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Autore: elisa85    04/12/2011    12 recensioni
Tutto ha inizio la sera del ballo...sembrerebbe una storia uguale all'originale, ma una rivelazione inaspettata innesca delle reazioni differenti.
Chissà se la nostra Oscar non capisca prima i suoi veri sentimenti?
Questa è la prima ff che scrivo in assoluto, anche se è un pò che "gironzolo" in questo sito...chiedo clemenza!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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21. Il bene più prezioso.




E' rimasto a fissarla tutta la notte, con il petto appoggiato alla sua schiena liscia e tracciando in un contorno immaginario le curve dei suoi fianchi con le dita.
L'ha vista addormentarsi tra le sue braccia, distesi ancora sul pavimento davanti al fuoco, coprendosi con delle lenzuola rubate dal letto di Oscar.
Lei, tutta la sua vita.
Lei quella strana bambina che è diventata in breve tempo la sua più cara amica, una sorella.
Lei, che gli ha inconsapevolmente insegnato ad amare, come non è possibile minimamente immaginare.
Lei che a sua volta ha imparato ad amare e ha scelto lui.
Loro, ora uniti per sempre.
La osserva per imprimersi nella memoria ogni più piccolo dettaglio di lei, di quel giorno, di quella sera, custodendo gelosamente quelle immagini di lei come il bene più prezioso, perchè se il destino lo vorrà, potrà guardarsi indietro e bearsi del ricordo di quell'istante.
I suoi lunghi capelli sono sparsi sul suo corpo proseguendo come dei raggi di luce sul pavimento, il suo respiro è quasi impercettibile e il suo bellissimo viso sembra finalmente sereno.
E' semplicente un incanto.
Donna. La sua donna.
Il loro amore appena sbocciato dovrà difendersi a spada tratta per sopravvivere e saranno molti gli ostacoli, gli impedimenti che remeranno contro di loro; non può certo chiederle di abbandonare l'uniforme, la sua famiglia, la sua vita per fuggire lontano, no non lo vorebbe mai lui, sarebbe come toglierle quella libertà tanto sudata che è
riuscita a ritagliarsi in mezzo ad una scalata maschilista che non contempla affatto le donne; ormai quella libertà le appartiene.
Soprattutto in questo momento, in cui la Francia è imperversata dai malcontenti verso la corona, dove sembra non esistere più la via di un dialogo tra le classi, una lotta tutti contro tutti,  in cui c'è chi cerca di guadagnarsi dei diritti sacrosanti e chi non è disposto a cedere perdendo parte dei privilegi mal gestiti. Sicuramente non vorrà
tirarsi indietro e venir meno a suoi doveri, non è da lei.
Un suo respiro più pesante riporta l'attenzione su di lei, decidendo così di abbandonare le sue preoccupazioni sul loro futuro e iniziare almeno per il momento a godersi il presente.
Le sposta delicamente dei capelli, liberandole il collo, avvicinando le labbra alla pelle morbida, quando Oscar sente il soffio di André vicino al suo viso.
Si sveglia lentamente, aprendo piano gli occhi che si posano sulle piccole fiamme rimaste accese nel camino, spostando poi lo sguardo verso il suo ventre, ancora infastidito, vedendo il braccio di lui adagiato mollemente sui suoi fianchi e percependo chiaramente il calore di quella stretta; i corpi nudi che si toccano nascosti sotto la
coperta, le natiche che sfiorano appena il suo bacino: un improvviso rossore d'imbarazzo s'impossessa di lei, riportandola alla realtà.
Ha fatto l'amore con Andrè.
Ha amato e si è fatta amare dal suo uomo. Ancora non se ne capacita.
L'ansia si insinua nel suo animo, crogiolandosi nella più totale insicurezza; Lei nuda. Davanti a lui. Lei che si è fatta amare senza pudore, nella convinzione del suo amore, ogni centimetro di pelle; lei che ha goduto di quell'amore senza nessun tipo di costrizioni, assecondando senza freni il suo corpo e quello di André.
Non ha creduto che il risveglio, con la luce del giorno a cogliere le loro nudità, potesse essere imbarazzante.
E invece lo è. Almeno per lei.
Si vergogna di quel corpo che ha sempre celato anche ai suoi stessi occhi e non sà cosa possa aver pensato André, vedendola libera da quegli abiti maschili che hanno sempre racchiuso la sua vera essenza. Già Andrè, probabilmente lui avrà di certo conosciuto certi piaceri, il suo tocco seppur gentile e delicato, ha svelato una certa
esperienza. E lei, alla luce di quei pensieri, non riesce a negare quell'insulsa sensazione di fastidio, accompagnata dal terrore che lui ne sia rimasto deluso.
Ma cosa le ha fatto quest'uomo...non si è mai sentita più fragile e stupida in tutta la sua vita.
Tarda appositamente a girarsi verso Andrè e a fargli capire che è sveglia, ma lui che la sta osservando ininterrottamente da ore si è accorto sei suoi occhi azzurri che vagano per la stanza, posandosi ora sul suo corpo, ora sul camino, come se stesse cercando di convincersi che non si tratta di un sogno.
- " Buongiorno Oscar... " - Le dice con voce bassa, baciandole la guancia.
- " Buongiorno " . - Un sussurro a labbra strette, che a malapena ha fatto fatica a sentire lei.
- " Tutto bene ? " .
- " Si...".
- " Mhmm, sicura? Sei un pò pensierosa per esserti appena svegliata... " - Le sposta leggermente le coperte per continuare il suo percorso di baci lungo il suo corpo.
L'aria fredda del mattino le punge il seno e sente immediatamente la schiena percorsa dai brividi, afferrando istintivamente il tessuto e coprendosi nuovamente dal suo sguardo.
- " Scusami,...hai freddo ? " - Le domanda mentre si avvicina ancora di più a lei, cingendole i fianchi con le braccia, nel tentativo di scaldarla.
- " No, André... ".
- " Allora cos'è tutta questa fretta di coprirti; sei bellissima, lo sai? Adesso più di ieri e domani lo sarai più di oggi". - Le dice facendola voltare gentilmente verso di lui.
Non gli risponde, mentre si fa trascinare nel suo abbraccio, senza però riuscire ad incrociare gli occhi con quelli di lui.
- " ...sei talmente bella Oscar, tu non te ne rendi conto " .
- " Andrè non esagerare, ti prego... ".
- " Oscar cosa stai dicendo... ".
- " Davvero credi che io sia bella...come può esserlo una donna come le altre? Ecco..forse mi hai idealizzato troppo, io non vorrei...sai non sono certo quel tipo di donna florida e morbida con cui qualsiasi uomo vorrebbe giacere ".
Ecco il motivo di tanto pudicismo inspiegato dopo la loro ultima notte, la sua Oscar è insicura, ha paura che lui possa esserne rimasto deluso. Lei, pervasa da un'insicura femminilità e da quel pizzico di gelosia implicita, nascosta tra le parole con la prontezza evasiva di un uomo.
- " Oscar, davvero non sei consapevole di quanto tu possa far male al cuore; amore tu non riesci minimamente ad immaginare quanto la tua bellezza sia qualcosa di raro, quanto fascino emana la tua figura, di quanta grazia vi sia in te, sei l'incarnazione della perfezione. Sei l'invidia di tutte le dame di Versailles e credimi, con mio forte
dispiacere, sei fonte di poco ortodosse curiosità per molti, ma molti, gentil nobili, che di nobile non hanno proprio niente quando si tratta di fantasticare sul bellissimo comandante de Jarjayes ".
- " Ma a me non importa cosa ne possano pensare gli altri, io... voglio sapere cosa ne pensi tu ".
- " Io...sono un uomo davvero fortunato. Sei colta, intelligente, brillante, generosa, testarda, sensibile, la miglior spadaccina di Francia e poi sei dannatamente bella, Oscar. Sei un sogno, io credo che non riuscirò mai ad abituarmi a questa visione. Ogni tuo gesto è pieno di femminilità e stanotte credimi, sono impazzito, ogni parte di te sprigiona sensualità, Oscar...hai ragione tu, non sei come le altre, sei assolutamente unica. Poterti ammirare in tutta la tua bellezza, mi ha svelato quanto tu sia incredibile, più di quanto potessi immaginare nei miei sogni ".
- " Andrè !! ".
- " Oscar, perdonami ma è vero, ti amo da una vita e non ti nego di averti desiderata come non ho mai creduto possibile; ma saperti mia, solo mia, ha aumentato la mia voglia di te, i tuoi occhi, le tue labbra carnose, le tue lunghe gambe, il tuo seno...sai, potrei non farti più uscire di qui " . - Le cattura le labbra, trattenendole il viso tra le mani.
- " Andrè, credo sia sconveniente per entrambi farsi trovare nudi, nella mia stanza...e poi oggi devo andare in caserma... ".
- " Oscar ma il nostro congedo? ".
- " Il tuo è un congedo! E' già abbastanza strano che il comandante ti abbia scortato fino a casa, la stessa per giunta, assistendoti per un giorno intero, forse è il caso di non destare sospetti e di dare adito a voci in fondate e sarebbe bene evitare di rientrare in servizio insieme fra un paio di giorni. Allora cosa ha dire, soldato? ".
- " Mmm, hai ragione tu...per questa volta. Ma giurami che appena potrai, tornerai da me ".
- " Giuro, anche se non ce n'è bisogno Andrè, perchè io ti amo " .
- " Ti amo anch'io Oscar ".
- " Quindi, se ho capito bene, non sono niente male. Anzi mi è sembrato di capire di essere una donna avvenente e di esercitare un certo fascino su di lei, Grandier ?".
- " Esatto madamigella, ha perfettamente ragione ".
Le loro risate soffocate dai baci sono le uniche cose che si odono all'interno di quella grande camera. Mentre tutto il resto del palazzo dorme, loro sono avvolti l'uno all'altra complici delle loro vite, adesso più che mai intrecciate, complici nel loro destino tutto da compiere, complici del loro amore.

Si è preparata sotto lo sguardo compiaciuto di Andrè, che ancora disteso vicino al camino, l'ha seguita scrupolosamente in ogni suo piccolo movimento.
Come sua abitudine si è vestita con maniacale attenzione, senza tralasciare neanche il più piccolo dettaglio, dai pantaloni, ai polsini della camicia, alla giacca dell'uniforme allacciata in maniera impeccabile.
Non vuole perdersi neanche un secondo di lei, ha sempre pensato che potersi svegliare al suo fianco la mattina sarebbe rimasta un'eterna pregheria inascoltata e invece si è dovuto felicemente ricredere. Catturerà ogni istante passato con lei, quegli istanti che ha sempre sognato di poter vivere.
Ha sempre adorato la sua precisione, infondo ha immaginato che dovesse essere perfezionista anche nel vestirsi, ma ecco che improvvisamente riesce a sorprenderlo di nuovo, ancora una volta: la vede davanti alla specchio. Le sue mani delicate scorrono su quella seta color dell'oro, accompagnando i movimenti della spazzola. Non perde certo del tempo a specchiarsi inutilmente, non ne ha bisogno lei, ma quel piccolo vezzeggio tipicamente femminile, gli ha scaldato il cuore.
Si alza in piedi, facendo scivolare sul suo corpo ancora nudo la coperta che ricade morbida sul pavimento. Si avvicina a lei, ancora voltata di spalle, posando le mani sui suoi fianchi, premendo gentilmente invitandola a girarsi verso di lui.
Le dita di Oscar percorrono delicate il suo fisico, sfiorandogli le natiche, lungo la schiena, per poi riscendere sui fianchi e allargarsi sul suo petto; non può fare a meno di guardarlo, lui è così bello, anche che se non è ancora abituata a ritrovarselo nudo sotto i suoi occhi; deglutisce a fatica sentendo il rinascere di quelle sensazioni intense scoperte da poco, riaccendendo il desiderio di lui; allaccia le mani dietro al suo collo, mentre lui avanza verso di lei, schiacciandola dolcemente con il suo peso al muro. Un lamento di piacere le è uscito dalla labbra morendo su quelle di lui, quando ha percepito Andrè aderire completamente a lei.
Di nuovo il suo sapore nella sua bocca, la sua lingua che cerca, insegue, insegna alla sua, trascinandola verso la passione, sente spingere avidamente sulle sue labbra con la voglia di prentendere di più, come se quel bacio non fosse profondo abbastanza; l'eccitazione s'impossessa della sua ragione, mentre le mani afferrano i fianchi di lui, fino a farlo appoggiare completamente a lei e percependo la passione di Andrè sul suo ventre. In un attimo, le cinge un polso allontandole il braccio dal suo fianco, per poi scivolare e stringerle una natica, fino ad afferrarle la coscia sollevandola da terra, appoggiandosi ancora di più sul corpo sinuoso di Oscar che fugge dalle sue labbra, per respirargli quel piacere sulla bocca.
Istintivamente stringe la gamba sollevata attorno al suo bacino, constatando in lui l'apprezzamento di quella stretta; la mano libera di André torna percorrere il suo corpo, mentre con l'altra la sorregge tenendole stretta la vita. Le dita di lui scivolano tra i loro corpi, arrivando a sfiorarle l'inguine, fino a soffermarsi sul suo piacere, provocandole attimi di pura follia, accentuandone l'affanno del suo respiro. Con qualche difficoltà riesce ad infilarle la mano nei pantaloni, tocccandole ora la pelle morbida, fino a scendere al centro.
Un sussulto quando lo sente muoversi in lei, donandole un forte piacere, esasperato dal respiro pensante di lui, sfiorarle l'orecchio.
- " Oscar, appena puoi...torna da me ".
Annuisce contro la sua guancia, mentre si ritrova ad aggrapparsi a lui con tutte le sue forze, abbandonadosi al suo tocco gentile, fin quando in quell'ardito gioco le pare di sentire un rumore lontano, probabilmente proveniente da fuori, ma che ha il potere di ricondurla alla realtà e alla pericolosità del loro amore.
Ancora ansimante, riapre gli occhi posandoli sul suo viso.
- " André, aspetta. Ho sentito dei rumori, sarà il caso che torni in camera tua ".
- " Si hai ragione Oscar...ma tu così mi uccidi - Le sbisbiglia, dandole un ultimo bacio ".
- " Andrè, allontanati e soprattutto rivestiti, prima che cambi idea ". - Gli dice spingendolo delicatamente via da sé, coprendosi gli occhi con la mano.
Si allontana da lei mentre cerca sul pavimento i suoi vestiti, sorridendo inevitabilmente per quella nuova Oscar che solo lui può e potrà conoscere.




Un sospiro afflitto, invade lo spazio quando le sue spalle toccano stancamente la porta dell'ufficio appena chiusa.
Le sembra essere passato un battito d'ali infinito da quando è stata l'ultima volta nel suo ufficio, prima di stravolgere quella calma apparente che ha oscurato silenziosamente per una vita intera il suo vero io, rendendolo illegibile persino a sè stessa, ma che solo ad Andrè è sempre sembrato limpido come l'acqua.
Le ultime ore vissute, dilatate in un tempo infinito, le hanno rivelato in tutta la loro intensità, ciò che è davvero di primaria importanza per lei, assaporando ogni momento, ogni secondo scorso sulla sua pelle. Un battito d'ali se paragonato al tempo perduto, in cui lei ed Andrè avrebbe potuto gioire del loro amore, un breve assaggio di quello che dovrebbe essere la felicità e di cui adesso non può e non vuole più rinunciarvi.
Ha sempre adempiuto con responsabilità al suo dovere, da ragazzina impulsiva e arrogante qual'era a donna matura e pienamente consapevole della fortuna che in parte le è stata concessa nell'essere educata dal padre.
Non vuole certo rinunciare al suo lavoro fa parte di lei, ma ora sembra che questo le stia rubando degli attimi preziosi a cui ha già donato molto tempo e dedizione, concentrandovi tutte le sue energie.
La giornata è passata velocemente ristabilendo un pò d'ordine, tra i documenti rimasti in arretrato e qualche piccolo problema di ordinaria amministrazione, tutto sommato anche l'esercitazioni dei suoi soldati non si sono rivelate un disastro, dato che per poco più di ventiquattro ore ha abbandonato quei manigoldi nelle mani di Alain.
Smonta da cavallo affidandolo ad un soldato e s'incammina nel lungo e buio corridoio che condunce verso il suo ufficio, quando sente chiaramente dietro di sè il rumore di passi inseguire i suoi.
- " Alain, sei tu..."
- " Buongiorno comandante ".
- " Bene, noto con piacere che non hai combinato disastri in mia assenza, Alain... ".
Rimane inebetito alla visione di quel sorriso mai scorto prima sul suo viso, un sorriso che le ravviva gli occhi, un sorriso che scopre la sua infinita dolcezza.
- " Siete diversa... ".
- " Tu credi...".
- " Io credo proprio di si... ".
- " Forse...magari no, magari lo sono sempre stata ".
- " Beh, diciamo che questo lato nascosto vi dona parecchio... ".
Lo guarda curiosa per quello strano comportamento.
- " Ecco, il vostro sorriso cattura ".
- " Di cosa hai bisogno Alain? Non credere che per questo ti conceda un permesso per andare a bere in qualche bettola... ".
- " Credo di non aver bisogno di niente, mi fa piacere vedervi felice... ". - Alza una mano per spostarle dei riccioli dal viso, ma all'ultimo si ferma, ritraendo il braccio, soffermandosi impertinente a fissarle gli occhi confusi e le labbra dischiuse e senza volerlo muove un passo incerto verso di lei e domandando a sè stesso che diavolo stia combinando.
- " Immagino che tu sia venuto a cercarmi per sapere delle condizioni di Andrè, giusto? ".
Si risveglia improvvisamente quando alle sue orecchie giunge il nome di Andrè, del suo amico; che sia lui il motivo della sua felicità.
- " Si, certo comandante! Volevo chiedere notizie di Andrè...  - dice mentre riacquista una distanza tra loro ".
- " Sta decisamente meglio, portarlo a casa è stata la cosa migliore; domani sarà l'ultimo giorno di congedo e poi tornerà in servizio " .
- " Bene, mi fa piacere, portategli i miei saluti ".
- " Grazie Alain, lo farò " .
- " Comandante! ".

Ancora un pò sbalordita per il comportamento di Alain, si sfila lentamente i guanti bianchi mentre raggiunge la porta del suo ufficio; i suoi pensieri vengono interrotti da una voce dispotica, cogliendola del tutto di sorpresa.
- " Vi stavo aspettando comandante de Jarjayes ".
- " Generale Buille, scusate non sapevo che mi stavate aspettando, io... ".
- " Non vi preoccupate comandante. Vi devo parlare di una questione delicata su cui non posso proprio trascendere Jarjayes ".
- " Credo di sapere a cosa vi riferite... ".
- " Trovo abbastanza eccessivo il vostro interessamento verso i vostri soldati. Esigo che ognuno mantenga i propri ruoli; devo forse ricordarvi che siete l'erede di uno dei più grandi casati di Francia da sempre devoti alla corona? Insomma, in un momento delicato come questo, non posso certo approvare il vostro comportamento, avete lasciato scoperto il vostro posto qui in caserma, per sincerarvi delle condizioni di un soldato. Cosa avete da dire a vostra discolpa! ".
- " Generale, la vita di uno dei miei soldati è importante in egual maniera a quello di un altro senza alcuna distinzione; è un mio dovere far rispettare l'ordine, ma anche garantire il loro benessere; dei soldati inappagati risulterebbero inefficiente ai miei ordini. Ho solo fatto il mio dovere ".
- " So che vi siete assentata per riportarlo a casa! ".
- " Certo. Semplicemente perchè si tratta del soldato che ha prestato servizio per tanti anni come mio attendente e al momento la sua unica parente in vita è la governante di palazzo Jarjayes. Nulla di più dell'aver eseguito le prescrizioni del medico ".
- " E' inamissibile tutto questo. Diciamo che sono disposto ad ignorare l'accaduto per questa volta; spero non vogliate deludermi ancora comandante, vi chiedo di prestare attenzione a ciò che fate, non vorrei trovarmi nella posizione di dover prendere dei provvedimenti nei vostri confronti, creando il dispiacere di vostro padre. Questo è un ordine comandante, spero di essere stato chiaro ".
- " Si, Signore! Se è tutto signore... ".
- " No, non ho ancora terminato comandante! Sono qui anche per un altro motivo, devo lasciarvi un delicato incarico...sapete bene che il principe Aldelos di Spagna è in visita in Francia ed è stato ricevuto anche da sua Maestà il Re... ".
- " Si, certo ".
- " Abbiamo saputo che dei ribelli vorrebbero ucciderlo per diffamare il nome del nostro paese all'estero. Ora, il nostro problema è che il principe Aldelos vuole assolutamente visitare alcune regioni francesi; vorrei che voi provvedeste alla sua scorta ".
- " Chiedo scusa signore, ma questo è un compito che di solito spetta alla guardia reale ".
- " Lo so, ma in un momento come questo, non posso distogliere la guardia reale dal delicato compito di proteggere i sovrani. E' per questo che faccio affidamento sul vostro coraggio comandante e sui vostri uomini ".
- " Si, Signore ".
- " Preparativi. Partirete fra due giorni ".



E' già sera, quando si mette sulla strada di palazzo Jarjayes.
Ha ritardato volutamente il rientro a casa, ha sentito necessario il bisogno di dar sfogo alla sua rabbia, fermandosi ad esercitarsi con la pistola.
Se la sarebbe aspettata un'improvvisata del genere, non ha potuto proprio rimanere inosservata la sua assenza; è perfettamente consciente dei pericoli a cui è andata incontro, ma rifarebbe tutto di nuovo e ancora ed ancora. Andrebbe dritta all'inferno per Andrè.
Non è solo questo ad indisporla fortemente, quell'uomo così amico di suo padre è un pazzo senza criterio, come molti altri nobili.
La vita dei suoi uomini non è poi così importante per lui; come si possono fare distinzione quando c'è in gioco la vita di un uomo? Sarebbe disposta anche a morire per salvare la vita ai suoi soldati.
Il suo amore con Andrè non avrà mai tregua, dovranno guardarsi sempre alle spalle e se possibile trovare una soluzione; non può assolutamente permettersi di perderlo a causa della sua posizione.
E' bastato accompagnarlo a casa, per essere giudicata e per poco magari tacciata anche di tradimento.
E come se non bastasse si è aggiunto il compito assegnatole dal generale, non le è stato possibile esimersi dall'incarico; sarà difficile condurre i suoi uomini in un'operazione che vede implicata la protezione di un nobile, ma non può cedere, non adesso. Avrà bisogno del sostegno di Alain e anche di Andrè, ma non può coinvolgerlo nelle sue condizioni, in una missione così pericolosa e lui vorrà seguirla, di questo n'è certa.



E' arrivata a palazzo molto tardi, ormai l'orario di cena è passato da un pezzo.
Giusto Nanny le viene incontro, preoccupata dato il ritardo e dato la mancanza di qualsiasi tipo avviso che annunciasse il suo contrattempo; ha voglia di vederlo, gli è mancato così tanto e si sente un pò colpevole nel saperlo a casa in sua attesa e senza perdere altro tempo, glissa cortesemente Nanny e si dirige spedita al piano superiore.
Entra senza fare il minimo rumore chiudendo a chiave la porta e muovendosi lentamente nel buio di quella camera.
Si toglie la giacca della divisa appoggiandola ai piedi del letto, sbottanando attentamente i bottoni della camicia, lasciandola aperta sul davanti.
Appoggia gli stivali al pavimento e il rumore dei tacchi risuona sul legno.
- " Oscar, sei tu? ".
- " Si, Andrè... ".
- " Ma dove sei stata fino a quest'ora? ".
- " Scusami, adesso sono qui Andrè...".
Si è sfilata anche i pantaloni lanciandoli chissa dove, mentre lo raggiunge a carponi sul letto, fino ad arrivare alle sue labbra.
- " Ho bisogno di te, amami Andrè, amami... ".
E' tornata da lui, ed è tutto ciò che conta.
La sua Oscar.
La bacia come se fosse la prima volta, la bacia come se fosse l'ultima, mentre le prende i fianchi, per guidarla sotto le coperte con lui.
C'è una strana urgenza in lei, nei suoi movimenti. Gli toglie i pantaloni, ma senza fretta, riposizionandosi su di lui, accarezzandogli le labbra fino a toccargli il petto.
Un bacio lento, profondo e la sente scivolare lentamente, unendosi di nuovo, provando quella sensazione di completezza che solo lei gli può donare.
Le stringe con forza i fianchi, guidandola nei movimenti, inebriato dal suo corpo perfetto sopra al suo, i suoi capelli ricadono morbidi da un lato ondeggiando seguendo i loro gesti. Sospirano affannati sulle labbra dell'altro, mentre Andrè le afferra la nuca, affondando le dita nei suoi capelli, portando le sue labbra ad un soffio dalle sue.
- " Ti amo Oscar... ".
- " Ti amo Andrè... ".
- " Giurami che sei mia... ".
- " Sono tua...solo tua Andrè ".
Avrà modo di parlare con lui, adesso no, adesso c'è tempo solo per il loro amore.
E lei deve proteggerlo il suo Andrè; deve proteggere il suo bene più prezioso, a tutti i costi.









Chiedo scusa per il tremando ritardo, ma non sempre è semplice riuscire a far filare tutto come si vorrebbe.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi e un grazie particolare al mio più grande sostegno in questa avventura...



  
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