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Autore: Fatelfay    04/12/2011    1 recensioni
Derek si è affezionato ai propri colleghi e non vuole vederli soffrire. Il suo altruismo cosa lo spingerà a fare?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ritardo - La sensazione è di essere fuori posto

Si svegliò di soprassalto nel suo letto. Aveva il fiato corto e non sapeva perché. Si alzò prese la pistola e il distintivo dal comodino e uscì di casa diretto al lavoro. Fece qualche passo e si ritrovò davanti alle porte della base dove lavorava. Le varcò tranquillamente e salì le scale per raggiungere il suo ufficio.
- Ciao, Derek! Come va?- Chiese qualcuno passandogli accanto. Morgan aprì la bocca per rispondere ma non fu sicuro di aver detto qualcosa. Comunque l’altro rispose con un:- Bene anch’io, grazie. Ci vediamo!- L’agente cercò disperatamente un orologio. Aveva la strana sensazione di essere in ritardo per qualcosa, ma sui muri non ne trovò nessuno. Come non trovò nessuna persona in tutto l’ufficio a cui chiedere l’ora. Iniziò ad accelerale il passo e si ritrovò a correre. Si ritrovò sulla balaustra dalla quale poteva vedere la sua scrivania e quella dei colleghi. Vide i suoi compagni lì tranquilli e per niente preoccupati.  Morgan si tranquillizzò e scese i gradini che lo avrebbero portato dagli altri. Ma quando si avvicinò si accorse che c’era qualcosa di strano.
- E tu che ci fai qui?- Aaron lo scrutava con un’espressione preoccupata e molto malvagia, quasi fosse indignato dalla presenza della persona che gli stava davanti.
- Hotch, che c’è?- Chiese JJ avvicinandosi. Appena vide Morgan la sua espressione si incupì e si avvicinò al suo capo. Ben presto tutta la squadra, ad eccezione di Reid seduto su una scrivania, si era radunata davanti a Derek e lo guardavano tutti con astio.
- Tu non dovresti essere qui.- Ringhiò Haley, la moglie di Aaron, senza provare a dissimulare il suo odio. Tra lei e il marito stava il piccolo Jack, anche lui arrabbiato.
- Ehi, che sta succedendo? Che ho fatto?- La squadra era troppo numerosa e minacciosa. Derek guardò meglio mentre si sentiva assalire dal panico. La sensazione di essere in ritardo per qualcosa aumentò. JJ era affiancata da un uomo e teneva in braccio un bambino piccolo anche lui con uno sguardo pieno di odio nei suoi confronti. Ellen Greenaway era stretta tra le braccia di un uomo che teneva una mano tra quelle della donna poggiata sul ventre gonfio. Garcia era accoccolata tra le braccia di un qualcuno che le carezzava i capelli. Gideon, affiancato dal figlio, si teneva stretta una donna dallo sguardo pieno di rammarico fisso su Derek. La sua famiglia stava unita, suo padre lo guardava con rimprovero, una decina e più di bambini erano radunati intorno alle sua gambe. C’erano anche tutti gli altri radunati lì, affiancati o abbracciati alle loro relative famiglie.
- Ma-madre, padre? Che sta succedendo? Non capisco.- Il padre si accigliò e il suo sguardo si rabbuiò e i bambini iniziarono a guardare Derek con astio.
-Spencer, dai, dimmi che succede!- Gridò Morgan, non ricevendo risposta, voltandosi a guardare il piccolo genio. Per tutta risposta, quello si volse e gli lanciò un’occhiataccia. Scese dalla scrivania dove era seduto, tenendo per la mano una giovane donna alquanto scocciata dall’interruzione. Appena ella vide l’agente però il suo viso si adirò.
- Non hai ascoltato.- Disse freddamente Jason.
- Non hai ubbidito agli ordini.- Continuò Jennifer, guardandolo con odio.
- Reid? Vuoi darmi una spiegazione?- La sensazione di essere in terribile ritardo per qualcosa di importante aumentò, accompagnata da una sottile nebbia di paura.
- Sono occupato.- Rispose quello e tornò a baciare la sua ragazza.
- Ti avevo detto di tenere gli occhi aperti.- Alzò la voce Hotch.
- Tu non dovresti essere qui.- Ripeté la compagna di Gideon.
- Tu devi sempre fare di testa tua.- Sputò la frase come se fosse veleno Garcia.
- Perché non impari ad ascoltare?-
- Volete darmi una risposta? Non capisco a cosa vi riferiate.- Derek retrocedette di un passo. La squadra colmò la distanza.
- Reid? Mi sembri l’unico con la testa a posto. Che sta succedendo?-
- La pianti di disturbarmi?- Rispose sgarbatamente il giovane.
- Dovevi eseguire gli ordini.-
- Non ascolti mai nessuno oltre a te stesso.- Disse un bambino.
- Non dovresti essere qui.- Continuò il padre di Morgan.
- Ti avevo detto di tenere gli occhi aperti.-
- Reid! Aiutami, ti prego. Che sta succedendo?- Chiese ancora Derek, sempre più terrorizzato dalla situazione e con la pressante sensazione di essere fuori posto. Le persone che gli stavano dinnanzi intanto, continuavano a dire quelle frasi senza senso e piene di astio, e cominciarono a coprirsi a vicenda. La squadra si avvicinò ancora di un passo. Lui indietreggiò.
- Reid!- Il piccolo genio si staccò dalla sua ragazza, si voltò adirato, si avvicinò e portò una mano al fianco.
- Ti avevo detto di tenere gli occhi ben aperti.-
- Non dovresti essere qui.-
- Non hai obbedito agli ordini.-
- Reid!- Il giovane si avvicinò di un altro passo.
- Non dovresti essere qui.- Disse e sfilò la pistola dalla fondina. Tutti i suoi colleghi con i loro parenti estrassero altrettante pistole e gliele puntarono contro.
- Non ascolti mai.-
- Dovevi tenere gli occhi aperti.-
- Fai sempre di testa tua.- Le sicure vennero tolte.
- Devi imparare a seguire gli ordini.-
- Non dovresti essere qua.- Gli indici premettero sui grilletti. Derek prese la sua pistola e sparò. Il sangue riempì l’atrio, gli agenti della B.A.U. e i loro parenti caddero a terra. Nel petto di Morgan esplose un dolore lancinante. E cadde nel vuoto.
Era in ritardo.












Angolo del Delirio

In questo capitolo mi è sembrato di ripetermi un po'... ma non sapevo come risistemarlo meglio.
Per chiunque adori Derek Morgan avviso che non ho niente contro di lui, anzi... (vi lascio immaginare come divaga il mio cervello, anche se il mio preferito è Spencer Reid), e che quello che è successo in questo capitolo non deve essere per forza ciò che sembra ma... ma è meglio che non parli, prima che dica quello che succederà dopo.
Non so se si è capito davvero il senso di tutto quello che è accaduto, ma spero che con il prossimo (ed ultimo) capitolo io riesca a spiegarvi tutto.
Vi chiedo solo una cosa, anche se forse è troppo presto: un piccolo commentino per sapere che ne pensate, per favore!
Adesso non mi resta che salutarvi.
Ciao, a domani con il prossimo capitolo!

  
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