20
CAPITOLO
Briony fu la prima a svegliarsi quella
mattina.
Le lenzuola erano tutte
malmesse e quindi si trovò mezza nuda in stagione invernale senza coperte. Presa dal
freddo si coprì come meglio poteva, e quando si girò notò che lui era
proprio accanto a lei.
Il viso di Elijah era
rivolto verso di lei, un suo braccio le cingeva ancora le spalle con fare
protettivo, e stava dormendo serenamente.
Un braccio di Briony invece gli stava toccando ancora il petto
nudo, e lei approfittò di quel momento per ammirarlo senza imbarazzo.
Era bellissimo mentre
dormiva.
Anche se quegli occhi
neri la mettevano sempre in soggezione, quando li teneva chiusi invece
suscitavano in lei un senso di dolcezza e serenità.
I capelli gli ricadevano
sulla fronte e Briony li sfiorò lievemente
per paura di svegliarlo.
Non c’è che dire.
Era l’uomo più
affascinante su cui avesse mai posato gli occhi.
Ma non solo per la
bellezza fisica. Non era il classico modello palestrato e lampadato; aveva un portamento così nobile e elegante da
far invidia ai principi di Inghilterra, il suo sorriso sghembo e il suo volto
freddo e inquisitore sembravano scolpiti nel duro marmo, e… che
dire dei muscoli.
Briony si fece una risatina.
Di solito Elijah portava
sempre la giacca e quindi non l’aveva mai notato, ma era rimasta senza fiato
quando lui si era messo sopra di lei nudo. Poteva notare i muscoli ben sodi e
delineati delle braccia, rafforzati da chissà quanti combattimenti o
allenamenti avvenuti nel passato.
Avrebbe voluto che quel
momento non finisse mai: stare tra le braccia di Elijah per sempre e guardarlo
all’infinito. Senza mai stancarsi e magari riportare quell’immagine dentro
un ritratto per catturarlo per sempre.
“Elijah?” Sussurrò il
suo nome piano.
“Mmm?”
mormorò lui per dare un segno che fosse sveglio.
Lentamente lui aprì gli
occhi e la fissò sorridendole affascinante, tanto da farle perdere un battito.
“Buongiorno” intonò lui
con un sorriso.
<< Ecco ci siamo
>> Pensò Briony amaramente.
Il viso di Briony si fece più teso e nervoso, e Elijah se ne
accorse.
“Cosa c’è?” le chiese
interrogativo.
“Dimmi quello che devi
dirmi. Ti ascolto” sussurrò lei abbassando lo sguardo.
“Non ti capisco.” le
rispose lui guardandola dubbioso. La fronte corrugata.
“So già cosa mi dirai… che è stato uno sbaglio… che
non dobbiamo vederci più… farai come al
solito, cercherai di evitarmi e te ne andrai da quella porta un’altra volta”
disse cercando di non mostrarsi debole e prepararsi.
I dubbi di Briony infatti le tartagliavano la mente. Pensava che
la notte scorsa Elijah non fosse veramente in sé e la mattina dopo sarebbe
rinsavito ridicendole le stesse cose. Che non potevano stare insieme e che
doveva andarsene.
Deglutì spaventata,
aspettando una sua risposta.
Elijah sghignazzò
ironico: “Non ho alcuna intenzione di dirti delle tali sciocchezze.”
“Ah no?” chiese sorpresa
alzando lo sguardo.
“Credevo che le mie
parole e quello che è successo ti avessero convinta” rispose guardandola con
fare affascinante, ma poi si fece serio “Non vado da nessuna parte. Sono stanco
di trovare giustificazioni inutili per farti restare lontana”
“Quindi non pensi più
quello che hai detto?”
“Lo penso ancora invece.
Penso sia una follia e che questa storia porterà numerose complicazioni... ma
che posso dirti? Noi vampiri siamo creature essenzialmente egoiste. Desidero
troppo la tua compagnia per privarmene così. Sono stato uno stupido a dirti
quelle cose solo per allontanarti, e se ammetto un mio sbaglio vuol dire che
non ho intenzione di tornare più indietro per inutili scrupoli di coscienza.”
Rispose lui con sincerità e fermezza tali da farle brillare gli occhi.
“Non ti lascerò.”
continuò a dire guardandola intensamente negli occhi per convincerla. Le stava
accarezzando la linea del mento col pollice.
Briony, felice come non lo era mai stata,
gli sorrise dolcemente. Elijah si avvicinò al suo viso e la baciò sulle labbra,
schiudendole appena.
Lei poi appoggiò la
testa al suo petto, sospirando. Non avrebbe rovinato quel momento facendogli
ulteriori domande se credesse o no nell’amore, se era un errore e se fosse
pronto a rimanere vicino a lei:
“Ok non ti farò più
domande lagnose. Almeno per oggi ti lascerò stare.” Disse mettendosi a ridere.
Anche Elijah rise e le
accarezzò dolcemente i capelli. “Meglio così. Non dovremmo cercare sempre
qualche spiegazione razionale a quello che ci sta succedendo. Senza pensare
inoltre alle continue cose terribili che potrebbero accadere.”
Briony deglutì: “Hai ragione. Non voglio
passare questi giorni pensando se sopravvivremo o no al sacrificio. Ci ho già
pensato troppo e il mio periodo di depressione è ufficialmente finito.”
“Hai sofferto per colpa
mia, vero?” le chiese lui serio con una nota di rammarico nella voce.
“Ora non conta più. Sei
qui ora, è questo l’importante.”
Elijah le sorrise sui
suoi capelli, stringendola forte a sé.
Lei ad un tratto alzò il
viso, guardandolo intensamente e beandosi di quella vista. L’Originario
contraccambiò lo sguardo, rimanendo più neutro.
“Devi andare?” gli
domandò lei con un languore che stava salendo nel petto.
Elijah alzò il
sopracciglio. “No, non ho nessun impegno stamattina.”
Briony sorrise soddisfatta, avvicinandosi
di più. Lui seguì attentamente i suoi movimenti ma rimanendo all’apparenza
freddo.
La ragazza comunque non
si fece abbattere dalla sua compostezza perché intuiva che era una tattica per
attirare le prede ancor di più. Lei si sentiva una preda in quel momento che
andava tra le braccia del predatore. Ma non le importava.
Alzò il busto tanto
abbastanza da depositare le labbra su quelle di Elijah: erano fresche come la
neve. Voleva assaporarle sempre di più e così fece, sottolineando l'intimità
con la punta delle unghie che gli percorrevano i pettorali.
E contrariamente a
prima, Elijah ricambiò con fervore. Non appena aveva sentito il bacio
approfondirsi di più, l’odore di Briony farsi
maggiormente più vicino, aveva deciso di non trattenersi e l’aveva afferrata
con bramosia mettendola a cavalcioni sopra di lui e senza mai smettere di
baciarla.
Per quel gesto
improvviso e per nulla premeditato, Briony si
sentì infuocare anche se rabbrividiva esteriormente. Allacciò subito le braccia
dietro al collo di Elijah per spingersi di più verso di lui; le mani del
vampiro si muovevano lente e desiderose sulla sua schiena nuda.
Elijah interruppe il
bacio solo per sussurrarle:
"Credo davvero di aver
trovato qualcosa di finalmente piacevole su cui impegnarmi." Il tono era
sempre rimasto neutro e elegante come al solito, ma Briony
sentì il cuore scalpitare impazzito come mai era accaduto. Mentre parlava,
Elijah le aveva tirato indietro il collo, con una mano fra i suoi capelli, per
depositarvi un bacio senza eguali.
Briony così gli mise una mano sulla spalla,
facendo una lieve pressione come se volesse fermarlo quando in realtà cercava
solo un appiglio per calmare il cuore in burrasca e regolare il respiro appena
mozzato.
I suoi tentativi non
funzionarono granchè poichè
Elijah risalì e intrappolò le sue labbra per poi aprirle audacemente contro le
proprie, dando così inizio a un bacio pieno di trasporto. Briony sentì
il cuore scoppiare quando lui si propese in avanti, facendo scontrare di più i
loro petti e così facendo le ginocchia di lei gli affiancarono tutta la linea
dei fianchi.
Briony gemette sommessamente, stringendolo
di più a sé. Le mani erano sui suoi capelli setosi, sembrava navigarci dentro.
Lui continuava a baciarla in maniera eccitante e splendida; ogni tocco valeva
come elettricità unica.
Lei non aveva mai
sentito niente di così vivo in tutta la sua vita. Il corpo di Elijah era freddo
ma lei ardeva stando vicino a lui.
Gli cinse le spalle
ampie con un braccio, e nello stesso momento la mano di lui scese verso il
basso della sua schiena e penetrò dentro di lei in un singolo movimento.
Briony si staccò dal bacio perché aveva
veramente bisogno di respirare. Ma le sue labbra non trovavano mai l’ossigeno,
solo un fuoco divampante che non sembrava mai spegnersi. Quel fuoco le bruciava
i polmoni, ogni ragionevolezza. Le scioglieva le ossa e le faceva scalpitare il
cuore. Ma lo adorava.
Alzò gli occhi al cielo
col respiro ansante, mentre Elijah non cessava a lasciarla andare. La
sommergeva di baci bollenti per tutto il collo, non rimanendo mai tentato dal
suo sangue come se non fosse quello ciò che desiderava. Non da lei.
La stringeva con
possessività a sé, rafforzando il ritmo delle spinte. Briony dovette
aggrapparsi a lui per non sciogliersi o urlare. Una simile eccitazione doveva
essere illegale, si sentiva sul punto della follia, pronta a saltarci dentro, e
niente sarebbe stato più normale da quel momento in poi.
In quella stanza si
udivano solo i loro respiri spezzati o ansanti, il rumore delle lenzuola che si
disperdevano ogni istante in quei corpi che si muovevano l’uno contro l’altro.
Briony aveva cominciato a assecondarlo, a
muovere i fianchi contro di lui sentendo sempre di più il piacere salire. Le
mani artigliavano quei capelli, l’unica ancora per non gridare. Le braccia di
Elijah salirono per tutta la schiena di Briony,
le labbra gelide le baciavano ardentemente una spalla mentre continuava a
spingersi dentro di lei e farla sua.
Lei era sua, lui era suo
quando il piacere venne e li travolse. Il corpo di Briony pulsò,
i polmoni bisognosi d’aria. Le mani di Elijah sembravano artigliarle la schiena
nel punto in cui la teneva contro di sé. Il respiro era fermo e gli occhi
chiusi sulla sua spalla.
Entrambi si sentirono in
pace. Non c’era più un senso di vuoto.
Briony con un sospiro si puntellò in avanti
e si distesero lungo il letto, rimanendo uniti.
Dopo qualche attimo di
pura pace, lei alzò il viso su di lui per baciarlo. "Ti amo Elijah Mikaelson."
Gli mordicchiò le
labbra, portando le mani in alto lungo il letto: "Guai a te se te ne vai
ancora." gli sussurrò maliziosa ma sincera.
Elijah sorrise piano e
la riportò sotto di lui, tracciandole il volto delicatamente con le dita e
disperdendo baci altrettanto delicati. I sorrisi e le proteste di Briony vennero tutti soffocati dalle labbra micidiali di
Elijah, che le sussurrò un "sssh" mentre si
staccava, continuando ad accarezzarle il viso.
Si guardarono negli
occhi, in silenzio ma con un'emozione sorprendente e liberatoria insita in
essi. Le parole non servono per spiegare le emozioni, perchè
sprecarle quindi quando il tempo corre veloce, quando i pericoli sono dietro
l'angolo pronti a disfare ogni cosa bella?
Briony gli prese allora il viso con una mano e
lo baciò ardentemente, con ancor più passione di prima. E Elijah ricambiò,
deliziandola e trasportandola in un altro mondo in cui esistevano solo loro
due.
Briony lo abbracciò con forza a sè, desiderandolo con tutta se stessa e cingendogli la
vita, così Elijah non la fece attendere neanche per un secondo e intrecciò le
loro in mani in alto, cominciando a possederla di nuovo.
Il modo in cui la
possedeva, come faceva combaciare i loro corpi, come le sue labbra fredde le
percorrevano il collo caldo e come le mani erano intrecciate l'un l'altra, era
la più alta realizzazione di possesso che Briony
avesse mai provato e che nemmeno l'immaginazione poteva eguagliare.
Si sentì sprofondare nel
più appagante dei paradisi.
Sembrava che niente li
avrebbe mai potuti separare in quel momento.
Briony fu poi costretta a separarsi da
Elijah a malincuore perché doveva andare a passare a casa di Caroline.
“Le dirai…?” sussurrò Elijah in tono eloquente mentre si
abbottonava la camicia.
“Sinceramente… no.
Penso che tu l’abbia capito che non le piaci.” gli rispose lei mentre si
vestiva.
“Sarebbe l’unica sulla
faccia della terra” mormorò lui pavoneggiandosi con enorme fascino. La cravatta
era già sul posto.
“Infatti come sarebbe
possibile resisterti?” rispose Briony ridendo
e avvicinandosi a lui. “Ma non pavoneggiarti cavaliere. Non sono un campo
facile da tenere conquistato per sempre.” Gli disse a mò
di sfida a cui Elijah ricambiò con un sorriso sicuro.
“Nella mia lunga vita
non sono mai andato in guerra e vedendo ora la posta in gioco lo rimpiango
amaramente.” Replicò furbo abbottonandosi i polsini.
Briony rise e gli diede un bacio a fior di
labbra; si voltò per mettersi la giacca ma Elijah ad un tratto la prese per un
polso e l’attirò a sè, schiena contro petto, e appoggiò
la testa nell’incavo del suo collo, assaporando il suo profumo.
Briony sentì il suo fiato freddo sul collo
e rabbrividì, chiudendo gli occhi.
“Per ora credo di averla
presa in pugno, miss.” Le sussurrò affascinante.
Briony sghignazzò tra sé e sé, in balia di
quella dolce trappola. Elijah le diede poi un lieve bacio sul
collo e la lasciò andare sorridendo.
“Non sperarci troppo.”
Replicò lei ammiccando prendendo con maestria la giacca. “Buona giornata!”
esclamò gioiosa mentre usciva dalla stanza.
Elijah approfittò di
quel momento per analizzare onestamente quello che provava per quella donna.
L’aveva trattata in un
modo così crudele senza che lei lo meritasse, cosa che non aveva mai fatto con
nessuno, e questo lo faceva preoccupare. Si era fatto prendere e colpire
troppo, come non mai.
Un'umana come Briony aveva fatto fuoriuscire un lato di lui che non
conosceva, forse perché era rimasto troppo a lungo sepolto nei secoli.
Una volta sua madre gli
aveva detto “Devi tenere lontano da te tutto quel che non vuoi perdere” e per
la prima volta l’aveva fatto. Aveva anteposto non i suoi egoismi, ma il bene di
lei. Sapeva che lui le avrebbe portato solo male e non volendo farle
questo, aveva optato per la scelta teoricamente più giusta. Ma che aveva fatto
soffrire entrambi per le circostanze abbiette.
Tuttavia però si era
spinto troppo oltre: gli era esplosa una furia dentro senza limiti al solo
pensiero che lei lo avesse ingannato e tradito; l’aveva ferita di
proposito, per vendetta, per farle provare quello che lui aveva sopportato
quando John gli aveva confessato la “verità”.
Ora però non poteva
tornare indietro, doveva guardare in faccia alla realtà: Briony era diventata troppo importante e preziosa per
lui, la desiderava troppo per privarsene e giurò che l’avrebbe protetta da
qualsiasi cosa. Persino da se stesso. Avrebbe tenuto cura del suo cuore,
così come lei lo aveva aiutato ad allargare le sbarre di ghiaccio che tenevano
prigioniero il suo di cuore.
La vendetta non era più
quell’unico sentimento che l’aveva spinto a tornare a Mystic Falls.
Briony camminava per la città, sognando a
occhi aperti su quello che era successo la notte prima e quella mattina. Roba
da andare sù di giri: i suoi occhi scintillavano per
l'emozione e il cuore palpitava impazzito. Chi l'avrebbe mai detto fino a
qualche giorno prima che lei si sarebbe sentita così con Elijah?
Briony sorrise gioiosa tra sè
e sè, non riuscendo a non pensare all'eccitazione
indescrivibile che provava quando lui la possedeva. Per Dio, quell'uomo era
calmo e freddo come il ghiaccio davanti a tutti ma nell'intimità era tutt'altra
cosa.. ti prendeva nella maniera più totale e non riuscivi a non pensare ad
altro se non a lui.
Ma un vizio Elijah non
lo perdeva mai: quello del controllo. Voleva padroneggiare ogni cosa
quell'orgoglioso e affascinante vampiro.
In mezzo a tutta quella
passione e desiderio, Briony si era sentita infuocare
come un accendino acceso e si era messa sopra di lui, semi-sdraiata, muovendosi
sinuosa per assaporarlo sempre di più. Le braccia di Elijah l'avevano stretta
per la schiena e aveva creduto che ciò lo aggradasse, ma quell'estasi divina
era durata solo qualche secondo poichè lui l'aveva
riportata obbligatoriamente a velocità vampiresca sotto di sè
e aveva mantenuto sempre lui la padronanza della situazione, come se non
accettasse alcuna perdita di controllo a vedersi dalla sua espressione.
Non che la cosa le
creasse disturbo o dispiacere visto come si era sentita prendere dalla sua
bramosia carnale, tale da mancarle il respiro e farle credere che la stava
riempiendo fino all'impossibile. Forse nemmeno una bomba atomica li avrebbe
potuti distogliere da quell'estasi insopportabilmente appagante o far staccare
i loro corpi avvinghiati dalla passione.
Briony si riscosse dai quei pensieri sognanti
per riprendere il controllo almeno in pubblico. Si sentiva le guance accaldate
dall'imbarazzo al solo pensiero, ma purtroppo il cuore non poteva farci nulla e
le emozioni prendevano il sopravvento.
All'improvviso vide una
persona che pochi giorni prima aveva giurato di pestare a sangue.
<< John >>
Pensò Briony sentendo la rabbia salire.
Lui quando la notò ebbe
pure la faccia tosta di sorriderle e di avvicinarsi.
“Ciao Briony. E’ da tanto tempo che non ti vedevo.”
disse sorridendole.
“Già mi sei mancato anche
tu amico mio. Soprattutto le tue luride bugie.” rispose lei acida.
“Cos’è, Elijah è venuto
a lamentarsi da te? Credevo fosse un galantuomo”
“Non girarci
intorno John… non mi sarei mai aspettata
che avresti fatto una cosa simile. A me poi!” Urlò Briony che
si sentiva davvero tradita.
“Semplicemente non mi è
piaciuto il fatto che tu mi abbia voltato così le spalle senza un minimo di
preavviso, alleandoti con quei succhia sangue e per giunta ti sei presa un
cotta per uno di loro!”
“Sei davvero
perfido John…. Le tue bugie e le tue ossessioni
rovinano tutto ciò che tocchi!”
“In verità ti ho fatto
un favore Briony… ti ho dato l’occasione
per vedere con i tuoi occhi di cosa è capace il tuo Elijah. Andiamo! Davvero
nutri delle speranze di redimerlo?” le chiese divertito.
“Certamente devo
ringraziare te se la mia salute mentale è peggiorata cadendo nei bassi fondi!
Grazie mille John!”
Lui la fissò scuotendo
la testa: “Sei troppo sentimentale Briony, ma
mixata alla tua istintività non viene fuori una bella roba. E alla fine sarò io
l’unico a sopportarti, ricordatelo.”
Briony lo guardò seria in viso. Stava
tremando dalla rabbia. E lui non sembrava neanche dispiaciuto per tutto quello
che aveva fatto!
In un impeto di rabbia
gli cacciò un pugno in pieno viso, e John traballante cadde per terra.
Si toccava il naso
insanguinante e la guardava incredulo.
Briony senza rimorsi gli disse: “Non
t’azzardare mai più a chiamarmi o a cercarmi. Se vengo a sapere che hai fatto
un’altra delle tue cazzate, vengo da te e ti mollo un altro pugno. Ti avevo
avvertito di stare in disparte e di non fare niente di stupido! Quando mi
passerà l’incazzatura, e credo non molto presto, verrò io a cercare te ma non
pensare che le cose torneranno come prima.”
Lo guardò un attimo
dall’alto in basso e se ne andò lasciandolo per terra.
Forse aveva esagerato,
ma i tipi come John Gilbert capiscono solo il linguaggio della violenza per
farli stare al loro posto.
Quando Caroline vide la
sorella a casa sua notò subito che c’era qualcosa di diverso in lei. La squadrò
dalla testa ai piedi.
“Che è successo?”
“Ho mollato un gancio
destro che poteva dare del filo da torcere anche a Mickey Rourke.” rispose
seria Briony senza un minimo di cedimento.
“Cosa?? A chi?”
“A John. Me lo sono
visto qualche mezz’ora fa. Non ho resistito, questa volta l’ha fatta grossa.”
“Tutti quanti odiano
John in questa città e tu sei sempre stata troppo buona con lui.”
“Possiamo non parlarne?
Ho già chiarito con lui che non deve più parlarmi a meno che non faccia la
prima mossa io…”
“Gli vuoi troppo
bene Briony. Nel giro di qualche giorno lo
perdonerai, fidati.”
“Non credo proprio.
Anche perché non l’ho trovato minimamente dispiaciuto.” Rispose pensierosa.
“Ok ok… Com’è andata ieri sera? Elijah sta meglio?”
“Sì sì è andato tutto
bene per fortuna.”
“E’ rimasto a casa tua?”
“Sì…” Briony cercò di rimanere calma senza farle capire cosa
fosse successo veramente.
“E…?”
Caroline la guardò attentamente cercando di capire.
“E niente.” Briony non poté evitare di arrossire e Caroline allora
capì tutto. Sgranò gli occhi fintamente shockata:
“Oddio non posso
crederci! L’avete fatto! L’hai per caso drogato??”
“Caroline! Non ho
costretto nessuno, se l’abbiamo fatto vuol dire che entrambi lo volevamo!”
rispose Briony offesa.
“Quindi non lo neghi? Ti
è dato di volta il cervello per caso? Con Elijah! Proprio colui che dicevi che
doveva starti lontano!”
La mora sbuffò:
“Non rovinarmi questo
momento. Sono felice, più di così non ti basta? Io e Elijah abbiamo chiarito,
lui si era comportato in quel modo solo per proteggermi…”
“E quanto tempo passerà
prima che ti faccia nuovamente soffrire e ti riduca come uno
zombie?” domandò la Blond-Girl saccente.
“Basta Caroline… tra poco ci sarà la notte del sacrificio e
voglio godermi questi giorni in tranquillità.” rispose Briony esasperata.
“Oh cristo se rischio di
parlare ancora di questa assurda storia da circo mi scoppierà una vena. Fai
pure come vuoi ma vedrai se ho ragione.”
“Infatti farò ciò che
voglio e nessuno ti chiede di giudicare perchè io non
ho bisogno dei tuoi consigli deleteri.”
Si guardarono in
cagnesco per qualche minuto, ma poi Caroline abbassò vinta lo sguardo.
“Devo vedere Tyler, è il
suo compleanno domani. Ti avevo appunto chiamata per aiutarmi ad addobbare la
casa ma credo proprio che tu preferisca gongolare dietro al nemico piuttosto
che ritrovare la salute mentale, per cui..” Caroline lasciò in sospeso la frase
e non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere che già si stava defilando via.
Briony rimase rigida, occhi spalancati e fumini che le uscivano dalle orecchie per via della stizza.
Dio, ormai c'aveva fatto il callo col carattere di Caroline ma era davvero dura
sopportare. “Sono sicura che la festa sarà grandiosa, visto il tuo umore
allegro. Lo spero davvero per Tyler." disse solamente per essere almeno
superiore. Dovevano darle una medaglia alla pazienza.
Caroline le lanciò
un’occhiataccia prima di uscire.
<< Certo che è
davvero incredibile. Prima mi mette ansia sul fatto che soffro e che devo
guardare avanti, e ora che sono finalmente felice e in pace mi mette nuovamente
ansia. >> pensò Briony allibita.
Altre feste. Altri guai
in arrivo.
La sera dopo Tyler
avrebbe festeggiato il suo 18 compleanno con una festa sfarzosa a casa sua e
c’erano quasi 100 invitati.
Caroline aveva
organizzato tutto nei minimi particolari e tutti quanti si godevano la festa.
Briony con un completo bianco c’era andata
con Elijah, e stavano ridendo e chiacchierando in un angolo della sala.
Caroline andò da loro
per avvisarli che era arrivato il taglio della torta; lanciò un’occhiataccia a
Elijah e lui le sorrise elegantemente di rimando. Come se non gli
importasse della sua frecciatina o forse perché aveva più buone maniere della
giovane vampira.
Briony sospirò per la reazione della
sorella perchè non riusciva proprio a capire
il suo atteggiamento; in fondo Elijah e Caroline appartenevano alla stessa
specie ora e quindi dovevano capirsi, ma ovviamente la Blond-Girl era
ancora intimorita dal carattere freddo e gelido di Elijah. E dai pregiudizi
ovviamente.
Andarono nella sala
principale con gli altri: Elijah teneva possessivo un braccio attorno alla
schiena di Briony, e lei come al solito
ebbe una scossa lungo il corpo.
Forse non si sarebbe mai
abituata a comportarsi normalmente con lui senza arrossire come un pompelmo o
sobbalzare ogni volta che la sfiorava… la
metteva terribilmente in soggezione, anche se cercava di non darlo troppo a
vedere. Ma era pressoché impossibile perché il cuore urlava tutta la sua gioia.
Quando Tyler aprì il
tappo dello spumante, questi gli andò direttamente in fronte e tutti si fecero
una gran risata ma gli augurarono comunque buon compleanno.
Persino Elijah si era
rilassato al fianco di Briony e sorrideva
come un normale uomo.
Quando ecco invece che
entrambi notarono che John era tra gli invitati, proprio lì davanti a loro.
“Lascialo perdere, gli
ho già detto chiaro e tondo che non deve più parlarmi…” mormorò Briony per tranquillizzarlo.
Ma Elijah non la stava
ascoltando minimamente. Si era paralizzato di colpo e lo guardava con uno
sguardo micidiale, fisso negli occhi, come un predatore che fissa la preda.
Briony sentiva la tensione nel corpo del
vampiro, come una corrente elettrica che correva sotto la sua pelle. In quel
momento lui era totalmente concentrato su John, e la luce nei suoi occhi sembrava
una fiamma incandescente.
Non l’aveva mai visto in
quello stato; neanche quando lui l’aveva minacciata.
Lei gli toccò la mano
fredda per farlo calmare e lo chiamò più volte.
Come risorto, Elijah si
voltò verso di lei.
Era gelido e minaccioso
come non lo aveva mai visto. Ne ebbe paura.
“Resta qui.” le ordinò
senza un minimo di tentennamento nella voce.
Elijah si diresse
verso John e i due uomini andarono in un’altra stanza per parlare a
quattr’occhi.
Briony guardò la scena a bocca spalancata e
poi li seguì.
Elijah aveva preso con
forza il braccio di John e l’aveva condotto in una stanza che doveva essere la
saletta privata del sindaco Lockwood, dove i
cittadini tessevano le loro ragnatele per incastrare i vampiri.
Elijah sorrise
terrificante e gli andò vicino.
“Cosa dovrei fare con
te, John Gilbert? Staccarti la testa a morsi? Lanciarti da quella finestra così
ti sfracelleresti al suolo? Oppure magari ti potrei trasformare nell’essere che
più detesti al mondo? Che ne pensi, John?”
Il suono della voce di Elijah
era terrificante e non stava per niente scherzando. I suoi occhi brillavano
famelici all’idea di uccidere quell’uomo di fronte a lui.
“Fallo. E lei ti odierà
per sempre.” ribatté John con tono coraggioso.
Elijah sorrise
diabolico. “Non devi preoccuparti di quello perché tu sarai sotto terra e non
darai più fastidio a nessuno. E noi per fortuna non dovremo più sorbire i tuoi
luridi inganni.”
“Non puoi uccidermi.”
rispose John che non sembrava minimamente cedere.
Ovviamente si riferiva
all’anello.
“Oh il tuo stupido
gingillo che porti al dito? Posso staccartelo senza che neanche tu te ne
accorga. Sappi che non riceverai un bel trattamento da me, John Gilbert.”
A fine frase
l’Originario lo prese per la gola con violenza, sbattendolo contro il muro, e
lo fece alzare lungo la parete. Gli strappò dal dito il suo anello e lo lanciò
dall’altra parte della stanza come nulla fosse.
John strinse i denti:
“E tutto perché ho detto
la verità? Perché penso che non potresti mai fare felice Briony? La condurrai a morte certa, vedrai se non mi
sbaglio!” mormorò John con fil di voce. Lo stava letteralmente strangolando.
Elijah, dopo aver
sentito quelle parole, strinse la stretta sul suo collo ancora di più. Stava
perdendo il suo solito controllo. “Non sono avvezzo a simili messe in
discussioni. Sei andato troppo oltre, John Gilbert.”
All’improvviso entrò
nella stanza Briony, che sgranò gli occhi
incredula vedendo la scena terrificante di fronte a sè.
Corse verso i due uomini
e prese il braccio di Elijah per liberare John dalla sua stretta.
“Elijah fermati!” gli
mormorò angosciata dandogli uno scossone.
Briony notò che la faccia di John stava
diventando di diversi colori e stava per essere soffocato.
Implorante cercò di
convincere Elijah a lasciarlo andare, gridava il suo nome per farlo tornare da
lei con la mente, perché sembrava che neanche si fosse accorto della sua
presenza.. tanto preso dall’idea di uccidere.
Ma finalmente Elijah si
voltò verso di lei, e la vide.
Nel riflesso dei suoi
occhi verdi, il vampiro vide il proprio volto agghiacciante e
pericoloso, e così tentennò. Il controllo riprese le redini.
Con un ringhio muto,
lasciò andare John che si accasciò per terra in cerca d’aria.
Lo sguardo di Elijah
però era ancora terrificante e diabolico, e faceva fatica a trattenere i suoi
istinti.
Briony gli posò una mano sulla spalla ma
lui la scostò velocemente. Alzò senza delicatezza il corpo moribondo di John.
Anche se un attimo prima
l’uomo stava per essere fatto fuori, fissò Elijah senza paura in segno di
sfida. Cosa che fece andare ancora più in bestia il vampiro, che gli mormorò:
“Allora hai deciso di
che morte morire? La testa rotta, una caduta, o risvegliarti in vampiro? Non
c’è bisogno di pensarci tanto, è una scelta semplice.”
Il tono glaciale di
Elijah fece tremare di paura Briony, la
quale assisteva impotente alla scena.
John la guardò in cerca
d’aiuto e Elijah allora prese la sua testa tra le mani così che avrebbe
guardato solo lui.
“Scegli la caduta? No?
Si? No?” Stava letteralmente giocando con lui, toccandogli il petto con
l’indice.
Briony lo richiamò per farlo calmare.
Visto che John restava
ammutolito e percepiva l’ansia di Briony vicino
a lui, Elijah sorrise freddamente e lasciò andare la sua preda.
“Non vale neanche la
pena ucciderti.” mormorò alla fine, con perfetta calma.
Elijah lanciò uno
sguardo sfuggente a Briony, e se ne andò
dalla stanza a passi veloci.
Lei era rimasta
paralizzata a guardare la scena senza osare muoversi. Ma quando vide John
tremante che strisciava per riprendere l’anello, provò pietà per l’amico e lo
aiutò ad alzarsi.
“Stai bene?” gli chiese
guardandolo in faccia.
John la fissò respirando
a fatica: “Sono stato meglio.”
Prima che John dicesse
qualcos’altro, lei lo interruppe: “Te la sei cercata John.”
“Mi sono cercato un
pugno nel naso. Come quello che mi hai dato tu. Ma davvero mi vuoi morto Briony..? Dopo tutti questi anni?” le chiese sinceramente
dispiaciuto.
Briony lo fissò negli occhi, quegli stessi
occhi che le erano sempre stati amici e l’avevano sostenuta nei momenti
difficili di gioventù. “No John non ti vorrei mai morto… ma
non pensare che non sia più arrabbiata con te.” Gli rispose puntandogli
l’indice.
“Mi dispiace…”
Lei scosse la testa
ancora preoccupata.
“Ora vai a casa John.
Devi riposare…” gli disse Briony cercando di aiutarlo a camminare.
“E tu davvero lascerai
passare questa cosa?” Le domandò interrogativo. Ovviamente si riferiva a
Elijah.
“John…”
Dalla sua faccia lei gli fece intendere che non doveva intromettersi e così lui
non disse più niente.
Dopo aver accompagnato
John all’uscita, Briony andò a cercare
Elijah.
Lo trovò fuori nel
balcone a fissare un punto indefinito nel cielo. Aveva entrambe le mani nelle
tasche.
“Ehi.” Briony lo raggiunse e gli mise delicatamente una mano
sulla spalla.
Lui si girò. Non c’era
più traccia di quella furia assassina di prima nei suoi occhi; erano tornati
normali e la stavano guardando seri.
“Ho fatto quello che
dovevo. Non intendo scusarmi.” disse freddo e inflessibile.
“Va bene, posso
capirti.” Rispose lei titubante, cercando di comprenderlo e non di giudicarlo.
“Per tua informazione
l’avevo già ucciso quella volta in cui mi aveva confessato tutto di te, ma l’ha
salvato l’anello. Volevo soltanto rimediare al mio errore ma non l’avrei ucciso
comunque. Sarebbe stato troppo semplice per lui…”
mormorò minaccioso sviando lo sguardo.
Briony comunque gli accarezzò una guancia:
“Capisco che John meritasse una lezione. Anche io avrei avuto la tua stessa
reazione. Ma per fortuna non è successo niente di irreparabile… Voglio
solo dirti che non sono venuta qui a giudicarti.” Gli sussurrò sincera.
Elijah allora le sorrise
in modo freddo quando si voltò: “Però hai avuto paura che lo uccidessi.”
Briony si umettò le labbra: “E’ vero…. Non lo avrei voluto, ma sapevo in fondo al cuore che
non l’avresti fatto. E so quanto l'onore conti per te. Non è onorevole pestare
un uomo a terra, un uomo stronzo sì ma pur sempre a terra.” disse l'ultima
frase in tono ironico.
Lui alzò il
sopracciglio, poi si sciolse e le prese la sua mano e la baciò delicatamente
sul dorso:
“Sei troppo buona Briony.” sussurrò lui profondamente. Aveva posato per un
attimo la guancia nel dorso della sua mano liscia e calda.
Lei sorrise per quel
gesto dolce.
“Vallo a dire a John e
al suo naso rotto” rispose sorridendo.
Elijah sorrise a sua volta,
e alzò il viso per guardarla negli occhi.
“Non hai paura di me
quindi? Gli Originari non danno vita facile, sappilo.” le chiese profondamente
e in modo attento.
Briony deglutì ma replicò con fermezza. “No… ti conosco. So che non sei l’essere che vuoi far
sembrare a tutti i costi. Neanche lontanamente.”
Elijah la guardò
lievemente interdetto, poi le diede un bacio delicato sulla fronte. Briony si abbandonò con un sospiro tra le sue braccia
forti.
Un minuto prima aveva
cercato di fermare quelle braccia che stavano cercando di uccidere John, e ora
era cullata dolcemente da quelle stesse braccia, senza più alcun timore.
Perché non doveva aver
paura.
Aveva già visto il lato
peggiore di Elijah; sapeva che non era un normale essere umano e poteva essere
pericoloso a volte.
Ma il suo amore per lui
era troppo forte per desistere, e non avrebbe mai rinunciato a lui. Le era
entrato troppo dentro.
E inoltre era sicura di
una cosa… Elijah non aveva ucciso John per
paura di ferirla, era questa la ragione che lo aveva fermato.
Un altro evidente segno
che dimostrava quanto fosse cambiato… lo
poteva percepire anche nel suo volto. Quando si erano incontrati Elijah
appariva sempre freddo e scostante, mentre ora invece la barriera tra di loro
era molto diminuita; certe volte lui appariva sereno e più sciolto dalle
sue stesse catene… e invece altre volte la
guardava con degli occhi così malinconici che provavano quanto lui avesse
sofferto in passato.
Briony si promise che lei non lo avrebbe
mai fatto soffrire. Mai avrebbe voluto vedere il suo volto dipinto dal
tradimento a causa sua.
Elijah intanto le
accarezzò dolcemente i capelli e le disse che era ora di tornare dagli altri,
altrimenti Caroline avrebbe pensato che lui l’avesse rapita.
Briony ridacchiò pensando alla faccia della
sorella, e tornarono a godersi la festa.
Tyler aveva fatto le
cose in grande e aveva predisposto per ognuno dei suoi amici una fastosa
limousine che li avrebbe scortati a casa.
Ringraziandolo e
facendogli ancora gli auguri, Briony salì
nella limousine con Elijah sotto lo sguardo preoccupato di Caroline.
<< A forza di
preoccuparsi le verranno le rughe >> Pensò tra sé e sé.
Nell’oscurità della
limousine Elijah si ritirò nell’angolo e prese Briony tra
le braccia. Le sfiorò le tempie con le labbra, poi le baciò le palpebre, le
guance, e finalmente prese possesso della sua bocca con un lento bacio.
Briony si lasciò trasportare da quelle
avvolgenti sensazioni che le facevano ribollire il sangue ardente.
Gli accarezzò dolcemente
il viso, poi i capelli stringendosi di più a lui; quando alla fine arrivarono a
casa e furono costretti a distaccarsi.
“Posso chiederti una
cosa?” gli domandò Briony, entrando in
casa.
Elijah acconsentì
cominciando ad accendere un fuoco in salone, e lei mordendosi le labbra gli
chiese di parlarle della sua famiglia. Gli Originari.
Lui si irrigidì subito e
la fissò freddo.
“Perché vuoi saperlo?”
“Cosa ci sarebbe di
male?” disse lei scrollando le spalle.
Elijah abbassò lo
sguardo.
“Ti basta sapere che era
tutto quello che avevo. Era la mia forza ma anche la mia debolezza. Ero molto
legato a loro, anche se i problemi non mancavano visto i litigi fra Klaus e mio
padre. Quando diventammo vampiri tutto cambiò…”
Gli occhi di Elijah
erano diventati tristi mentre parlava della sua famiglia con così tanto amore.
“E tu?” gli chiese
curiosa, avvicinandosi “Eri così come adesso?”
“Avevo i capelli più
lunghi.” Rispose lui affascinante alzando la testa, come se ripercorresse i
vecchi tempi.
Briony rise. Non se lo immaginava
minimamente con i capelli lunghi, anche se era sicura che stesse bene anche con
quel taglio.
“E l’onore che ti
caratterizza tanto? Possedevi già questa forma di rispetto anche da umano?”
“L’onore è istintivo.
Nessuno te lo può dare e nessuno te lo può togliere. E’ qualcosa che dai a te
stesso. Anche se quando mi sono trasformato le nostre qualità si sono
amplificate.”
Briony avrebbe voluto chiedergli altre cose
del suo passato, voleva conoscerlo fino in fondo, ma notò che Elijah era
distante e ogni volta che gli faceva domande si irrigidiva e la fissava con
occhi freddi, come se non gradisse quel tipo di domande.
Decise così di non
fargli interrogativi che lo avrebbero ferito o fatto ricordare dei momenti
dolorosi.
Però c'era una cosa in
particolare che voleva sapere in tutta quella storia... l'umana di cui si era
innamorato e che per colpa sua era stato irrimediabilmente ferito e scottato
nell’animo.
“Mi hai parlato di
un'umana una volta... della quale eri stato innamorato”
Elijah prontamente si
scostò, senza guardarla in faccia. Le rispose gelido, senza far trasparire
alcuna emozione. Ovviamente non aveva nessuna voglia di parlarne.
“Non mi ricordo quello
che provavo per lei... è passato così tanto tempo che per me non ha più
importanza” Così liquidò la questione per farle capire che non voleva
aggiungere altro, ma lei continuò ancora:
“Invece lo posso
percepire nell'espressione del tuo volto che non è così. Non stai parlando con
il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe
bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un
cuore, Briony." affermò lui con tono
spietato, come se stesse rivelando il suo essere un vampiro, e allontanandosi
da lei.
Dopo un po' lei lo
seguì:
"Eppure io lo sento
battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua
illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente
glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a se
stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un
cuore, lo aveva… Solo non voleva usarlo.
Per quanto non volesse esporsi, per quanto oscurità potesse avere, era stato
comunque un essere umano in passato. Certe cose non si possono cancellare.
E lui non aveva forse
dimostrato che lo aveva? Quando aveva cercato di tenerla lontana per il suo
bene, per paura di ferirla?
Elijah voleva
proteggersi dall’amare e invece agiva proprio in nome dell’amore che provava
per lei. Anche se non glielo diceva a parole, Briony sapeva
che lui si era innamorato di lei. Che la amava.
“Continua pure. Fa finta
che non t’importa niente, soltanto di te stesso. E’ una stupida recita che
ormai io non mi bevo più”
Questa volta
l’espressione di Elijah, non più glaciale, si addolcì lentamente:
“Ora sei in
errore, Briony. Ho detto solo la verità. Ho
perso la mia umanità tanto tempo fa. Però…”
disse avvicinandosi a lei deciso. Gli occhi soffusi da una luce intensa. “Non
puoi immaginare quanto tu sia preziosa per me. Quando ho visto la tua capacità
di devozione e la tua lealtà ne stato ammiratissimo. E per molto tempo non mi
sono nemmeno reso conto di quanto mi piaceva parlare e stare con te. Ho
cominciato a desiderare la tua felicità, e quando ti vedevo soffrire sembrava
che le tue lacrime mi richiamassero a te per aiutarti ad alleviare il tuo
dolore, come se lo sentissi mio.”
Briony rimase completamente paralizzata dalle
sue parole e dalla sincerità del suo sguardo ammaliante. Il cuore galoppò nel
petto dalla felicità.
Lui le si avvicinò
piano, sfiorandole la mano destra con la punta delle dite fredde:
“Anche se non posso
offrirti tutto quello di cui hai bisogno, anche se non ho un cuore da darti,
spero comunque che tu avrai fiducia in me. Sebbene io sia …”
La sospensione di quella
frase fece commuovere Briony. Non riusciva a
crederci che Elijah si considerasse un mostro senz’anima.
Briony gli sorrise e gli accarezzò il volto:
"So chi sei, Elijah Mikaelson. Nessuno al mondo
è immacolato e senza colpe. Anche se possiedi del male, c'è tanto altro dentro
di te." rispose lei sicura, guardandolo come se riuscisse a leggere dentro
il suo animo e vedesse quanto fosse nobile, così nobile da rendere le sue
parole una poesia e i suoi gesti di cristallo.
Elijah la guardò attento
e in silenzio, sbattendo lievemente le palpebre. Poi però si fece più serio,
come se qualcosa di brutto avesse attraversato all'improvviso la sua mente. Fece
abbassare la sua mano: "La porta per andartene sarà sempre aperta, qualora
lo vorrai."
Briony rimase interdetta dalle sue ombrose
parole ma capì che Elijah era così nobile da darle la libertà di scelta, da
lasciarla libera qualora lei avesse ritenuto fosse la scelta più giusta per se
stessa. Sfortunatamente intuì che Elijah non era il classico sciocco che
credeva ai lieto fine. Tempo prima nemmeno lei ci credeva ma adesso non aveva
più paura; voleva andare avanti per la sua strada e perseguire i suoi desideri,
ovunque l'avrebbero portata.
Si fece avanti e lo
guardò intensamente. Gli toccò il collo con ambedue le mani: "Ciò che
voglio è solo qui e non intendo perdermelo." gli sussurrò sincera.
Elijah la guardò
profondamente da sotto le palpebre e lei allora prese l'iniziativa
nell'avvicinarsi alle sue labbra. Le tastò piano, schiudendole in uno schiocco
e, mettendo poi una mano attorno al suo collo, prolungò il bacio. Il vampiro
non l'assecondò all'inizio, rimase solamente a recepire il bacio che quell'umana
gli donava. Per avvicinarlo di più, Briony gli mise
una mano contro la schiena e lo portò ad inclinarsi verso di lei. Sentì allora
Elijah rispondere al bacio ma non col desiderio che lei avrebbe voluto. Lo
sentiva ancora frenato.
Così si scostò e disse sarcastica:
"Devo dedurre che il signore qui presente non voglia esporsi troppo?"
<< Come sempre >> disse una vocina acida all'interno della sua
mente ma lei la scacciò subito per non appesantire il momento nè fare pressioni sul vampiro che aveva davanti.
Elijah quindi abbassò lo
sguardo, sbattendo lievemente le palpebre e facendo un silenzioso sospiro come
per appianare le sue stesse sensazioni contrastanti. Un sorriso in breve
delineò le sue labbra sottili, rendendolo più affascinante. Alzò lo sguardo, scostandole
i capelli che le erano ricaduti in viso per guardarla meglio e per farla
soccombere sotto il suo sguardo magnetico:
“Ci sono tanti rischi,
non te li immagini neppure." quella doveva essere una minaccia ma non ebbe
l'effetto da incuterle paura. Tutt'altro. Briony
sentì il desiderio librarsi dentro di lei, come una farfalla che vuole prendere
il volo e assaporare la vera vita.
Socchiuse vinta le
palpebre, scuotendo piano la testa come per dirgli che non le importava dei
rischi. Lo sentì avvicinarsi al suo viso, lei rimase immobile ma trepidante.
Sentì le sue dita gelide tracciarle una guancia a brevissima distanza; pensò di
averlo udito bisbigliare il suo nome ma non ne fu certa perchè
totalmente dominata dalle sensazioni che salivano in lei.
Poi improvvisamente fu
lui a correre il rischio e decise di non fuggire più: le sue labbra catturarono
quelle di Briony, prendendole in trappola.
Briony colta alla sprovvista da quel gesto
- un gesto dettato quasi dal cuore - si aggrappò alle sue spalle come poteva,
alzando la punta dei piedi per avvicinarsi di più al suo viso.
Ma fu lui che abbassò la
schiena e il volto per approfondire il bacio.
Elijah avvolse le spalle
della ragazza con le sue forti braccia, e lei mise le mani dietro al collo del
vampiro, abbandonandosi completamente a lui.
Tutta quella scena
sembrava il quadro di un pittore: avendo in sottofondo il fuoco ardente, con
lui tutto vestito di nero che poteva apparire un demone oscuro che incatenava
lei, la ragazza col vestito bianco, la quale poteva sembrare un angelo tra le
sue braccia infernali e che stava ricambiando il suo bacio con passione.
Ma un pittore non
avrebbe mai potuto catturare o rappresentare l’intensità di quel momento in una
tela qualsiasi.
Perché era questo che
erano.
Briony era la controparte angelica del
demone che insidiava Elijah; lei è lì con lui, l’ultimo appiglio a cui
aggrapparsi per non cedere alla solitudine e all'odio che, tra l’altro, gli
faceva dire cose che non pensava veramente.
Elijah aveva un cuore.
Aveva un’anima.
E ora aveva anche lei.
Nei giorni a venire i
due cercarono di rilassarsi il più possibile, passeggiando per la città,
andando a casa di Jenna per fare due chiacchiere, anche se aveva notato che
l’amica pendeva dalle labbra di Elijah ma Briony non
poteva farci niente e rideva in silenzio.
Mentre le notti invece
si facevano travolgere dai sentimenti che provavano l’un per l’altra. Elijah la
spogliava delicatamente, senza alcuna fretta, e sfiorava la sua pelle con le
dita fredde, imprimendo nella memoria ogni lato del corpo di quella
meravigliosa ragazza.
Briony ormai non aveva più paura che lui la
potesse mordere in quei frangenti così intimi, perché lui sopportava il
desiderio per il suo sangue soltanto per non farle del male e aveva quindi
sottomesso i suoi istinti da vampiro… soltanto
per lei.
E lei d’altro canto non
riusciva a resistergli in ogni frangente e le sembrava di toccare il cielo con
un dito mentre stava con lui.
Rimanevano sdraiati sul
letto, le labbra di Elijah erano sui suoi capelli, le mani che le accarezzavano
delicatamente la nuca. Lei che teneva il viso sul suo petto, con una sensazione
di pace e di benessere tale di credere che avesse trovato il posto giusto per
lei.
Entrambi si sentivano
come se prima di trovarsi non c'era niente.. solo l'attesa di avere tutto ciò,
che mai credevano possibile.
Non parlarono più di
argomenti scottanti come la famiglia Originaria, l’umana che lui aveva amato o
di altre cose che potevano comunque rattristarlo; quando sarebbe arrivo il
momento, lui gliene avrebbe parlato.
Anche lei in fondo aveva
i suoi segreti poiché la sua famiglia non poteva ritenersi tanto normale.
Fece però l’errore di
confessargli il vero motivo per il quale venne licenziata a Seattle: il suo
datore di lavoro le aveva fatto delle avances di troppo e lei per poco non gli
aveva mollato un ceffone. Lui ci aveva messo poco a metterla alla porta visto
che non era abituato alle segretarie che gli tenevano testa.
Per poco Elijah non
partì subito per Seattle a crocefiggere il suo capo fedifrago:
“Lo lincio vivo.” aveva
sibilato Elijah terrificante.
Ma Briony riuscì a rassicurarlo, dicendo che in fondo lui
non le aveva fatto del male quindi era meglio lasciar perdere visto che non
l’aveva detto a nessuno.
Si fece promettere un
milione di volte che lui non sarebbe mai andato a cercare il suo ex capo, e
alla fine il vampiro si arrese anche se controvoglia.
La notte del sacrificio
intanto si stava avvicinando.
C’erano volte in cui Briony si rifiutava di pensarci per vivere quei momenti in
tranquillità, ma non riuscì a evitarlo un tardo pomeriggio in cui lei e Elijah
stavano seduti sulla veranda, lei accoccolata sul suo petto come se stesse
galleggiando in un mare di pace, in cui non c’era il rischio di affogare ma
solo di percepire il sole splendente sul viso.
Eppure nonostante la
serenità perfetta di quel momento, Briony volle
domandargli una cosa che la tartagliava da molto. In fondo non sarebbero giunti
fin lì se non fosse così...
“Credi che possiamo
governare il nostro destino?”
Le mani di Elijah
giocherellavano coi suoi capelli, come fossero fili di un’arpa, la giacca nera
era stata sbottonata del tutto come se per una volta volesse incidersi nei suoi
ricordi atti puri senza formalità.
Sospirò lievemente,
alzando lo sguardo verso il sole che stava ormai tramontando su Mystic Falls:
“Credo che ognuno faccia
ciò che può, nei propri limiti per poi arrendersi all’evidenza dei fatti. Certe
cose non possono mutare.”
Briony sorrise tra sé e sé. Nonostante il suo
rapporto si fosse ampliamente evoluto col vampiro, rimaneva incastrato dentro
di lui un cupissimo senso della vita che strisciava nell’amara tristezza.
“Il tuo essere fatalista…” gli rimproverò guardandolo dal basso con un
sorriso. Tuttavia ridivenne seria “ma tu non puoi venirmi a parlare di cambiamenti,
dovrei essere io a farlo. In 26 anni credo di essere cambiata più volte di te
in 1000 anni.”
Lo sguardo di Elijah
venne rivolto a lei, le mani che giocherellavano sempre coi suoi capelli ma gli
occhi neri non nascondevano la farsa del momento sereno:
“A cosa ti stai
riferendo Briony?” Il sospetto nella voce.
La ragazza fece passare
alcuni secondi prima di parlare. Ormai c’era dentro, tanto valeva saltare.
“Tuo fratello.”
Subito sentì i muscoli
dell’Originario tendersi, irrigidirsi, la sua mano dai suoi capelli si
allontanò meccanicamente. Lo sguardo tutto a un tratto si era affilato, dovuto
a ricordi che sanguinavano ancora in una ferita aperta.
“Non sto dicendo che c’è
una possibilità di evitare un conflitto a fuoco. So che è un argomento spinoso
per te ma è tuo fratello e dovrai pensare tu alla sua disfatta.” Gli spiegò lei
guardandolo, ma i suoi occhi neri la evitavano così come per evitare quel
discorso.
Briony sospirò, cercando di fargli capire. Non
voleva che Elijah in seguito si autodistruggesse dai rimorsi per aver ucciso
senza battere ciglio un fratello per cui magari ancora esisteva una speranza,
remota ma esistente come in tutti i vampiri.
“So che andrai fino in
fondo e che non c’è altro modo per proteggere i miei cari. Ma se lui cambiasse
in qualche modo… se tu riuscissi a trovare ciò che
vuoi non attraverso la vendetta?”
“Improbabile.” replicò
lui gelido. Fermo nella sua posizione, vecchia di anni.
“E perché? Dopotutto è
da tanti anni che non lo vedi. E il male che fa agli umani è comunque combaciante
alla specie dei vampiri.”
Incredibile come
tentasse di difendere un mostro agli occhi di chi a pochi giorni avrebbe dovuto
annientarlo. Ma non lo faceva mica per Klaus, lo faceva per Elijah e per ciò
che aveva dentro, nel cuore pulsante e disfatto dell’anima.
“Klaus ha fatto della
malvagità la sua linea di vita. Ha ucciso tutto ciò che di buono vi era in lui
di sua spontanea volontà, rinnegando ogni senso di famiglia. Non c’è modo di
cambiarlo, non più.”
La frase finale,
fatalista di Elijah fu come un colpo per lei. Perché nonostante volesse
apparire retto e sicuro, intuiva che ne soffriva ancora dentro di sé.
Capì sul serio quanto
difficile, tortuoso, annientante e mortale, fosse stato l’avere un fratello
come Klaus.
Di rigetto Briony pensò a Caroline…. Se lei
si fosse in qualche modo trasformata in un mostro senza alcuna possibilità di
cambiamento verso una redenzione e l’unica possibilità di salvezza era la morte… forse anche lei sarebbe stata risucchiata da un
vortice di vuoto e amarezza di cenere come Elijah. Quasi si sentì la bile in
bocca per il retrogusto di quella sconfitta personale.
Fece un lieve e triste
sorriso, voltando lo sguardo:
“La sua parte mostruosa
deve averlo proprio afferrato senza lasciarli scampo.”
“Non tutti i vampiri
sprecano la loro immortalità. Alcuni riescono a viverla in maniera decente. Ma Klaus… forse non è riuscito a trovare l’amore in grado di
cambiarlo davvero.”
La risposta sospirata di
Elijah la colse in contropiede. Briony si voltò verso
di lui, inarcando un sopracciglio.
“Quindi il perfido Klaus
che vuole sterminare tutta Mystic Falls
è un povero incompreso in cerca d’amore vero?”
Elijah fece una mossa
meccanica con la testa:
“Non ha avuto forse uno
specchio limpido davanti agli occhi che gli ricordasse sempre cosa fosse ma che
poteva anche cambiare. Un po’ come te.” Finì l’ultima frase fissandola in viso.
Briony corrugò la fronte.
“Me?”
Le labbra sottili di
Elijah disegnarono un sorriso delicato, come neve bianca che si adagia al
suolo, senza formare del ghiaccio. Le sue dita sfiorarono la linea dei suoi
occhi verdi, ispezionandoli:
“Ha degli occhi davvero
splendidi, Miss Forbes. Sono limpidi, traspaiono
tutti i tuoi pensieri. Tu sai chi sono. Certe volte erano proprio i tuoi occhi
pieni d’accusa e verità a farmelo ricordare e smetterla di fingere su me stesso
o di illudermi su qualche virtù.”
Briony sentì una lama affilata strisciarla
dentro la gola, corrosiva e piena di colpa amara.
“Non..”
Elijah la interruppe:
“Forse se Klaus avesse
avuto uno specchio come questo davanti, non sarebbe diventato il mostro che è
ora.”
Briony ci pensò su, ricordando come guardasse
Elijah all’inizio e lo ritenesse un pericolo mortale, pur con bottoni ben
ordinati. Non pensava che i suoi occhi trasparenti avessero avuto il potere di
far rivalutare all’Originario la sua esistenza, la verità sulla sua natura
mostruosa che lui cercava sempre di nascondere dietro un’aurea di galanteria.
Deglutì. Elijah aveva
recepito l’insegnamento nella giusta maniera, forse, ma Klaus…
“Sicuramente qualcuno gli
avrà urlato in faccia che era un mostro.”
“E’ diverso il modo,
come lo recepisce il colpo. E non ho finito. Deve essere anche uno specchio in
grado di farti scorgere un’altra via di vita, che ci può essere un altro modo..
una speranza di cambiamento.” Continuò a parlare, dimostrandole ciò che lei
aveva fatto per lui. Briony
si sentì sciogliere dentro la profondità del suo sguardo e una palla di fuoco
che conteneva fierezza esplose dentro il petto. La bile però continuava a
rimanere dentro la bocca, un gusto acre che le bloccava il respiro e le
impastava le parole.
Elijah poi socchiuse le
palpebre, sviando lo sguardo duro: “Klaus non ha avuto soprattutto questo.”
Briony allora si lasciò scivolare i sensi di
colpa precedenti e sospirò. Si chinò su di lui per accarezzargli la mano.
“Tu sicuramente ci hai
provato. Se non è riuscito a cambiare o a riconoscere le sue colpe, vuol dire
che non è più meritevole del tuo rimorso.” Ed era sicura di ciò che diceva.
Giunta fino a quel punto, non era giusto far leva su Elijah su possibilità
inesistenti e immeritevoli di cambiamento. Le cose, destino o fatalità,
dovevano andare così.
Gli lasciò un lieve
bacio sulla guancia:
“Scusa, era un discorso
utopistico. Ormai è tardi, la guerra come si dice sta per arrivare e non è possibile
ripararsi con scudi d’amore.”
Elijah raddrizzò più la
schiena, riprendendo la posizione ordinaria e l’espressione seria, ragionevole
e calma. Voltò lo sguardo su di lei:
“Farò tutto ciò che è in
mio potere per tenervi al sicuro.”
E lei lo sapeva.
“So quanto vale per te
una promessa. Non c’è bisogno di uno specchio per vederti realmente.” Gli mormorò
col tono più umano e dolce esistente.
Elijah ne fu talmente
colpito che si sentì quasi obbligato a sorridere e a sgretolare un po’ il ferro
col quale aveva costruito la sua formidabile corazza. Le prese la mano e ne
baciò delicatamente le nocche.
Col cuore gonfio, Briony si accoccolò di nuovo su di lui, come se fosse lo
scudo più sicuro e più protettivo che avesse mai avuto al mondo.
Ovviamente il pericolo
mortale era esistente, era da stupidi non curarsene e certe volte infatti Briony aveva il presentimento che sarebbe successo qualcosa
di orribile, che il loro piano non avrebbe funzionato anzi… gli
si sarebbe rivoltato contro.
Ma nella vita la cosa
migliore era aggrapparsi alle poche certezze, per non sprofondare nel baratro.
E Briony ora sentiva che Elijah era una di queste
(certezze).
FINE CAPITOLO
Vi avverto che il
prossimo capitolo sarà più lungo del solito proprio perché ci sarà il
sacrificio e voi sapete che succederanno tante cose! E la vita di Briony cambierà notevolmente!