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Autore: Trollamy    02/12/2011    10 recensioni
Le catastrofiche conseguenze della puntura di una zanzara - aka cosa accade quando Matt Bellamy si ritrova alle prese col burro e Dominic Howard (no, non è quello che state pensando).
Per la serie "non aprite quella fanfic".
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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TROLLING IN THE DEEP



Era una notte buia e tempestosa; nel cielo nulla faceva presagire le cose strane e misteriose che di lì a poco sarebbero accadute.
Matthew Bellamy (un nome, una garanzia) stava tentando di ammazzare una fastidiosa zanzara che si era appoggiata al dorso della sua mano.
“Bwutta twoia di una zanzawa puttana!”
Il risultato fu un’inutile quanto dolorosa percussione di sé stesso. Ripetuta. Molteplici volte.
Dominic Howard scelse il momento giusto per entrare: la colonna sonora era Back In Black, come nei suoi sogni più bagnati.
“Che cazzo stai facendo?” chiese, un sopracciglio inarcato a indicare la sua perplessa inquietudine.
Matthew batté i piedi a terra, sentendosi impotente ma non ancora sconfitto.
“Sto cercando di ammazzare questa zanzara stron...”. Si fermò, d’un tratto incupito, il labbro tremulo esibito in uno dei pout migliori della sua lunga carriera.
Dominic gli scoccò un’occhiata derisoria.
“Cosa c’é adesso?”
“Gaia mi chiamava sempre stronzo”. I suoi occhi sembravano sperduti nel ricordo. “Specialmente quando lei mi chiedeva di passarle il burro e io facevo finta di non capire. Sai, quando... Insomma, lei mi diceva ‘passami il buvvo’ e io rispondevo ‘you mean, the pwoper butter’? E poi lei-”
Dominic lo interruppe dandogli una fraterna, quanto seccata, pacca sulla spalla.
“Stai calmo.”
Matt si gonfiò come un tacchino il giorno del Ringraziamento, ripieno di rabbia e indignazione.
“Eh? Quindi ero io che cazzeggiavo col piano, eh? Stavo cazzeggiando col piano? Eh? Certo, certo, è colpa mia, stavo cazzeggiando col piano --”
“No, idiota!” lo bloccò di nuovo Dominic, e poi un pensiero nuovo, ancora tutto da scoprire in una realtà vergine intonsa, attraversò la sua brillante mente.
*Matt... lui somiglia così tanto ad un’amorevole martorina! Ma... la martora, ama? E soprattutto, se ama, amerà mai me...?*
Dominic non era tipo da farsi prendere dalle emozioni così, come una ragazzina quattordicenne, ma quel poco di dignità che gli rimaneva l’aveva lasciata a quella specie di doposcuola frociarolo che aveva partorito Expensive Love. Improvvisamente, sentì di dover dare voce ai pensieri che avevano preso a turbinargli nella testa e che a tratti gli impedivano di respirare regolarmente, tanto forte era il sentimento che gli gonfiava il petto coperto da una camicia fuxia leopardata.
“Matt... io devo dirti una cosa...”
“Questi sono gli NME?” gli chiese Matt, illuminandosi in un barlume di interesse improvviso.
Dom alzò gli occhi al cielo in quella sua maniera teatrale.
“No, sono i Q awards. Comunque io ti amo.”
Paura e panico riempirono l’aria, e Matt si chiese come fossero giunti a quel punto, legati ai binari di un treno che si avvicinava sempre più... sempre più....
“Eh?”
A quel punto Dominic gli prese una mano e la strinse forte contro... eeeeeeh, perché in fondo era sempre stato un piccolo sporco pervertito.
“Sì, con te mi sento proprio... over the moon! L’ho capito l’altro giorno quando mi hai chiamato segaiolo e poi mi hai lanciato dietro una banana! Io... io ti amo, Matt, ti ho sempre amato, oh, sì!”
“No, senti, ho perso il filo... ho perso il fottutissimo filo, cioè non ti seguo, ma... la prossima canzone non è Bliss, vero?” chiese speranzoso, palesemente in un altra dimensione parallela ed infinita rispetto al piano della conversazione.
“Non ho idea di cosa tu stia dicendo, ed è proprio questo il motivo per cui ho persa la testa per te.”
“Ma io non sono abituato ad usare i preservativi!”
Dominic fece filosoficamente spallucce, spostando poi la mano di Matt un po’ più a destra.
“E io vedo i Goblins. Vuoi sposarmi?”
Matt pensò che non fosse una cattiva idea, perché in fondo... la buona notizia era che lui non poteva avere bambini. Quindi disse di sì.
“Però è un problema se il prete sei tu!”
“Matt, quante volte devo dirti che è solo una fanfic? Tu non sei Al Pacino ed io non sono Don Matteo, falla finita.”
A quelle parole Matt si rabbuiò in una tempesta di glitter, tirando fuori dal nulla un paio di occhiali e risistemandoseli sul naso con aria saccentina.
“No, Dom, so che può sembrarti uno scherzo, ma non è uno scherzo! E che mi dici allora di quella volta in cui mi hai picchiato con un crocefisso e poi mi hai portato a casa tua - perché fra tutto sei anche coglione, lasciatelo dire!”
Dominic roteò gli occhi esasperato, scostandosi la mano dal pacco per portarla sul petto, all’altezza del muscolo cardiaco.
“Matt, io non ti ho mai picchiato con un crocefisso! Non lo farei mai, lo giuro, perché tu... tu sei la mia luce guida, il nostro amore è per sem--”
Matt lo bloccò prima che potesse terminare la frase, improvvisamente allarmato.
“No, no, non dirlo ché l’ultima volta ha portato sfiga e alla fine ci siamo disciolti come fiocchi di neve nell’oceano... oh, Gaia! Il buwwo! Oooooh!” e detto ciò, si lanciò in un assolo vocale accartocciato in posizione fetale sul tappeto.
Non sapendo che fare o come reagire, Dominic gli poggiò una crocchetta sul ginocchio, ed un cane di piccola stazza spuntò dal nulla per raggiungerla affamato.
“Charlie, quante volte ti ho detto di non interferire con le scene BellDom!?”
Irruento come uno stormo di gabbiani assassini, Tom Kirk si precipitò sulla scena, raccattando per la strada il suo cane malvagio che dopo aver ingerito suddetta crocchetta aveva preso a rosicchiare la rotula di Matt.
“Scusate ragazzi, posso farvi una foto da mettere su Twitter? Ecco, ecco, Charlie fermo lì, questa si intitolerà ‘il senso della vita’ - fermi così eh!”
Dopo aver scattato la foto che gli avrebbe fruttato il Nobel alla fotografia (categoria entrata in concorso quell’anno giusto per lui), il festoso media manager abbandonò il set, tornando nel suo angolino oscuro a montare materiale trollabile da destinare ai poveri fan.
Dominic pensò di aver commesso un ewwowe davvewo enowme (tsk!) citando le parole che tanto avevano fatto soffrire la sua agrodolce metà, quindi volle rimediare ai suoi peccati offrendogli del sesso al dente/ardente in una piscina ricolma di spaghetti.
Alla menzione di ciò, Matt esplose in una nube di coriandoli salati, e dopo aver girato tredici volte su se stesso come una trottola ammattita ed essersi procurato una sbucciatura sul ginocchio con una scivolata, si lanciò direttamente tra le braccia del suo uomo, distrutto, sanguinante - ma felice.
“E - e - e avremo anche un ufo gigante tutto nostro e tutti diranno ‘ma che cazzo sta succedendo!?!’ e - e...”
Dom si rivolse all’obiettivo della telecamera di Tom con un sorriso ammaliante.
“È ubriaco, nel caso non l’aveste notato.”
Matt aveva preso a scuotere il capo in delirio, picchiando forte la fronte contro qualsiasi complemento d’arredo incontrasse sul proprio cammino e sputacchiando saliva, come un piccolo tirannosauro spernacchiante.
“Fottiti, coglione! Sì, tu, proprio tu... fottim-eeerm, fottiti! PRRRRRRR”
Dominic chiamò a sé tutta la sua forza morale per non violarlo lì all’istante.
“Matt, tesoro, che ne dici se noi due ora ce ne andiamo a cavalcare...?”
“... le vene della storia?! E poi mi mostrerai un dio che s’addormenta sul lavoro?! Eh? Eh?”
La mano che finì a ricoprire il volto del giovane Howard produsse un suono molto simile a “BA DUM TSS!”, perché lui era un fottuto batterista, e anche i suoi facepalms avevano un fottuto ritmo.
“Ok, ok. Ficcati sotto la doccia e lavati i denti, io arrivo tra un po’.”
Mentre osservava il suo piccolo uomo allontanarsi sulle note finali di Citizen Erased (“wash me awayyyyy, clean your body of meeee-eeee”), Dominic pensò che nonostante i suoi mille difetti, questi fosse proprio la persona che faceva per lui, e che l’amava come il brie - se non forse di più.
Sorrise a se stesso più che al mondo, e voltandosi nuovamente verso la telecamera con una mano sul cuore, pronunciò le seguenti parole con tutto il sentimento di cui fosse capace:

“Lunga è la voglia, stretta è la via... giù le mani dalla martora, ché questa è la mia.”


Fin





Note delle autrici (purtroppo ci vogliono due teste per partorire una stronzata del genere - fin dove s’è spinta l’umanità, ah!):

FIRST OFF: è un concorso a premi, chi indovina tutte le citazioni vince un capitolo extra in cui saranno menzionati i neon shorts di Dom e il sogno nel cassetto di Matt (no spoilers!).
Vi starete chiedendo a chi sia dedicata questa boiata... ebbene, c’est dedié à nous! *pigia megapulsantone* <- sì, anche questa è una citazione per voi da cogliere, per noi da trollare.
Dunque, non state troppo a pettinarvi le anemie cercando un senso a questa cosa - come facilmente intuibile da titolo e autore altro non è al di fuori di un trollaggio cosmico nato da un’overdose di pasta (tagliatelle con funghi, panna e speck - perché ‘lungo è meglio’ <- ennesima citazione) e nesquik - non insieme, però.
Sappiate però che è stata fatta, pensata e partorita con tanto amore.

Sentitevi liberi di mandarci a cagare o di imbastire nuovi dettami religiosi sulle nostre ammirevoli persone.

Cheers

Leni & megalomania (per gli amici L&M’s)


P.S. Bellamy è una martora, nel caso non vi foste ancora accorte dell’incredibile somiglianza con questo preziosissimo animale (vi sfido, un pennello di martora costa un testicolo di babbuino)

P.P.S. Gaia ha la R moscia - ma non nel nostro immaginario, vi assicuriamo che ce l’ha proprio eh. Chissà come cazzo facevano a capirsi, quei due.

P.P.P.S. se proprio voleste comprare un pennello di peli di martora, portate dei soldi, non cercate di barattare con quanto sopra - Dio solo sa perché ha scritto una cosa del genere (“Suonava bene!!!” cit.)

P.P.P.P.S. Nessuna martora è stata maltrattata durante la lavorazione a questa fanfic.

  
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