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Autore: Daisy Potter    24/07/2006    23 recensioni
Sana e Akito hanno 20 anni. Sana sembra considerarlo solo un amico, mentre lui è innamorato della ragazza, ma non ha mai trovato il coraggio di dirglielo. E se una canzone compisse il miracolo, facendolo al posto suo?...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello, guys

 

Hello, guys! Piccola one-shot ke mi è venuta in mente prima ke mi addormentassi ieri sera, sentendo l’ultimo singolo degli Zeroassoluto su mtv! Infatti, la canzone che accompagna questa storia è proprio la loro “Sei parte di me” (più una sola strofa tratta da “4ever” delle The Veronicas).

 

Premessa: Sana e Akito hanno 20 anni. Sana sembra considerarlo solo un amico, mentre lui è innamorato della ragazza, ma non ha mai trovato il coraggio di dirglielo. E se una canzone compisse il miracolo, facendolo al posto suo? 

Ecco la risposta …

Perfezione … o quasi

 

“Uff … sei sempre la solita!”

Sana salì in auto di corsa scoccando all’autista uno sguardo che sembrava voler dire ‘non ti ci mettere pure tu’.

Akito continuò a guardarla tentando di farla sentire in colpa per il suo solito ritardo, ma non ci riuscì. Non ci riusciva mai. Per lui era impossibile darle una colpa. Per lui, Sana era sempre perfetta. La sua testardaggine, i suoi ritardi, il suo infantilismo nonostante i suoi 20 anni … tutto di lei per Akito era dannatamente perfetto. Anche la sua ingenuità …

E adesso, eccolo di nuovo lì, a darle un passaggio agli studi televisivi perché era in ritardo e non ce l’avrebbe fatta da sola. Ormai quell’episodio si era ripetuto per … quante volte? Infinite … Lui se ne stava tranquillo a casa, a guardarsi la tv, ad allenarsi con il karate per far valere la sua cintura nera, a leggere un libro … e il cellulare squillava. Dall’altra parte si sentiva la voce concitata di Sana che gli chiedeva disperata il solito favore: passarla a prendere in meno di cinque minuti e darle uno strappo agli studi, o la sua carriera sarebbe crollata … be’, anche la sua esagerazione per lui era incredibilmente perfetta, ma solo per il semplice fatto che apparteneva a Sana … E allora lui lasciava qualunque cosa stesse facendo per uscire di casa, prendere la sua auto nuova, frutto dei soldi guadagnati da un torneo di karate, e correre in soccorso della ragazza. Tre minuti, quattro al massimo, e, anche se violando il codice stradale in tutti i modi possibili, arrivava sempre in tempo. E lei era lì, che stava uscendo di casa, bella come sempre, perfetta come la vedeva lui, affannata per il ritardo, che saliva in macchina e gli intimava di muoversi.

“Allora, Akito, ce la fai a partire??” gli disse sarcastica e un po’ irritata risvegliandolo dai suoi pensieri.

“Vado, vado … invece che ringraziarmi per essere venuto …” aggiunse sottovoce, ma anche quel suo modo di fare per lui era perfetto. E poi, un modo per ringraziarlo lo trovava sempre. Che fosse un bacio sulla guancia, un abbraccio, un sorriso … o anche un semplice “Finalmente ce l’hai fatta ad arrivare!” … era sempre perfetto …

Ora si trovavano sulla tangenziale, a sfrecciare ai 120 km/h per arrivare in orario ad un altro dei suoi appuntamenti di lavoro.

“Ricordamelo ancora una volta … perché tocca sempre a me precipitarmi a casa tua per farti da autista?” chiese Akito mentre sorpassava un’auto troppo lenta che, al contrario di loro, stava rispettando i limiti di velocità.

Sana alzò gli occhi al cielo, e con un’aria un po’ seccata … ma che a lui parve così perfetta … rispose:
“Perché Rei ormai vive con la signorina Asako e quindi ci incontriamo agli studi!”

“Lo so … ma perché io?! Non hai, che so, un autista privato, una limousine pronta a portarti dove vuoi …?” replicò lui.

“Potrei averlo … ma preferisco te!” gli sorrise Sana, e lui si sciolse a quel gesto, rischiando di tamponare una delle auto che aveva di fronte.

“Ehi, fai attenzione!” esclamò la ragazza. “Stavo per dirti che sei il migliore che conosca al volante … vuoi farmi ricredere?!” scherzò. Ma sapeva benissimo che con lui era in buone mani. Lo era sempre stata. Era l’unico di cui si fidasse completamente.

Akito accese la radio, e una voce annunciò che a breve sarebbero state comunicate le informazioni sul traffico.

“Sempre puntuali …” commentarono i due ragazzi insieme. Si guardarono negli occhi, poi sorrisero.

Quegli occhi … così innocenti, così puri, così vitali, così … perfetti, per lui.

Tornò a guardare la strada, prima che Sana potesse rimproverarlo un’altra volta. Poi le informazioni sul traffico arrivarono e sfortunatamente … riguardavano proprio la strada che avrebbero dovuto percorrere.

“Code di 7 km nel tratto Tokio-Osaka …(me lo sn inventato in qst momento …! ^^ ndDaisy) che sembra si prolunghino per altri 3 km poco più avanti …”

“Oh no!” si lamentò Sana, iniziando a disperarsi. “Cavolo, ma proprio oggi?! Dovevo incontrare il produttore americano più famoso del mondo … mi ucciderà se non arrivo in tempo, e Rei prima di lui!”

Akito la guardò per qualche istante, poi tornò a fissare il parabrezza.

“Stai tranquilla … forse conosco un’altra strada …” le disse, e improvvisamente mise la freccia e svoltò, uscendo dalla tangenziale. In breve si ritrovarono su una piccola stradina di periferia. Sana si guardò intorno con curiosità, cercando di riconoscere il posto, ma senza successo.

“Ehm … Aky … sei sicuro di ciò che stai facendo?” gli chiese un po’ titubante.

Aky … quel suo modo di chiamarlo … quell’esitazione nella voce … erano così perfetti alle sue orecchie …

“Certo … ti fidi, no?”

“Sì!”

Lo disse subito, sicura. Come poteva non farlo?

“Come potrei non fidarmi di te, Akito?” gli disse infatti, allargando il sorriso che perennemente aveva sulle labbra quando si rivolgeva a lui. Poco dopo, quel sorriso svanì, anche se solo per un istante, lasciando spazio ad un’espressione incredula: davanti a loro, infatti, si vedeva la strada, sgombra dalle macchine che erano invece in coda qualche km più indietro.

“Aky, sei un vero amico!” esultò lei scoccandogli un bacio sulla guancia che per poco non lo fece sbandare.

‘Amico’ … no, quella parola non era perfetta … nonostante fosse stata pronunciata da lei, anzi, proprio perché l’aveva pronunciata lei … non era per niente perfetta. Quante volte avrebbe voluto estinguere quel tipo di legame tra di loro, farlo evolvere in qualcosa di più … e invece per Sana lui continuava ad essere solo un ‘amico’. Sì, certo, il suo più grande amico, il suo unico vero amico, il suo migliore amico … ma sempre e solo ‘amico’. Ormai cominciava ad odiare quella parola. In tutta la perfezione che vedeva in Sana, quella era l’unica pecca …

“Già … un amico …” mormorò, mentre un’ombra gli oscurava lo sguardo.

“Cosa?” chiese distrattamente Sana. Lui non rispose.

Una canzone iniziò improvvisamente alla radio, e Sana saltò felice sul sedile.

“Uao, la mia preferita!” esultò alzando di un poco il volume. Si mise a cantare insieme alla radio, coprendo le parole del cantante con la sua voce ancora più melodiosa.

Come on baby we ain’t gonna live forever
Let me show you all the things that we could do
You know you wanna be together …”
Akito restò ad ascoltare la ragazza cantare felice, sorridendo tra sé. Era così bello sentirla cantare. La sua voce era meravigliosa … perfetta!

Improvvisamente si rese conto di essere arrivato davanti agli studi televisivi e accostò la macchina. Sana si riscosse distogliendo la sua attenzione dalla canzone e focalizzandola sull’edificio alla sua destra. Guardò l’orologio, poi di nuovo l’edificio, infine Akito.

“Siamo in anticipo di cinque minuti …” notò in un sussurro esterrefatto. “Akito, ti adoro! Sei unico!” esclamò lanciandosi tra le sue braccia, cingendogli il collo con entusiasmo. Lui rimase per un attimo spiazzato, prima di avvolgerla lentamente in piccolo un abbraccio. Quanto avrebbe voluto tenerla così per sempre … sussurrarle ‘ti amo’ all’orecchio … baciarla con passione … ma non poteva. O meglio, non ne era stato in grado in passato. E così Sana non aveva mai saputo dei suoi sentimenti, aveva sempre pensato che lui la considerasse solo come un’amica … e tutto perché lui non era capace di pronunciare due semplicissime parole! Odiava quel suo lato così timido!

A malincuore la lasciò andare quando la ragazza cercò di scostarsi. La vide un po’ imbarazzata, le guance leggermente arrossate. Se ne stupì, ma non poté fare a meno di notare che era davvero bella così, ancora di più … Sana sembrava essere ancora più a disagio sentendo gli occhi di Akito scrutarla in quel modo. All’improvviso si sentì la voce del presentatore della radio che annunciava un altro singolo …

“E ora sentiamo gli Zeroassoluto, con ‘Sei parte di me’ …”

Sana ritornò in sé e cercò la sua borsetta sul sedile posteriore per andare agli studi, mentre alla radio iniziava la canzone …

 

Io sto pensando che
non ritornano
sto pensando che
che sei poi ci riprovo
lo so che non è più lo stesso
me lo chiedo da un po’
quei momenti con te
se ritornano le parole con te
se ne vale la pena oppure vorrei più fortuna …

 

Quando fu pronta, si voltò verso Akito e lo salutò:
“Grazie di tutto, Aky! Ti voglio bene …” gli disse, sorridendogli, poi aprì la portiera dell’auto. Fece per scendere, ma una mano la fermò, stringendosi delicatamente attorno al suo braccio sinistro.

“Aspetta!”

Si voltò, e vide Akito fissarla con uno sguardo strano, ancora più profondo di quanto non fosse mai stato.

“Solo due minuti … ascolta questa canzone …” le chiese, quasi la supplicò.

“Ma … Akito …” tentò di protestare lei, ma il suo sguardo non ammetteva repliche, così si risedette e rimase ad ascoltare le parole di quella canzone …

 

E per ogni giorno
mi prendo un ricordo che tengo nascosto lontano dal tempo
insieme agli sguardi veloci, momenti che tengo x me
e se ti fermassi soltanto un momento
potresti capire davvero che è questo che cerco di dirti da circa una vita
lo tengo per me
SEI PARTE DI ME
e lo porto con me
lo nascondo x me

in macchina non tornano chilometri che scorrono
discorsi che ti cambiano
e immagini che passano
e restano qua
se ho bisogno lo so
di sentire che
dentro c’è
voglia di ridere
qualche cosa in cui credere

e per ogni giorno
mi prendo un ricordo che tengo nascosto lontano dal tempo
insieme agli sguardi veloci momenti che tengo x me
e se ti fermassi soltanto un momento
potresti capire davvero che e questo che cerco di dirti da circa una vita
lo tengo per me
SEI PARTE DI ME
SEI PARTE DI ME
e se ti fermassi soltanto un momento
potresti capire davvero che e questo che cerco di dirti da circa una vita
lo tengo x me
SEI PARTE DI ME
SEI PARTE DI ME
lo tengo x me…

 

Sana si voltò verso il ragazzo.
“Aky, cosa …? Vuoi dirmi che …?”

No, era impossibile. Che le avesse fatto ascoltare quella canzone perché rispecchiava i suoi sentimenti? No, non poteva essere …

“Perché mi hai fatto ascoltare questa canzone?”

Akito abbassò per un attimo lo sguardo. Sembrava deluso, e Sana non riusciva a capire il perchè. Fece per dire qualcos’altro, ma gli occhi del ragazzo tornarono a fissare i suoi, facendole morire le parole in gola.

“Io … io non sono bravo a parole, lo sai … quindi …” iniziò a dire. No, così non andava bene. Appunto, non era bravo a parole, e lo stava dimostrando. Ma cosa le stava dicendo?! Non poteva dirle ‘ti amo’ e basta??

E alla fine, fece l’unica cosa di cui era capace … agì. Le si avvicinò all’improvviso e la baciò. Subito si maledisse per la sua stupidità e impulsività … ma si stupì quando sentì per la prima volta Sana rispondere al bacio. Credeva lo avrebbe spinto via, urlandogli contro che era un pervertito, che per lei era solo un amico e non doveva comportarsi così … e invece ora era lei a baciarlo, mentre lui rimaneva immobile, incapace di muovere più un solo muscolo. Quando lei si allontanò leggermente da lui, la fissò inebetito.
“Ma … questo vuol dire che … anche tu …?”

Sana sorrise di fronte alla sua solita timidezza.

“Sì … ti amo anch’io, Akito Hayama!”

E lo abbracciò.

“Sai, mi chiedevo quando ti saresti deciso a dirmelo!” disse Sana quasi ridendo.

“Vuoi dire che tu …?” il tono di Akito era irritato.

“Lo sospettavo, sì … ” sorrise lei. Era così bello vederlo arrabbiarsi, sapendo che poi sarebbe riuscita a calmarlo solo con un sorriso o una carezza.

“Il produttore ti sta aspettando!” sbuffò lui, voltandosi dall’altra parte, fingendo di volere che se ne andasse.

“Sai che ti dico?” disse però lei, non muovendosi di un centimetro dal suo posto. “Chissene frega del produttore!” e di nuovo si avvicinò per baciarlo. Questa volta, tutta la rabbia che sembrava avesse assalito Akito svanì di colpo, mentre l’attirava a sé stringendola tra le braccia, passando una mano nei suoi capelli rossi profumati e facendo sue le sue labbra.

Ora tutto … davvero tutto … era perfetto!

 

THE END - Daisy

 

Allora? Ke ne pensate? Sapete ke ci tengo al vostro parere, ka faccia schifo o ke vi piaccia!!!

Comunque, per essere precisi, questa non è la storia ke avevo detto di aver già progettato … e per rispondere ad Anna94, ke mi aveva chiesto quando la pubblicherò: temo ci vorrà ancora un bel po’, perché voglio prima sviluppare l’intera trama, per non ritrovarmi poi in una situazione in cui non so come andare avanti e magari lasciarla incompiuta per secoli! Spero in ogni caso di non impiegarci troppo! Sono io la prima a volerla pubblicare il prima possibile!^^

Nel frattempo … VVUKDB! Recensite!

J Daisy J

 

  
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