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Autore: reilin    05/12/2011    9 recensioni
Sente un pesante vuoto nella testa ed un bruciante dolore nel petto: i suoi occhi stanchi sono fissi su quei fiori gialli, che sembrano essere l’unica cosa che ancora la tiene legata alla realtà. Come può la vita cambiare nell’arco di una manciata d’ore, sconvolgendo il concetto stesso di esistenza?
[PG: Dante Vale, Zhalia Moon][Possibile presenza di Spoiler!]
[Partecipante al TOHPP con il prompt 021. giallo]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Paradise'
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flower Autore: reilin
Titolo: Je bent mijn overvangbaar Bloem 
Fandom: Huntik Secrets & Seekers
Personaggi:
Dante Vale; Zhalia Moon;
Pairing: Dante x Zhalia
Word Count:
1516 (W)
Rating: Arancione
Genere:  Angst, Drammatico, Sentimentale, Songfic
Avvertimenti:  
Spoiler!, Deathfic, Oneshot, Non per stomaci delicati,  What If?
Note: È da quando ho visto l'episodio 43 che mi è venuta in mente questa storia, così ho deciso di scrivere la mia versione di quanto potrebbe accadere nelle prossime puntate di Huntik, anche se ovviamente, anche io spero in un happy ending. Avverto che la fanfiction potrebbe contenere spoilers e che non è adatta ad animi sensibili. Beh, buona lettura e non lanciatemi pomodori, o peggio, maledizioni shintoiste! :D

 Disclaimer: 1. I personaggi di Huntik appartengono ad Iginio Straffi e alla Rainbow SpA;
2. 
Fanfiction scritta per la community huntik_ita .
3. Partecipante al "The One Hundred Prompt" con il prompt 021. giallo.
4. Fanfiction ispirata a "Flower" cantata da Gackt Camui
©  2001, Bears, video

Je bent mijn overvangbaar Bloem


Sente un pesante vuoto nella testa ed un bruciante dolore nel petto: i suoi occhi stanchi sono fissi su quei fiori gialli, che sembrano essere l’unica cosa che ancora la tiene legata alla realtà. Come può la vita cambiare nell’arco di una manciata d’ore, sconvolgendo il concetto stesso di esistenza?

Zhalia è nella sua stanza: ha appena terminato un allenamento con Harrison ed è stesa sul suo letto. Sbuffando, si chiede fino a quando dovrà restare infiltrata nella Spirale di Sangue. All’improvviso, un trillo la risveglia dal corso dei suoi pensieri: “Quel telefono, non può essere!”, si dice, realizzando che il suono proviene dal cellulare che Metz le aveva segretamente dato per comunicare in caso di improrogabile urgenza. Con mani tremanti, risponde alla chiamata, ed è  proprio il tedesco che con voce vibrante le dice: «Dante è rimasto ferito in un duro scontro con Rassimov, faresti meglio a raggiungerci qui a Venezia». La cercatrice sente un brivido correrle lungo la schiena e con un fil di voce risponde: «Sarò lì in un paio d’ore, non sarà troppo tardi, vero?», e mentre pronuncia le ultime parole, un nodo le stringe la gola e le lacrime cominciano a scendere dai suoi occhi. Metz sospira, e con lo stesso tono monocorde le dice:«Non preoccuparti, Zhalia… Ti aspettiamo».
Senza neanche rendersene conto, guidata più dall’istinto che dalla ragione, Zhalia riesce a fuggire dalla base della Spirale di Sangue e prende il primo volo per Venezia. Un’ora e mezza dopo, un taxi la ferma davanti alla clinica della Fondazione Huntik. Ad attenderla all’ingresso c’è il mentore di Dante: ha un aspetto terribile: il volto segnato dalla sofferenza e gli abiti sgualciti. «Zhalia…», la chiama lui con un fil di voce, senza guardarla negli occhi. La ragazza è in preda all’ansia, e senza ulteriori indugi, chiede all’uomo di portarla da Dante. Il cercatore le cinge le spalle con un braccio e le fa cenno con la testa di seguirlo. Prendono un ascensore e scendono ai piani sotterranei, poi, dopo aver percorso un lungo corridoio, giungono davanti ad una porta bianca. «Siamo arrivati», le comunica Metz, aumentando l’intensità della stretta sulle spalle della giovane. Zhalia, in preda all’agitazione, apre la porta e finalmente riesce a vedere Dante: è al centro della stanza e sta dormendo…
Ma perché attorno a lui ci sono tutte quelle persone? Perché tutti  le rivolgono quegli sguardi pieni di compassione?
Non appena muove qualche passo per avvicinarsi al cercatore, i presenti  si scansano e le fanno spazio: è solo allora che nota qualcosa che la fa cadere in ginocchio a terra, senza neanche accorgersene. Dante non sta riposando in un letto: il suo corpo si trova in una bara, immobile.
«Non è vero… non può essere vero! Non Dante! Mi avevate detto che era stato ferito… lui non è … sta dormendo, sta solo dormendo!», le sue parole sono rotte dal pianto. Si alza in piedi e si china sul corpo del cercatore, accarezzandogli i capelli rossi: «Stai solo dormendo, vero Dante? Ora sei stanco, ma poi ti sveglierai, non è vero?». Gli occhi della ragazza osservano con attenzione il volto del cercatore, composto in un’espressione talmente tranquilla che sembra davvero che lui stia riposando; le sue dita, tremanti, ne percorrono  profilo, ed un singhiozzo disperato esplode dal suo petto nel constatare quanto fredda sia la sua pelle: allora è vero, lui se ne è andato, l’ha lasciata sola. Sente il suo corpo vacillare sotto il peso di quella sconvolgente ed inaccettabile verità; è in quel momento che due braccia la stringono forte. «Zhalia, non sono riuscito a salvarlo», le dice Lok, disperato. La cercatrice prova ad articolare qualche parola, ma il dolore che sente nel suo petto è talmente bruciante da mozzarle il fiato in gola, così riesce solo a contraccambiare l’abbraccio del giovane irlandese.
Gli occhi di Zhalia sono fissi sul suo Dante, guarda il suo corpo  freddo ed immobile, quelle mani forti che sapevano stringerla con dolcezza e farla sentire protetta, quegli occhi del colore dell’oro che la rassicuravano con ogni sguardo, ora chiusi per sempre, quelle labbra che le sorridevano, che  le rivolgevano parole piene di speranza… In quella bara giace l’unico uomo che lei abbia mai amato: è per lui che lei è cambiata, grazie a lui è diventata una persona migliore, e per difendere lui ed il loro futuro che aveva deciso di infiltrarsi nella Spirale di Sangue. Era stato così difficile per lei trascorrere tutti quei giorni lontana da Dante, ma si faceva forza ripromettendosi che quando tutto sarebbe finito, gli avrebbe finalmente detto che lo amava e che voleva trascorrere con lui il resto della sua vita. Ed ora che lui è morto proprio per mano di Rassimov mentre lei, ignara, giocava a fare la baby sitter di Harrison, ora non può fare a meno di chiedersi che senso  ha avuto il suo sacrificio. Il futuro per cui tanto aveva lottato non sarebbe mai arrivato, e Dante non l’avrebbe mai più stretta a sé: non le resta che baciare le sue labbra fredde per la prima ed ultima volta, si dice mentre si china su di lui ed, incurante delle persone che li circondano, gli sussurra:«Ti amo, Dante, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre» e poi gli sfiora la bocca con la sua.

L’aria attorno a  lei è satura dell’odore penetrante dell’incenso, la voce baritonale del sacerdote, dal pulpito parla di salvezza e vita eterna, ma lo sguardo di Zhalia è fisso sulla nuvola di gerbere gialle e fresie che ricopre la bara di Dante: giallo profondo come il colore dei suoi occhi, come il colore del suo inseparabile impermeabile. Al centro della composizione floreale spicca una cornice dai bordi neri che racchiude una foto del loro team di cercatori  scattata pochi giorni dopo la sconfitta del Professore: avevano tutti e quattro un’espressione così felice e serena mentre si stringevano per mettersi in posa ed immortalare quel momento che li aveva fatti sentire invincibili. Chi avrebbe mai immaginato che da lì a pochi mesi, tutto sarebbe sprofondato nel caos e che lui, Dante, avrebbe pagato il prezzo più alto. Ed ora lui se ne è andato per sempre, e lei, incapace di riportarlo indietro, non potrà rivederlo mai più. Zhalia non ha più lacrime: le ha versate tutte in queste ore di cieca disperazione. Vorrebbe solo toccare di nuovo quel viso, che Dante gli rivolgesse ancora una volta quel suo sorriso sornione: farebbe qualunque cosa, si macchierebbe dei peggiori peccati, scenderebbe persino  all’inferno e brucerebbe in eterno, pur di avere il suo amore di nuovo accanto a lei.  Invidia persino quei fiori che giacciono sulla sua bara perché possono stare vicino a lui: se un giorno dovesse rinascere, le basterebbe essere come un fiore rannicchiato vicino a lui, al suo cuore.
Quando l’ha incontrato per la prima volta, lei era sola contro il mondo: lottava contro tutti, odiandoli e mostrandosi sprezzante, mentre invece nel cuore sentiva un enorme vuoto che la faceva soffrire e piangere di nascosto.
Per  lei, che era senza passato e senza un nome, Dante appariva come un fiore troppo luminoso, irraggiungibile, ma lui le aveva teso una mano e sorridendo le aveva detto: «Non ci sono cose come un mondo senza domani». Le parole piene di speranza e amore per la vita che lui le ha lasciato sono cresciute forti nel suo cuore, ma ora che lui non c’è più,  Zhalia non riesce più a guardare avanti.
Sarà così difficile stare da sola in quella grande casa che condividevano: come vorrebbe che lui la venisse a trovare ancora una volta nelle notti fredde ed insonni che la aspettano.  Se lui sarà con lei, tutto non potrà che andare bene…
Ha perso un’altra volta tutto ciò che aveva di più caro al mondo, è rimasta di nuovo sola: sembra che chiunque la ami sia destinato a scomparire, ed ormai non riesce neanche più a piangere, tutte le sue lacrime si sono asciugate.
Mentre il suo cuore arde di dolore, incapace di trovare una consolazione, le stagioni continueranno a cambiare, indifferenti, ed anche se continuerà ad aggrapparsi ai ricordi dei bei momenti passati insieme, sa bene che non riuscirà mai più a ritornare a quel tempo.
Dante ha chiuso i suoi occhi per sempre, ed anche se il mondo continuerà ad andare avanti, la tristezza nel suo cuore non scomparirà mai più: per Zhalia ormai il tempo si è fermato per sempre nel momento in cui lui se ne è andato.
Ora che il corpo freddo ed immobile del suo amore giacerà per sempre in quella tomba, Zhalia sa che continuerà  a vivere di quei momenti in cui ha tenuto stretto sul suo cuore quel fiore chiamato “Dante” : questa è l’unica cosa che riesce a pensare mentre stringe fra le dita fino a farle sanguinare una rosa scarlatta come i capelli del cercatore.  Sfiora con le labbra i petali vellutati del fiore e lo  depone sulla bara del suo amore appena prima che il suo sepolcro sia chiuso definitivamente: «Sei il mio fiore insostituibile, Dante», gli sussurra, sperando che dovunque sia, lui la possa sentire.


The One Hundred Prompt Project


Ecco, l'ho scritta e l'ho anche pubblicata questa triste, tristissima Deathfic! Nel momento in cui ho ideato questa storia non ero - e non sono tuttora - a conoscenza delle precise circostanze nelle quali avverrà l'ipotetica dipartita di Dante, se in quel momento Zhalia sarà ancora infiltrata nella Spirale o meno, se lei sarà presente al momento della morte e come si svolgerà l'intera faccenda. Io ho dunque ipotizzato che  Zhalia sia ancora nella Spirale di Sangue e che non sia presente al combattimento nel quale Dante perderà tragicamente: verrà a sapere di quanto è accaduto al suo amore solo in seguito, come descritto nella fanfiction.
L'altra Deathfic che ho scritto alcuni mesi fa riguardava la morte di Klaus, e devo dire che gli ha portato fortuna, visto che alla fine non è morto ma  è stato addirittura de-pietrificato da Zhalia ed è anche passato al lato "luminoso" della forza! Spero che  anche per Dante valga un simile auspicio e che non muoia davvero! ;_;
Il titolo della fanfiction è in olandese, quella che dovrebbe essere la lingua madre di Zhalia, ed è appunto la traduzione dell'ultima frase che la cercatrice rivolge a Dante: «Sei il mio insostituibile fiore».
Questa fanfiction prende ispirazione dalle parole e dal video della bellissima canzone del cantante giapponese Gackt Camui intitolata "Flower": vi consiglio di ascoltarla mentre leggete la storia, essendone la colonna sonora ideale.
Grazie a chiunque abbia letto, a chi recensirà e a chiunque passi di qui anche solo per caso!


   
 
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