpo di reni si rimise in piedi stringendo saldamente la spada tra le mani. Desiderava sentire la sua voce, o almeno il minimo segnale che c'era ancora suo figlio in quel corpo che faceva da contenitore ad un'anima che non era più la sua.
Hope avanzava tranquilla, con un sorriso dolce in volto, verso sua madre, con fare innocente e gentile. Gabrielle era come paralizzata, moveva solo insicuri passi lontano da quell'essere pericoloso che un tempo aveva erroneamente protetto. L'aveva abbandonata, l'aveva eliminata dalla sua vita; eppure se ne stava lì, di fronte a lei, cresciuta, sana e assetata di sangue, non era certo grazie a lei, ma piuttosto per quella metà di sangue malvagio, quanto divino, che scorreva in lei.
Era come se l'avesse assassinata. E quel pensiero non le abbandonava la testa. Avrebbe dovuto ucciderla, ancora, e per sempre. Era giusto, era un suo dovere, ma era sua figlia, con che coraggio l'avrebbe fatto?
Com'era stato annunciato: madri contro figli. La generazione onesta e quella corrotta, vecchio e nuovo, Male e Bene, su due fronti, a combattere. In quel piccolo scontro era racchiuso il futuro di tutto il genere umano.
Orami le parole erano vane. Si doveva passare ai fatti. E i fatti dovevano essere scelti tra Vita e Morte.
Solan ed Hope erano forti, guidati da forze sovrumane, troppo potenti per essere contrastate. Solo una era la via d'uscita, ed imboccarla, voleva dire far morire l'anima.
Xena era in difficoltà, a differenza di Gabrielle; Hope rimaneva davanti a lei senza muove un dito, come se fosse in attesa di una mossa da parte sua. Dava le spalle alla lotta incalzante che si stava svolgendo tra Xena e Solan.
Il ragazzo si muoveva svelto, attaccava ogniqualvolta ne aveva la possibilità, non si difendeva neppure, il suo unico obiettivo era quello di uccidere, a qualunque condizione. La donna, invece, non riusciva a combattere degnamente, quando arrivava ad abbandonarsi alla battaglia, la figura che si agitava davanti a lei le ricordava chi egli fosse, contro chi stesse combattendo, le conseguenze delle sue azioni, il passato perduto e il futuro inesistente, la scelta di vita o di morte.
Xena era alle strette, non riusciva ad attaccare, Solan non glielo permetteva. Era troppo veloce, troppo spietato, troppo disumano. Non era più lui.
Hope si girò di scatto rompendo il contatto con gli occhi di sua madre
- Adesso!- urlò decisa. Xena fu colta alla sprovvista, Solan si portò di fronte a lei, e si preparò a colpirla dritta al ventre.
Solo a quel punto la Principessa Guerriera riuscì a separare mente e corpo. Non si preoccupò più dell'essere colpita, ormai era inevitabile, quanto di rispondere all'accusa, cosicché il suo avversario non ne fosse uscito indenne. Uccidi se non vuoi essere ucciso. Raddrizzò la spada e quando Solan colpì, fu ferito a sua volta.
Rimasero immobili per alcuni istanti, come abbracciati; a dividerli, due lame insanguinate.
Xena cercò gli occhi di Solan, e trovò due pozze nere, inespressive, solo la bocca si era piegata in un ghigno malefico.
Era giusto, era un suo dovere, non era più suo figlio.
Caddero a terra insieme, inerti. Avevano combattuto, avevano lottato. Non c'era stato passato per loro, il presente era da cancellare, il futuro non esisteva.
Sotto lo sguardo sorpreso di Hope, gli occhi scuri di Solan persero anche quella luce di vita che li animava. Gabrielle, alle sue spalle, assisteva incredula alla scena; Xena era ancora viva, ma per quanto? Quel ragazzo, in cui un tempo vedeva un amico, era diventato un guerriero del Male, un guerriero a tutti gli effetti, e aveva colpito nel punto giusto, lasciando ben poche aspettative.
Hope sussultò, si guardò attorno. Trovò Callisto mentre portava la mano alla bocca per cercare di celare, malamente, una risata divertita. La ragazza si voltò verso le due figure riverse al suolo, poi prese ad osservare di nuovo la sua bionda aiutante
- Callisto, portami al tempio. Dahak giungerà, come previsto. Xena morirà a breve, ora nessuno potrà fermarci.- un sorriso si dipinse sul suo volto mentre Callisto cercava di assumere un aria distinta e diplomatica. Hope si stava già precipitando verso di lei, quando, facendo appello alle sue ultime forze, Xena impugnò il Chakram lanciandolo contro un albero, che, rimbalzando, andò a tagliare la gola di Hope.
La ragazza cadde a terra ai piedi di Callisto.
La donna la osservò disgustata
- Se Dahak intende questo per divinità immortale..- commentò apatica. Storse la bocca e svanì nella sua nuvola di fuoco.
Il Chakram tornò sibilando in mano a Xena così come accorse affrettandosi Gabrielle. La guardò inerme, senza poter fare nulla, mentre il suo respiro si affievoliva e la luce dei suoi occhi color del mare si spegneva lentamente
- Hai fatto la cosa giusta.-
- Almeno dall'altra parte staremo insieme.-

   
 
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