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Autore: Miza    03/12/2011    34 recensioni
Scesero dalla carrozza in silenzio.
Poi, ben stretti nei mantelli, alzarono lentamente lo sguardo.
Hogwarts era lì, davanti a loro, ancora una volta.
Si stagliava maestosa contro il cielo trapuntato di stelle, del tutto ignara del forte vento che la sterzava.
Le finestre illuminate brillavano, quasi volessero dar loro il bentornato.
-Cara vecchia Hogwarts- mormorò Ron con affetto.
Non si dissero nulla, ma tutti avevano il cuore gonfio, ed erano sicuri che gli altri si sentissero nello stesso modo.
-------
-Alla luce di quanto è successo ultimamente- continuò la preside -Il Comitato per la cooperazione internazionale tra maghi e l'Ufficio per gli sport e i giochi magici hanno ritenuto una buona, ma che dico, un'ottima idea...-
Fece una pausa in cui tutti la fissarono, attoniti.
-...Proporre nuovamente il Torneo tre maghi!-
Il boato che tuonò dai tavoli fu molto simile ad un'esplosione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Dodici:
The Yule Ball.




Sono venuto per incontrarti, dirti che mi dispiace.
Non sai quanto sei bella.
Dovevo trovarti, dirti che ho bisogno di te, dirti che ti ho trascurata.
Dimmi i tuoi segreti, fammi le tue domande.
Oh, torniamo all'inizio.







C'era gran fermento nel dormitorio femminile di Grifondoro quel pomeriggio.
Le ragazze non facevano che correre su e giù, entrare ed uscire, chiedere e consigliare.
I pavimenti ed i letti erano cosparsi di abiti, fermagli, confezioni di lozioni per il corpo ed i capelli.
Tutte erano sovreccitate e ridacchianti, e non sembravano aver intenzione di star zitte un attimo.
Tutte, tranne Hermione.
Era immobile davanti allo specchio ormai da diversi minuti, e si studiava con occhio critico senza dire una sola parola.
Se avesse dovuto dare un punteggio, su una scala da uno a dieci, alla voglia che aveva di andare al Ballo del Ceppo quella sera, probabilmente lo zero non sarebbe stato sufficiente.
Sbuffò e si passò una mano tra i capelli, irritata.
Quelli che secondo lo Spray Molla-Ricci (che Natalie McDonald aveva tanto insistito che prendesse in prestito) avrebbero dovuto essere "Boccoli setosi, lucenti e perfettamente definiti", altro non erano che ciocche flosce che spuntavano qua e là nel suo consueto cespuglio di capelli.
Ed anche l'abito che tanto l'aveva entusiasmata al momento dell'acquisto in quel momento le sembrava del tutto frivolo ed inutile.
Passò una mano sulla stoffa liscia e setosa della gonna.
Era un abito a sirena, di un bel viola intenso.
L'aveva visto in un negozio babbano alla fine dell'estate, passeggiando con sua madre.
Hermione non era solita emozionarsi per dei capi d'abbigliamento, anzi, spesso indossava i capi più comodi che avesse.
Ma la forma armoniosa di quell'abito, il modo in cui fasciava il manichino fino a metà coscia per poi allargarsi gradualmente in una gonna che arrivava fino al pavimento, l'aveva incantata.
Era rimasta a fissare la lucentezza della stoffa, l'eleganza della scollatura e l'intensità del colore con occhi increduli.
La madre se ne era accorta, e aveva tanto insistito perché lo provasse.
E quando Hermione si era timidamente affacciata dal camerino, la signora Granger aveva deciso che le avrebbe comprato quell'abito, e a nulla erano servite le proteste della figlia.
Ora quel giorno sembrava lontano, e ad Hermione l'abito sembrava una copia scialba di quello che aveva acquistato.
Persino il particolare che più aveva amato la lasciava indifferente: una elegante applicazione di foglie e fiori, dello stesso colore e tessuto del resto dell'abito, che partiva dal lato sinistro della gonna per arrampicarsi lungo tutta la lunghezza del vestito, per poi terminare sul lato destro della scollatura.
In quel momento le foglie le sembravano di troppo, pacchiane anzichè delicate, flosce anziché graziose e svolazzanti.
-Ehi Hermione, il tuo abito è bellissimo!- le sorrise con ammirazione una biondina che si chiamava Ellen.
Hermione si limitò a fare un sorrisetto mesto.
Guardando le proprie compagne emozionate le venne ancora più voglia di infilarsi nel letto ed emergerne soltanto la mattina dopo, ma sapeva che Harry non glielo avrebbe mai permesso.
Apprezzava moltissimo il fatto che si fosse rifiutato di lasciarla da sola la sera della Vigilia, e ancor di più che Ginny avesse acconsentito senza problemi a lasciarli andare al ballo insieme, ma in quel momento Hermione si ritrovò a desiderare che Harry avesse seguito l'amica alla Tana.
Si domandò, anzi, perché non ci fosse andata lei, o perché non le fosse venuto in mente di tornare a Londra dai suoi genitori.
-Santo cielo, è ora!- strillò eccitata una delle sue compagne di stanza.
Facendo un gran baccano le ragazze si diedero gli ultimi ritocchi, riempendo la stanza di odore di lacca e di profumi dolciastri.
Con un ultimo sospiro rassegnato Hermione raccolse i capelli in una pratica crocchia. Per lo meno non sarebbe sembrata la sorella minore di Hagrid.
Poi andò al proprio baldacchino e si chinò in cerca delle scarpe di raso viola coordinate all'abito.
Si inginocchiò non senza difficoltà, e quando allungò una mano sotto il letto la sentì intruppare contro qualcosa di piccolo e duro.
Perplessa, afferrò l'oggettino e lo tirò fuori.
Quando aprì la mano, le si mozzò il fiato in gola: era la pallina di luce, il ciondolo di Ron.
Doveva essere lì sotto da parecchio tempo, considerata la modesta quantità di polvere in superficie.
Hermione vi passò un dito sopra con delicatezza, rimuovendo la patina opaca. Immediatamente la sferetta riprese a luccicare.
Le parole che Ron le aveva scritto le tornarono con violenza alla mente.
"Volevo che l'avessi, e volevo essere io a regalartela. Così ogni volta che la indosserai sarà come avermi sempre con te."
Strinse forte il ciondolo in mano, sentendo la rabbia montarle dentro.
Aveva voglia di ricacciarlo sotto il letto e lasciarcelo marcire per sempre, o meglio ancora fiondarlo dalla finestra.
Ma era stanca di arrabbiarsi e umiliarsi.
Era il momento di tirare fuori la sua parte più orgogliosa e determinata.
Con un gesto lento e fluido, portò la collana al collo e la infilò.
Il vetro freddo del ciondolo si scaldò immediatamente a contatto con la pelle calda del suo petto.
Senza più indugi Hermione recuperò le scarpe, le indossò e si rimise in piedi.
Era pronta.







Ron si mordicchiò nervosamente un'unghia.
Detestava aspettare, detestava ballare e detestava le situazioni poco chiare.
E in quel momento, aveva quantità industriali di tutte e tre le cose.
Era fuori dal portone della Sala Grande, in attesa di Jaqueline.
Moltissime coppie erano già entrate e continuavano ad affluire, ma la McGrannit era stata chiara: i campioni e i loro accompagnatori dovevano attendere.
Sarebbero entrati per ultimi, con la sala già piena.
Avrebbero dovuto sfilare fino alla pista da ballo e poi aprire le danze, come tradizione.
Il pensiero di aprire le danze preoccupava Ron non poco: un conto era confondersi tra la folla e muovere qualche passo, un altro danzare in bella vista con sole altre tre persone.
Pur essendoci tre campioni, il fatto che lui e Jaqueline andavano insieme comportava che fossero solamente due le coppie che aprivano le danze, e non tre come sarebbe dovuto essere.
Il che agitava Ron ancora di più.
Ma c'era un'altra cosa che lo rendeva ancor più irrequieto: Hermione sarebbe andata al ballo con Harry.
L'amico glielo aveva detto qualche giorno prima, e Ron inizialmente aveva reagito serenamente.
Ovviamente preferiva che andasse con Harry che con un qualunque altro ragazzo, soprattutto Krum.
Ma ripensandoci, la cosa lo indisponeva un tantino.
Sapeva che Hermione ed Harry erano come fratelli, che lui era innamoratissimo di Ginny e che non sarebbe mai potuto accadere nulla, ma temeva che vederli insieme avrebbe riscatenato in lui antiche paure ed angosce.
Oltretutto, il fatto che Hermione andasse con Harry faceva apparire il ragazzo come l'amico buono e altruista, e lui come un idiota bastardo.
-Che forse, in fin dei conti, è ciò che sono- si ritrovò a borbottare.
Una coppia ridacchiante gli passò accanto di corsa ed entrò in Sala Grande.
Quando aprirono il portone e vi si infilarono, Ron ebbe modo di sbirciare dentro e rimase di stucco: la stanza era quasi irriconoscibile.
Dopo otto anni, Hogwarts riusciva ancora a sorprenderlo con le proprie decorazioni.
I dodici grandi alberi di Natale erano stati addossati alle pareti, e addobbati ancora di più. Luccicavano più che mai.
I tavoli delle quattro case erano spariti, lasciando spazio a tavolini rettangolari di cristallo da due o quattro persone.
Graziose sedie foderate di raso argenteo erano raggruppate attorno ai tavoli, e divanetti dello stesso colore sbucavano di qua e di là.
Oltre alla neve che fioccava giù dal soffitto incantato, nell'aria erano sospese lanterne bianche e argentate, e grossi fiocchi di neve cosparsi di lustrini.
Attorno alle altre finestre erano stati drappeggiati numerosi fili di luci scintillanti, così come attorno alla pedana sulla quale avrebbe suonato la band ingaggiata.
E in fondo alla sala, oltre la pista da ballo illuminata alla perfezione, il sontuoso tavolo del buffet, carico all'inverosimile.
L'impressione generale che Ron ebbe, fu quella di sbirciare all'interno di una enorme palla di Natale scintillante.
Stava giusto iniziando a chiedersi se il proprio completo grigio scuro fosse abbastanza elegante quando si sentì battere su una spalla.
Era Jaqueline.
-Ah, sei arrivata!- esclamò voltandosi a guardarla.
Voleva sorriderle, ma quando la vide non poté fare a meno di spalancare gli occhi e la bocca.
-Per la miseria!- esclamò, colpito -Sei... sei bellissima!-
La ragazza fece un enorme sorriso e si lisciò la gonna dell'abito.
-Davvero?- domandò allegra -Sono stata un po' indecisa sull'abito fino all'ultimo!-
Ron le lanciò una lunga occhiata.
Era davvero bellissima, coi capelli biondi sparsi sulle spalle e la frangia e alcune ciocche di un blu delicato.
Erano dello stesso colore del corpetto dell'abito, un bel vestito lungo fatto di veli svolazzanti, ognuno di una sfumatura diversa di blu.
Avendola vista soltanto con la divisa scolastica, Ron non si era mai reso conto che oltre ad avere un viso meraviglioso la ragazza aveva anche un corpo mozzafiato.
E a giudicare dagli sguardi degli studenti di sesso maschile che si dirigevano nella Sala Grande, non era l'unico ad averlo notato.
-Stai benissimo... davvero!- ribadì lui, le orecchie incandescenti.
Jaqueline rinnovò il sorriso e si strinse nelle spalle.
-Stai benissimo anche tu!- esclamò annuendo -Mi piace un sacco il tuo completo!-
Ron fece un sorrisone compiaciuto e stava per ribattere con un complimento sui capelli della ragazza, ma lo sguardo di lei si perse oltre la sua spalla e si illuminò.
-Guarda!- esclamò agitando un braccio -Ci sono Harry ed Hermione! Ciao ragazzi!-
Con un nodo allo stomaco, Ron si voltò a guardare i due amici.
E quando il suo sguardò si posò su Hermione, il nodo si strinse di più.
Hermione non era come Jaqueline.
Era carina, certo, ma non era mai stata una di quelle ragazze che, se la incontri per strada, ti volti a guardarla.
Non aveva un viso e un corpo perfetti, né tantomeno un carattere amabile e mansueto.
Ma Ron l'aveva sempre trovata bellissima, la più bella di tutte.
Hermione non era perfetta; eppure le sue spalle esili, lasciate nude dall'abito viola, facevano accellerare il battito cardiaco di Ron.
Non era perfetta, eppure i ciuffi ribelli che sfuggivano all'acconciatura e le carezzavano le guance e il collo lo facevano avvampare e deglutire a fatica.
-Ciao- disse Harry titubante, elegante nel suo completo blu -Bei capelli, Jaqueline!-
Hermione si teneva un po' in disparte, silenziosa.
Jaqueline sorrise.
-Grazie! Temevo di avere un po' esagerato... Hermione, adoro il tuo abito! E' strepitoso!-
Sentendosi chiamare in causa, la ragazza trasalì.
-Ah... sì, grazie- rispose senza troppa enfasi.
I suoi occhi scuri indugiarono sulla ragazza per poi posarsi in quelli di Ron.
Il ragazzo sentì il cuore mancargli un colpo.
Rimasero a guardarsi in silenzio per qualche istante.
Poi la voce squillante della McGrannit richiamò Ron alla realtà: l'insegnante stava invitando, in maniera non troppo delicata, gli ultimi studenti ritardatari ad entrare in Sala Grande.
-Forza, forza!- urlava sospingendoli -Tutti dentro! Campioni, mettetevi in fila! Come funziona qui?!-
Raggiunse il gruppetto e li osservò con espressione interrogativa.
-Weasley, tu sei con la signorina Granger, no? Potter cosa ci fai qui?! E lei, signorina Arcienciel...-
-No, no- la interruppe Ron con voce debole -Io sono con Jaqueline.-
La McGrannit parve spaesata per un attimo.
Poi fece spallucce e riprese il controllo.
-Allora Potter e Granger dentro, subito!- ordinò assestando loro dei colpetti sulla schiena.
-Weasley, signorina, voi mettetevi qui! Dov'è finito il signor Krum?!- domandò poi esasperata, guardandosi intorno.
Krum comparve pochi istanti dopo, accompagnato da una graziosa Beauxbatons vestita in oro.
-Mi raccomando, composti ed eleganti!- si raccomandò la McGrannit posizionando Jaqueline e Ron davanti a Krum e alla sua compagna.
Ron vide chiaramente quest'ultimo fissarlo con astio.
-Che ansia- sussurrò Jaqueline prendendolo sotto braccio.
Il ragazzo osservò la McGrannit spalancare il portone e far loro cenno d'entrare.
E non poté fare a meno di pensare che Jaqueline avesse perfettamente ragione.









Per tutta la durata dell'entrata dei campioni in Sala Grande e delle danze di apertura, Hermione aveva osservato Ron tentando di reprimere la voglia di strangolarlo.
Se ne stava lì tutto bello e beato, a volteggiare sulla pista cingendo Jaqueline in vita.
Hermione si era rabbuiata, aveva pensato con rabbia che ci sarebbe dovuta essere lei, lì con lui, e si era chiusa a meditare.
Poi però si era resa conto che non sarebbe stato carino nei confronti di Harry starsene lì col muso lungo, e così lo aveva trascinato prima al tavolo del buffet e poi ad uno dei divanetti (il più lontano possibile dalla pista da ballo).
-Allora!- esclamò lui mettendosi comodo -A che livello di "Voglia di uccidere Ron" sei, attualmente?-
-Direi mille- borbottò lei mangiucchiando di mala voglia una pizzetta.
Harry ridacchiò e prese un sorso di Burrobirra ghiacciata.
-C'è da dire che il Ballo del Ceppo non vi porti molta fortuna, eh?- disse lanciando un'occhiata in direzione di Ron, che danzava e rideva con Jaqueline.
-Deve esserci una specie di maledizione per la quale, in questa occasione, uno dei due si diverte e l'altro se ne sta in un angolo col muso!- continuò con un sorriso.
Hermione ridacchiò.
-Già- ammise -ed in entrambi i casi, tu devi star lì a sopportare il depresso di turno!-
Harry fece spallucce.
-Non me li sono proprio saputi scegliere gli amici, eh?- domandò ridendo.
Anche Hermione rise, e gli diede una botta sul braccio.
-Io sono stata una magnifica scelta!- rispose con espressione convinta -E te lo dimostrerò! Coraggio, Harry, si scende in pista!-
Sorrise e si alzò. Harry le lanciò uno sguardo divertito.
-Peggio per te: mi vedrai tirar fuori il ballerino provetto che ho celato dentro!-

Hermione si divertì moltissimo a ballare con Harry.
Risero, danzarono, ricordarono il Ballo del Ceppo di quattro anni prima.
Un paio di volte intravidero Ron, ma lui si limitò a guardarli in maniera indecifrabile, e non li raggiunse nemmeno quando si misero a ballare insieme a Neville e Luna.
-Adoro questa canzone!- esclamò Luna in tono sognante dopo qualche ballo, agitandosi freneticamente nel suo abito rosso con una fantasia di pupazzi di neve.
Si dimenava tanto che colpì Neville sul naso col suo grande anello coordinato all'abito.
-Ehm, Luna- bofonchiò lui con una mano sul volto -che ne diresti di fermarci per un pochino e andare a bere qualcosa?-
Hermione ed Harry repressero una risata.
-Oh, d'accordo- acconsentì Luna senza smettere di ballare -Ora ci vorrebbe proprio una Spremuta di Rabarbaro viola!-
Neville scosse il capo con un sorriso. Poi si rivolse a Harry ed Hermione.
-Venite anche voi?- domandò -Ho visto anche Ron andare verso il buffet, magari potremmo sederci tutti insieme!-
I due annuirono e fecero per seguire Neville e Luna fuori dalla pista, ma Hermione si sentì trattenere per un braccio.
Si voltò, sorpresa, e si ritrovò faccia a faccia con Victor Krum.
-Victor!- esclamò -Che cosa... ehm... ciao!-
Il ragazzo fece un lieve inchino.
-Mi chietefo se posso afere l'onore di qvesto ballo, Herr-mioni-
Hermione lo guardò, smarrita.
Il giovane aveva un'espressione speranzosa sotto il solito cipiglio arcigno.
-Ah!- rispose lei -un ballo, certo... nessun problema!-
Si voltò verso Harry, che la guardava da bordo pista, in attesa.
Gli fece cenno che era tutto ok e, un po' controvoglia, si lasciò circondare dalle braccia di Krum.
-E' tanto che noi due non chiacchierafa- osservò lui, ondeggiando a ritmo.
-E' vero- ammise Hermione -E'... è un periodo un po' strano.-
Krum la guardò.
-Ancora colpa di qvel Weasley?- domandò inarcando un sopracciglio.
Hermione abbassò lo sguardo.
-Anche- disse piano -Ma non ne parliamo, ti va?-
Danzarono in silenzio per qualche minuto.
-Herr-mioni- disse poi lui prendendole la mano -Ora che tu è single, io mi chietefo...-
Hermione chiuse gli occhi e fece un lungo sospiro.
Sospettava che sarebbero arrivati a quel punto.
-Victor- lo interruppe -No. Non posso, mi spiace.-
Lui abbassò lo sguardo, ferito.
-Vorrei che fossimo amici.- continuò Hermione -Solo amici. Mi... farebbe piacere. Credi di poterci riuscire?-
Krum parve riflettere in silenzio per qualche istante.
Poi alzò di nuovo lo sguardo e annuì solennemente.
-Mi acconteterò- disse -Zempre meglio di niente!-
Hermione sorrise e si rilassò un pochino.
-Bene- esclamò -Allora possiamo continuare a ballare-.




-Ehi, Ron! Ron, siamo qui!-
Un bicchiere di Vino Elfico in mano, Ron si voltò incuriosito, cercando la fonte del richiamo del suo nome tra la folla.
-Ron!-
Si sentì chiamare di nuovo, ed allungò il collo al di sopra delle teste dei compagni accalcati attorno al buffet.
Ci mise qualche istante ad individuare Neville che si sbracciava ed avanzava verso di lui, seguito da Luna e Harry.
-E' Neville!- disse a Jaqueline. Poi alzò la voce -Siamo qui, Neville!-
Sgomitando e spingendo, gli amici riuscirono finalmente a raggiungerlo.
-Accidenti che caos- sbuffò Neville -Sembra che non abbiano mai visto un buffet!-
-Che cosa c'è di buono?- domandò Luna facendo capolino da sopra la sua spalla.
Ron sorrise.
-Tutto!- rispose allargando le braccia -Dalle tartine, ai tacchini, alle patate, agli sformati, ai...-
-Ok, è chiaro!- lo interruppe Harry rubandogli un panino dal piatto -E a quanto vedo tu hai già dato il meglio di te!-
-Non ancora- ghignò Ron -Lo sai che lascio sempre un po' di spazio per il dolce.-
-Qui ad Hogwarts avete dei dolci favolosi!- si intromise Jaqueline con un sorriso -Davvero, da noi non li fanno così buoni!-
Luna afferrò una tartina e la studiò con interesse.
-Ti stai divertendo?- domandò a Jaqueline con tono soave.
La ragazza annuì e bevve un sorso di vino.
-Molto- rispose con gentilezza -e voi? I musicisti sono proprio forti, eh?-
-Puoi ben dirlo!- disse Neville allegro -Ho sentito che hanno suonato anche...-
-Ehi, dov'è Hermione?-
Luna, Harry, Neville e Jaqueline si voltarono simultaneamente verso Ron.
-Cioè, per curiosità!- si sbrigò ad aggiungere lui, sentendo le orecchie riscaldarsi.
Vide Harry e Neville lanciarsi uno sguardo rapido.
-Sta ballando- rispose Harry.
Ron batté le palpebre.
-Ballando?- ripeté -Ma se tu sei qui, Harry!-
-Be' forse sta, ehm, ballando con qualcun altro- buttò lì Neville con noncuranza.
Ron aggrottò la fronte, perplesso, ma prima che potesse aggiungere una qualsiasi altra cosa Luna parlò.
-Mi pare di averla vista con Krum!- disse tranquilla, sorseggiando un cocktail fucsia.
Ron sentì il sangue defluirgli dal cervello.
-Con... Krum?- disse con forzata calma -Sta ballando con Krum?-
Gli altri non gli risposero, si limitarono a guardarlo, in attesa.
-Jaqueline- disse lui -Ti spiace se mi assento per un po'? Voglio soltanto, ehm...-
Si rese conto che non sapeva bene cosa volesse fare, e la sua frase si spense in un borbottìo confuso.
Ma quando alzò lo sguardo Jaqueline stava sorridendo.
-Vai, forza- gli disse con fare incoraggiante -Io resto qui a fare due chiacchiere con loro! Non perdere le staffe!-
Facendole un sorriso grato, Ron si voltò a guardare Harry.
-Non puoi biasimarla- disse lui saggiamente -tu sei qui con un'altra. E non state più insieme.-
Ron annuì e si tolse la giacca.
-Voglio soltanto invitarla a ballare- spiegò quando vide gli sguardi preoccupati degli amici -E parlarle. Incrociate le dita per me!-
Sistemò la camicia bianca nei pantaloni, alzò il mento e si diresse con passo fermo verso la pista da ballo.




Hermione aveva decisamente perso il filo del discorso.
Victor era tutto preso da un monologo sul Quidditch, che lei proprio non riusciva a seguire, e le gambe iniziavano a farle male.
Era il sesto ballo che gli concedeva e, con la fronte posata sulla spalla di lui, si stava domandando quando si sarebbe stancato.
Lasciò vagare lo sguardo sul pavimento scintillante della pista, e quasi non si accorse che Krum aveva smesso di danzare.
Aggrottò la fronte e alzò lo sguardo, e quello che vide per poco non le fece cacciare un urlo dalla sorpresa: Ron era proprio dietro Victor, e batteva ripetutamente sulla spalla del ragazzo.
Krum, dal canto suo, lo fissava a metà tra il perplesso e l'irritato.
-Scusa- fece Ron con voce spavalda -La lasceresti un po' anche a me? Direi che avete ballato abbastanza, no?-
Il bulgaro fissò prima lui poi Hermione, in cerca di una risposta.
-Ronald- iniziò lei -che cosa...-
-E poi ti stava cercando il tuo preside!- aggiunse Ron rivoltò a Krum, con espressione angelica.
Il giovane lasciò Hermione con riluttanza, guardò Ron in cagnesco e borbottò -Io va a bere qvalcosa.-
La ragazza lo osservò allontanarsi; poi alzò lo sguardo su Ron.
-Che cosa vuoi?- gli domandò indelicatamente, le sopracciglia aggrottate.
Ron fece un sorrisetto.
-Ti salvo- spiegò con un'alzata di spalle -Missione di soccorso!-
Fece per cingere la vita di Hermione con un braccio ma lei lo scansò.
-Cosa ti fa pensare che io voglia essere "salvata", Ronald?- domandò piccata, incrociando le braccia.
Ron la guardò con le sopracciglia inarcate.
Poi sbuffò e chinò il capo di lato.
-Oh andiamo, si vedeva benissimo che ti stavi annoiando a morte. Non fare tanto la sostenuta!-
Hermione spalancò la bocca, indignata.
-Non faccio la sostenuta!- protestò -So benissimo da me cosa devo...-
-Sì sì, ok- la interruppe lui roteando gli occhi -Allora facciamo che mi devi un ballo. Me lo devi!- ripetè quando lei fece per ribattere -Hai ballato con Krum, come minimo balli anche con me!-
Lei sbuffò, contrariata.
Ron sorrise e si avvicinò lentamente, fino a stringerla tra le braccia con delicatezza.
Lei rimase rigida per qualche istante, sopraffatta da sensazioni contrastanti.
Ma quando l'odore dolorosamente famigliare di lui le riempì le narici si abbandonò contro il suo corpo, posando il capo sul petto del ragazzo.
-Sei bellissima, stasera- disse piano lui, stringendola un po' di più. -Voglio dire, sei sempre bellissima. Ma stasera sei splendida.-
Hermione fece un piccolo sospirò, lasciandosi cullare a ritmo del pezzo lento e vagamente triste che la band stava interpretando.
-Smettila- borbottò contro la sua camicia -I capelli sono un disastro, ho dovuto legarli. E poi non fare il suadente.-
Il petto del ragazzo tremò quando rise piano.
-Il suadente- ripetè ridendo -non mi ci avevi ancora mai chiamato!-
-Perché non lo sei affatto!- replicò lei sollevando il viso -E quando cerchi di farlo sei irritante!-
Lui sorrise, gli occhi azzurri scintillanti sotto il ciuffo rosso.
-Hai messo la mia collana.- disse con calma.
Hermione sentì le guance riscaldarsi.
Non era una domanda, era una affermazione, e dovette arrovellarsi parecchio il cervello per trovare una via d'uscita.
-L'ho messa soltanto perché stava bene col vestito- disse poi stizzita, evitando accuratamente di guardarlo.
Ron non rispose, e lei ne approfittò per posargli di nuovo la guancia sul petto.
Era confusa e arrabbiata.
Dentro di lei era in atto una lotta feroce tra la gioia e il dolore, la rabbia e la speranza, il rancore e la voglia di ricominciare.
Sentiva il calore emanato dalla pelle del ragazzo, i battiti del suo cuore nell'orecchio, il suo respiro sul collo.
Rabbrividì quando lui le sfiorò la schiena nuda.
-Hermione?- chiamò lui con voce roca.
La ragazza sollevò lo sguardo.
-Non credi che forse potremmo... sì, insomma...-
Lo vide arrossire e lo sentì irrigidirsi. Lei restò in attesa, gli occhi fissi su di lui.
-Ecco- riprese lui schiarendosi la voce -Magari potremmo cercare di... non so, chiarirci. Quando ci penso è assurdo. Io vorrei tanto... penso che potremmo riprovarci.-
Disse l'ultima frase tutta d'un fiato.
Smise di ballare e fissò Hermione, i fiocchi di neve riflessi negli occhi azzurri.
Lei non disse niente.
Lo fissava, sentendo il cuore gonfio.
Fissava quegli occhi, quelle lentiggini, quei lineamenti che somigliavano sempre di più a quelli di un adulto.
Quei capelli e quelle labbra che tanto le mancavano.
Era pietrificata, non sapeva cosa dire e cosa fare.
-Ron- mormorò poi -Tu... ti stai facendo prendere un po' troppo dall'atmosfera.-
Lui parve addolorato, ma immediatamente si riprese.
-No- ribatté con forza -Non c'entra nulla l'atmosfera. Hermione, io ho bisogno di te!-
Si mosse in maniera quasi impercettibile verso di lei, tanto che lei se ne rese conto soltanto quando sentì il suo respiro sul viso.
-Mi manchi- mormorò lui, una mano che le sfiorava la guancia -Mi manca la mia piccola sfera di luce...-
Il cuore di Hermione si fermò.
Fu un istante lungo un'eternità.
La Sala Grande, la musica, i fiocchi di neve, le luci, tutto svanì attorno a loro.
Esistevano soltanto i loro corpi, la scossa elettrica che li attraversava, la mano di Ron sulla sua guancia, il suo respiro sulla sua pelle, il suo odore.
Le labbra di lui a pochi millimetri dalle proprie.
Poi Hermione spalancò gli occhi.
Non dovevano cascarci di nuovo.
Non poteva permettere che succedesse ancora.
-Non posso...- disse pianissimo.
Le labbra di Ron ormai sfioravano le sue quando si scansò impercettibilmente.
-Ron, non posso- ripetè con un po' più di voce.
Ron aprì gli occhi, stordito.
Il caos della Sala Grande tornò quasi con violenza, tanto che Hermione ebbe voglia di tapparsi le orecchie.
Ron la fissava, smarrito.
-Cosa?- le domandò con un filo di voce.
Lei si morse il labbro inferiore, distrutta.
-Ron, non continuiamo a farci tutto questo male- disse con voce rotta.
Sentiva gli occhi pizzicarle, e lo sguardo che lui le lanciò la fece sentire ancora peggio.
-Io non voglio farti male- disse lui, sconvolto -Non ho mai voluto, non accadrà più, Hermione!-
-Neanche io!- replicò lei posandogli le mani sul petto -Neanche io voglio farti male, Ron! E' per questo che non dobbiamo più cascarci!-
Sentì le lacrime salirle agli occhi, ma le ricacciò dentro a forza.
-Ogni volta non facciamo che ferirci- disse a fatica -non facciamo che illuderci a vicenda, star bene qualche giorno, per poi distruggere ogni cosa. Io... sono stanca, Ron. Non ce la faccio più.-
Sentendo che non poteva più sostenere il suo sguardo, Hermione abbassò il viso.
Un dolore cocente le squarciava il petto, e sapeva che se avesse detto anche solo un'altra parola sarebbe scoppiata a piangere.
Ron restò immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi, lo sguardo basso.
Poi fece un lungo sospiro e la strinse forte.
-Mi dispiace tanto- sussurrò -Vorrei tanto che funzionasse, Hermione. Lo vorrei tanto.-
Lei non replicò.
Si lasciò abbracciare e strinse tra le mani la stoffa della camicia di lui.
Pochi istanti dopo l'orologio della torre battè dodici rintocchi.
-E' mezzanotte- disse lei sottovoce, sollevando finalmente lo sguardo.
Ron annuì e le depositò un bacio sui capelli.
-E' Natale- disse con un sorrisetto -Buon Natale, Hermione.-
-Buon Natale, Ron- replicò lei facendo un passetto indietro.
-Sai, forse dovresti tornare da Jaqueline- suggerrì guardandolo -l'hai lasciata da sola un sacco di tempo. E dobbiamo fare gli auguri agli altri.-
Ron era poco convinto almeno quanto lei, ma si limitò ad annuire.
Hermione sorrise.
-Dai, datti un tono!- gli disse -Sembri uscito da un campo di battaglia!-
Gli sistemò il colletto della camicia e gli riannodò la cravatta.
Poi gli prese il viso tra le mani e gli lasciò un bacio sulla guancia, con tanta tenerezza che Ron sentì bruciare il punto in cui lo aveva baciato.
Lei fece un altro sorriso triste; poi si voltò e partì alla ricerca di Harry e degli altri, col vestito che le frusciava sulle gambe.
Ron restò fermo sulla pista ancora per qualche istante.
Poi scese anche lui; con le mani in tasca, gli occhi fissi sui fiocchi di neve, e un bacio caldo sulla guancia.





Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile,
è un così grande peccato separarci.
Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile,
ma nessuno aveva neanche mai detto che sarebbe stata così dura.
Oh, riportami all'inizio.

-Coldplay














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Stavolta il ritardo è più mostruoso del mostro di Lochness.
Lo so. Avete ragione.
Ma non sto passando un bel periodo.
Anzi, sarebbe esatto dire che sto passando un periodo terribile.
Tra poco e Natale, e io non mi sento per niente gioiosa e festosa.
Mmmh.
E credo di non aver scritto esattamente un bel capitolo.
Ma lascio a voi il giudizio.
Nel frattempo vi saluto e vi abbraccio, ringraziandovi per la pazienza e il sostegno!
Un bacetto!

Miza




















   
 
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