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Autore: itsfedej    01/12/2011    7 recensioni
Terri si è appena trasferita da Miami e a Los Angeles troverà molti amici e ci sarà una persona che le ruberà il cuore facendola innamorare per la prima volta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! Sono sempre a postare eh?
Spero che questo capitolo non sia tanto noioso, ringrazio tutte quelle che recensiscono (:
Buona lettura xx



Quando mi svegliai il mondo mi sembrava più bello.
Il bacio della sera prima mi aveva decisamente scombussolato. Avevo baciato tanti ragazzi, ma veramente TANTI eppure nessuno era stato come quello di Joe.
Forse perché non me lo aspettavo? Non lo sapevo.
 
Scesi in cucina e papà stava preparando la colazione, «Buongiorno tesoro, latte?» chiese subito con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

«Caffè… e che succede?» chiesi perché non lo vedevo spesso così solare.

«Ieri alla riunione è andata benissimo, mi hanno nominato come il dentista più bravo dell’America»

«Wow, complimenti. Se mai un giorno avrò problemi ti verrò a chiamare» dissi sarcastica.

Lui fece la faccia seria. «Ieri sera dove sei stata?»

«A casa di amici.» risposi seccata.

«Di nuovo in giro ad ubriacarti? Pensavo che una volta arrivati qui avresti smesso.»

«Il lupo perde il pelo, non il vizio. In ogni caso non ho bevuto, mi sottovaluti sempre!» alzai la voce.

Prese la sua tazza e la portò il sala senza dire una parola di più. Perché doveva già rompere di prima mattina?

Mi vestì in fretta e uscì di casa. Ero fortunata ad abitare vicino alla scuola dal momento che papà non mi accompagnava a scuola e non voleva comprarmi una macchina.

Sentì un suono di clacson. «Con questo passo non arrivi neanche per la seconda ora!» disse Jessica dentro il suo bellissimo maggiolone decappottabile grigio.

«Allora, mi daresti un passaggio?»

«Sali sciocca!» disse facendomi segno con l’occhiolino.
 
Entrai e partimmo subito.

«Ieri sera sono scappata senza salutarvi, ma stavate dormendo così bene che mi dispiaceva svegliarvi.»

«Non ti preoccupare. Ma sei tornata da sola?» chiese, mancava poco ed eravamo arrivate.

«Bhe, Joe mi ha accompagnato e…» dissi sorridendo.

Lei si fermò subito e si girò verso di me, «e cosa?»

«E… ci siamo baciati. Ma così, non so perché, ma è successo.» dissi alzando le spalle.

Jessica iniziò a saltare nella macchina: «Oddio oddio oddio oddio e com’è stato?» chiese poi.

«Joe è un bel ragazzo e bacia bene!» dissi senza lasciarla sulle spine.

«Amo Nicholas con tutto il cuore ma Joe è sempre il più bello.» disse a bassa voce.

La guardai male ma lei mi tirò una pacca sulla spalla. «Non ti preoccupare, non te lo rubo!»

«Ma…»

Non feci in tempo a finire che Jessica parcheggiò la macchina, vicino a quella del suo ragazzo, e c’era anche Joe ad aspettarci. Cosa dovevo fare? Lo salutavo con un bacio, aspettavo lui, non salutavo proprio?

Scesi dalla macchina e Joe mi raggiunse.
«Ciao bellezza, dormito bene?» mi diede un bacio sulla guancia. Mi ero solo illusa.

«Abbastanza anche se il risveglio è stato traumatico.»

«Il risveglio è sempre traumatico, soprattutto quando sai che hai cinque ore di lezione!» intervenne Nick.

Entrammo e la campanella suonò.

Vi chiederete cosa ho fatto per tutte e cinque le ore? Ho pensato a Joe. Non era da me pensare ad un ragazzo così spesso. Di solito andavo in spiaggia e il primo che trovavo me lo facevo e poi finiva lì.

Perché Joseph mi aveva baciata? Non doveva farlo.
 
All’uscita Jessica si offrì di riaccompagnarmi a casa. «Ti prometto che mi comprerò una macchina.» dissi sarcastica mentre vedevo i ragazzi avvicinarsi.

«Terri ma l’idea di rifare la tua camera?» chiese Nick dando un bacio a stampo a Jessica.

«Oh sì, giusto. Oggi avete da fare? Vi porto in un negozio di mobili carinissimo che ho visto quando sono uscita dall’aeroporto!» dissi entusiasta.

I ragazzi annuirono e l’appuntamento era per quel pomeriggio.

Tornai a casa, mangiai una mela e andai in doccia.
 
Perché ero indecisa anche su quello che avrei indossato per andare a comprare dei stupidi mobili per la mia stupida camera? Se fossi stata a Miami sarei uscita in tuta.
Aprì l’armadio e trovai una gonna di jeans carina. Mi vestì in fretta e dopo qualche secondo sentì il clacson di una macchina sotto casa. Scesi e c’era un suv nero, bellissimo. Joe era al volante e Nick e Jessica erano seduti dietro di lui. Sorrisi ed entrai in macchina.
 
«Dimmi tu dove dobbiamo andare!» disse Joe che aveva un’aria felice.

«Allora, sempre dritto, alla seconda giri a destra e poi giri subito a sinistra. Dovrebbe essere sulla nostra sinistra il negozio, speriamo.» dissi un po’ preoccupata, non ero brava con le strade.
 
Joe seguì le mie indicazioni e ci trovammo davanti ad un negozio con l’insegna rossa. Annuì e cercammo un parcheggio.
«Al mio tre entriamo. Prendete quello che volete. Non mi piace il rosa e vorrei qualcosa di moderno. Spendete quanto volete perché tanto paga papà» feci l’occhiolino.
 
1, 2, 3… Corremmo dentro e ci dividemmo: Nick e Jessica, Joe ed io.
 
«Terri, per il bacio…» iniziò e gli misi la mano sulla bocca per zittirlo.

«Non ti preoccupare, sono abituata a questo genere di cose, cerchiamo qualcosa per la mia camera come…amici.» dissi anche se non ero tanto convinta. Non volevo essere solo una sua amica.
 
Lui annuì e iniziammo dai letti. Questo no, quest’altro è troppo basso, questo è troppo marrone, questo è troppo alto, questo ha i disegni sul bordo…

«Facciamo notte?» chiese Joe sbuffando anche se sapevo che stava scherzando.

«Shhhh» lo zittì.

C’era una delle canzoni più belle che rimbombava in quel negozio.

«La conosci?» chiesi saltellando davanti a lui.

«Ovvio. Paradise dei Coldplay?»

Gli presi la mano e ci nascondemmo dietro degli scatoloni. Prese un pezzo di legno e lo usò come microfono: «When she was just a girl, he expected the world, but it flew away from her reach, so she ran away in her sleep!»

Iniziammo a cantare e per fortuna nessuno ci vide.
 
«She dreamed of para-para-paradise» continuai, poi mi avvicinai e lo baciai.

Non mi importava nulla di quello che provava lui, se gli piacevo o no, io ero felice così.
  
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