Serie TV > Il mondo di Patty
Segui la storia  |       
Autore: xwonderdemi    05/12/2011    6 recensioni
"Ci arrampicavamo sul tetto a parlare del nostro futuro come se ne sapessimo qualcosa,
non era nei piani che un giorno ti avrei perso.
In un’altra vita, sarei stata la tua ragazza,
avremmo mantenuto le nostre promesse, noi due contro il mondo.
In un’altra vita avrei fatto in modo che restassi,
così non devo dire che sei stato tu quello che se n’è andato.
Quello che se n’è andato."
Dal prologo: «Ma il destino aveva deciso. Il destino non ci voleva insieme, altrimenti non me lo avrebbe portato via».
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nicolas | Coppie: Antonella/Bruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
8 Scusate il ritardo! D:
The one that got away.

Capitolo VIII.

Delle lacrime iniziarono a rigarmi il viso, ricordando quel giorno. Il più brutto di tutta la mia vita.
Talmente impressionante che lo ricordavo perfettamente, in ogni suo singolo dettaglio, anche tantissimi anni dopo.
Ero rimasta a casa di Bruno quella notte, aspettandolo in piedi se solo fosse ritornato.
Ma non tornò.
Forse, e dico forse, era stato via per pensare e sarebbe tornato presto.
Alle otto del mattino, decisi di andarmene. Probabilmente mi avrebbe contattata lui...
Vivevo con quella speranza.
Andai a casa di Caterina, avevo assolutamente bisogno di qualcuno che mi potesse star vicino e chi meglio della mia migliore amica poteva farlo?
«Antonella? Che succede?», chiese, aprendo la porta e vedendo che mi stavo per buttare tra le sue braccia.
Ricominciò il pianto. «Ehi, su, entriamo in casa e ne parliamo davanti a un buon cioccolato caldo, ti va?», chiese.
Annuii debolmente, mentre chiudevo la porta dietro di me.
«Allora, cos'è successo?», domandò, apparendo in soggiorno qualche minuto dopo con due tazze fumanti.
Ne presi una, la ringraziai ed iniziai a raccontare. «Ieri io e Bruno abbiamo litigato...ha avuto un'offerta molto vantaggiosa, ma mi stava trascurando, così gliel'ho detto e...», i singulti si riappropriarono di me.
Caterina mi diede delle pacche amichevoli sulla spalla. «Non avevamo mai e dico mai litigato così. E' stato terribile, sembravamo volerci scannare come delle bestie. Ti rendi conto?», mormorai.
«E poi?», chiese triste.
«Poi...ho buttato della vernice sul suo quadro e ho rovinato tutto il suo lavoro. Lo so, sono stata un'emerita cogliona senza cuore, ma la testa mi diceva di far quello...appena ho realizzato cos'era accaduto, lui ha ricominciato ad urlare e...», alzai lo sguardo.
«E se n'è andato, lasciandomi sola. L'ho aspettato tutta la notte, ma non è tornato.», sussurrai.
Caterina mi strinse a sé e mi sfilò delicatamente la tazza dalle dita tremanti. «Shh, shh, andrà tutto bene, te lo prometto. Bruno ti ama, capirà di aver sbagliato ad inveirti contro e tu gli chiederai scusa.», mi alzò il viso con due dita sotto il mento e sorrise.
«Probabilmente non mi vorrà nemmeno vedere ed ha ragione. Sono stata una persona orribile, ho rovinato tutto...e lui...», ricominciai a piangere.
Non ero mai stata fragile come in quel momento.
«Eh, no, Antonella. Ora mi ascolti. Non sei stata mai così triste e una litigata non cambierà il tuo modo di essere. So che è difficile, ma voglio che tu ti riprenda. Non è bello per me vederti così, sei la mia migliore amica e se piangi tu, io non rido di sicuro.», mi prese il viso tra le mani.
«Avanti, sorridi!», esclamò.
Feci una smorfietta che doveva assomigliare ad un sorriso, perché Caterina rise e batté le mani. «Non è difficile. Ora, stiamo un po' insieme. Questa tristezza non la voglio vedere.», mi prese per mano e mi trascinò via.
Infatti fino a quando stetti con lei andò tutto bene.
Non sorrisi di certo ricordando tutti i casini che combinammo in una sola mattinata, la sessione di shopping e tutto il resto.
Le cose presero una brutta piega, quando...
Tornammo a casa.
M'ero dimenticata il cellulare ed era pure spento. Quando lo accesi, trovai due messaggi.
Erano uno di Bruno ed uno di Gonzalo.
Lessi quello di Bruno, risaliva alle dieci circa del mattino.
Amore mio, mi dispiace davvero per quel che è successo ieri. 
Stanotte sono stato fuori ed ho pensato a noi e a tutto quel che c'eravamo promessi la sera della nostra prima volta.
Io quel futuro non l'ho dimenticato e non deve essere distrutto per via di una litigata futile come quella di ieri.
Il quadro lo rifarò, ma non posso riportarti indietro con la stessa facilità. Ti prego, dimmi che non sei arrabbiata, sistemiamo tutto.
Sto tornando a casa.
Ti amo, Bruno.
Sorrisi ebbra di gioia. Non potevo crederci...era tutto sistemato!
Avevo avuto tanta, tanta paura di perderlo e invece no! Saremmo tornati insieme e più forti di prima.
Però, poi, mi chiesi cosa voleva Gonzalo.
Quel messaggio me l'aveva inviato un quarto d'ora prima.
Antonella, Bruno ha avuto un incidente mentre stava tornando a casa.
Ti supplico, vieni presto in clinica, è questione di vita o di morte.
Gon.
La felicità diede spazio ad un dolore incommensurabile. Improvvisamente fu come se mi avessero squarciato il petto e strappato via il cuore con violenza.
No, no, non poteva essere!
Lasciai cadere il cellulare per terra e mi portai le mani alla bocca, mentre le lacrime uscivano di loro spontanea volontà dai miei occhi già rossi per la notte insonne.
Caterina mi raggiunse perché aveva sentito lo schianto del telefono. Quando mi vide in lacrime, capì che c'era qualcosa che non andava.
Ebbi la forza di sussurrare appena tre parole: Bruno, incidente, clinica.
Lei mi prese quasi con la forza e ci dirigemmo al capezzale del mio unico amore.
Intanto, mentalmente, una sola preghiera aleggiava, speranzosa.
Ti prego, non portarlo via da me. Abbiamo ancora un futuro da vivere insieme. Ti prego, ti prego...
Sperai solo che non fosse troppo tardi.
Quando arrivammo in clinica, mi fiondai in ascensore senza nemmeno aver fatto finire l'infermiera di parlare riguardo alla stanza o al piano dov'era Bruno. Non m'importava, l'avrei trovato. Non poteva andarsene, non poteva lasciarmi sola.
Era stato tutto un terribile sbaglio, la sera prima, io...non volevo, non volevo litigare e soprattutto ora non volevo che morisse.
Corsi, con Caterina che faticava a tenere il mio passo, e trovai Gonzalo in sala d'aspetto con Felicitas. «Gon!», esclamai, abbracciandolo di slancio.
«Anto...», sussurrò.
Aveva gli occhi gonfi per via del pianto.
«Dov'è?», chiesi.
«Di là, non so se ti fanno entrare.», rispose.
«Al diavolo, io entro lo stesso, non lo lascio andar via, no!», gridai quasi, dirigendomi verso la sua stanza.
In quel preciso istante una dottoressa uscì. «Signorina, non può entrare.», disse categorica.
«La prego.», iniziai. «La prego. Quel ragazzo lì dentro è tutta la mia vita. Ieri abbiamo litigato, non posso dirgli addio senza avergli chiesto scusa o aver detto che lo amo. E' mai stata innamorata? L'amore porta anche a questo. Mi faccia entrare, solo qualche minuto.», ero sull'orlo delle lacrime.
Sorrise timidamente, lasciandomi passare.
Bruno era sveglio.
Si voltò per controllare chi fosse entrato e, appena mi vide, cercò di sorridere.
Ma era pieno di tubi e legato a delle flebo. «Amore mio!», esclamai.
«Antonella, mi dispiace.», sussurrò.
«No, amore, no. E' a me che dispiace.», gli strinsi una mano e me la portai sulla guancia. «Ora tu devi fare il bravo ed essere forte, abbiamo ancora un futuro insieme, amore mio. Ricordi? L'abbiamo programmato di già. I nostri Juan e Sophia, la villa a due piani...», sorrisi a malapena, come egli, che, per quanto gli costasse, increspò le labbra in una smorfietta di gioia.
«Sono stata davvero una stronza a buttare all'aria il tuo lavoro, ero stata accecata dalla gelosia, io...sì, ero gelosa di un quadro!», risi, scoppiando a piangere.
Uno strano paradosso, lo sapevo.
Bruno passò la mano non legata alla flebo sul mio viso e asciugò le lacrime. «Fammi parlare ogni tanto. Antonella, mi spiace davvero per come è andata ieri...ricorda che io ti amo ora e per sempre e...», tossì. «se non dovessi farcela, devi andare avanti senza di me...», parlava a fatica, bloccandosi ogni tanto.
«Come posso, amore mio? Non pensare a cose del genere, ti prego...», mormorai.
«Invece le penso. Amore, io voglio che tu sia felice. Se non con me, con qualcun altro.», annaspò aria. «Promettimelo.».
Con le lacrime agli occhi, annuii. «Te lo prometto.».
Sorrise.
«Mi dai un bacio?», chiese.
«Amore, pensi a questo proprio ora?».
«Potrebbe essere l'ultima volta. Almeno morirei felice.», rispose.
«Non morirai!», esclamai convinta.
S'issò con la poca forza che aveva abbastanza per posare le sue labbra sulle mie. Fu un bacio dolce, intenso, carico di tristezza...
«Avrei voluto avere una macchina del tempo, almeno non saresti ridotto così. Sono così stupida.», mi rimproverai.
«Non sei stupida. Smettila di prenderti la colpa, sono stato io distratto e poi...non ce l'ho con te, amore mio. Grazie per questi sei mesi insieme, è stato il periodo più felice della mia vita.», sussurrò.
«Tu sei la mia felicità.», ribattei.
«Dobbiamo operarlo, per favore, esca signorina.», mi avvertì una voce maschile.
«Fa' il bravo. Mi raccomando, torna vincitore.», dissi, baciando la fronte di Bruno.
I suoi occhi verdi erano più spenti del solito, lui era fiacco e debole. Stirò le labbra in un tenero sorriso. «Farò di tutto. Ti amo.», mormorò.
«Ti amo anch'io, amore.», e, con la testa bassa, uscii da quella stanza, non sapendo che era l'ultima volta in cui ci avrei parlato.
Aspettai con Gonzalo, Felicitas e Caterina, facendo avanti e indietro per il breve tratto di corridoio davanti alla stanza.
Furono ore di pura ansia, non sapevo se il mio unico amore fosse sopravvissuto o meno...
Se non fosse sopravvissuto, gli avevo promesso di rifarmi una vita, cercare di sembrare felice con qualcuno che non fosse lui...ma in quel momento sembrava una cosa così remota ed improbabile che cercai di non pensarci.
Ad un certo punto mi misi in disparte e pregai.
«Se ci sei lassù, ti prego con tutto il mio cuore di farlo vivere. Non ho bisogno di niente come ho bisogno di lui. Abbiamo tante cose da condividere, un futuro da passare insieme...so che non sono molto dedica alla preghiera, però...», non ce la feci.
Iniziai a singhiozzare e terminai in quel modo la mia assurda supplica.
Respirai convulsamente e cercai di calmarmi, poi tornai dagli altri.
Li vidi piangere. Gonzalo stringeva a sé Felicitas che era in lacrime come non l'avevo mai vista. Caterina aveva gli occhi lucidi. Temei il peggio.
«C-cosa succede?», domandai inquieta.
«Bruno...Bruno è morto.», mormorò Caterina in risposta.
Il mondo mi crollò addosso.
Era morto. Mi aveva lasciata.
Fu allora che urlai ed il mio pianto fu ancor più forte di prima.
Gonzalo mi abbracciò, ma ciò non servì affatto a tranquillizzarmi. Ero fuori di me; mai piansi lacrime tanto amare e dolorose in tutta la mia vita.
Stavo piangendo anche in quel momento, era inevitabile.
Ogni volta che ci pensavo, il dolore tornava sempre e sembrava quasi pugnalarmi senza sosta o pietà.
E in quell'attimo mi ricordai di quanto fossi stata passiva dopo la notizia...
«La prego, mi dica che non è vero. Lui ha superato l'operazione ed è vivo, non è vero?», chiesi disperata al chirurgo che aveva operato Bruno.
Non rispose.
Sospirò, si scostò delicatamente e lo sentii biascicare un "povera ragazza".
Noncurante di quel che sarebbe potuto succedere, entrai nella stanza di Bruno e lo trovai sdraiato su quel maledetto letto, bianco e pallido come un lenzuolo e, soprattutto, privo di vita.
«Bruno, avevi detto che saresti stato forte. Me l'avevi promesso...», sussurrai prendendo la sua mano fredda tra le mie.
Le mie lacrime salate la bagnarono, poi non so chi mi trascinò via.
Cosa vivevo a fare? Per chi vivevo, ormai?
Caddi in un sonno profondo, dal quale mi svegliai tantissime ore dopo, con il mal di testa che mi tormentava ed il cuore che non era più nel petto.
Era morto anche lui, con Bruno.
Era stato terribilmente difficile, ma dopo tanto tempo riemersi dal baratro in cui ero caduta.
Anche se non del tutto.









Note dell'autrice.
Okay, potete anche linciarmi adesso, maledirmi e insultarmi in tutti i modi possibili. E' morto...ma, ringraziatemi, perché volevo farlo morire come nel video di Katy Perry, cioè con uno schianto netto, senza che potesse chiarirsi con Antonella.
Invece si sono anche baciati ç_ç
Va bene, uccidetemi lo stesso...vi capisco.
Un bacione,
Claudia.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il mondo di Patty / Vai alla pagina dell'autore: xwonderdemi