Libri > Il diario del vampiro
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Autore: iosnio90    01/12/2011    8 recensioni
Premessa: dimenticate la Fell’s Church della Smith dove i vampiri non possono procreare e sostituitela con una Fell’s Church dove per i vampiri è assolutamente normale avere figli con donne umane!
Tenendo presente questo, passiamo alla storia…
La vita scorre come al solito a Fell’s Church: Stefan e Damon sempre in lotta per Elena, Elena indecisa sul da farsi, Matt che comincia ad innamorarsi di Bonnie, Meredith alle prese con il suo rapporto a distanza con Alaric e Bonnie spaventata dai suoi poteri e con una cotta segreta per Damon.
Ma un bel giorno compare dal nulla un demone che tenta inspiegabilmente di ucciderli e che blatera sul voler estirpare il problema alla radice.
La confusione è totale e cresce quando appaiono dal nulla anche due ragazze bellissime e con cui tutti avvertono un istantaneo legame anche se non le hanno mai viste prima.
Chi sono? Cosa vogliono? Nemiche o amiche?
Ecco a voi una nuova storia in cui si mischiano azione, sentimenti e un pizzico di horror per creare delle situazioni totalmente nuove in cui presente e futuro si intersecano per destabilizzare ogni cosa.
Spero che mi seguirete anche in questa nuova avventura Donnie e Stelena!
BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Raggirare il nemico

Le albe al pensionato in quel tempo lontano e così catastrofico erano di una monotonia assurda.
Non esistevano soli da veder sorgere, raggi di luce accecanti che squarciavano piano il cielo nero annullando il buio della notte, non esistevano sfumature rosee e aranciate che ti tenevano con il fiato sospeso e gli occhi sgranati davanti alla finestra della tua camera facendoti assomigliare più ad un pesce lesso che ad una persona.
In quel futuro devastato ti rendevi conto che era l’alba solo perché all’improvviso diventava tutto rosso e tu ti svegliavi tutto indolenzito dopo una notte piena d’incubi maledicendo la sveglia che suonava sempre quando eri finalmente sul punto di cedere ad un sonno talmente profondo da ricordare molto uno stato di coma durante il quale, forse non sognavi nulla di bello, ma almeno potevi riposarti.
Quell’alba non fu diversa dalle precedenti.
Matt si alzò controvoglia e degnò appena di uno sguardo il cielo di Fell’s Church coperto da quella sorta di patina lucente e demoniaca che li teneva tutti prigionieri al suo interno.
A volte provava ad immaginare come sarebbe stato vedere quella Fell’s Church dall‘esterno e l‘unica cosa che gli veniva in mente era una specie di enorme cupola arancione talmente spessa che ti impediva di guardarci all’interno.
Ma quella era solo la sua fantasia macabra che galoppava nei momenti di noia e allora cercava di non dare molto peso neppure ai suoi stessi pensieri, per non rischiare di dare di matto.
Si diede una rinfrescata veloce e si mise addosso appena un paio di jeans ripescati dal fondo dell’armadio di chissà chi visto che, per ovvi motivi, non poteva usare i vestiti dell’altro se stesso e afferrò una semplice maglietta bianca a mezze maniche mentre si infilava le sue vecchie scarpe da ginnastica.
Si richiuse la porta alle spalle, passò una mano tra i capelli per cercare di rinvigorirli dopo la strana ammaccatura che il cuscino aveva dato loro e scese al piano di sotto andando direttamente verso l’ingresso.
Erano già tutti lì, chi pronto a partire per una missione potenzialmente suicida, chi pronto a dare supporto, abbracci e parole di raccomandazione.
In cuor suo Matt era felice di essere stato lasciato a casa.
Forse era un comportamento sbagliato e vigliacco da parte sua, ma aveva visto in azione quei demoni e non ci teneva a finire tra le loro grinfie.
Paradossalmente si sarebbe buttato contro Damon senza pensarci due volte e l’avrebe fatto per Bonnie, ma buttarsi contro un branco di demoni e contro Astaroth lo spaventava come nessun vampiro aveva mai fatto prima.
Un movimento alla sua destra catturò la sua attenzione.
Mentre gli altri erano tutti presi a scambiarsi frasi d’incoraggiamento e a mettere a punto gli ultimi dettagli, Nicole e Lilian avevano raggiunto la sua controparte futura e se l’erano trascinato nella stanza attigua, senza che nessuno li notasse.
E Matt era terribilmente curioso di scoprire quante più cose possibili sull’altro Matt quindi diede un’occhiata in giro e non appena si fu accorto di non essere l’oggetto dell’attenzione di nessuno, si portò a ridosso del muro che separava l’ingresso dal salotto e tese l’orecchio accanto alla porta socchiusa per cercare di capire cosa avessero le due ragazze.
Non erano andate di là con l’altro Matt per salutarlo: avrebbero potuto farlo tranquillamente alla presenza di tutti!
E le occhiate preoccupate che si erano lanciati tutti e tre tra loro gli facevano sentire puzza di bruciato.
Cosa c’era che non stavano raccontando?
Era forse qualcosa che aveva a che fare con un loro piano segreto?
Era qualcosa che aveva a che fare con il loro viaggio?
E, più importante di ogni altra cosa, perché diavolo continuavano a rivolgersi tutti all’altro Matt? Possibile che fosse cambiata così radiclamente la sua posizione all’interno del gruppo? E se si..come?
Matt non l’avrebbe mai ammesso a voce alta, ma non essere mai preso in considerazione per nessuna decisione lo infastidiva non poco.
Avevano passato anni di lotte e brutte perdite seguendo i piani contorti di Elena, quindi perché mai nessuno gli dava retta o gli chiedeva un consiglio? Come aveva fatto l’altro Matt per farsi rispettare così tanto che adesso tutti, persino Damon, lo vedevano come un fidato consigliere?
“Cosa ne pensi Matt?” - chiese sussurrando Lilian.
A quanto pare, perso nelle sue elucubrazioni mentali, Matt si era perso gran parte del discorso tra i tre.
Ci fu un leggero rumore di passi e Matt immaginò l’altro se stesso che faceva avanti e indietro cercando di ragionare sul problema che gli era stato esposto.
“E’..normale! In un certo senso era prevedibile! Io stesso lo avevo previsto, anche se non avevo mai messo in conto che una cosa simile potesse toccare anche te, Lilian!” - rispose l’altro Matt.
“Lo so e…sinceramente? E’ proprio questo che mi preoccupa maggiormente!” - fece Lilian - “Non fraintendetemi…non sto dicendo che i miei sono perfetti e che i guai li avrebbero combinati solo Damon e Bonnie, ma….come hai detto tu era prevedibile che una cosa simile capitasse a Nicole per questo tutti non fanno altro che tentare di far aprire Damon sui suoi sentimenti per Bonnie! Ma nessuno ha pensato che potesse succedere a me e….e se fosse più grave proprio per questo? Li ho visti Stefan ed Elena ed è da ieri che lui la evita come la peste!”.
Matt si accigliò.
Stefan stava evitando Elena? E questo cosa significava per Lilian? Cosa c’entrava con lei?
Per un solo istante, Matt si voltò verso la calca ancora intenta nei saluti e notò chiaramente quanto fosse fredda e tesa la distanza tra Stefan ed Elena.
Cosa stava succedendo?
“Ok…ok….ripetetemi un attimo cosa percepite esattamente!” - fece l’altro se stesso.
Matt annuì impercettibilmente, totalmente d’accordo con la sua controparte.
- Ecco, brave! Ripetete! - si ritrovò a pensare totalmente confuso.
“Allora….la situazione è questa: è da un po’ di giorni, da quando sono arrivati dal passato, che io e Lilian abbiamo cominciato ad avvertire questa sorta di malessere che va e viene! Mi spiego  meglio: è come una sensazione di debolezza! A volte aumenta, a volte diminuisce!” - spiegò Nicole - “E ci siamo rese conto che l’andamento di questa sensazione oscilla in base agli stati d’animo dei nostri genitori del passato! Ieri, per esempio…..sono stata male tutta la mattina con la faccenda di Damon che ha salvato Elena senza fregarsene di Bonnie….ma poi è successo qualcosa, non so cosa, e quando lui è arrivato dicendo che ci avrebbe aiutato a liberare la mamma a qualsiasi costo io mi sono sentita subito meglio, come se qualcuno mi avesse fatto un’iniezione di pura energia vitale!”.
“Ok! E tu Lilian? - chiese l’altro Matt con tono interessanto e preoccupato allo stesso tempo.
“Io stavo bene..sono sempre stata bene! Sia che eravamo nel passato, sia che siamo tornati qui…stavo bene! Poi ieri pomeriggio ho avvertito come una fitta e ho cominciato a provare la stessa sensazione descritta da Nicole! Parlandone con lei ho pensato anch’io che riguardasse Stefan ed Elena, così ho preso ad osservarli e mi sono accorta che qualcosa era combiato, che si erano allontanati di colpo! E adesso..più passano le ore più sto peggio! Stanotte sono stata così male da non riuscire a dormire e stamattina, mentre venivo giù, sono uscita dalla mia stanza ed ho incrociato Stefan che usciva da quella di fronte alla mia. Mi è sembrato strano visto che la camera che abbiamo assegnato a lui e ad Elena era al piano inferiore e allora gliel’ho chiesto e lui si è rabbuiato e mi ha risposto che si era trasferito da un’altra parte per restare da solo!” - raccontò Lilian.
Un colpo sordo bloccò il discorso dei tre e spaventò Matt che si voltò con la paura di essere stato scoperto.
Tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto che era solo l’altro Damon che stava togliendo le sbarre al portone del pensionato in modo da poter uscire.
“E’ mio padre…dobbiamo andare!” - fece Nicole, frettolosamente.
“Cosa ne pensi Matt?” - chiese nuovamente Lilian con voce accorata.
“Penso che dovete stare attente! Se questa sensazione di debolezza di cui parlate oscilla così improvvisamente da un estremo all’altro allora dovete stare in campana perché durante la missione nessuno può assicurarvi che non vi sentiate improvvisamente senza forze!” - rispose l’altro Matt - “Una cosa è certa: se i rapporti tra i vostri genitori del passato cambiano troppo drasticamente allora è normale che vi sentiate strane, perché se loro non si fossero mai amati voi non sareste mai esistite. Adesso le versioni passate stanno venendo un futuro che non avrebbero dovuto vedere, stanno scoprendo troppe cose ed è inevitabile che qualcosa cambi, dobbiamo solo fare in modo che non sia niente di troppo importante come le vostre esistenze! Andate in missione adesso e fate ciò che serve! Al vostro ritorno ne riparleremo ed io nel frattempo cercherò di farmi un’idea più precisa della situazione. Se sarà necessario lo diremo anche a tutti gli altri!”.
Un profondo sospiro accompagnò le ultime raccomandazioni dell’altro Matt e poi si sentirono solo passi che uscivano di fretta dalla stanza.
Matt si scostò dalla parete e si mischiò di nuovo alla folla mentre le due ragazze e l’altro Matt si scambiavano un abbraccio alla presenza di tutti.
Cosa significavano le parole di Lilian e Nicole?
Davvero la loro stessa esistenza era in pericolo?
Dio solo sapeva se Matt non desiderasse che Bonnie non avesse mai amato Damon e che quel futuro fosse stato diverso, ma…poteva davvero volere questo a discapito di Nicole?
Infondo Nicole gli piaceva! Era una tipa tosta e all’apparenza poteva sembrare la copia sputata di suo padre, ma aveva molto di Bonnie, aveva così tanto di lei che per Matt era difficile, se non impossibile, anche solo pensare di non vederla…esistere.
Un leggero cigolio seguito da un quasi inudibile click e il gruppo che si preparava alle missioni aveva già abbandonato il pensionato.

Il bosco era cambiato, terribilmente.
Viaggiando a ritroso verso gli anni dell’infanzia ricordava perfettamente che anche a quel tempo l’Old Wood era un posto silenzioso, ma si trattava del silenzio degli animali in letargo, del silenzio degli imponenti sempreverdi secolari che osservavano ogni loro mossa senza mai giudicare, si trattava del silenzio rispettoso del cimitero lì vicino.
Il silenzio portato dalla venuta di Astaroth era un silenzio diverso, lo stesso che ammantava ogni più recondito angolo di quella piccola cittadina che era Fell’s Church.
Questo nuovo silenzio era un silenzio carico di orrore, il silenzio di chi tace per paura, il silenzio della morte.
Nicole era furiosa.
Ogni volta che per un motivo o per un altro era costretta ad attraversare i sentieri di quel bosco che l’aveva vista crescere donandole alcuni tra i momenti più felici che avesse mai vissuto, una rabbia sorda le cresceva piano nel petto e si diffondeva attraverso il sistema nervoso mettendo tutto il suo corpo in allerta costante.
Non ci riusciva. Semplicemente non riusciva a guardare le querce abbattute, i cespugli inceneriti senza darsi la colpa per ciò che era successo.
A volte pensava che se non fosse davvero stata così forte, se non fosse stata l’ibrido talmente potente che era, se non fosse stata cresciuta per affrontare qualsiasi cosa sarebbe già morta da tempo schiacciata dall’enorme peso del senso di colpa che provava giorno dopo giorno.
Dopotutto…era per colpa sua che Astaroth era arrivato a Fell’s Church, no?
Se lei non fosse esistita, il demone avrebbe lasciato tutti in pace e a quell’ora su zia Meredith non sarebbe stata in fin di vita in un letto, la popolazione della cittadina non sarebbe stata drasticamente decimata, sua madre non sarebbe stata rapita, l’Old Wood non sarebbe diventato l’ammasso di cenere che era e Lilian non avrebbe mai corso il rischio di scomparire dalla storia perché non ci sarebbero stati né viaggi nel passato né viaggi nel futuro.
Nelle ultime ore aveva persino pensato che forse sarebbe stato un bene per tutti se la storia dei suoi genitori fosse cambiata per davvero perché almeno nessuna delle persone che amava avrebbe dovuto vivere con il fardello che comportava solo il conoscerla.
Camminavano ancora in gruppo, al riparo tra gli alberi, nascondendosi alla vista dei demoni che avrebbero potuto perlustrare il bosco a quell’ora della mattina.
In realtà, non conoscevano molto le abitudini di ronda dei demoni al soldo di Astaroth, quindi era probabile che non ci fosse davvero nessuno in giro, ma era comunque meglio evitare ogni rischio possibile.
Già quello che stavano per fare era abbastanza pericoloso senza che si mettessero a crearsi altri guai con le loro stesse mani.
Nicole era in testa al gruppo e venne raggiunta da suo padre solo nel momento in cui si ritrovarono la strada sbarrata dall’ultima fila di salici che costeggiava la radura al centro della quale sorgeva il castello nero di Astaroth.
“E’ l’ora di dividersi…” - fece suo padre quasi bisbigliando.
Nicole si limitò soltanto ad annuire, sospirando.
Suo padre l’abbracciò.
“Stai attenta!” - le sussurrò.
“Anche voi..” - rispose Nicole sciogliendo l’abbraccio e lanciando appena un’occhiata anche a Damon.
Non aveva ancora capito cosa lo avesse spinto a cambiare idea, ma qualsiasi cosa fosse stata sperava che continuasse a sortire quell’effetto su di lui almeno fino alla fine di quella giornata.
Distrarre Astaroth non era un’impresa da poco e aveva bisogno di tutte le energie possibili per riuscirci.
“Buona fortuna a tutti…” - augurò suo zio Stefan mentre i vari gruppi si dividevano.
Nicole rimase lì, immobile, mentre il gruppo di suo padre andava verso le segrete e quello di Meredith verso il retro del castello.
Prima di lasciarla sola Lilian le si accostò e le sfiorò una mano.
Rimase ferma a guardarli andare via fino all’ultimo secondo, fino a che non li vide scomparire, poi si voltò, si portò la lunga treccia con cui aveva legato i capelli su una spalla sola ed uscì allo scoperto.
Non era mai entrata per davvero nel castello del suo nemico, ma lo aveva studiato parecchio dal di fuori e Matt era riuscito a racimolare un bel po’ di testimonianze che coprivano secoli e secoli e che parlavano dell’imponente castello nero comparso all’improvviso giusto prima che si scatenasse una qualche catastrofe.
C’erano anche delle mappe e dei diari tra i documenti in possesso di Matt che li avevano portati alla conclusione che, nonostante passassero i secoli, con ogni probabilità il castello era sempre lo stesso, così come Astaroth era sempre lo stesso.
Era plausibile! Insomma…se Astaroth non aveva né presente né passato, ma era unico e poteva spostarsi avanti e indietro nel tempo senza correre il rischio di incappare in altre versioni di se stesso, allora era ovvio che anche tutto ciò che gli apparteneva, tutto ciò che veniva creato da lui e che lo accompagnava fosse unico.
Quindi se il castello era sempre presente, allora anche il castello era unico e si spostava con lui.
Ragion per cui, pur non essendoci mai entrati, erano riusciti a buttare giù una mappa piuttosto dettagliata delle varie stanze e della loro disposizione e composizione soltanto usando i documenti ritrovati da Matt.
Nicole avanzò di qualche passo e scorse i primi due demoni di quella lunga giornata che facevano da piantoni davanti all’enorme portone in legno d’ebano che era l’ingresso principale al castello.
Le guardie la videro, ma lei continuò spavalda e noncurante ad avanzare fermandosi solo a qualche passo da loro.
“Ehi ragazzi! Bella giornata, eh? Mi annoiavo al pensionato, quindi ho pensato di passare di qui a fare un salutino ad Astaroth! E’ in casa?” - chiese.
L’istante successivo i due demoni le furono addosso.

Elena era felice, raggiante quasi.
O almeno lo era stata fino a quando non si era resa conto, la sera prima, che per Stefan non era lo stesso.
Eppure non riusciva ancora a capirne il motivo.
Insomma…a rigor di logica lui avrebbe dovuto essere ancora più felice di lei per il fatto che finalmente lo aveva scelto, no?
E allora perché era diventato così scostante?
All’inizio non se n’era curata troppo dicendosi che forse Stefan aveva solo bisogno di metabolizzare la notizia: non era un mistero per nessuno che il vampiro fosse un’anima molto riflessiva.
Poi le ore erano trascorse e lui aveva continuato ad evitarla. Anzi…ad Elena era addirittura parso che si rabbuiasse sempre di più e allora aveva cominciato a preoccuparsi.
Possibile che nel momento in cui lei lo aveva scelto, lui avesse capito di non volerla?
Ma scartare quell’ipotesi era semplice quasi come respirare: bastava guardare l’altro Stefan come teneva tra le braccia l’altra Elena!
Elena non lo avrebbe mai detto, ma quel viaggio nel futuro si era rivelato un’ottima cosa.
Certo, avevano i demoni a cui pensare, l’altra Bonnie e l’altra Meredith da salvare, ma almeno nessuno di loro aveva più ragione di avere la mente occupata da stupidi drammi sentimentali: le loro versioni future erano la loro risposta!
Ma l’unica a capirlo e a sentirsi sollevata sembrava essere lei e adesso che Stefan era partito facendole appena un cenno di saluto dopo aver addirittura abbandonato la loro stanza la notte prima, Elena non riusciva a decidere se era lei la stupida a cui sfuggiva qualcosa che per gli altri era ovvio oppure erano loro che si arrovellavano le menti quando non avrebbero dovuto ponendosi dei problemi e dei dubbi che era inutile avere.
Restare al pensionato forse era una buona occasione per riuscire a riflettere e a decifrare lo strano comportamento di Stefan, nonostante avrebbe di gran lunga preferito andare in missione insieme agli altri.
A dire il vero si sentiva quasi offesa: mai nessuno l’aveva lasciata da parte!
Un rumore di passi proveniente dal corridoio fuori alla porta della sua stanza la fece scattare dalla poltrona su cui era seduta ed Elena si precipitò fuori dalla stanza per ritrovarsi faccia a faccia proprio con la persona che sperava d’incontrare: Bonnie!
Sentiva il bisogno di parlare con un’amica…
“Bonnie!” - esclamò - “Ti va di parlare un po’?” - le chiese.
L’amica alzò il viso verso il suo e le sorrise timidamente.
“D-di…di cosa?” - le chiese a sua volta.
“A dire il vero avrei bisogno proprio di sfogarmi un po’ e due chiacchiere tra amiche mi sarebbero d’aiuto! Si tratta di Stefan…” - rispose Elena.
Sarà stata solo una sua impressione, ma al nome < Stefan > Bonnie sembrò agitarsi e andare ancora di più nel pallone.
“A-a…a dire il vero..ehmm…ho..d-delle cose da fare, si!” - balbettò frettolosamente - “Scusa Elena! A dopo!” - le sorrise e scappò via.
Elena rimase leggermente interdetta e la guardò scendere le scale di corsa con la fronte aggrottata.
“A dopo…” - disse al nulla.
Possibile che Bonnie non avesse voluto parlarle di proposito?
Ad Elena sembrava che fosse esattamente così…ma perché?
Bonnie sapeva qualcosa che lei non sapeva? Aveva parlato con Stefan?
Qualcuno alle sue spalle si schiarì la voce con due finti colpi di tosse.
Elena si voltò solo per ritrovarsi inaspettatamente faccia a faccia con se stessa.
Rimase senza parole e sgranò gli occhi.
Fino a quel momento aveva accuratamente evitato di ritrovarsi da sola con l’altra Elena forse perché aveva paura di ciò che poteva dirle, forse perché…..ad essere onesti non lo sapeva neppure lei perché era così terrorizzata solo all’idea, ma lo era.
L’altra Elena le sorrise.
“Noi due non abbiamo mai parlato finora….” - commentò - “Seguimi! Parlare con me non ti farà male, vedrai!”.
Elena deglutì: “No?” - chiese.
“No! Anzi…forse può solo farti bene, credimi!” - rispose l’altra Elena facendole un cenno con la testa come a indicarle la strada.
Elena ci riflettè su un attimo.
Aveva ancora paura, quello era certo….Ma chi poteva conoscerla meglio di se stessa?

Non aveva mai dormito.
Per essere precisi non aveva mai sentito il bisogno di dormire né di cadere in un qualsiasi stato di incoscienza per riprendere le forze perché fondamentalmente non aveva mai perso le forze.
Per quanto lo riguardava, dormire era soltanto un’altra delle terribili perdite di tempo con cui umani e affini sprecavano la loro già miserabile vita.
Insomma….che senso aveva passare ore e ore a dormire ogni giorno quando la tua vita era paragonabile ad un fiammifero, cioè effimera e di breve durata?
Astaroth non era mai riuscito a capirlo.
Mettersi volontariamente in un letto a dormire per ore sarebbe stato giustificabile solo se a farlo fosse stato lui, un essere immortale e indistruttibile, ma gli umani….
Ogni giorno per loro poteva essere l’ultimo visti i modi infiniti che esistevano e si potevano inventare per togliere loro la vita eppure non si scoraggiavano mai e ogni notte tornavano nei loro letti.
Avevano addirittura delle stanze dedicate proprio al dormire!
Nel suo immenso castello Astaroth aveva numerosissime stanze, infinite quasi.
Non aveva scelto una stanza che fosse solo sua perché tutte le stanze lo erano, ma in una aveva fatto mettere un letto. Non che ci dormisse, ma gli piaceva stendercisi sopra e riflettere tentando di capire da quella posizione cosa passasse ogni sera per la mente degli uomini e cosa li spingesse a cercare quel pezzo inutile d’arredamento al calare di ogni notte.
Non lo aveva mai capito, ma continuava a provarci! Non demordeva!
Un forte trambusto proveniente dall’ingresso attirò la sua attenzione, ma solo quando tutto ridivenne calmo Astaroth decise di abbandonare le sue riflessioni e andare a vedere cosa stava succedendo.
Raggiunse il piano inferiore con tutta calma, senza scomporsi, riallacciandosi i bottoni aperti della giacca elegante che andò a coprire la camicia di seta che portava lasciando in evidenza solo la sua ennesima cravatta.
Ne aveva una collezione di cravatte e gli piacevano tutte. Per come la vedeva lui, le cravatte stravaganti erano tra le pochissime cose vagamente degne di nota che gli esseri umani erano stati in grado di creare.
Quel giorno ne aveva indossato una di un bellissimo verde fosforescente che si illuminava al buio e metteva in risalto la piccola astronave circolare da cui un polpo alieno con due enormi occhi giocava a morra cinese con un bambino grasso con il viso sporco di cioccolato e un carrellino al seguito.
Se l’era fatta realizzare su misura prendendo spunto da un cartellone pubblicitario che aveva visto tempo addietro.
La porta all’ingresso era spalancata e tenuta bloccata dal corpo di un suo demone sottoposto a cui avevano mozzato la testa.
Astaroth gli si avvicinò e lo studiò un attimo prima di dargli un calcio e lasciarlo cadere all’esterno in modo da poter lasciare libero l’uscio e richiuderlo.
Tutto il corridoio che conduceva ad una delle prime stanze del castello, la stanza in cui gli piaceva mettere in mostra gran parte della sua collezione di armi, era affollato dai corpi trucidati di piccoli demoni di poco conto.
Astaroth quasi sorrise: chiunque l’avesse fatto almeno gli aveva risparmiato la fatica di doverli uccidere lui in seguito, anche se gli aveva portato via il suo passatempo preferito nei momenti di noia.
Restò fermo sotto l’arco della sala delle armi quando riconobbe Nicole nel suo intruso.
“Finalmente….cominciavo a chiedermi dove fossi…” - fece Nicole evidentemente scocciata.
Se ne stava stravaccata su una poltrona in pelle su un lato della stanza.
“Quella poltrona non era qui…” - disse Astaroth.
“Infatti! L’ho trovata in corridoio e l’ho usata per schiacciare uno dei tuoi demoni! Alla fine me la sono ritrovata tra le mani e non sapendo cosa farci me la sono portata dietro e mi ci sono seduta!” - spiegò Nicole con una scrollata di spalle.
“Cosa ti porta nella mia dimora?” - chiese Astaroth.
“Ma che domande sono? Così mi offendi, Astaroth! Credevo che fossi un padrone di casa più gentile! E comunque, come ho già detto all’ingresso prima di entrare, ero al pensionato, mi annoiavo e allora sono venuta a farti un salutino!” - fece Nicole scoccandogli un sorriso smagliante e che nascondeva molte cose.
Astaroth sorrise a sua volta ed entrò nella stanza, avvicinandosi alla ragazza.
“Non ti restituirò tua madre, Nicole!” - le disse.
Nicole si alzò dalla poltrona e lo fronteggiò.
“Lo so! Ma questo non significa che non posso cercare un modo per riprendermela, no? Lo sai che non sarei mai rimasta indifferente al fatto che l’hai rapita! Nessuno tocca la mia famiglia, Astaroth, quante volte devo ancora ripetertelo?” - gli disse.
“Quindi? Cosa hai intenzione di fare? Combattere?” - le chiese lui a sua volta.
“Sinceramente? Non capisco perché l’hai rapita, ma è mia madre e non posso permettermi di correre troppi rischi anche perché...metti che combattiamo e questa volta tu dovessi vincere….dopo chi verrebbe a salvarla? E chi salverebbe il resto di Fell’s Church? Nessun altro è abbastanza potente da affrontarti con una speranza di uscirne illeso o di vincere, quindi….facciamo un accordo! Ti propongo una sfida, Astaroth! Ci stai?” - rispose Nicole.
Astaroth ne fu sorpreso.
Nicole sembrava stranamente troppo calma. Di solito se qualcuno osava torcere un capello a qualcuno della sua famiglia lei non era così lucida da pensare troppo come invece stava facendo in quel preciso istante.
Nonostante questo, però, e nonostante le perplessità sullo strano cambiamento inaspettato di Nicole…Astaroth era curioso.
“Che tipo di sfida?”.

Ok! Da questa parte…” - fece l’altro Alaric indicando davanti a se e spostando con un solo braccio un ramo pendente da un albero che stava per colpire Meredith in pieno viso, impegnata com’era nelle sue solitarie riflessioni.
Lei gli rivolse un sorriso di ringraziamento e proseguirono dritto.
Era assolutamente convinta della sua decisione e della scelta di fare qualsiasi cosa per salvare l’altra se stessa, ma per tutta la notte appena trascorsa non aveva fatto altro che torturarsi chiedendosi se quella sua scelta fosse sembrata insensibile agli occhi degli altri che erano andati a recuperare l’altra Bonnie.
Tra una riflessione e l’altra si diceva che chiunque avrebbe reagito così al suo posto, ma….chissà…si sentiva turbata, ecco.
Forse era per il fatto che non aveva consultato nessuno prima di prendere la sua decisione. Forse era perché non  si era mai direttamente trovata al centro di una situazione simile dove doveva battersi per difendere la sua stessa vita. Forse perché, per la prima volta nella sua vita, stava seriamente dubitando di se stessa.
Poteva essere una qualsiasi di queste ragioni, così come poteva essere una ragione del tutto differente…non lo sapeva per certo e questo la spaventava a morte.
Perché lei era quella che aveva sempre tutte le certezze, non colei che aveva bisogno che fossero gli altri a fornirgliele.
L’altro Alaric camminava alla testa del loro gruppo e Meredith lo affiancava standogli dietro solo di un passo.
Lilian ed Owen erano fianco a fianco alle loro spalle ed erano restati in silenzio per la maggior parte del tempo, eccetto che per le poche volte in cui si erano avvicinati per bisbigliarsi qualcosa all’orecchio che a Meredith non era dato sapere.
Avanzarono al limitare della radura in cui sorgeva il castello fino a raggiungerne il retro dove, in una piccola zona appartata e contornata da grossi cespugli, se ne stava nascosto quello che aveva tutta l’aria di essere solo un semplice e decadente capanno per gli attrezzi.
Meredith si accigliò.
“Quella sarebbe la famosa sala dei trofei di Astaroth?” - chiese.
Si era sinceramente aspettata qualcosa di molto meglio di una catapecchia di legno marcio e chiusa solo da una porta sgangherata.
“Non lasciarti ingannare dalle apparenze! Le cose più incredibili si nascondono sempre sotto gli occhi di tutti..” - le disse l’altro Alaric.
Meredith non capì, ma cercò di sforzarsi.
Magari si trattava di una qualche strana magia demoniaca o forse era lei che non sapeva guardare per davvero.
Nel dubbio…strinse gli occhi e si concentrò, ma ebbe l’unico risultato di provocarsi una fitta di dolore alla testa.
Scosse la testa e inspirò ed espirò forte.
“Non c’è alcun bisogno che ti sforzi tanto, Meredith!” - arrivò in suo soccorso Lilian - “A dire il vero anche noi vediamo ciò che stai vedendo tu, cioè solo un misero capanno. Ma, stando a quello che Matt ha scoperto da quegli antichi documenti che ha ritrovato, è l’interno che ci riserverà parecchie sorprese!”.
Giusto! Che stupida a non pensarci!
E pensare che lei stessa aveva ascoltato l’altro Matt parlare di questi diari antichi che aveva ritrovato chissà dove, chissà quando e chissà come.
Da quello che Meredith aveva potuto capire in quei giorni, l’altro Matt era una persona profondamente diversa dal Matt del suo tempo.
No! Forse dire che era diverso non era esatto!
Matt, dopotutto, era sempre stato un ragazzo intelligente, curioso ed affidabile, ma con gli anni quelle sue tre caratteristiche sembravano essersi sviluppate al punto tale da renderlo un uomo saggio e dalla profonda e utile conoscenza. Soprattutto, però, era diventato un uomo rispettato da tutti.
Meredith sorrise debolmente, ma era davvero orgogliosa e felice per l’amico.
“Perfetto! Quindi che facciamo adesso? Entriamo?” - chiese.
“Con ogni probabilità il libro che cerchiamo è lì dentro, quindi….si, dobbiamo entrare!” - rispose l’altro Alaric.
“Ma siamo sicuri che lì fuori non ci sia nessuno? Insomma…nessun demone?” - fece Owen.
L’altro Alaric a quella domanda non rispose, si limitò ad imbracciare la pesante balestra che teneva legata sulle spalle e a caricarla.
Owen seguì il padre ed estrasse da un fodero di cuoio pesante che aveva legato alla cintura due spesse spade dalla lama ricurva che a Meredith davano molto l’impressione di due scimitarre lucenti ed affilate che, cosa quasi assolutamente certa, servivano al ragazzo per mozzare di netto la testa dei demoni che si sarebbe trovato di fronte.
Lilian rimase composta: aveva dalla sua le sue capacità da ibrido e tanto le bastava.
Meredith, invece, afferrò un grosso coltello che le porse l’altro Alaric e lo impugnò saldamente.
Nonostante il piccolo giardino che circondava il capanno sembrasse completamente deserto, tutti loro sapevano che non lo era.
Insomma…quale persona sana di mente lasciava incustodito il capanno che conteneva tutti quelli che potevano essere tranquillamente definiti i suoi tesori?
Nessuno, ovviamente!
Se poi quella persona era un narcisista megalomane come Astaroth, allora era sicuro che, non appena avessero messo piede fuori dal riparo che i cespugli offrivano loro, si sarebbero ritrovati con un numero non precisato di guardie demoniache addosso.
Meredith sospirò pesantemente cercando di raccogliere tutto il suo coraggio e la presa sul pugnale divenne talmente forte e salda che le si sbiancarono le nocche.
“Allora…andiamo!” - disse.
Si era sentita in dovere di dare lei l’ordine di avanzare verso il loro obiettivo e il pericolo che li attendeva.
Dopotutto era stata lei a convincerli e a coinvolgerli in quella faccenda, no?
Il minimo che poteva fare era mettersi a capo del gruppo e addossarsi così tutte le responsabilità nel caso qualcosa fosse andato storto.
Gli altri tre annuirono e Meredith per prima uscì allo scoperto.
Inizialmente non avvenne nulla, ma nel momento esatto in cui anche gli atri si palesarono un gruppo di una decina di demoni uscì fuori dal retro del capanno e si lanciò loro addosso.
L’altro Alaric ed Owen si buttarono all’attacco senza alcuna esitazione e Lilian li seguì subito dopo.
Soltanto Meredith restò indietro, per un attimo completamente spiazzata dalla battaglia che doveva obbligatoriamente affrontare in quel preciso istante.
Senza neppure accorgersene fece un passo indietro e poi ancora un altro fino a che non si scontrò con un qualcosa di rigido.
Si voltò e si ritrovò faccia a faccia con un demone che lei si era materializzato alle spalle.





NOTE:
Ciao a tutte, care lettici!!!
Come sta andando la vostra settimana?
La mia è un pò stancante per via del lavoro e degli orari assurdi che sono costretta a fare, ma almeno sta arrivando Natale e questo basta a farmi sentire euforica!*_*
Allora....il capitolo...
Fondamentalmente il titolo riporta in breve qual è davvero il piano di tutti: raggirare Astaroth per poter fare indisturbati ciò che c'è da fare!
Ma Astaroth sarà davvero così scemo da non accorgersi di niente?
Beh...vi anticipo che questa parte, queste missioni, dureranno per l'arco di 5 o 6 capitoli, quindi cosa farà il nostro amico demone lo scopriremo solo vivendo!XDXDX
Da come avrete senz'altro capito leggendo, questo capitolo è un pò un capitolo di preparazione che ci fa capire in cosa si stanno andando a cacciare tutti e di cosa si occuperanno al pensionato!
Vi dico già da adesso che il pensionato e chi ci è rimasto non verranno in alcun modo toccati da quello che succede tra gli altri e i demoni, ma anche loro avranno le loro cose a cui pensare.
Andando avanti vedremo il primo faccia a faccia tra le due Elena e scopriremo se quella del futuro è cambiata oppure no! Poi ci sarà un faccia a faccia tra i due Matt durante il quale il Matt del futuro racconterà un pò della sua storia! E Bonnie si ritroverà nel mezzo, ovviamente!XD
Per quanto riguarda gli altri.....mano a mano verranno snocciolate le varie fasi delle loro missioni! Promesso!XD
Grazie come sempre a chi ha letto e/o recensito lo scorso capitolo!*_*
Che dire....adesso vi lascio.....che ancora una volta mi sa che ho fatto una nota enorme!XDXDXXD
Vi aspetto lunedì sul mio blog per lo spoiler e per il capitolo...
A giovedì...BACIONI..IOSNIO90!!!

   
 
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