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Autore: EdenGuns    05/12/2011    6 recensioni
Don't ever leave me
Say you'll always be there
All I ever wanted
Was for you
To know that I care
P.s. Il titolo di ogni capitolo è il nome del personaggio che parla in prima persona. Niente da aggiungere, solo buona lettura e lasciate un commento! ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Guns N' Fuckin' Roses'
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Sto per stravolgere il motivo per cui è stata scritta Sweet child o' mine cambiandone la persona a cui è stata dedicata. Non uccidetemi ç-ç
Vi preannuncio anche che le vite private dei nostri cinque amabili cazzoni saranno drasticamente modificate, ma che comunque i lavori in quanto album e carriera rimarranno tali.
Grazie mille per l'attenzione, ora evaporo e vi lascio al capitolo.
(Grazie di cuore a chi recensisce, a chi segue e a chi semplicemente legge. Se vi va lasciate un commento giusto per farmi capire la vostra opinione, per me sacra.)
Un bacio e buona lettura

_______________________

 

6. Axl

 

« Just a' urchin
Livin' under the street
I'm a hard case
That's tough to beat
I'm your charity case
So buy me somethin' to eat
I'll pay you another time»
Paradise City, GN'R

 

Quelle gambe! Ma perché tutte le fortune a McKagan?

Insomma, il sottoscritto è molto più figo. Appena si stufa di quello splendore me la prendo io, oh sì.

Perché se ne stuferà, vero?

Dal modo in cui la guardava, però, non ne ero così sicuro; non avevo mai visto Duff preso in quel modo da una ragazza. Di solito andava a “chi capita prendo”, facendosi la tizia in questione senza neanche chiederle il nome, magari.

Ma gli brillavano gli occhi in una maniera inconfondibile. Per non parlare di quando si incantava a pensarla,

perdendosi in una qualsiasi piccolezza che gliela ricordava.

Dio, che invenzione stupida l'amore. Alla fine lascia soltanto l'amaro in bocca, ed io ne so qualcosa.

« Ragazzi, questa è Eden.»

« Ciao» disse Jeff.

« Piacere.»

Steven sorrideva talmente tanto che probabilmente gli si sarebbe slogata la mascella da un momento all'altro.

« E questi sono Slash, Izzy, Steven e Axl.»

Quelle curve mi stavano facendo uscire pazzo. Passavo gli occhi in rassegna di tutto il suo corpo, che per la prima volta avevo il piacere di studiare da vicino.

Incontrò il mio sguardo; nei suoi occhi c'era un misto di inquietudine e desiderio.

A tutti piace il peccato.

Sorrisi malizioso.

« Noi ora andiamo a fare un giro, vero Bill?»

Jeff mi prese per il braccio, trascinando fuori sia me che Steven.

Chiuse la porta alle nostre spalle e mi fulminò.

« Ti conosco, Rose. Quando fai quella faccia non è mai nulla di buono.»

Ma perché deve sempre capire quello che penso?

« Non so di che tu stia parlando» mentii, vagamente.

« Non ti permetterò di scopartela, hai capito? Non vedi quanto cazzo Duff ci tiene?»

Incrociai le braccia al petto, infastidito.

« Jeff, stiamo parlando di McKagan. Se la porterà a letto finché non se ne stufa e sotto un'altra! Ormai dovresti conoscerlo.»

Lui scosse la testa, compunto.

« Ieri notte, quando è tornato a casa, abbiamo parlato. Riconosco quando qualcuno è innamorato e, fidati, lui lo è di brutto. Di solito tu in una ragazza cosa noti per prima cosa, quanto ha le tette grosse o la lieve fossetta sulla guancia destra quando ride?»

Cazzo.

« Le tette, decisamente» intervenne Steven, che stava giocando alla battaglia dei pollici da solo.

Jeff lo ignorò: « Capisci ora? Non gli rovinerai l'esistenza solo per un capriccio. E comunque lei non te la darebbe.»

Ero quasi deciso a lasciar perdere, ma quella punzecchiatura ferì la mia carne viva.

Nessuno resiste ad Axl Rose.

« Vedremo Jeff, vedremo.»

E me ne andai.

La signorina Eden non mi resisterà. Nessuna donna mi può resistere.

 

Cacciai un urlo, graffiante, e le luci si spensero.

Il pubblico era ancora in visibilio, potevo sentire come ci acclamava. Scesi dal palco velocemente, seguito dal resto della band.

« Eden.»

Mi voltai e vidi Duff e quella ragazza baciarsi. Il mio stomaco si torse, facendomi mancare il fiato.

Da quando sono invidioso?

Mi morsi con violenza un labbro mentre loro si scambiavano tenerezze.

In quale lasso di tempo si erano innamorati?

Non è umanamente possibile.

« Bill, vieni via.»

Jeff mi prese per il braccio, accompagnandomi fino in camerino.

« Lo sapevo, io.»

Chiuse la porta e io guardai altrove. Non volevo fargli leggere dentro di me ancora.

« Ora l'hai visto con i tuoi occhi, non è vero? E ti rode il fatto che lei se ne sia già innamorata. Ma io ti do un consiglio da amico: dimenticala. Qualunque cosa tu stia pensando, so benissimo che la riguarda. Non è e non sarà mai tua, fattene una ragione.»

Odiavo Isbell quando aveva ragione. Ma non potevo accettarlo; non potevo arrendermi. Sentivo che lei mi apparteneva in qualche modo.

Ma che cazzo mi succede?

Fui travolto da un abbraccio di Jeff.

« E' tuo amico, Bill. Non puoi fargli questo.»

Lasciai che le sue parole sedimentassero nella mia mente.

Non posso fargli questo.

 

« Slash sta facendo rissa!»

Corremmo tutti sotto il palco, dove una marmaglia di gente si accapigliava.

« Che è successo?» chiesi a Duff, che teneva Eden stretta a sé.

Scosse la testa: « Uno ci ha provato con Michelle e Slash gli ha mollato un pugno in faccia. Poi soliti amici che intervengono... Tra poco dovremo farci sotto anche noi.»

Sbuffai.

Intanto Eden stava cercando di convincerlo a non intervenire.

« Non posso abbandonare un amico nel momento del bisogno.»

Lei annuì capendo la situazione, poi gli prese il viso tra le mani tirandolo verso di sé per baciarlo.

Ci sarà un motivo se non c'è nessuno che ti implora di non andare.

Dio, pure la mia mente complottava contro di me.

« Vieni con me, Duff?»

« Arrivo amico, un secondo.»

Incrociai le braccia al petto, nervoso.

Le accarezzò il viso, sorridendo.

« Vai a casa, e porta via anche Michelle. Ti vengo a trovare appena sono libero dalle prove, va bene?»

« Sì, ciao Duff. Ma stai attento»

Si scambiarono un ultimo bacio, poi lei mi fece un cenno di saluto e prese la sua migliore amica per la vita.

« Ma Slash...?»

« Tranquilla, ora ci pensano loro.»

Si allontanarono insieme, mentre Duff ed io ci buttammo nella mischia.

Almeno mi sfogo un po'.

 

« Ma si può sapere perché diamine l'hai colpito?» chiesi, tamponandomi l'occhio con un impacco al ghiaccio.

Slash sbuffò, finendo di passare la pomata su uno dei numerosi ematomi causati dalla rissa.

« Le ha tirato una pacca sul sedere chiamandola troietta. Pensi davvero che non avrei reagito?»

Feci per rispondergli, ma Duff mi sottrasse la parola.

« Io avrei fatto lo stesso» ammise.

Bene, ci mancano solo i protettori delle donzelle in pericolo.

Sospirai, lasciandomi andare allo schienale del divano.

« Perché non avresti fatto la stessa cosa?» mi chiese McKagan, che si massaggiava distrattamente le nocche arrossate.

Chiusi gli occhi, cercando di non pensare: « Forse.»

Anche per il fatto che in quel momento pensare equivaleva a perdermi nell'immagine di Eden, e non ne capivo il perché.

William, ti ordino di togliertela dalla testa.

Fosse facile.

« Tutto bene, Rose?»

Guardai Duff negli occhi.

Qualunque cosa io provassi per quella ragazza, doveva ben sepolto in me.

Jeff aveva ragione, non potevo fargli questo. Era uno dei miei migliori amici, sempre pronto ad aiutarmi, e neanche per il mio orgoglio di maschio ferito da una conquista mancata avevo il diritto di farlo soffrire.

Le sarei stato lontano, ma se fosse stata lei ad avvicinarsi... Beh, allora sarebbe diverso.

« Niente, mi fa male l'occhio.»

Sorrise: « Io penso di essermi rotto tutte le nocche-»

Mi sforzai di ridere, ma il mio riso risultò stridulo e vuoto.

Per fortuna nessuno se ne accorse; solo Jeff mi lanciò uno sguardo preoccupato.

 

Erano passati alcuni giorni dalla rissa.

Mi ero svegliato improvvisamente nel cuore della notte a causa di un incubo e, incapace di riprendere sonno, mi ero messo al tavolo della cucina a scrivere.

Picchiettavo con la biro sul tavolo, privo di idee.

Eden e Michelle avevano dormito a casa nostra, l'una nella camera di Duff e l'altra in quella di Slash. Il ricciolo si era immediatamente chiuso nella stanza con la ragazza, dando inizio ad una serie di rumorosi gemiti imbarazzanti.

La pertica era rimasto in soggiorno con l'altra e il resto della band, chiacchierando.

Eden era simpatica, spigliata, e si era creato un bel feeling tra noi e lei; poi si erano ritirati in camera, quando Duff non poteva più aspettare.

Mi si era congelato il cuore a vederli così complici e passionali, mentre giocavano maliziosamente verso la stanza. Avevo deciso di andarmene a dormire, ed ero crollato appena dopo aver posato la testa sul cuscino.

Un dolce incubo, per la precisione.

C'era una grande luce che si infrangeva sulla nostra pelle, creando tenui bagliori dorati, e si sentivano i gabbiani emettere quel loro strano verso in sottofondo. Vedevo la scena dal fuori, come se fossi lo spettatore. C'eravamo io e Eden, che facevamo l'amore. Sì, nonostante vedessi me e lei abbracciati, sentivo tutte le sensazioni che avrei provato se fosse stata la realtà. Una calda tensione nello stomaco, le sue labbra morbide, la sua pelle liscia sotto le mie dita. Mi aveva sussurrato qualcosa all'orecchio, poi si era staccata da me, allontanandosi. Una siringa era improvvisamente apparsa tra le sue mani e con un movimento fluido se l'era conficcata nel braccio. La scena era cambiata drasticamente, con Eden stesa tra le braccia di Duff senza segni di vita e lui che mi urlava che era tutta colpa mia e che mi odiava.

Mi ero svegliato sudato e ansante, col cuore che martellava contro la gola.

Dei passi mi distolsero dai miei pensieri e mi voltai.

Eden avanzava assonnata, con i pantaloncini e la maglia dei Sex Pistols appartenenti a Duff. I capelli scuri le ricadevano scompigliati sulle spalle, incorniciando il suo viso fine.

Rimasi un attimo incantato dall'immagine deformata dal suo seno prosperoso, poi scossi la testa guardando altrove.

« Ciao Axl, come mai sveglio?» chiese, avvicinandosi.

Deglutii. « Non ho sonno. Te, invece? Duff dov'è?»

« Sta dormendo. Volevo preparargli la colazione, ma non pensavo fosse ancora notte.»

Le brillavano gli occhi quando parlava di lui.

Sorrisi a stento, tornando a fissare il foglio bianco.

Sentii la sua mano posarsi su una mia spalla, in un amichevole gesto di saluto.

« Io ho fame. C'è qualcosa da mangiare qui?»

La sentii armeggiare con le antine delle dispense e emettere buffi suoni a seconda di quello che trovava.

Mi girai con la sedia, in modo da poterla guardare, e presi foglio e biro.

Canticchiava, con un bel sorriso che le arricciava gli angoli delle labbra.

She's got a smile...

Le parole si rigettavano dalla mia mente in inchiostro su quella pagina bianca come una cascata. Sentivo già la melodia risuonarmi nelle orecchie.

« Che fai di bello?» mi chiese, mettendo una pentola sul fuoco.

Incontrai i suoi occhi azzurri e fui illuminato da un nuovo verso.

She's got eyes of the bluest sky...

Mi sentivo fremere. Scrivere aveva il potere di sfogare i miei più enigmatici pensieri, e ancora una volta mi aveva chiarito le idee.

Intanto Eden si muoveva a ritmo della vecchia canzone che canticchiava, giocherellando con le sue ciocche di capelli.

Avrei dato qualunque cosa per poterla stringere e per poter rifugiare il viso in quella giungla scura che le incorniciava il volto.

Her hair reminds me of a warm safe place...

Annotai l'anno a fine pagina e piegai il foglio in quattro.

La canzone era scritta, il titolo evidente.

Sweet child o' mine.

Quanto avrei voluto fosse davvero mia.

Mi morsi un labbro guardandola piegarsi per assaggiare quello che stava cucinando e mi alzai.

Non dovevo pensarci neanche. Non era mia, era di Duff, e così sarebbe rimasto.

« Buonanotte, Eden» dissi, tornando in camera e chiudendomi dentro.

E così sarebbe rimasto, vero?

   
 
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