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Autore: Equilibrista    03/12/2011    1 recensioni
Tutto ebbe inizio una sera, stavo leggendo il libro, ed all’improvviso tutto iniziò a girarmi intorno, mi sentivo come risucchiata dalla terra…
Poi il buio, non so come, successe tutto in un istante, mi ritrovai in un altro posto.
Ero confusa, non sapevo dire se quello che mi stava succedendo faceva parte di un sogno o era realtà.
Mi guardai intorno, il luogo aveva tutte le sembianze di un bosco, di una foresta, c’erano molti alberi e fiori e sentii che l’aria era incantata.
La testa mi faceva molto male e ad un tratto sentii qualcuno dietro di me."ciao" mi disse.
Sobbalzai.
" chi sei, cosa ci faccio qua? " gli dissi allontanandomi dall’essere…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V CAPITOLO
Mi alzai, ero di buon umore, ci stavo prendendo gusto ad andare in Vanelon.
Mi era piaciuto l'incontro con la fata, e notai che sul mio braccio aveva lasciato una sottile porporina scintillante.
Pensai subito che era la porporina che le aiuta a volare, come quella delle farfalle, in effetti fate e farfalle, hanno qualcosa in comune...
 Cercai di ricordare ciò che avevo letto n ei due capitoli del libro per iniziare a capire qualcosa della storia di Vanelon.
Nel primo, c'era scritto come nacque Vanelon, mentre nel secondo, si raccontava della porta da dove entrano ed escono oggetti e persone dal mondo reale a Vanelon.
Diceva che si trovava nella valle di Gergo, in un posto nascosto della foresta. Raccontava che chiunque era andato in Gergo, non era più stato trovato, una sorta di Triangolo delle Bermuda...
Poi incominciava a parlare della chiave, spiegava che fin dall'inizio la fata madrina, Vanessa, la custodiva nel suo palazzo, il palazzo delle ninfee. Un giorno però, la chiave sparì.
Non si sa chi era stato e come aveva fatto dal momento che il palazzo era molto controllato.
Il pensiero andò subito all'arpia Malvala la quale aveva fin dai primi tempi l'ossessione per quella chiave.
La chiave non si sa dove è, si pensa in un posto segreto che, tramite degli indizi che i vecchi servi di Malvala riferiranno solo ai predestinati, si riuscirà a trovare la chiave.
Quindi io, anzi io e gli altri ragazzi dovevamo trovare i vecchi servi per farci dare quei preziosi indizi.
Ma chi saranno gli altri prescelti?
Era una domanda che mi pervadeva.
Andai in bagno e mi guardai allo specchio.
I miei capelli rossi ramati cadevano lisci e morbidi fino a metà schiena, li avevo presi da mia  mamma, facevano contrasto con i miei grandi occhi verdi acqua.
Ero abbastanza bassa, ma comunque snella.
Come potevo discendere da una fata?
E se mia mamma.... no, non poteva essere.
Se veramente quello che pensavo fosse realtà, perchè non mi aveva mai detto niente?
Avevo paura o forse vergogna, a chiederglielo...
Se lei veramente era la sorella di Vanessa, perchè era qui e non nell'altro mondo?
Ero ancora davanti allo specchio aprii  il rubinetto e feci scorrere l'acqua fredda nelle mie mani per poi riversarla sul mio viso e schiarirmi le mie idee confuse.
Dovevo chiedere immediatamente spiegazioni a mia madre.
Mi vestii velocemente e scesi in cucina, dove trovai mia mamma a fare colazione.
Mi sedetti e la guardai << mamma tu sai che il libro che mi hai regalato non è come tutti gli altri vero?>>
<< che cosa intendi? >>
<< mamma tu sai cosa intendo! >>
<< sinceramente no...>>
<< mamma basta mentire, tu hai una sorella che è una fata che si chiama Vanessa vero? >>
Mi guardò con sguardo colpevole, posò la tazza sul tavolo mi guardò e mi disse: << si Silvia, è vero, non te l'ho mai detto perchè avevo paura che non ci avresti creduto, vedi non è facile spiegare una cosa del genere, penso che se non conoscevi il libro, e ti avessi detto una cosa del genere, mi avresti presa per pazza, ho pensato che la cosa migliore sarebbe stata prenderti il libro in modo che tu da sola iniziassi a capire  qualcosa di questa storia abbastanza ambigua.
Avrai gia scoperto che ci sono altri quattro discendenti dei quali le loro madri sono mie sorelle.
Siamo tutte fate madrine, ovvero le madri di Vanelon, siamo in sei e le cinque sorelle, tranne la primogenita Vanessa, sono state mandate sulla terra per generare prole e farne i salvatori di Vanelon.>>
Ero abbastanza scossa da questa notizia, no sapevo cosa dire, ora tutte i pezzi del puzzle combaciavano.
<< ma perchè solo noi possiamo salvare Vanelon? >>
<< perchè siete nostri figli è nostra madre che ha deciso così e se lei ha preso questa decisione non si può fare altrimenti.
In verità è lei che ha fondato Vanelon, tutti pensano  che sia Vanessa la madre assoluta di quel mondo, perchè subito dopo la proclamazione del regno di Vanelon, mia madre, Diana,  morì, lasciando il trono alla figlia primogenita. >>
Nei suoi occhi c'era un velo di tristezza, si vedeva che aveva sofferto molto della perdita di sua madre, segno che era stata una figura molto importante nella sua vita, come d'altronde lo sono tutte le madri per i proprio figli...
<< mi spiace mamma...>>
La guardai e gli chiesi una curiosità... << mamma perchè non hai le ali? >>
<< perchè noi fate madrine non abbiamo le ali. >>
<< ma io l'altro giorno ho incontrato una minuscola fata della luce che svolazzava pazzamente tra gli alberi di Vanelon, ma non era come te...>>
<>
Tradotto, ero una fata della natura.
<< allora io sono una fata? >>
<< non proprio tesoro, perchè sei nata da un unione di un umano ed una fata, quindi non hai il potere che abbiamo noi di guarire le piante ma hai dei caratteri somatici tipici delle fate. >>
Ma che potere era guarire le piante? Pensavo qualcosa di più eccitante, invece no....
Comunque sia si, mi avevano detto in tanti che assomigliavo molto a mia mamma, quindi quello che aveva appena detto mia mamma era confermato.
Tra una curiosità e un'altra avevo dimenticato dell'esistenza della scuola, perchè l'orologio della cucina segnava le 7.30.
Cavolo era tardissimo, quindi a scuola mi portò mia mamma.
Non seguivo nemmeno una parola del prof. Sta di fatto che la mia mente era occupata a pensare alle parole che mi aveva detto la mamma.
Mia mamma ora che ci pensavo si chiamava Rosa, questo nome rimandava molto alla natura, così come il nome Vanessa, che sarebbe poi il nome di una specie di farfalla, magari le altre sorelle avevano tutti nomi cosi....naturali....
Appena sarei arrivata a casa l'avrei chiesto a mia madre.
Non ci potevo credere era una fata, o per lo meno metà fata e metà umana, come le sirene o altre creature mitologiche...

NOTE
ciao a tutte da oggi comincierò a mettere le note dell'autrice come ho visto fare in altre storie...
comunque, si Silvia ha scoperto che sua madre è una fata nonchè sorella di Vanessa, ora diciamo che tutte le cose dette da Gin, si possono combaciare e capire qualcosa...
bene, scusate per il ritardo del capitolo, ma non ho avuto il tempo....
prometto che nel 6 capitolo appariranno gli altri discendenti, quindi continuate a seguirmi....
P.S. sto facendo una nuova storia (romantica), intitolata Tra sogno e Realtà.
quando la pubblicherò, lo saprete al più presto....:)
un bacione
GAIA

 
   
 
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