Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: _DreamerL490_    03/12/2011    1 recensioni
Tutto nasce dalla passione per la musica. Una ragazza sta vivendo il suo sogno; gira il mondo con la sua band e sono entrati a far parte della sua vita i 30 Seconds to mars. Nel giro di due anni tra peripezie e sorprese tutto cambierà.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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8 Dicembre L.A

*Jared*

Oggi il sole risplendeva alto in cielo e gli uccelli cinguettavano allegramente. Il clima era ottimo, non faceva freddo, eravamo a 17°c: era la giornata perfetta per il compleanno di Reneé. Tutti si erano organizzati la propria sorpresa, ma nessuno sapeva cosa si erano preparati gli altri.Lei stava ancora dormendo, era avvolta dalle coperte, il suo respiro era regolare, non si sarebbe mai immaginata quello che sarebbe successo oggi. Decisi di alzarmi e di andare a preparare la colazione. Scesi le scale di corsa, dovevo trovare un’orchidea, fare i pumcake, il caffè etc. Al piano di sotto trovai Shannon intento a cucinare e Frqn che lo osservava ridendo.
"Buon giorno!" dissi. Mio fratello si girò sorridendo, era tutto sporco di farina, non era capace a cucinare.
"Hey! Ti unisci a noi per la colazione?" chiese Frà, continuava a ridere, cercava di smettere,ma non ce la faceva.
"Certo, io cucino, è meglio e tu cerca un’orchidea" risposi.
" Grazie Bro, vi lascio ai fornelli" disse Shan. Si tolse la farina da dosso e uscì alla ricerca del fiore preferito di Reneé. Presi subito il comando, iniziai a mischiare tutti gli ingredienti mentre Fran faceva il caffè. Dovevamo fare tutto in fretta perché lei non doveva svegliarsi. In venti minuti riuscimmo a finire tutto. Shannon era riuscito a trovare il fiore: non dovevamo far altro che salire su in camera.
Entrammo in camera in punta di piedi. Lei si stava svegliando, si girava e rigirava sotto le coperte, il sole le dava fastidio. Mio fratello uscì dalla camera per prendere la chitarra, non sapevo cosa aveva in mente.
"Buon compleanno" disse Fran. Reneé si sedette subito, aveva un’espressione incredula; probabilmente con tutto quello che aveva da fare, si era dimenticata che oggi era il suo 22esimo compleanno.
"Oh grazie per avermelo ricordato!Quanto siete dolci" disse. Io le posai subito la colazione sul letto e mi sedetti accanto a lei. Fran le porse l’orchidea e si sedette alla sua destra.
"Io vi amo!" disse Reneé, si stava commuovendo.
"Non fate piangere mia cognata!" esclamò ridendo Shan. Era entrato da poco, aveva la chitarra in mano.
"Oh Shanimal…vieni qua" continuò lei. Lo abbracciò forte il suo istinto materno si stava facendo avanti.
"Aspetta, ora Fran ed io ti dobbiamo dare il nostro regalo, poi puoi fare quello che vuoi" disse mio fratello.
Iniziò a suonare una melodia, non lo avevo mai visto comporre in questi giorni, chissà da dove l’aveva tirata fuori. Mentre lui suonava Fran, tirò fuori una scatolina, sicuramente lì c’era l’altro regalo.
"Ti piace?è tua" disse Shan.
"Certo che si, non so come ringraziarti" rispose. I suoi occhi erano lucidi, quella canzone le aveva toccato il cuore.
"Non è finita qui, ora chiudi gli occhi e dammi un braccio" disse Fran. Io le coprì gli occhi con le mani e cercai di capire cosa c’era in quella scatola. Vidi un bracciale, aveva un solo ciondolo, era strano, sembravano tante cose incrociate. Non riuscivo a capire cos’era, ma mi piaceva.
"Ora puoi vedere" disse Shannon.
"Vedi quel ciondolo?Sta a significare che ci saremmo sempre per te, non importa dove siamo" continuò lui. Reneé non rispose, ora era veramente in lacrime. Abbracciò subito Fran e poi passo a mio fratello. Lui la sollevò dal letto, fece quasi rovesciare il vassoio. Poi la posò tra le mie braccia, io la strinsi forte e la baciai. Sentì un piccolo colpo contro la mia pancia, era il bambino.


Ding Dong Erano arrivati Tomo, Vicki e il piccolo Andreas. Reneé andò ad aprire di corsa, non vedeva l’ora di incontrarli. Li vidi arrivare in salotto, erano sorridenti come sempre. Lei aveva in braccio il bambino. Vicki portava la carrozzina e Tomo aveva sulla spalla la borsa con i pannolini. Non mi ero ancora abituato a vederlo in veste di papà.
"Oh cambi Andreas?" domandò Vicki.
"Va bene, tocca sempre a me Eh?!" disse Tomo. Lo prese e lo stese davanti a lui. Gli slacciò la tutina e con faccia disgustata aprì il pannolino. Usò le salviettine e prese il cambio ma Andreas fece la pipì. I pantaloni del neopapà erano bagnati e noi non facevamo altro che ridere.
"Haha quando toccherà a te, vedremo se riderai" disse Tomo.
"Tanto ti manca ancora un po’…ora passiamo alla festeggiata" disse Shan. Vicki si alzò e prese una custodia di una chitarra, mi sembrava familiare, ma non ricordavo dove l’avevo vista.

"Non voglio annoiarti con i discorsi vari, ma sappi che a me ha portato fortuna e spero che la dia anche a te" disse Tomo. Non avevo ancora capito di cosa si trattava, ma vedendo la faccia di Reneé capì che era molto importante. Lei aprì la custodia e tirò fuori una Gibson Les Paul Custom nera; ora la riconobbi. Era una delle chitarre più importanti per Tomo, aveva composto tante canzoni con essa ed era vera la storia della fortuna.

*Reneé*
Era sera, tutti se ne erano andati via. La cena l’aveva preparata Tomo e come al solito si era inventato una nuova ricetta, aveva preparato la sua famosa torta di mele con cannella e Jared l’aveva aiutato. Shannon aveva trascorso tutta la sera con Andreas, gli aveva cambiato il pannolino e ogni tanto lo concedeva a Vicki. Ora la casa era vuota, stavo cercando Jared quando vidi dei petali di rosa sparsi per terra. Sul piano c’era un biglietto con scritto "Seguimi..", le luci di casa erano abbassate in modo da creare un’atmosfera misteriosa e i petali mi stavano conducendo verso il giardino. Gli alberi erano decorati con le luci di Natale e per terra al posto dei petali c’erano le rose rosse. Continuavo a seguire quelle piccole macchie rosse, più mi avvicinavo a destinazione più aumentavano gli indizi. Finalmente arrivai davanti ad un tavolino, c’erano due sedie ed una era occupata da Jared. Si era cambiato, era leggermente più elegante; sorrideva e in mano aveva una coppa forse di champagne.
"Finalmente sei qui" disse facendomi accomodare.
"A cosa devo questo regalo?" domandai.
"è il tuo compleanno e sono pazzo di te" rispose. Prese la mia coppa e ci versò un liquido, non sapevo cos’era, ma di sicuro niente d’alcolico. Me la porse delicatamente e iniziò a parlare:"Tranquilla è una bibita scozzese che sembra champagne, è una specie di coca-cola…Non sono un genio con i regali, e non voglio stupirti, sarebbe troppo scontato. Voglio solo trascorrere una magnifica serata con te, lasciamo che tutto scorra come deve". Si avvicinò di più a me e cercò il mio viso. Gli sorrisi e lui sfiorò le mie labbra con le sue. Mi sorrise e mi baciò, si muoveva delicatamente, il suo profumo si univa al mio respiro e come dice Charles Baudelaire il suo profumo mi trasportava in climi che incantano. Ogni volta che si avvicinava a me, riusciva a farmi perdere in lui, a farmi mancare il respiro, c’era qualcosa di così affascinante nella sua natura. Non era la gioia perché la sua bellezza era tale per la malinconia che c’era al suo interno, era come un libro che più lo sfogli, più lo ami.
Il bacio ci stava portando oltre,la mia pancia non impicciava, ma lui aveva paura.
"Sei sicura?" sussurrò.
"Si, lo so che l’hai chiesto alla mia ginecologa" risposi.
"T’odio quanto t’amo, pazza di cui vado pazzo" disse.

 
  
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