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Autore: Sgiach    02/12/2011    4 recensioni
Una storia piena d'azione e romanticismo, in cui ogni capitolo è destinato a lasciarvi con il fiato sospeso...Buona lettura!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Earth, Wind, Water and FIRE...
III
Indagini "in proprio"?



30 agosto 1997.
Niente. Non volevano fare niente.
“Incendio da autocombustione”, così avevano archiviato il caso.
Non importava se due innocenti bambini avevano perso la vita, non importava se due famiglie erano a lutto, non importava se una povera ragazzina era rimasta traumatizzata a vita.
Tutto questo non importava a nessuno. in commissariato avevano cose molto più gravi e urgenti di cui occuparsi e dare la colpa al cocente sole d’agosto gli sarà sicuramente sembrata la soluzione più facile. Che bastardi!

***

Il funerale di Gabriele era stato celebrato insieme a quello di Elizabeth la settimana scorsa.
C’erano molti fiori, ma non fiori bianchi e tradizionali, bensì fiori allegri e colorati: girasoli, tulipani, margherite, campanule, ma soprattutto magnolie. Queste ultime erano davvero magnifiche, di un rosa tenue ma allo stesso tempo brillante: le aveva chieste Manuel, diceva che erano i fiori preferiti della sua sorellina e aveva insistito perché la sua piccola bara bianca ne fosse completamente ricoperta.
La funzione durò circa un’ora, poi ci fu proposta una veglia alla quale aderirono tutti i parenti più stretti dei defunti, tranne me e Manuel.
Uscimmo dalla cappella e ci sedemmo sulla scalinata. Per qualche minuto regnò il silenzio assoluto, nemmeno un singhiozzo, nemmeno un singulto: ormai non avevamo neppure più la forza di piangere.
Manuel era pensieroso, assente; sentivo che voleva dirmi qualcosa. Così mi feci coraggio e gli poggiai una mano sulla spalla: “Manuel, dimmi, cosa c’è che non va?” Mi guardò sorpreso, probabilmente non se l’aspettava. Ma io ero sempre stata brava a leggere le persone e a decifrarne gli sguardi.
“Beh, vedi, avrai sicuramente saputo come si sono concluse le ‘indagini’, no?” A quel punto io annuii comprensiva: avevo già capito dove voleva arrivare.
“Senti, capisco perfettamente che non ti sia piaciuto il modo in cui hanno preso sottogamba la cosa, ma loro sono poliziotti, sanno quello che fanno. E poi, dimmi, cosa potrebbero mai fare due ragazzini?” lo precedetti io.
“Io credo, invece, che qualcosa potremmo farla…” disse lui vago. Io, incuriosita, lo incitai a continuare.
“In poche parole: quando mio padre, ormai quattro anni fa, è sparito dalla circolazione le autorità lo hanno subito dichiarato morto per le circostanze in cui è scomparso: a chilometri e chilometri dalla costa siciliana, verso la quale era diretto il carico affidatogli dalla compagnia di trasporti presso cui era impiegato da anni. Capirai che il contesto lasciava intuire un finale tragico, ma la mamma non volle arrendersi e ingaggiò un investigatore privato e si mise a fare indagini ‘in proprio’. La verità non è comunque venuta fuori e circa l’anno scorso Del Manto si è licenziato, ma è ancora oggi un amico di famiglia e non credo avrà cuore di negarci una mano. Oltretutto fra tre giorni sarò maggiorenne e potrò assumerlo io e caricarmi delle spese senza mettere in mezzo mia madre. E poi, ho da poco iniziato una specie di tirocinio presso la scientifica e sto iniziando ad acquisire una certa familiarità con il laboratorio e le attrezzature: un altro punto a nostro favore. E una ragazza dal formidabile intuito come te non può che tornarci utile… Allora, che te ne pare?” concluse così. Io lo guardai interdetta: non sapevo se considerarlo un povero pazzo oppure un grande genio.
“Beh, non saprei…” commentai incerta. “Dai, Alice, non dirmi che hai intenzione di lasciar perdere, senza aver neppure lottato. Due poveri bambini non meritano forse che gli venga fatta giustizia?!” mi spronò il ragazzo.
“Non so… Ci penserò su, d’accordo?” gli concessi poi. “Bene, non chiedo di meglio… E poi prima della prossima settimana non potremmo comunque fare nulla.” disse Manuel soddisfatto. “Ti lascio il mio numero: chiamami quando avrai deciso, ok?” mi propose porgendomi un pezzetto di carta. Che bastardo: si era preparato tutto!... “Ok” risposi poi, semplicemente, afferrandolo timorosa.

***

Torniamo a noi, la settimana ormai era passata e io ancora non avevo preso una decisione. Erano giorni che stavo seduta sul mio letto a fissare e rigirarmi nervosamente tra le mani quel maledetto pezzetto si carta: in circostanze normali sarei potuta sembrare una stupida adolescente in crisi ormonale, ma stavolta ci andava di mezzo molto di più…
Infondo, però, Manuel aveva ragione: per quanto in tutti questi anni lo abbia potuto trovare irritante e insopportabile, Gabriele era pur sempre mio cugino e meritava di essere vendicato, come anche la piccola Elizabeth.
Ma quante volte negli ultimi giorni avevo fatto questo ragionamento senza poi arrivare a prendere una decisione?...
No. Stavolta sarebbe stato diverso. Dovevo mettere da parte paura e insicurezza e prendere la mia decisione.
Mi guardai intorno, quasi intimorita dalla mia improvvisa determinazione. Ero nella mia stanza, la mia amata stanza: le pareti in color cedro, il mio preferito, i mobili in legno di balsa e una enorme e ricca libreria, traboccante dei numerosissimi libri che, in fin dei conti, mi avevano praticamente vista crescere, il mio orgoglio. La mia camera era da sempre stata un punto di riferimento, un luogo in grado di trasmettermi sicurezza anche nei momenti più difficili. Ma stavolta c’erano cose troppo importanti in ballo e neppure la meravigliosa vista sul Tevere, da sempre il più rassicurante dei paesaggi, era riuscita a scalfire la mia codardia.
Basta! Non potevo andare avanti così: diamine, era il momento di farsi coraggio!
Afferrai determinata la cornetta del telefono e composi velocemente il numero di Manuel. Non ebbi neppure bisogno di consultare il foglietto: a furia di fissarlo dubbiosa avevo imparato tutte le cifre a memoria.
Dopo due squilli, a mio parere troppo presto, rispose.
“Manuel, sono io, Alice. Ho preso la mia decisione: ci sto.”








Authoress’ note
Bene, bene… Eccomi tornata con un capitolo leggermente più corto del solito, ma con un po’ di anticipo e una bella notizia: Gioite, miei care lettrici, perché “Earth, Wind Water and FIRE…” è ottava in classifica tra le storie più popolari nella categoria dei gialli!
Ed è per questo che voglio ringraziare voi tutte per il sostegno che mi date… Grazie mille, ragazze!
VI ADORO! <3 <3 <3
Bacioni dalla vostra Sgiach… :-*

  
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