Fuochi d'artificio

La speranza è soltanto il sogno dell'uomo sveglio.

Matthew Prior

La mattina arrivò prima del previsto con la pioggia che, insistente, si lanciava contro i vetri. Ginevra era rimasta a fissare la finestra per tutta la notte, sperando che quel rumore potesse cullarla e facilitarle il sonno, ma nulla. Era ancora scossa, Michael le aveva rivolto la parola per la prima volta, Michael sapeva della sua esistenza.

Pur rendendosi conto che tutto quell'entusiasmo fosse esagerato, lei era su di giri, era felice e sorrideva! Scese in cucina saltellando, trovando come ogni altro giorno sua madre seduta a tavola con una fumante tazza di caffè.

“Buongiorno mamma!”

“Hey piccola, buongiorno. Mi sembra di notare che sei di ottimo umore oggi” la madre di Ginevra era una donna solare, sempre ottimista.

Lei rispose con un grande sorriso, mentre rubava un biscotto dalla dispensa.

“Ginni muoviti!”

“Arrivo!”

Era Alessandra, la sorella maggiore di Gin, che ogni mattina accompagnava lei e la sorella più piccola a scuola. Gin aveva sempre avuto un ottimo rapporto con le altre due, la loro era una famiglia molto unita.

Arrivata a scuola si precipitò in classe a ripassare, da brava secchiona, ma non appena aprì lo zaino un suo compagno entrò nella stanza con una scivolata da rock star.

“Gente! Manca la Carla, due ore buche!” quando manca una professoressa, puntualmente la classe diventa uno stadio.

Era un'ottima occasione per andare a prendere un caffè e Ginevra ne aveva veramente tanto bisogno, così se ne andò dall'aula senza farsi notare. Per arrivare al bar doveva passare fuori, nella “area fumatori”, per questo prese il suo foulard e se lo mise sul viso, lasciando fuori solo gli occhi.

Aveva un passo spedito per evitare di essere notata da quei ragazzi sommersi da fumo e chissà quant'altro, e continuava a fissare il pavimento.

“Hey tesoro, dove stai andando?” troppo tardi; uno di loro si era piazzato in mezzo alla strada per non farla passare.

“Lasciami passare per favore”

“Come mai così tanta fretta? Dai, noi vogliamo solo tenerti compagnia un po'..” il tipo le si avvicinò un po' troppo e questo la infastidì parecchio.

“Lasciami andare”

“Non ci pens...” non terminò la frase. Qualcuno gli aveva appoggiato una mano sulla spalla, poco delicatamente, e lo aveva spostato.

“Ti ha detto di lasciarla andare, mi sembra”

“Sì.. Sì Mic, la lascio subito.”

Ginevra era senza parole, completamente paralizzata dalla paura e dallo stupore; non poteva credere ai suoi occhi, Michael la stava difendendo.

“Stai bene?” il cuore di lei batteva così forte che temeva che lui potesse vederlo, le stava parlando e non era un sogno.

“Sì, grazie” sfoderò un timido sorriso e lo guardò negli occhi, così dannatamente scuri, così dannatamente belli.

Michael ricambiò il sorriso e lanciò un'occhiataccia agli altri ragazzi; era il più alto, il più muscoloso, e nessuno osava mettersi contro di lui.

“Ehm.. io vado. Grazie ancora”

“Figurati”

Non fece in tempo a fare due passi che udì una voce: “Comunque io sono Michael, piacere” le tese la mano e le rivolse un sorriso meraviglioso.

“Ginevra” forse per timore o forse per paura di apparire troppo esaltata, disse semplicemente il suo nome.

Riprese la via del bar, si sentiva come se i fuochi d'artificio stessero scoppiando dentro di lei.

Si erano presentati, ora poteva salutarlo ogni giorno senza doverlo guardare da lontano come se fosse al cinema, le sembrava di essere la protagonista di una favola.


Eccoci con il secondo capitolo! :)
La storia procede e direi piuttosto bene! Grazie a voi che avete letto e doppio grazie a chi ha commentato!
Allora, Ginevra e Michael si sono presentati, ora inizia la vera storia; ciò che accade tra loro sarà abbastanza veloce perché il centro della storia non è l'amore.
Scoprirete tutto continuando a leggere.. al prossimo capitolo! :)
Gin