Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: _Aras_    03/12/2011    1 recensioni
Anna, ragazza diciasettenne, riflette sulla sua vita, sulla sua 'storia d'amore' con Edoardo e su ciò che le sta accadendo.
Sentì il cuore cominciare una corsa folle, lo sentiva battere in modo così chiaro che per un attimo temette che l'udisse anche lui. Iniziò a salirle l'ansia, come succedeva sempre appena lo vedeva. Aveva una stupida e insensata paura che tutto finisse, che lui se ne andasse e la lasciasse sola. Era agitata, come sempre. Non aveva ancora aperto bocca, non aveva nemmeno risposto al suo saluto. Lo teneva ancora sulla porta, in piedi davanti a lei, a guardarla stranito e leggermente preoccupato. Agì, per una volta, d'impulso. Gli si gettò addosso, ancorandosi al suo collo e incollando le labbra a quelle di lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
original

- Titolo: Bastava vivere
- Autore: Aras
- Fandom: Originale
- Genere: Romantico, Malinconico
- Tipologia: Oneshot
- Avvertimenti: //
- Trama: Anna, ragazza diciasettenne, riflette sulla sua vita, sulla sua 'storia d'amore' con Edoardo e su ciò che le sta accadendo.
- Note dell'Autore: E' la mia primissima originale e avevo sempre pensato che avrei scritto una romanticissima e leggerissima storia, invece è uscita questa cosa. Partendo oltretutto da un prompt, "Sotto la doccia", molto malizioso (perlomeno, a prima vista per me è così! ù.ù)
Scritta per la Challenge 'Giro dell'oca' su Writers Arena Rewind.

Bastava vivere

Sotto la doccia, i pensieri scorrevano rapidi, susseguendosi indistinti e confusi. Anna aveva così tante cose per la testa, così tanti pensieri e dubbi che concentrarsi su uno solo di essi sembrava impossibile.
La relazione precaria con Edoardo, mai realmente iniziata ma sempre presente nella sua vita.
La dichiarazione inaspettata e incompresa di Riccardo, il migliore amico di sempre che ora voleva qualcosa di più.
L'insufficienza in filosofia, materia a suo dire inutile e superflua, che rimaneva costante.
La continua presenza di qualcuno da consolare, qualcuno che aveva bisogno di sfogarsi e si rivolgeva a lei, aumentando il già considerevole carico di ansie e problemi che l'attanagliavano.
Sentiva la testa scoppiare, il suo unico desiderio, in quel periodo, era stendersi a letto e dormire, dormire di un sonno profondo e continuo, senza sogni e incubi, finché il cerchio alla testa non se ne fosse andato e lei non si fosse sentita davvero riposata, viva.
Lentamente, quasi senza accorgersene, si lasciò scivolare giù, appoggiata alle piastrelle fredde, fino a ritrovarsi seduta a terra, l'acqua che le pioveva addosso insistente. Si strinse le gambe al petto, abbracciandole debolmente, abbandonando il capo sulle ginocchia.
E lì, sola, debole e bagnata, scoppiò a piangere.
Pianse per la tensione, per il nervosismo che si accumulava sempre più dentro di lei.
Pianse per l'ingiustizia della situazione, perché lei non poteva sfogarsi con nessuno, perché avrebbe dovuto rivelare segreti privati e non suoi.
Pianse perché, dannazione, era stanca.
Stanca di essere così debole, di non riuscire a prendere una decisione e mettersi davvero con Edoardo, perché nonostante tutto era certa di essere innamorata di lui.
Stanca di dover continuamente evitare Riccardo per non doverlo affrontare, per non dover chiarire la loro situazione.
Stanca di non saper dire un forte e deciso "No!" a tutti coloro che cercavano il suo sostegno per i loro problemi.
Desiderò, per una volta, di essere egoista, di saper agire senza pensare a come avrebbero reagito tutti gli altri. Strinse più forte le gambe al petto, immaginando che quell'abbraccio fosse di qualcuno che amava.

Edoardo.
Era stato spontaneo ed immediato pensare a lui. Era sempre a lui che pensava quando rifletteva sull'amore, quando vedeva una coppia felice o quando si rintanava sotto le coperte, bramando un abbraccio, un bacio o semplicemente qualcuno di amico a cui raccontare la sua giornata. Mentre l'acqua scorreva sul suo corpo, portando via le lacrime e gli ultimi residui del bagnoschiuma, pensò che in fondo era ancora una stupida ragazzina che non aveva capito nulla della vita. Aveva sempre rimandato le spiegazioni, a se stessa e a lui, dicendosi che si conoscevano da troppo poco per fare davvero sul serio. Pensando che lui era a tutti gli effetti la sua prima cotta, scusandosi con l'idea che era normale essere indecisa e confusa. Ma era passato quasi un anno dal giorno in cui l'aveva conosciuto, quella scusa non andava più bene e lui, se n'era accorta, si stava stancando di quella situazione.
Si disse, per l'ennesima volta, che quando l'avrebbe visto si sarebbe affidata a lui, completamente, si sarebbe messa in gioco fino in fondo. Continuò a ripeterselo, mentre si asciugava, sfregando l'asciugamano morbido sulla sua pelle. Senza nemmeno essersene resa conto, Anna era vestita, i capelli bagnati attorcigliati in una crocchia e gli asciugamani nel cesto dei panni sporchi. Afferrò la collana, quella con il ciondolo dell'infinito che le aveva regalato Edoardo, l'agganciò al collo e uscì dal bagno. La portava sempre, quella collana. Era naturale metterla al mattino, si sentiva incompleta senza, capiva che le mancava qualcosa. Si era convinta del fatto che fosse una sorta di porta fortuna, un buongiorno per cominciare la giornata. Quando suonò il campanello, andò ad aprire, pensando che fosse Luca, il migliore amico di suo fratello che, come sempre, veniva a trovarlo per una partita alla playstation. Non si sarebbe mai aspettata lui. Di solito l'andava a trovare il sabato sera, il mercoledì pomeriggio o il giovedì, quando tornava dall'università. Mai di lunedì.
Sentì il cuore cominciare una corsa folle, lo sentiva battere in modo così chiaro che per un attimo temette che l'udisse anche lui. Iniziò a salirle l'ansia, come succedeva sempre appena lo vedeva. Aveva una stupida e insensata paura che tutto finisse, che lui se ne andasse e la lasciasse sola. Era agitata, come sempre. Non aveva ancora aperto bocca, non aveva nemmeno risposto al suo saluto. Lo teneva ancora sulla porta, in piedi davanti a lei, a guardarla stranito e leggermente preoccupato. Agì, per una volta, d'impulso. Gli si gettò addosso, ancorandosi al suo collo e incollando le labbra a quelle di lui. Lo baciò, e lentamente si calmò, sentendolo sempre più coinvolto. Cominciò a sciogliersi, la tensione calò e si sentì bene. A casa. Senza pensare, pronunciò poche parole, di certo non quelle del lungo discorso che si era preparata sotto la doccia.
"Non permettermi mai di allontanarmi da te. Stringimi, non lasciare che vada via."
Non erano forse le più romantiche, le più chiare o le più coerenti, ma erano vere. Lo sentì chiaramente sorridere sul suo collo, rafforzare la presa sui suoi fianchi e rendere quell'abbraccio sempre più intenso ed innamorato. Anna chiuse gli occhi, rilassandosi.
Non pensò a tutti gli altri problemi che la tormentavano, non pensò più a nulla. Un problema alla volta, tutto si sarebbe sistemato. Bastava vivere.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _Aras_