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Autore: Ludovichy92    02/12/2011    1 recensioni
Dopo la guerra di Hogwarts Harry, Ron ed Hermione si ritrovano per la prima volta separati a dover affrontare le difficoltà dell'essere adulti. Amori sbocciati all'improvviso, responsabilità da prendersi e nuove situazioni da affrontare. Ma c'è qualcosa che trama nell'ombra, un nuovo nemico si prepara a sconvolgere la vita dei nostri protagonisti.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Cap. 3 “Una dura verità”

 




~ La vita ci viene incontro emergendo dal buio.
E’ allora che devi trovare il coraggio per affrontarla.
 





Hermione entrò in camera sua e, senza badare a Ginny che tranquillamente stava seduta nel letto a leggere un libro sul Quidditch, si diresse verso l’armadio nella parte destra della stanza e sbattendo le ante iniziò ad uscire alla rinfusa tutti i vestiti.

“Non ho idea di come vestirmi!” disse disperatamente “Formale, casual, elegante?!”

“Per andare al Ministero?” chiese Ginny chiudendo il libro e alzandosi dal letto.

“Come ti vesti quando devi incontrare i tuoi genitori che molto probabilmente non si ricordano neanche di avere una figlia?!” disse Hermione tristemente andandosi a sedere sulla poltrona vicino la finestra.

“Calma, calma, calma” iniziò la rossa avvicinandosi all’armadio “Non è importante come ti vesti, non stai mica andando al Gran Ballo o a incontrare il Principe Azzurro” aggiunse strappando un sorrisino alla riccia.

Prese un paio di pantaloni lunghi neri di lino, stretti nella vita che andavano piano piano allargandosi.

“Io direi che questi vanno benissimo, con il nero non si sbaglia mai e per il sopra opterei per questa camicia bianca” disse Ginny porgendo all’amica i capi che aveva scelto. “Tu che ne pensi?” le chiese.

“Mi fido di te, sei tu l’esperta nel campo dell’abbigliamento” e una volta afferrati i vestiti sfrecciò verso il bagno per cambiarsi.

Si lavò accuratamente i denti, sciacquò la faccia due volte e mentre si asciugava con la tovaglia verde guardò il suo riflesso allo specchio. Era cresciuta molto dallo scorso autunno e non solo in altezza. I capelli, pur rimanendo sempre molto folti, le erano cresciuti e con il tempo aveva imparato a domare i ricci che ora le ricadevo dolcemente fin sotto il seno. Inoltre da quando la guerra era finita aveva acquistato un paio di centimetri e aveva ripreso il suo peso forma, perso durante la ricerca degli Horcrux in cui si era cibata solo di bacche e funghi che lei, Harry e Ron trovavano nei boschi.

Prese  un bel respiro, indossò i vestiti che Ginny aveva scelto per lei e dopo aver infilato le scarpe recuperò dal letto la borsetta e salutò distrattamente la rossa che aveva ripreso la sua lettura, e si avviò verso l’ingresso dove doveva incontrarsi con Harry.

Lo trovò lì davanti ad aspettarla. Per l’occasione aveva indossato una camicia celeste con un motivo a quadratini bianchi. Non l’aveva mai visto vestito in maniera così ‘seria’, solo al Ballo del Ceppo al quarto anno, ma allora non ci aveva fatto tanto caso poiché era impegnata a ballare con Victor Krum e successivamente ad arrabbiarsi con Ron.

Quella sera mi aveva proprio fatta infuriare!  Pensò.

“Herm, se sei pronta Kingsley ci aspetta in piazza” la voce di Harry le fece dimenticare i suoi pensieri.

“Si, sono pronta” rispose decisa Hermione, facendo un cenno del capo all’amico e avviandosi alla porta d’ingresso.

Una volta fuori da casa Black, trovarono Kingsley Shackelbolt ad aspettarli. Alto, nero e calvo, con il solito orecchino d’oro, se ne stava appoggiato ad uno dei cancelletti scuri dei palazzi.

“Buon pomeriggio, Ministro” disse raggiungendolo Harry.

“Harry Potter” rispose l’altro con voce profonda “Chiamatemi solo Kingsley, vi prego” aggiunse stringendo la mano sia al ragazzo che ad Hermione. “E poi sono stato nominato in maniera provvisoria, non appena si presenteranno dei candidati validi, il Wizengamot eleggerà il Ministro ufficiale.”

“Sei tu il candidato più valido in questo momento” rispose Hermione con un sorriso.

“Sempre troppo gentile, Hermione Granger” disse l’altro “Se volete seguirmi, ho predisposto una Passaporta non molto lontano da qui che ci porterà direttamente nel mio ufficio al Ministero.”

I tre si avviarono e svoltando l’angolo si ritrovarono in una via stretta sulla sinistra di Grimmauld Place. Era completamente deserta e sopra un cassonetto verde si trovava un vecchio libro con la copertina trasandata.

“Quando volete” disse l’uomo allungando la mano e invitando i due ragazzi ad imitarlo.

Harry ed Hermione afferrarono il libro insieme e vennero immediatamente risucchiati nel vortice della Passaporta. Chiusero istintivamente gli occhi e quando li riaprirono si ritrovarono distesi su di un pavimento ricoperto da parquet di legno chiaro. Si trovavano in una grossa stanza rettangolare.

“Così questo è l’ufficio del Ministro” disse Harry alzandosi e pulendosi gli occhiali.

“Ha subito qualche modifica nel corso degli anni” rispose Kingsley “Ai tempi di Caramell questa parete era ricoperta da foto di Voldemort e di Sirius” aggiunse indicando il muro sulla destra dove ora si trovavano diverse foto dell’Ordine della Fenice. “Tornando a noi” e si rivolse alla riccia “Hermione, come sai dopo aver modificato la memoria, i tuoi genitori si sono trasferiti in una casa sulle montagne dell’Austria. Hai trovato il posto giusto: erano protetti dalla battaglia e in quella zona c’è una tra le più basse concentrazioni di magia di tutta l’Europa.”

“Ma?” chiese Hermione impaziente di arrivare alla fine del discorso.

“Ma purtroppo più passa il tempo, più un incantesimo del genere si rafforza all’interno della mente delle persone ed è difficile da togliere. Ora devi starmi bene a sentire” disse seriamente guardandola negli occhi “Siamo riusciti a rintracciarli e a organizzare un incontro, ma c’è un’alta possibilità che non ti riconoscano. Questo non vuol dire che è tutto perduto” aggiunse immediatamente dopo notando che la ragazza aveva abbassato lo sguardo al pavimento “Abbiamo provato a rimuovere l'incantesimo ma non sembra abbia funzionato immediatamente, ci potrebbe volere del tempo, ma i Medimaghi del San Mungo hanno spesso affrontato dei sintomi del genere. Abbi fede”

“Noi siamo qui con te, Herm” disse Harry mettendosi vicino a lei.

“Ok” disse la ragazza prendendosi coraggio “Dove dovremo incontrarli?”

“Il mio collaboratore Thompson che si occupa dell’Ufficio per la Cooperazione tra maghi e Babbani,li ha portati direttamente al decimo livello” rispose l’uomo.

“Il decimo livello?!” disse stupito Harry “Non è dove si tengono le udienze del Wizengamot?”

“Anche, vedi dal momento che i genitori di Hermione sono Babbani non potrebbero entrare al Ministero” disse Kingsley uscendo dalla stanza, avviandosi agli ascensori e invitando i ragazzi a seguirlo.

“Al decimo livello c’è una vecchia sala riunioni non utilizzata, li incontreremo lì”

I tre raggiunsero l’ascensore e una volta entrati, le grate si chiusero e si prepararono per la discesa fino al nono livello. Il decimo, infatti, era l’unico livello che non è possibile raggiungere con l’ascensore, ma per accedervi bisogna percorrere il corridoio dell’Ufficio Misteri e, successivamente, scendere di un ulteriore piano a piedi.

Hermione nel frattempo pensava al momento in cui avrebbe rivisto i suoi genitori. Provava un misto di impazienza, felicità e anche un po’ di paura. Simon e Jane Granger erano stati un punto di riferimento nella vita della ragazza. L’avevano consolata quando da piccola faceva accedere cose strane, avevano gioito insieme a lei quando aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts, l’avevano lodata quando otteneva il massimo dei voti in tutte le materie a scuola, ma cosa più importante l’avevano supportata nella lotta contro Voldemort e non avevano mai fatto pressioni affinché troncasse l’amicizia con Harry e Ron nonostante tutte le malelingue che avevano iniziato a circolare a partire dalla fine del quarto anno quando il Ministero voleva mettere a tacere il ritorno del Mago Oscuro.

“Nono livello. Ufficio Misteri” gracchiò la voce metallica dell’ascensore riportando Hermione alla realtà.

“E’ la nostra fermata ragazzi” disse Kingsley invitando i ragazzi ad uscire.

Percorsero il corridoio che portava all’Ufficio Misteri ed Harry fu invaso da una tempesta di ricordi. Ricordò delle tante volte che l’aveva percorso nei suoi sogni durante il quinto anno, quando aveva trovato e ‘morso’ il signor Weasley che faceva la guardia alla profezia e, infine, il ricordo più doloroso di tutti: quando Voldemort gli aveva teso una trappola per attirarlo fin lì e Bellatrix aveva ucciso il suo padrino Sirius. Scosse la testa come ad allontanare quei ricordi e si affrettò a raggiungere Kingsley ed Hermione che nel frattempo si erano diretti alle scale che conducevano al decimo livello.

Una volta scesi, si ritrovarono in una grande stanza circolare da cui si diramavano tre diversi corridoi che portavano a tre aule diverse. Stavano per imboccare il corridoio sulla destra quando una voce profonda, che proveniva dal corridoio sulla sinistra, li fece girare.

“La prossima udienza si terrà tra dieci minuti, gli imputati Narcissa e Draco Malfoy sono pregati di prepararsi”

Solo allora Harry ed Hermione videro un gruppo di persone che sedeva su delle  panchine fuori dall’aula del Wizengamot. Al centro spiccavano due figure dai capelli biondi platino.

Draco Malfoy e la madre stavano seduti in maniera impeccabile con lo sguardo dritto davanti a loro e nessuna emozione traspariva dal loro volto. Vicino sedevano altre quattro persone. Alla destra di Malfoy c’era Theodore Nott, un ragazzo alto e piuttosto magro, Harry ricordò che la prima volta che l’aveva visto l’aveva paragonato ad un coniglio. Vicino Narcissa sedeva un uomo dai lineamenti marcati e da corti capelli nero corvino. Hermione riconobbe la faccia da carlino, doveva essere il padre di Pansy Parkinson. Infine nella panca di fronte sedevano una ragazza dai lunghi capelli biondo grano, vicino ad un anziano signore dalla faccia severa e dai capelli brizzolati.

Anche loro non si erano inizialmente accorti di Harry ed Hermione, ma ad un certo punto Nott si girò ed incontrò lo sguardo dei due. In uno scatto d’ira si alzò e urlò.

“Potter che hai da guardare? Fai un favore a tutti e sparisci!”

Anche Draco si era alzato e aveva puntato i suoi occhi di ghiaccio contro Hermione, mettendola a disagio. Quegli occhi sembravano avere la capacità di trafiggerla e oltrepassarla da parte a parte.

“Sfregiato. Mezzosangue” disse con voce fredda e dispregiativa.

“Draco, siediti” lo richiamò la madre severamente “Buon pomeriggio, Ministro” aggiunse rivolgendosi a Kingsley e accennando un cenno del capo.

Malfoy, richiamato dalla madre, tornò a sedersi, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo ed una smorfia ad Harry ed a Hermione.

Nonostante il classico atteggiamento di superiorità che li distingueva da sempre, Hermione aveva notato le occhiaie profonde sul viso di Narcissa Malfoy e, stranamente né lei né il figlio indossavano i soliti vestiti firmati.

“Andiamo ragazzi” disse Kingsley richiamando l’attenzione di Harry ed Hermione.

I due si girarono e raggiunsero l’ingresso dell’aula dove li aspettavano  i signori Granger.

“Hermione, ricordarti di non confonderli più di quanto non lo siano già” disse l’uomo fermandosi a guardarla “Se tu dovessi insistere, nonostante loro non ti riconoscano, gli causeresti un trauma ancora più grave di quanto non lo sia già”

“Certo, lo capisco” rispose seria la ragazza, guardando la porta e prendendo un bel respiro per calmarsi.

“Io ti aspetto qua fuori Herm, buona fortuna” le augurò Harry abbracciandola velocemente ed andandosi a sedere nelle panche fuori dall’aula simili a quelle dove stavano Draco e la madre.

Kingsley aprì piano la porta ed entrò, dietro di lui Hermione lo seguiva. Notarono subito tre persone che stavano sedute su due divanetti di pelle marrone. Uno doveva essere Thompson, l’assistente di Shackelbolt, mentre gli altri due erano Simon e Jane. Hermione sorrise d’istinto e dovette combattere contro il desiderio di correre ad abbracciarli.

“Simon, Jane posso presentarvi il mio capo” disse Thompson alzandosi a andandogli incontro “Questo è Kingsley Shackelbolt e questa ragazza è Hermione, una brillante studentessa”

“Piacere di conoscervi” dissero quasi in coro i signori Granger alzandosi e stringendo la mano prima a Kingsley e poi a Hermione. La ragazza sentì la tristezza che si faceva avanti prepotentemente mentre stringeva la mano ai suoi genitori.

Non sanno chi sono. Non mi hanno riconosciuta. Pensò.

“Signori Granger, per caso vi ricordano qualcosa queste due persone” disse Thompson garbatamente.

“In effetti, ora che ci penso mi sembra di ricordare qualcosa” disse Simon Granger.

Hermione alzò immediatamente la testa verso il padre e un barlume di speranza illuminò i suoi occhi.

“Lei mi ricorda molto il capo della sicurezza del Primo Ministro” aggiunse il signor Granger rivolgendosi a Shackelbolt.

Ad Hermione sembrò che il mondo le crollasse addosso. Non avevano nessun genere di ricordo su di lei.

“Si, effettivamente ho lavorato per un po’ di tempo nel campo della sicurezza” rispose Kingsley gentilmente “Ora se non vi dispiace, io ed Hermione dobbiamo occuparci di una faccenda importante” aggiunse passando un braccio sulle spalle della ragazza.

“Ancora piacere di avervi conosciuti” disse allegramente Jane Granger sorridendo alla figlia.

Kingsley trascinò la ragazza fuori dall’aula. Una volta fuori Hermione lasciò libere le lacrime che aveva trattenuto in presenza dei suoi genitori. Istintivamente si buttò fra le braccia di Harry che nel frattempo si era alzato dalla panca con la faccia preoccupata.

“Ci vorrà del tempo” disse Shackelbolt rivolto ai due ragazzi.

Prima Ron, ora i miei genitori. Quando smetteremo di pagare per tutti i danni causati da Voldermort?! Si chiese Hermione singhiozzando.
  
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