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Autore: gm19961    04/12/2011    3 recensioni
"Mi ricordo ancora la prima volta che la vidi...
Era la ragazza più semplice del mondo, eppure qualcosa di lei mi colpì profondamente. Oltre alla sua spiaccata intelligenza e la sua particolare bellezza, notai dell'altro. Notai che dietro quel viso, nascondeva dei segreti, un passato da dimenticare. E solo dopo un anno, scoprii che l'unica cosa di cui lei avesse bisogno era solo di un po' d'affetto, e che ne so, magari anche un po' del mio amore. Lei mi salvò, dopotutto era il mio angelo, il mio viso d'angelo.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sei

“Prigione?” dico io, a bassa voce, sono sconvolto da quest’affermazione, non me lo sarei mai aspettato.
“Spiegati.”
Lei si mette a sedere davanti a me, e fa un bel respiro.
“Angel, o per meglio dire Angela, è italiana. Era un bravo poliziotto, insieme a suo fratello Alberto e al padre, Cristiano. La madre morì durante il parto di Angela, e quindi di figure materne non ne ha mai avute. Sua madre era irlandese, una gran brava donna, e una mia grande amica, si chiamava Julie. La sua vita comunque fu molto tranquilla fin quando non incontrò Lui. Il suo ex fidanzato, Alexander, o Alex. Ora ha una miriade di falsi nomi, è un boss di un’organizzazione di un mercato nero internazionale. Era un semplice studente ma ben presto divenne la persona più pericolosa d’Italia. Angela iniziò a frequentarlo, era ancora un poliziotto, e quando i due si fidanzarono ufficialmente, lui le rivelò la sua vera identità. Lei ne rimase sconvolta ma accecata dall’amore che provava per lui, si convertì: divenne ben presto la sua guardia del corpo personale, un’assassina. Chi potrebbe sospettare di una figura angelica come la sua, sempre sorridente e innocua? E poi tanto innocua non è.”
Io la incito a continuare, iniziando a mordermi le unghie. E’ tutto così strano, come se tutto quello che sto vivendo fosse irreale. Mi sento irrequieto e non sono l’unico, Nancy si asciuga il sudore in fronte e sbuffa. “Comunque, i due ebbero una relazione seria, lei abbandonò la famiglia senza ovviamente rivelare la vera identità del fidanzato e il bambino fu affidato ad Alexander; Angel aveva delle tendenze omicide verso il figlio e ne restò in pratica traumatizzata e lui questo bambino, diciamocelo chiaro e tondo, non lo voleva affatto. Ma essendo suo figlio, lo lasciò alla famiglia di Angel, e con questa non ebbe buoni rapporti, essendo sia il padre che il fratello poliziotti. Beh, comunque, dopo aver fatto delle sedute dallo psicologo e dopo aver preso contatto me come confidente ufficiale, decise di cambiar vita. Essendo bella e sapendo l’inglese, si trasferì da me, lavorando come cameriera qua, in questo bar…”
Io rimasi pietrificato, la mia Angel un... una pazza omicida? Scuoto la testa e beve ancora un sorso d’aranciata per riprendermi, ma il brutto è che più questa storia va avanti più m’intriga. Voglio sapere la verità e aiutarla a venirne fuori.
“Poi fece dei provini come modella e la accettarono, iniziando a far carriera. E il resto è storia, dopo qualche anno di felicità ha incontrato il qua presente Beatle.” ridacchia ma io sono teso, sono letteralmente sconvolto. “ E ora? E ora dove cazzo è Angel?!” non rispondo di me e iniziò a massaggiarmi i capelli preoccupato, inizio a vedere annebbiato. “Diciamo che Alex è tornato da lei. E la rivuole al suo servizio, e questa volta se non fa tutto ciò che lui le dice...” lei sott’intende con lo sguardo ciò che succederà. “ La ucciderà?”
“No, non hai capito. Farà fuori TE, poi ME e poi Georgie. O addirittura la famiglia di Angel. Lei se n’è andata per proteggerci, e pur avendole fatto quel torto, lei sta rovinando la sua vita per uno che si scopa ancora la sua fidanzata e se le fa contemporaneamente”
“Se stai cercando di farmi venire i sensi di colpa, sappi che ci sei riuscita.” Dico scuotendo la testa e passandomi una mano sul viso, non so davvero cosa fare.
“Meglio.”
“E ora?! Cosa posso fare per salvarla?” dico esasperato, sembra un film questa cosa, mi sento come intrappolato in un vortice e più cerco di uscirne più vengo risucchiato dentro. “Nulla, non puoi fare niente, George. Puoi scriverle a casa della sua famiglia, ma non penso che tornerà lì. Però Angel non è stupida, sa che io le scriverò in quell’indirizzo, lo controllerà sicuramente.”
“George, Nancy!” una vocina deliziosa risuona in quel delicato momento di tensione. E’ Georgie, doveva essere al piano di sopra nell’appartamento della barista. Ha in mano un orsacchiotto e mi cerca, vuole che lo prenda in braccio. Lo sollevo e lo poso sulle mie ginocchia. “Ciao Georgie. Come va?”
Lui annuisce e si guarda intorno spaventato. “Dov’è la mamma?” i suoi occhi sono grandi, azzurri e dolci. Guardo Nancy ed io sospiro. “E’ andata in viaggio a fare tante belle foto, solo che non mi ha detto quando torna! Accidenti, quando le telefono, la sgrido proprio!”
Si mette a ridere, strusciando la sua testolina contro la mia. “Dai, ora torna su a giocare.”
“Ma io voglio giocare con te!”
“Ora non posso proprio, ma stasera vengo qua e ti porto un regalo, okay?” lui annuisce e sorridente, salta giù dalle mie gambe e come un pazzo si mette a correre ridendo e si avviò verso le scale, provocando un rumore assordante. “Quel bambino è la reincarnazione di Angel, è uguale a lei.”
“A me non pare proprio.”
“Ah davvero? A me pare di sì. Quando uscivate insieme non si metteva a ridere o esultare per qualsiasi cosa?”
“Come ad esempio un bacchetto dei gelati, eh? Sì, in effetti quei due si assomigliano ma ora non posso che pensare a che cosa farà quel pazzo alla mia ragazza.” Sono distrutto, devo scriverle e fare in modo che lei risponda!
“Allora, dammi l’indirizzo della casa di Angel, te ne prego!” la supplico e Nancy annuisce poco convinta. Devo risentirla, deve darmi almeno un minimo segno della sua sopravvivenza in quel posto di assassini.
***
“Benvenuta Angela.”
Mi guardo intorno, in quella schifosissima (si far per dire) residenza. Tutte quelle persone che non vedovo quattro anni, i miei “colleghi”, non mi guardano nemmeno: forse hanno ancora paura di me, oppure non so, ho fatto qualcosa di male. Il maggiordomo mi sorride ed io accenno una riverenza con il capo, mostrando il mio sorriso falso e impercettibile. “Il signor Alexander la sta aspettando nel suo ufficio. Posi pure qui i suoi bagagli.” Io annuisco e poso con garbo le valigie su pavimento di marmo. Era da tanto tempo che non entravo qua dentro. Cammino come un robot verso l’ufficio di Alex e senza nemmeno bussare, spalanco le immense porte della stanza. E’ li, mi da le spalle e ammira la sua vetrata con le mani unite dietro la schiena. Si volta e mi sorride calorosamente. “Sapevo che saresti venuta da me, Angioletto.”
“Che cosa vuoi Alex?”
Lui mi fa segno di sedermi alla scrivania, ed io lo guardo perplessa. Ma se c’è una cosa che ho imparato nella mia carriera di killer è quella di mantenere il controllo e il sangue freddo. Dopotutto devi sempre mantenre autocontrollo quando accoltelli una persona, no?
 Faccio battere i tacchi neri verso la sedia, e lo guardo negli occhi. Freddi, spenti, con una tale faccia tosta. Come potevo amare un essere così?
“Vuoi del tè?”
“No.” rispondo secca e anche infastidita.
“Ah, pensavo che ormai fossi diventata un inglese doc poiché sono le cinque, e pensavo che anche il tuo George ti avesse fatto prendere l’abitudine.”
Lo zittisco. “C’è un limite a tutto, smettila di parlarmi di lui. Smettila, non ho paura di te, porca puttana!” gli urlo addosso e mi alzo di scatto dalla sedia, sto iniziando a piangere e non mi va affatto. Ma rivedere George baciare Pattie mi riapre la ferita al cuore, e fa troppo male. Lui mette le mani sulle mie spalle. “Non c’è bisogno di essere così maleducati. Adesso ti fai tutto quello che ti dico io e come lo dico io, okay?” mi sussurra all’orecchio, e sento che inizia a baciarmi il collo. Sono pronta a tirargli una gomitata ma mi stringe il gomito prontamente, sembra che me lo stia per stritolare e il dolore è lancinante: una lacrima mi scorre in viso, e per quanto mi faccia male, non è per nulla paragonabile al mal di cuore che ho dentro di me. “Non costringermi a farti fuori Angela.”
“Non lo faresti mai.”
“Forse, ma uccidere George, sì che lo farei. Visto che ridiventerai il mio killer e guardia del corpo fidata, credo che dovremo eliminare il problema, no?” mi sorride e lascia il mio gomito, guardando fuori dalla finestra. “Che cazzo vorresti dire?”
“La tua famiglia non sa che tu eri “il serial killer di quattro anni fa”. E non sa nemmeno che dirige quest’associazione. Ricorda che io posso andare da loro e farti sbattere in galera, dalla tua stessa famiglia di poliziotti. Poi potrei uccidere George, Nancy, ehhh.. tante persone a cui vuoi bene, no?”
Alzo il dito e sospiro. “Sei solo un figlio di puttana.”
“Oggi non sei per niente educata.” mi sorride dolcemente.
“Io non voglio essere educata con te, mi hai rovinato la vita, perché dovrei essere cordiale nei tuoi confronti?!” urlo nuovamente, ma sembra che io più urli più alimenti il suo divertimento: gli sto dando troppa soddisfazione.
“Perché io posso manovrarti come un burattino, e se non fossi così bella e così perfetta ti avrei già ucciso. Ma io.. io non riesco a fare a meno di te. E per questo ti ho già trovato un incarico bello fresco. Ne discuteremo stasera nel mio parco privato, ti va?” si rivolta verso di me e mi accarezza la mano come se tutto ciò che dicessi io fosse solo di eco, in secondo piano.
“No.” Gli rispondo ritirando la mano e abbassando lo sguardo al pavimento.
“Ottimo, fatti trovare pronta per le otto, e mettiti addosso qualcosa di carino, ed elimina quell’accento inglese, mi da sui nervi.”
Io annuisco ma dentro di me grido un secco “no”. Forse l’accento Liverpooliano riesce a farmi restare collegata a George. Io lo odio… ma chi voglio prendere in giro, io l’amo ancora, sebbene mi abbia fatto quella cosa: io lo voglio rivedere ma so che ormai il mio destino è segnato.
***
Il parco è illuminato da dei piccoli lampioni, e il profumo di fiori è davvero nauseante. Mi chiedo che ci facciano ad esserci fiori in questo giardino visto che è Dicembre. Non sento freddo, il calore del mio corpo continua a farsi sentire per via della mia giacca pesante che nasconde il mio abito piuttosto scollato. Mi guardo intorno e inizio a girovagare per il parco che sembra quasi un labirinto. “Alex, vieni fuori. Sono le otto spaccate.” dico io scocciata e a bassa voce. “Amo la tua puntualità, dolcezza.”
Sento qualcosa appoggiarsi sulle mie spalle, sono le sue mani. Immagino che ci sia George dietro di me e invece, voltandomi, riesco solo a vedere un bel viso che però non mi trasmette niente, se non un conato di vomito da quanto mi fa schifo.
“Che cosa devi dirmi?” taglio corto, voglio andarmene da qui al più presto.
“Quanta fretta…” dice sorridendomi malizioso e abbracciandomi. Io lo scosto immediatamente e lui mi afferra la mano, stringendomela. “Siamo diventate cattive!”
“Io sono cattiva solo con te,” sbotto e distolgo lo sguardo dai suoi occhi scuri, così penetranti e disgustosi.
“Tralasciamo. Il tuo compito è di fare fuori i miei rivali, ti ricordi? Sono sempre loro, ma da quando te ne sei andata tu nessuno è riuscito a sopravvivere, quindi ben tornata Angela. Fai il tuo lavoro come si deve.”
Mi da un bacio sulla bocca e sono ancora troppo sconvolta per scostarmi: quel gesto non ha significato nulla, ha solo rievocato ricordi che ho cercato in tutti i modi di sopprimere dentro di me. Si stacca da me e alza i tacchi, cammianndo verso la residenza. “Buonanotte.”
Io rimango ferma, immobile e delle lacrime amare mi marcano il viso, non voglio ricominciare, non sono più in grado di uccidere una persona, o forse sì..?
 
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Gne. Questo capito è orribile, scusatemi, ma è solo un capitolo di transizione e la fine comunque è vicina :)
Grazie delle belle parole delel recensioni precedenti, anche non le merito affatto ç.ç <3
Un bacio,
gm19961

   
 
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