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Autore: The twisting kaleidoscope    01/12/2011    0 recensioni
"Derrière le mur" racconta la storia di Nadia, una bambina e poi una ragazza dall' intelletto vivace dotata di una fervida immaginazione e anche di un grande cuore, ma con una grande difficoltà a esprimere i suoi sentimenti. Nel corso della sua infanzia e preadolescenza la sua diversità non verrà comprese nè tantomeno apprezzata, e a causa della derisione da parte dei suoi coetanei e della totale non curanza degli adulti si isolerà sempre di più dal resto del mondo. Questi capitoli descrivono le riflessioni e le sensazioni della protagonista, che affronterà ogni giorno momenti più bui, ma alla fine capirà che la vita, sia vissuta da soli sia in compagnia, ha qualcosa di bello da donarci ogni giorno.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nadia si era definitivamente trasferita in un piccolo paese dell' isola di cui erano originari i suoi genitori. A settembre avrebbe frequentato un nuovo asilo e incontrato molti bambini. Aveva solo tre anni, anzi tre anni e mezzo, e aveva appena imparato a leggere. All' età di cinque mesi aveva pronunciato la prima parola e da lì non si era fermata. A sei mesi aveva imparato i nomi dei membri della sua famiglia che vedeva più spesso, a sette conosceva già un bel po' di parole e a otto era in grado di comunicare in forma breve e semplice le sue necessità. A nove era perfettamente capace di rispondere alle domande dei suoi genitori. La lettura era stata una bella conquista, e soprattutto, era stata un traguardo raggiunto spontaneamente, senza che i suoi genitori la forzassero. Di lì a poco si ripromise che avrebbe anche imparato a scrivere. Sapeva che in questo il nuovo asilo l' avrebbe aiutata molto, e ne era felice. Arrivò il mese di settembre e Nadia vide per la prima volta la sua nuova scuola e i suoi nuovi compagni. L' aula era spaziosa e ben illuminata, con grandi finestre sulla parete sinistra e tanti piccoli banchi e sedie disposti in ordine sparso nella stanza. Ogni sedia era occupata da un bambino o una bambina, il sesso era contraddistinto dal colore del grembiulino, che poteva essere a quadretti rosa oppure blu. Per l' inizio dell' asilo il papà aveva regalato a Nadia un bel grembiulino a quadretti bianchi e rosa, che lei aveva accettato volentieri, pur non amando molto quel colore. Non capiva il perché di quella regola: un grembiulino celeste le avrebbe donato molto di più, eppure non poteva portarlo. Quando Nadia entrò nell' aula accompagnata dai suoi genitori una donna con indosso un camice bianco la guardò da dietro un paio di occhiali con la montatura pesante e le sorrise, la prese per mano e la presentò a una classe di bambini come la bimba nuova venuta dal nord. Nadia guardò le facce incuriosite di quei bambini una ad una, poi disse ciò che riteneva necessario che gli altri bambini sapessero, e cioè che il suo nome era Nadia, che aveva tre anni e mezzo e veniva da una grande città del nord. Quando la donna con gli occhiali e il camice bianco le disse di sedersi non le obbedì: girò per tutta la stanza ispezionando ogni angolo, toccando ogni singolo oggetto, facendo continuamente domande alla maestra sulla funzione di ognuno di essi. Al termine della sua giornata d' asilo Nadia non aveva fatto conoscenza ancora con nessun bambino; in compenso, la sua irrefrenabile curiosità l' aveva portata a rovesciare un intero tubetto contenente una strana polvere luccicante che non sapeva bene a cosa servisse.
  
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