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Autore: EdenGuns    03/12/2011    4 recensioni
Don't ever leave me
Say you'll always be there
All I ever wanted
Was for you
To know that I care
P.s. Il titolo di ogni capitolo è il nome del personaggio che parla in prima persona. Niente da aggiungere, solo buona lettura e lasciate un commento! ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Guns N' Fuckin' Roses'
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5. Eden

 

« I used ta do a little
But a little wouldn't do
So the little got more and more
I just keep tryin'
Ta get a little better
Said a little better than before»
Mr. Brownstone, GN'R

 

Non stavo più nella pelle, dovevo dirle quello che era appena successo; c'erano tutte le luci accese, quindi dedussi fosse già tornata a casa.

Il mio cuore martellava come un ossesso, ripensando a quell'attimo in cui le nostre labbra si erano sfiorate.

Respira, con calma.

Incontrai la mia immagine riflessa nello specchio dell'entrata: sorridevo involontariamente, con le guance arrossate per l'emozione.

Incredibile quanto quel ragazzo fosse riuscito a sconvolgermi totalmente. Era stata una serata speciale, che mi aveva fatto capire quanto fosse importante scordare il nostro primo incontro. Volevo ricordarlo così Duff, gentile e non fatto. Con quella giacca bianca che lasciava intravedere il petto liscio, e quel dolce sorriso bello da morire.

Mentre mi teneva stretta a lui lungo la via di casa, mi ero sentita come mai prima.

Dio mio, mi sto rammollendo.

Neanche i miei pensieri cinici però riuscirono a smontare l'euforia che brulicava in tutto il mio corpo. Corsi su per le scale, saltando due gradini alla volta, diretta alla stanza di Michelle.

Aprii con slancio la porta e mi trovai davanti una scena che non mi sarei mai aspettata di vedere: la mia migliore amica e un tizio tutto riccioli stavano scopando, con una complicità strana, come se lo facessero insieme da una vita. Eppure ero sicurissima di non averlo mai visto con lei.

Richiusi l'uscio lentamente, senza che loro si accorgessero di niente. Non che il fatto mi sconvolgesse più di tanto, solo che avevo visto Michelle come cambiata.

Raggiunsi la mia camera e mi spogliai, infilandomi sotto le coperte.

Nella mia mente si ripeteva infinite volte la serata passata con quella pertica bionda, ripercorrendo particolari quali le leggere fossette che apparivano agli angoli delle sue labbra quando sorrideva.

Mi addormentai ancora con la sua immagine impressa nella testa e marchiata sul cuore.

Inutile negarlo, sono appena stata colpita e affondata dal rocker più dolce che abbia mai incontrato.

 

« E poi?»

Michelle si sporse sul tavolo della cucina verso di me, brandendo un cucchiaio pieno di cereali.

« Niente, sono entrata in casa.»

Lei scosse la testa: « Non si fa così. Dovevi saltargli addosso!»

Trattenni una risata.

« Ho notato come metti in pratica i tuoi consigli.»

Piegò la testa di lato, masticando a bocca chiusa e assumendo un'espressione interrogativa.

« Il ricciolo ti ha soddisfatta? Hai urlato tutta notte!»

Lei arrossì di colpo, sfuggendo al mio sguardo.

« Beh, l'ho incontrato per caso e una cosa tira l'altra...»

Risi. « Certo, certo.»

Non era un tipo che si faceva sottomettere facilmente e tornò subito alla ribalta: « E' un amico di Duff, sai? Prova a farci sesso da sobria e poi ne riparliamo! Non ho mai provato nulla del genere. Ti prende con quelle sue braccia e poi le sue mani... Oh...»

« Ok, Michelle, recepito» dissi, bloccandola.

Amavo quelle chiacchierate tra amiche, quando per un momento la nostra esistenza sembrava quasi normale. Ma non lo era, per nulla. Dietro quegli attimi di vita quotidiana si nascondeva il demone della droga, in buona compagnia con quello della solitudine che aleggiava sui nostri animi.

Ed eccolo, per l'ennesima volta, quel bisogno di dimenticare il presente; mi tormentava le viscere, pungeva sotto pelle.

Passai una mano sulla mia fronte, improvvisamente sudata.

« Tutto bene?» chiese, guardandomi preoccupata.

Scossi la testa.

Mostrai l'interno gomito, alludendo all'eroina. Lei fece una strana smorfia con la bocca, continuando a mangiare in silenzio.

« Che c'è, Michelle?»

Posò il cucchiaio lentamente, per guardarmi dritta negli occhi.

« Io voglio smettere.»

Io non posso smettere.

Fu il primo pensiero che mi baluginò nella mente, stordendomi.

E per la prima volta mi sentii abbandonata anche da lei, che mi aveva sempre sostenuto. Nel bene, ma sopratutto nel male.

« Insieme ce la faremo Eden.»

Ne ho bisogno.

« Sarà difficile, lo so.»

Non riuscirei ad affrontare questa vita con mente lucida.

« Ma vedrai che quando tutto sarà finito, starai meglio.»

Ho bisogno di quell'incoscienza.

Mi alzai dalla sedia, allontanandomi dal tavolo.

« Non credo di esserne capace.»

Sospirò: « Pensavo che con Duff ci avresti pensato meno.»

Sentii la rabbia crescere prepotente dentro di me.

« Lui non c'entra.»

Anche Michelle si alzò, venendomi vicino.

Posò la mano sul mio braccio: « Sì, invece. E lo sai bene.»

Sentii le lacrime pungermi gli occhi.

C'era una lotta dentro di me; non volevo abbandonare tutto quello che mi aveva aiutato a sopravvivere in quella giungla, ma ciò che iniziavo a provare per Duff spingeva per emergere sul mio lato oscuro.

Mi presi la testa tra le mani, chiudendo gli occhi.

« Vanno bene gli sballi, ma leggeri. Stiamo andando alla deriva, e stanotte ho scoperto che le cose si apprezzano di più vivendole in prima persona, e non guidate dalla droga. Non quel tipo, non così tanto. Ce la possiamo fare, Eden, lo so.»

Mi prese tra le braccia, stringendomi forte.

« Promettimi solo che almeno ci proverai» sussurrò.

Lui aveva vinto.

« Non lasciarmi mai, avrò bisogno ancora di più del tuo supporto.»

« Sono e sarò sempre qui al tuo fianco, Eden.»

Speravo solo che ne valesse la pena.

 

Non sapevo come, ma in qualche modo mi aveva convinta.

« Forza, bellezza, è ora di fare strage» disse, tirandomi una sonora pacca sul sedere ridendo.

Andavamo al Troubadour, dove i Guns N' Roses avrebbero suonato, e mi aveva anche fatto promettere di concludere qualcosa con Duff.

Come se non l'abbia già in programma.

« Guido io.»

Uscimmo di casa, raggiungendo l'auto mentre lei sventolava le chiavi correndo sui tacchi.

Scoppiai a ridere quando, dopo aver traballato un po', era caduta faccia a terra sul vialetto.

« Così impari a fare la figa.»

Lei mi fece la linguaccia, alzandosi col mio aiuto. « Giuro che sarà la prima e ultima figura di merda della serata.»

Annuii, sorridendo: « Certo, tranquilla Michelle.»

 

Il locale era pieno di gente. La popolarità di quella band aumentava di giorno in giorno, e iniziavano a farsi vedere i primi fan.

Ci recammo nel loro camerino, con un certo nervosismo. Michelle bussò alla porta, mentre io continuavo a sistemarmi la gonna troppo corta.

« Si può?»

C'era una luce soffusa e un odore di bruciato.

Hanno appiccato un incendio?

La stanza era piccola e quadrata, con una fatiscente specchiera sul lato opposto a quello occupato da casse di alcolici.

Incontrai lo sguardo di Duff, che era seduto sull'unico divanetto con aria pensierosa, e il mio cuore mancò un colpo.

Si alzò sorridendo piacevolmente stupito, e mi raggiunse.

« Ciao» disse, chinandosi per posarmi un caldo bacio sulla guancia.

Sorrisi a mia volta, mentre un eccitante brivido mi percorreva la schiena nello stesso istante in cui le sue labbra bollenti avevano sfiorato la mia pelle di ghiaccio.

Michelle mi diede una gomitata facendomi l'occhiolino, poi andò dal ricciolo che la attendeva con trepidazione. Si scambiarono un veloce saluto prima di attaccarsi l'uno all'altra come se lei fosse l'acqua e lui stesse morendo di sete.

Duff scosse la testa, tornando a guardarmi.

« Come mai qui?» chiese, scostandomi un ciuffo ribelle dal viso.

Mi sentii avvampare al suo dolce gesto.

« Beh, Michelle aveva tanto voglia di vedere il suo amico e ho pensato che sarebbe stato carino passare a salutare anche te.»

Lui sorrise di nuovo, lasciandomi senza fiato.

« Rimani per vederci suonare, vero?»

Annuii, entusiasta: « Certo che sì.»

« Sono felice. Ti dispiace se ti presento agli altri?»

Scossi la testa e lui mi cinse le spalle con un braccio, stringendomi a sé.

« Ragazzi, questa è Eden.»

I quattro rimanenti membri della band si voltarono a guardarmi, compreso il ricciolo che lasciò un attimo Michelle per fissarmi.

« Ciao.»

« Piacere» disse un biondino con un sorriso da occhio a occhio.

« E loro sono Slash, Izzy, Steven e Axl.»

Il ragazzo coi capelli rossi puntò i suoi occhi su di me, carezzandomi con lo sguardo a lungo. Uno strana sensazione mi pervase lo stomaco, mentre le sue labbra si inarcavano in un sorriso malizioso.

« Noi ora andiamo a fare in giro, vero Bill?» disse quello col cappello strano, prendendo per braccio lo strano tipo e portandosi via anche il biondino.

Rimasi un attimo spiazzata.

« Bill...?» chiesi a Duff, voltandomi per guardarlo negli occhi.

Sorrise.

« I nostri veri nomi.»

Mi si illuminarono gli occhi: « E qual è il tuo vero nome?»

« Michael.»

Il suono di quella parola si fuse dolcemente all'immagine del ragazzo bello e dannato che avevo davanti a me, creandomi una calda sensazione di profonda sicurezza.

« Perché fai quella faccia?» mi chiese, sorridendo.

Scossi la testa: « Nulla, pensieri.»

Slash e Michelle stavano ancora pomiciando e stava per sfociare in qualcosa di più, così decidemmo di cambiare stanza.

Era un piccolo stanzino, dove erano riposti gli strumenti. I miei occhi furono inevitabilmente attratti da una siringa usata per terra, che lui scalciò via distrattamente.

Mi morsi il labbro per non pensarci.

« Voglio smettere di farmi in vena.»

Dovevo dirlo a qualcuno, avevo bisogno di un ulteriore supporto.

Duff mi guardò sorpreso.

« Mi potresti aiutare?» chiesi, a bassa voce.

« Certo... Cosa vuoi che faccia?»

Mi torsi le mani, pensando: « Distraimi, in qualsiasi modo.»

Spiazzato dalle mie parole, mi rimase a fissare senza muovere un muscolo.

Se non prendo l'iniziativa io!

Allacciai le braccia attorno al suo collo, alzandomi sulle punte delle scarpe perché anche con i tacchi rimaneva troppo alto per me, e lo baciai.

Rispose subito, prendendomi in braccio e tastandomi i glutei con decisione.

Con le spalle contro il muro, senza toccare terra e avvinghiata a quel ragazzo, mi sentii come volare. Avevo appena iniziato, eppure sentivo già la differenza.

Michelle aveva ragione, senza droga tutto era diverso.

E per la prima volta avevo scelto io cosa fare; lo desideravo, volevo sentirlo ed era il primo ragazzo che mi facesse provare sensazioni così forti con un solo bacio.

Intrecciai le dita ai suoi capelli mossi e morbidi, spingendolo ancora più vicino a me.

« Non sai da quanto aspetto questo momento» mi sussurrò all'orecchio, prima di mordicchiarne il lobo.

Scossa da brividi di piacere, riuscivo solo ad assecondarlo, trattenendo a stento i gemiti. Sentivo già qualcosa premere contro il mio basso ventre e scesi da lui per levargli il chiodo di pelle.

Mi sfilò il top e con le lunghe dita sganciò abilmente il reggiseno.

Gli presi il viso tra le mani e tornai a baciarlo, mentre Duff mi carezzava i fianchi con tocco deciso.

Stavo iniziando ad armeggiare con la zip dei suoi pantaloni di pelle quando la porta si spalancò.

« Amico è ora di and... Oh.»

Mi bloccai rossa in viso.

Il tecnico rimase a fissarmi con la bocca aperta. Duff allora si affrettò a coprirmi le nudità col suo chiodo e ad abbracciarmi in modo che non si intravedesse nulla.

« Asciugati la bava Jim, non ce n'è per te. Comunque arrivo» disse, stringendomi.

L'uomo se ne andò dicendo qualcosa sugli ormoni e sui giovani.

Ancora stretta a lui, alzai il capo per guardarlo in viso.

« Devo andare a suonare» sussurrò, insinuando le mani sotto il suo giubbotto sulla mia schiena nuda.

Fui percorsa da un ennesimo brivido e mi allungai per baciarlo.

« Dammi il tempo per rivestirmi e vengo con te.»

Gli restituii il chiodo e, senza preoccuparmi minimamente di coprirmi, recuperai con calma tutta la mia roba, infilandomi lentamente gli indumenti guardandolo negli occhi. Lo vidi mordersi un labbro e girarsi dall'altra parte per resistere alla tentazione.

Sorrisi e appena finii di sistemarmi uscimmo insieme.

« Eccovi!» esclamò Michelle, seduta ad aspettarci nel camerino.

Poi notò le nostre mani intrecciate e i nostri gli sguardi felici e si raddolcì.

« Vabbe' dai, per sta volta vi perdono» disse, guidandoci fuori per il corridoio.

Si sentivano già le urla eccitate e i tamburi della batteria rullare.

« McKagan, sbrigati!» si sentì.

Duff in tutta risposta si fermò improvvisamente, facendomi voltare per baciarmi.

Nulla di casto in quel gesto, solo tanto desiderio represso dall'interruzione di prima.

« Continueremo, non è mica finita qui» disse.

Gli sorrisi estasiata e gli augurai buona fortuna.

Lo guardai allontanarsi verso il palco con quell'andatura decisa e mi morsi un labbro.

Mi tirerai pazza un giorno di questi, McKagan.

   
 
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