Dedicato a G. e M. e alla forza che ha permesso loro di andare avanti.

La ragazza con il foulard verde

La maggior parte della gente non muore che all'ultimo momento; altri cominciano e si prendono vent'anni d'anticipo e qualche volta anche di più. Sono gli infelici della terra.

Louis-Ferdinand Céline

In ogni rispettabile scuola c'era uno come lui, il classico tipo che fa sognare le quattordicenni, aria misteriosa e quel nonsochè di speciale. Michael Meis, ultimo anno, un metro e ottanta di bellezza e un sorriso che avrebbe sciolto anche l'iceberg di Titanic.

Capelli neri come la pece, ricci e degli occhi tanto scuri quanto brillanti; messo accanto ad una statua greca, l'avrebbe fatta sfigurare con il suo fisico scolpito da mano divina. Michael era un ginnasta, non ricordava di aver fatto altro in tutta la sua vita, era stato rapito dalla palestra poco dopo aver imparato a camminare e da quel giorno le apparteneva.

Lei lo aveva notato quando entrambi erano al terzo anno, ma lui non si era mai accorto di quella ragazza che se ne stava in disparte, e che lo guardava vivere da lontano. Capitò un paio di volte che si scontrassero per i corridoi della scuola, ma impacciata Ginevra continuava per la sua strada fingendo di non aver nemmeno avuto quell'incontro, mentre dentro il suo cuore faceva una capriola.

Era il 30 novembre, una monotona giornata dipinta da nuvole minacciose e da un forte vento. Ginevra quel giorno era terribilmente stanca e quella stanchezza le ombrava il viso; le lezioni erano volate via come niente e ciò che la attendeva, era un pomeriggio dedicato allo studio. Si era chiesta più volte se scegliere quel liceo scientifico fosse stata la cosa giusta per lei, ma ormai cambiare era da sciocchi. Indossò il suo cappotto blu e uscì immediatamente dalla classe, senza curarsi delle compagne che erano rimaste indietro; voleva solo tornare a casa. Camminava di fretta, i capelli castano chiaro erano disordinatamente raccolti in una coda di cavallo e coperti in parte da una grande sciarpa verde; quel colore le metteva in risalto gli occhi, di un'indefinita sfumatura tra il verde scuro e il grigio.

“Oddio scusa!” Gin aveva urtato qualcuno, non si era minimamente accorta di lui o lei che fosse.

“Nessun problema” una voce roca aveva risposto subito dopo. Lei conosceva quella voce, aveva passato gli ultimi due anni ad analizzare ogni sua singola mossa, ogni minimo cambiamento di look, e in quell'istante uno dei ragazzi più desiderati della scuola, le aveva parlato.

Rivolse a Michael un timido sorriso, e uscì di scena avviandosi verso l'autobus che l'avrebbe riportata a casa.

Quella notte Ginevra non dormì, quello che aveva da sempre sognato di era realizzato. Era certa che non sarebbero mai andati oltre, ma era convinta che quel “Nessun problema” le sarebbe bastato per l'intera esistenza.

Non aveva la minima idea di cosa ci fosse scritto sul libro del destino, cosa il fato aveva deciso di concederle.
 

Ecco la mia seconda ff a capitoli, ricorderete Your Biggest Fan, la storia di Valentina e della sua malattia, che le ha portato via la vita.
Questa storia parla invece di Ginevra e Michael e di come l'amore può distruggere certe barriere; naturalmente ancora una volta uso falsi nomi, in quanto quello che scriverò è accaduto veramente, a due ragazzi della mia città.
Non so cosa mi stia spingendo a fare questo, ma ci tengo veramente tanto a far conoscere quello che è successo.
Cari lettori, vi sono grata se siete arrivati fino a qui e vi prego di lasciare un piccolo commento anche solo per farmi capire che ci siete; ho bisogno di sentire che non sono sola, in modo particolare narrando questa storia.

Cosa succederà tra Ginevra e Michael? Per scoprirlo, al prossimo capitolo!