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Autore: _DreamerL490_    04/12/2011    1 recensioni
Tutto nasce dalla passione per la musica. Una ragazza sta vivendo il suo sogno; gira il mondo con la sua band e sono entrati a far parte della sua vita i 30 Seconds to mars. Nel giro di due anni tra peripezie e sorprese tutto cambierà.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Reneé*

Ero a casa con Shannon. Jared sarebbe stato via per tutta la giornata per questioni di lavoro e Fran era andata a fare dei colloqui in giro per la California. Io ero già sveglia e Shan lo stesso, non sapevamo cosa fare. Le decorazioni di Natale erano già state messe e tutto era al proprio posto. Forse saremmo usciti a fare un giro in spiaggia.
"Hanno suonato alla porta…apri tu?"domandai. Ero in salotto e non volevo alzarmi dal divano. Ultimamente il bambino si stava muovendo molto e certe notti non mi lasciava dormire.
"Va bene!" gridò Shan dal corridoio.
"Chi è?"chiesi gridando.
"è Cole!" rispose. Le sue visite erano rare, e il più delle volte si trattava di cose importanti. Forse era qui per via del mio compleanno, oppure aveva bisogno di me; anche se dopo un tour non ci vedevamo molto, quando aveva un problema o semplicemente bisogno di parlare veniva da me. Lo vidi arrivare, era sorridente come sempre. Solo con Jared s’induriva, con suo fratello era un’altra storia; tra di loro c’era un’intesa strana, non erano amici, ma neanche nemici, erano qualcosa di più che dei semplici conoscenti.
"Hey!Come stai?" disse.
"Benissimo tu?" risposi.
"Bene, temevo che mi aprisse Jared, in quel caso sarei morto…"disse con tono ironico.
"Mio fratello non ti avrebbe fatto mettere piede qui!Comunque siamo da soli per tutto il giorno e non sappiamo che fare…hai qualche idea?" rispose Shan.
"Mah…sono qui perché per il compleanno di Reneé non sono venuto e poi ti devo dire una cosa che vuole fare John" disse.
"Cos’è successo?" domandai. Quando si trattava del nostro produttore, c’era sempre qualcosa di strano.
"Ci ha chiesto di trasferirci tutti a New York City entro il mese di gennaio, perché ha intenzione di farci lavorare con l’Island Records per il nuovo album…lo so che lo pubblicheremo tra due anni, ma ha detto così" rispose serio.
"Oh mio Dio!Non potrò vedere mio nipote tutti i giorni, ma anche mio fratello la seguirà a NYC e per cui anche io…ci hai appena scombussolato la vita Cole!" disse Shan.
"Ma non credo di poter trasferirmi là, non posso prendere l’aereo e se aspetto il parto, non posso comunque partire…Ora è meglio distrarsi, dopo ne riparlerò con Jared e Tomo" dissi.
"Allora andiamo al molo!" esclamò il maggiore dei Leto. Cole era pensieroso, si notava che era preoccupato, neanche per lui era una scelta facile mollare tutto e ripartire da un'altra parte.


La giornata passata in compagnia di Shannon e Cole fu divertente. Mi accompagnarono a comprare le ultime cose che ci mancavano per il bambino e andammo da Vicki. Pranzammo da lei, e come al solito Shan prese in possesso Andreas, gli raccontava tutte le cavolate che aveva fatto Tomo e ogni tanto cercava di comportarsi come un bravo zio. Ma ora ero tornata a casa; Fran aveva chiamato Shannon e lui era andato da lei, intanto io aspettavo che arrivasse Jared. Non avevo controllato la posta e nemmeno la segreteria telefonica. Andai a svuotare la casetta della posta, c’erano bollette, pubblicità e lettere da parte dei fan. Rientrai n casa e premetti il pulsante per ascoltare i messaggi lasciati e con grande sorpresa sentì la voce di Sara.
"Ciao! Sono Sara, la mamma di James. Ho saputo che avete finito il tour e volevo invitarvi a una festa che abbiamo organizzato a casa nostra, ah dimenticavo ci siamo trasferiti a Los Angeles e l’indirizzo è 2607 Glendower Ave. Ci vediamo"
Era da una vita che non sentivo la sua voce e il suo accento così British. Conoscendo lei e suo marito Chris, la festa sarebbe stata di sicuro sofisticata, con la musica, i bicchieri di champagne e gli stuzzichini ricercati. A questo punto mancava solo Jared e il vestito adatto. Per avvisarlo dell’invito gli mandai subito un messaggio e mi precipitai di sopra per tentare di trovare qualcosa nell’armadio.
"Secondo me lì non troverai niente, prendi quello turchese in alto a destra" disse qualcuno alle mie spalle. L’uomo di casa era tornato, era appoggiato alla porta della cabina armadio e mi guardava divertito, mentre io cercavo disperata un vestito.
"Ben tornato, hai ragione prendo quello e queste scarpe" risposi uscendo da quella stanza. Prima che potessi appoggiare le cose sul letto, lui mi prese per i fianchi e mi girò verso di se. Mi abbracciò e mi baciò dolcemente, poi mi lasciò andare.
"Oggi sembriamo due persone normali che fanno cose ordinarie" continuai.
"Spiegati" disse. Ora stava cercando lui qualcosa da mettersi, era in mezzo ai suoi smoking e cravatte.
"Tu oggi sembri il marito che la mattina presto va al lavoro ed io quella che resta a casa con i figli" risposi. Mi ero già messa il vestito, arrivava fino al ginocchio, aveva la scollatura a cuore e il tessuto era pieno di ricami. L’avevo messo tanto tempo fa, e ancora mi entrava, risaltava la pancia, ma era carino.
"Però considera che i genitori sono dei musicisti…sei bellissima" disse. Anche lui era pronto, mi guardava sorridendo e anch’io, era stupendo. Ogni volta che si vestiva elegante, riusciva a lasciarmi senza parole, anche se i capelli erano spettinati e la camicia senza cravatta era sempre perfetto.
"Grazie, mi devo solo sistemare i capelli e mettere queste" dissi indicando le scarpe.
"Tua madre ti aveva detto che in gravidanza non puoi mettere i tacchi e ora li stai indossando…quanto siete strane voi donne!" esclamò divertito.
"Esagerato!Sono solo 8 cm!" dissi ridendo. Lui iniziò a ridere e mi fece cenno di scendere giù. Prese le chiavi della macchina e ci dirigemmo verso la casa di Sara e Chris.
"Com’è andata oggi con mio fratello e Cole?" domandò guardando il semaforo rosso.
"Bene…ti volevo dire che John desidera che ci trasferiamo a New York City per il nuovo album, non so che fare…"risposi. Mi girai verso di lui, e lo notai serio, pensieroso, neanche per lui era una bella notizia.
"Tu non puoi volare e New York si trova dall’altra parte del paese, se è necessario, ci trasferiremo, ma non ora" disse.


Finalmente raggiungemmo l’indirizzo. La casa era grande quanto la nostra, era tutta bianca con dettagli di legno. Si sentiva la musica provenire dal giardino e le luci illuminavano creavano dei giochi d’ombra.
Entrammo dalla porta che dava sul retro della casa. C’erano tante macchine parcheggiate fuori quanti gli invitati dentro. Fummo subito notati da tutti, che iniziarono a salutarci e sorriderci, non credo erano abituati a vederci.
"Ciao, speravo di rincontrarvi" disse Sara. Si era avvicinata a noi facendosi spazio tra la folla, aveva in braccio James che ormai aveva un anno. Il bambino si lanciò tra le braccia di Jared, sembrava si ricordasse di lui; entrambi avevano gli occhi celesti uguali e insieme formavano una bella coppia.
"Ciao!" dissi. Jared le sorrise, era troppo indaffarato con James.
"Scusate, ma Jamy adora chi ha gli occhi come i suoi…è ora di andare a nanna" disse riprendendo suo figlio. Il bambino continuava a fare segno con le mani di voler essere preso da Jared, ma era troppo lontano.
"Ben arrivati, accomodatevi" disse Chris occupando il posto della moglie.
"Ciao" disse Jay stingendogli la mano.
"C’è un bebè in arrivo" disse.
"Già, dove posso lasciare la giacca?" risposi.
"Oh dammela a me, intanto voi fate come a casa vostra io vi raggiungo tra poco" disse allontanandosi.
"Mi concedi questo ballo?" domandò Jared sorridendo.
"Certo" risposi. Lui mi prese per mano e mi portò verso la pista. La musica era un lento, tutti in torno a noi erano capaci di ballarlo e Jared cercava di imitarli. Si muoveva lentamente, era diventato un bravo ballerino. Gli altri invitati ci guardavano curiosi e ogni tanto commentavano.
"C’è qualcosa che mi tiene la gamba" sussurrò.
"è James" dissi. Il bambino era in pigiama, aveva il dito in bocca e stava tirando i pantaloni a Jared. Gli stava facendo cenno di prenderlo in braccio chiudendo e aprendo la manina.
"Vieni qua e balla con noi" disse alzandolo da terra. James appoggiò la testa sulla spalla di Jared e con una mano mi teneva vicino a sé : ci stavamo comportando come dei genitori.
"Dai, è ora di dormire…ora ci pensiamo noi a farti addormentare" continuò lui.
Entrammo in casa e ci sedemmo sul divano. James si sedette sulle mie gambe ed io lo cullai. Jared prese la coperta, lo coprì e iniziò a cantare "No warning sign No Alibi We're fading faster than the speed of light Took our chance Crashed and burned No we'll never ever learn I fell apart But got back up again and then I fell apart But got back up again yeah.. We both could see Crystal clear That the inevitable end was near…"

 
  
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