James era accecato dalla rabbia, ma l’ira nascondeva la
paura. Chi erano quegli uomini e come facevano a conoscerli? Perché sapevano dei
particolari della loro infanzia? Gli sembrava di essere nel peggiore degli
incubi, la realtà sembrava vacillare…
All’improvviso gli tolsero il
cappuccio, ma tutt’intorno era buio “Kate? Jack?” chiamò l’uomo, dimenticandosi
per una volta dei soprannomi.
“Sawyer?” rispose una voce femminile.
“Kate,
dove sei?”
“Qui!”
James seguì la voce della ragazza e dopo pochi passi le
sbatté contro.
“Dov’è Jack?” chiese preoccupata la ragazza “Jack!”
“Jack!”
chiamò anche Sawyer.
“Kate, Sawyer!”
“Jack!”
Le voci erano sempre più
vicine, Sawyer e Kate fecero qualche passo nella direzione da cui sentivano
provenire quella di Jack, quando le luci si accesero.
I tre si guardarono in
faccia perplessi, poi Jack si soffermò un attimo di più sugli occhi di Kate,
ancora lucidi.
“Dobbiamo liberarci” disse il dottore, avevano ancora le mani
legate dietro la schiena.
Si slegarono aiutandosi a vicenda, poi finalmente
si guardarono intorno.
Erano in una stanza arredata, simile a quella che
avevano trovato nella botola.
Iniziarono a girare nei vari locali, c’era una
camera da letto con tre letti singoli, una cucina, un bagno e una sala con un
tavolo, uno stereo, un divano e un mucchio di altra roba.
“Dobbiamo uscire da
qui” disse la ragazza, decisa.
I tre iniziarono a cercare freneticamente
l’uscita.
Trovarono una porta, ma non aveva maniglie.
Improvvisamente una
voce risuonò nella stanza.
“Buonasera, ragazzi, questo luogo è vostra
disposizione finché sarete nostri ospiti” I tre si bloccarono e ascoltarono in
silenzio “come in tutte le case, ci sono delle regole: innanzitutto non dovete
cercare di scappare perché fuori è sorvegliato e non avete via di scampo, poi
non potete danneggiare volontariamente gli oggetti presenti e, infine, non
dovete opporre resistenza quando avremo bisogno di voi. Buonanotte.”
I tre
erano molto agitati, non si parlavano e continuavano a cercare qualcosa, pensare
a una via d’uscita da quella situazione.
“Cosa volete da noi?” urlò Jack. Gli
altri due lo fissavano in silenzio “Cosa volete? Cosa diavolo
volete?”.
Nessuno rispose e Jack si lasciò andare sul divano
“Dannazione!”.
Sawyer era senza parole, erano in trappola.
Per molte ore
nessuno di loro tre aprì bocca e di dormire non se ne parlava
nemmeno.
Dopo molte ore Jack posò lo sguardo su un orologio a muro,
segnava le 3.25 di mattina.
Si guardò intorno, Sawyer era seduto su una sedia
e fissava il vuoto, sembrava pensieroso, mentre Kate continuava a camminare
avanti e indietro.
Jack si alzò e le si avvicinò.
“Kate…” disse piano
“siediti, sei in piedi da ore, sarai distrutta” le sussurrò mentre osservava i
cerchi scuri che la ragazza aveva sotto gli occhi.
La ragazza lo fissò
“Dobbiamo uscire da qui, Jack”
“Lo so, Kate, ma al momento non so come fare,
quindi…”
“Jack, non ho intenzione di rimanere qui a lungo”
“Neanche io,
Kate, ma sinceramente adesso non ho voglia di discutere”
Kate strinse le
labbra e fissò il muro per un attimo, sembrava frustrata, poi in fretta, senza
guardare Jack, si diresse verso il divano, sedendosi e incrociando le
braccia.
“Contento?” gli chiese in tono polemico.
Jack fece un cenno di
assenso con la testa, poi si recò in camera senza dire una parola.
Osservò la
stanza, ovviamente non c’erano finestre, i letti erano appoggiati alle
pareti.
Tornò in sala “E se fosse una specie di gioco mentale, un esperimento
psicologico? Forse il disastro aereo è stato deciso da loro”
Sawyer e Kate si
girarono verso il dottore, ascoltando in silenzio.
Poi Kate aprì la bocca
“Forse ci controllano da quando siamo nati, una specie di Truman
show…”
“…però le persone intorno a noi erano inconsapevoli, forse controllano
tutti e poi scelgono alcuni per alcune caratteristiche che hanno” aggiunse
Sawyer.
Jack annuì e si accostò a Kate, quindi fece un cenno a Sawyer di
avvicinarsi. “E’ un incubo…” sussurrò Jack.“…ma penso che dovremo starcene buoni
per un po’, per qualche giorno, vedere cosa succede, trovare i loro punti
deboli” continuò il dottore.
“E poi agire di conseguenza” finì
Sawyer
“Penso che loro ci sentano” sussurrò Jack “dobbiamo stare attenti a
parlare”.
I tre si guardarono, poi Kate disse “D’accordo, facciamo finta di
niente”.
Continua...