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Autore: Mina7Z    04/12/2011    16 recensioni
C’è una "lei". E c’è una donna che sta amando un uomo. Ma forse niente è come sembra e tutto può essere.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Follia



 

 
“Andrè, oggi è la nostra giornata libera e pensavo che potremmo….”.
Era entrata nella cucina dove stavo aiutando mia nonna a mettere una pesante pentola di acqua sul fuoco.
Sollevai la testa e la osservai rapito perché con la sua presenza riempiva la stanza di una luce dorata. I suoi capelli biondi brillavano illuminati dai raggi di sole che entravano dalla grande finestra.
Ma la bloccai subito, parlando tutto d’un fiato perché sapevo che se avessi  aspettato un solo istante, avrei cambiato idea e avrei taciuto.
“..Mi spiace Oscar…ho già un impegno per oggi”.
“…Ah….volevo andare a fare una cavalcata…..c’è il sole finalmente….ma non importa, andrò da sola”.
Restai in silenzio e distolsi subito lo sguardo da lei.
“Ma Andrè…si può sapere dove devi andare….accontenta madamigella….”.
La voce di mia nonna aveva come al solito un tono di rimprovero nei miei confronti.
“Non posso..nonna…..ho un impegno..”
“Lascia perdere Nanny…non è un problema….se ha un impengo lascialo pure andare…”.
Oscar abbassò gli occhi e uscii velocemente dalla cucina.
“Cosa stai combinando…..si può sapere dove devi andare?”. Di nuovo la ramanzina di mia nonna.
“A Parigi…”.
“C’è di mezzo una ragazza?”.
Avrei potuto mentire, ma non riuscii a dirle una bugia. "…..E’ solo un’amica nonna, solo un’amica”.
Però mi sentivo le guancie in fiamme.
Mi guardò e si fece più vicina. “Allora è giusto che tu vada Andrè. Non sarò certo io a impedirti di essere felice.
“Non dire niente a Oscar…. Lo dissi  piano mentre la voce mi tremava.
“Non ti preoccupare tesoro. Da me non saprà nulla. Chi è questa ragazza?”.
“E solo un’amica nonna, davvero. Lavora come cameriera in una locanda ma vuole fare la scrittrice. E’ la figlia illegittima di un nobile”.
“Oh santo cielo….va a farti bello e …..non metterti nei guai Andrè….ricorda che bello come sei puoi avere tutte le donne che vuoi”.
“…Smettila nonna……”.
Già. Tutte le donne che avessi voluto.
Tutte tranne quella che desideravo da una vita intera.
 
 


 
Aurore arrivò puntuale davanti all’ingesso dei giardini delle Tuilleries, dove ci eravamo dati appuntamento. Vestita con il suo abito della festa era ancora più bella.
Avvicinandosi mi salutò sorridendo e mi diede un bacio sulla guancia. Mi fece rimanere senza fiato quel suo gesto così inaspettato e sentii il mio cuore battere all’impazzata.
Poi mi prese per un braccio e passeggiammo per i giardini, soffermandoci a guardare le fontane e ammirando la bellezza del posto. Poi, lentamente ci incamminammo verso Notre Dame e una volta raggiunta la cattedrale ci entrammo.
“Sto scrivendo un libro su questo posto sai?”.
“Un libro su Notre Dame? E di cosa  parla?” le chiesi incuriosito.
“Parla di un capitano di marina e della sua fidanzata. Una storia d’amore appassionata. Ma lui parte per un lungo viaggio, viene catturato dai pirati e non torna a Parigi per molto tempo. Lei viene qui a pregare tutti i giorni perchè il suo amore possa fare ritorno”.
“Ed è una storia a lieto fine?”
“ Il finale non l’ho ancora scritto…ma penso di si”.
“….Perchè in fondo sei romantica..”.
“Forse si…..sono molto romantica. E forse semplicemente scrivo per le mie protagoniste  quello che  vorrei che  accadesse a me. Trovare l’ amore e vivere felice, per sempre”.
Lo disse guardandomi dritto negli occhi.
E io restai immobile, senza fiato.
“Portami a bere una cioccolata calda, Andrè Grandier”.
“Certo, ti porto nel locale più bello di Parigi, vedrai”.
“….Ma……. non vorrei sfigurare in un posto così…”.
“……Non dirlo neanche per scherzo……sarai la dama più bella del locale, non dubitarne Aurore”. La vidi illuminarsi e ricambiare il mio sorriso.
Era davvero bellissima, non lo avevo detto per farle piacere. Camminavo al suo fianco sentendomi fiero di avere accanto una ragazza così affascinante e molto più interessante di quanto avrei mai pensato di poter trovare una donna.
E lei si muoveva, piena di grazia, reggendosi al mio braccio, mentre la sua risata allegra riempiva i vicoli della città innevata.
Dopo la cioccolata, la riaccompagnai a casa.
“Sono stata bene con te, Andrè davvero”.
“Anch’io Aurore, è stata una giornata magnifica. Se ti fa piacere tornerò a trovarti quando mi sarà possibile”.
Mi feci più vicino a lei.
“Certo che mi fa piacere, io…..non vedo l’ora di rivederti…..Andrè”.
Lo disse fissandomi negli occhi, ma quando il mio viso si accostò al suo, abbassò lo sguardo e dischiuse piano le labbra. Fu un movimento impercettibile, le vidi tremare, quelle labbra, fremere,  mentre vi posavo le mie lasciandovi un bacio delicato.
“Buonanotte Aurore”.
Andai via con il cuore in gola. Incitai il mio cavallo a correre all’impazzata verso casa, non sapendo neanche spiegarmi il perché. Quella ragazza aveva l’incredibile effetto di portare un po’ di luce nel buio della mia vita solitaria.
Aurore. Poteva davvero il suo sguardo cristallino spazzare via le mie tenebre?
Aurore, così bella, così sola. Così diversa da me perché capace di affrontarla a testa alta la  vita, lei che in fondo dalla vita non aveva avuto niente.
Lei che viveva di sogni di gloria nella speranza di una rivalsa personale da un passato colmo di sofferenze.
Lei, che aveva risposto al mio bacio con un sorriso sincero.
Lei, che mi guardava con uno  sguardo sognante.
Lei che davvero mi vedeva.
 
 

 
Entrai in casa facendo attenzione a non fare rumore. Non avevo nessuna voglia di incontrare mia nonna e rispondere alle sue domande invadenti.
Chiusi piano la porta e mi diressi verso la cucina per prendere un po’ di acqua calda e immergervi le mani intirizzite dal freddo.
“Andrè….ciao”.
Nel buio della cucina la sua voce mi aveva fatto trasalire.
“Va tutto bene, Andrè?” chiese sottovoce.
“Certo Oscar, benissimo. Cosa fai qui  in cucina al buio?”.
Notai che non aveva affatto bevuto quella sera.
“Niente. Stavo girando per casa e mi sono fermata qui, non c’è un motivo particolare”
“Adesso è meglio che  tu vada nella tua stanza, qui inizia a fare freddo”.
“Si, hai ragione, adesso vado”.
Si alzò in piedi e si diresse verso la porta.
“Oscar…..”.
La chiamai quasi urlando. Desideravo trattenerla. Non poteva svanire così.
“Si, Andrè..”. si girò a guardarmi. Ma io non riuscivo più a mettere in ordine i pensieri  che mi affollavano impazziti la testa. Avrei voluto fermarla, parlarle e  avrei voluto solo mandarla via.
“….Bu…..buonanotte Oscar”.
Balbettai. E poi deglutii più volte.
“…Buonanotte, Andrè”
Passarono alcuni istanti nei quali pensai di non riuscire più a riprendere fiato. Mi appoggiai al muro della cucina lasciando che il mio peso premesse contro la parete. Il capo sollevato, appoggiato mollemente contro il muro.
Gli occhi chiusi.
Il cuore in gola.
Restai così per un tempo interminabile.
Di nuovo le viscere in subbuglio, di nuovo quella morsa allo stomaco.
Di nuovo lei. Sempre lei.
Ero corso a casa per godermi un briciolo di felicità.
Era bastato un solo istante di lei perché ogni muscolo fosse paralizzato, ogni pensiero inesorabilmente rivolto  solo a lei. 

   
 
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